LES ETOILES 2020: DANIELE CIPRIANI E IL MAESTRO ROBERTO CAPUCCI

LES ETOILES 2020: DANIELE CIPRIANI E IL MAESTRO ROBERTO CAPUCCI

 

LES ETOILES 2020: DANIELE CIPRIANI E IL MAESTRO ROBERTO CAPUCCI

Il 24, 25 e 26 gennaio 2020 si svolgerà nella Sala S. Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica di Roma l’atteso Gala Internazionale di Danza che ci riserva non solo grandi emozioni ma anche novità di valenza internazionale.

Assisteremo al “giro del mondo del balletto” con i suoi straordinari interpreti che rappresentano la massima espressione dell’Arte della Danza; essa unisce tutti gli artisti e favorisce scambi professionali e culturali.

Ed è proprio questo il pensiero che ha espresso Sergio Bernal primo ballerino del Ballet Nacional de Espana nel corso della conferenza stampa tenuta nel nuovo spazio di Daniele Cipriani Entertainment nel cuore del rione Monti insieme a Daniele Cipriani stesso e alla Dott.ssa Simonetta Allder Responsabile Ufficio Stampa.

Nella circostanza è stata comunicata una importante novità riguardante non solo Sergio Bernal ma anche del coreano Young Gyu Choi del Balletto Nazionale Olandese; i due artisti – nei loro brani – indosseranno dei magnifici costumi creati per l’occasione dall’inarrivabile Maestro Roberto Capucci.

LES ETOILES 2020: DANIELE CIPRIANI E IL MAESTRO ROBERTO CAPUCCI

Così Daniele Cipriani sintetizza con efficacia le opere del Maestro Capucci: “Le creazioni di Capucci? Sono dei veri e propri balletti!”

Il Maestro è stato definito da Christian Dior “il miglior creatore della moda italiana” e non è solo una icona dell’alta moda ma è annoverato tra i più grandi artisti mondiali.

Le sue creazioni sono presenti nei musei di tutto il mondo, sono impreziosite da plissè, taffetà, sete, giochi di movimento e stupefacenti sfumature dei toni.

Il balletto è un insieme armonioso di pose plastiche e proprio questa peculiarità ha suggerito a Daniele Cipriani di chiedere al Maestro Roberto Capucci di creare alcuni costumi per Les Etoiles 2020

“E lui ha accettato”, afferma sorridente Daniele Cipriani. E’ la prima volta che il Maestro Roberto Capucci crea per la Danza ed è un immenso onore poter presentare al mondo le sue creazioni nelle 3 serate di Les Etoiles 2020

Due saranno i costumi firmati dal Maestro Capucci esclusivamente per il Gala Internazionale di Danza; il primo sarà indossato da Sergio Bernal che danzerà un rovente Zapateado che non mancherà di entusiasmare il pubblico ed il secondo costume indossato da Young Gyu Choi sarà degno di una divinità visto che si esibirà nel ruolo dell’ ”Idolo d’Oro

 

LES ETOILES 2020: DANIELE CIPRIANI E IL MAESTRO ROBERTO CAPUCCI

 

 

 

La Danza è Arte così come lo è l’Alta Moda e questo felice connubio è nato ai primi del Novecento grazie alla geniale intuizione di Sergei Diaghilev che solitamente commissionava i costumi alle grandi firme dell’epoca quali Paul Poiret, Mariano Fortuny e Coco Chanel.

Ed ora il Maestro Roberto Capucci ha creato per Les Etoiles 2020!

Ci confida, il Maestro, che in passato ha sperimentato una esperienza di collaborazione con il Teatro S. Carlo nella rappresentazione del “Capriccio” di Richard Strauss e – principalmente – con il soprano Raina Kabaivanska ma erano prevalentemente riproduzioni di sue creazioni destinate all’alta moda non cimentandosi però nel creare costumi per la scena.

Tuttavia il costume teatrale gli è rimasto nel cuore e, nel tempo libero, ha creato bozzetti peraltro esposti in occasione di eventi: “Sovrana Eleganza” (Castello della Principessa Odescalchi), “Capucci Dionisiaco. Disegni per il Teatro (Palazzo Pitti) e “Spettacolo Onirico. Disegni per il Teatro” (Napoli, Palazzo Scarpetta)

Conclude il Maestro Roberto Capucci:

“E’ quindi con forte emozione ed energia che mi sono immerso in questo progetto. Un incontro meraviglioso, simpatico e di amicizia con Daniele Cipriani, direttore artistico di Les Etoiles, mi ha incoraggiato a vestire due danzatori del Gala. Il tempo non è passato e ci sono altri progetti in vista…”

Non possiamo che essere grati a Daniele Cipriani Entertainment, alla Dott.ssa Simonetta Allder e Sergio Bernal di averci accolto nel nuovo spazio che tante emozioni ci ha riservato.

LES ETOILES 2020: DANIELE CIPRIANI E IL MAESTRO ROBERTO CAPUCCI

Grazie e arrivederci nella Sala S. Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica di Roma per assistere a Les Etoiles 2020

  • Ufficio Stampa Daniele Cipriani Entertainment

Simonetta Allder

ufficiostampa@danielecipriani

  • Auditorium Parco della Musica

Viale Pietro De Coubertin, Roma

Info 06 80241281

            auditorium.com

BIOGRAFIE degli artisti

 

Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020

 

Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020

Daniele Cipriani Entertainment presenta

LES ÉTOILES 2020 : IL GALA INTERNAZIONALE DELLA DANZA CHE STRIZZA L’OCCHIO AL CINEMA

L’edizione 2020 di Les Étoiles, realizzata da Daniele Cipriani, si arricchirà di ulteriori interessanti novità che accenderanno di prodezze pirotecniche “in volo e sulle punte” – secondo il celebre motto di questo gala- il palcoscenico della Sala S. Cecilia dell’Auditorium Parco della Musica di Roma il 24 e 25 gennaio (ore 21) e il 26 gennaio 2020 (ore 17).

Les Étoiles 2020 ospita come sempre grandi stelle, “étoile” del balletto internazionale e, questa volta, tra loro ce ne sarà una che è ormai anche una star del cinema: Oleg Ivenko divenuto celebre per aver ricoperto nientemeno che la parte del giovane Rudolf Nureyev nel recente film The White Crow.

Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020

Ivenko porterà a Les Étoiles 2020 non solo una somiglianza nel fisico e nel temperamento con il “Tartaro Volante” (che lo ha fatto scegliere dal regista Ralph Fiennes per interpretare sullo schermo il ballerino più celebre di tutti i tempi), ma anche il profumo della lontana Terra dei Tartari, o Tartaria, essendo egli étoile presso la Compagnia di Stato di Opera e Balletto di Kazan nella Repubblica russa del TatarstanDaniele Cipriani e Les Étoiles 2020

Altra ‘new entry’ che si aggiunge a Les Étoiles 2020, e che viene or ora annunciata da Daniele Cipriani, è la ballerina russa Eleonora Sevenard del Teatro Bolshoi di Mosca.

Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020     Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020

La Sevenard forma insieme all’étoile Denis Rodkin – la cui presenza a Les Étoiles 2020 era stata annunciata in precedenza e con cui danzerà a Roma – una delle coppie attualmente più in vista della compagnia moscovita. E la Sevenard, come Ivenko, ci riporta nel mondo del cinema in quanto lontana parente di Mathilde Kschessinska, la ballerina amante dello Zar Nicola II, anche questa immortalata recentemente sul grande schermo nel film Matilda di Alexey Uchitel.

I fisionomisti più accaniti potranno cercare somiglianze tra la bruna Sevenard e la di lei bellissima e leggendaria prozia.

Si dice che con il passare delle epoche, via via che si va allargando lo stato di coscienza dell’essere umano, si allarghi anche l’universo: innegabile che, in parallelo alle esplorazioni del subconscio da parte dei padri della psicanalisi nel 20° secolo, sono avvenute scoperte di nuovi pianeti e stelle da parte degli astronomi. In questa 9a edizione di Les Étoiles 2020 (poiché alle cinque precedenti edizioni romane si devono aggiungere quelle di Venezia, Cagliari e Ravenna, ricordandosi che la 10a edizione si terrà al Comunale di Bologna il 26 e 27 settembre 2020), anche il firmamento stellato di Daniele Cipriani si espande ulteriormente; aumenta il numero delle stelle che danzeranno ed aumentano anche il numero delle serate portate eccezionalmente a tre.

Il conto alla rovescia per questo viaggio stellare è dunque ormai in pieno svolgimento anche se le ultime “étoile” che si aggiungeranno allo sfavillante cast debbono ancora essere annunciate rendendo l’attesa ancor più febbricitante. Ricordiamo che la portabandiera dell’armata danzante sarà ancora una volta la popolarissima ballerina argentina Marianela Nuñez; essa è ormai simbolo e mito de Les Étoiles 2020 per numero di presenze in campo.

Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020                   

Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020

Marianela avrà accanto il russo Vadim Muntagirov, “danseur noble” tra i più puri e affettuosamente chiamato “Vadream” perché considerato il partner del sogno dalle ballerine del Royal Ballet di Londra, compagnia da cui sia lui che la Nuñez provengono.

Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020

 

Marianela e Vadim interpreteranno passi a due del repertorio classico: La Bayadère e Bella Addormentata.

Brani dal repertorio classico anche per Denis Rodkin ed Eleonora Sevenard (“Passo a due Il Cigno Nero” da Il Lago dei Cigni Spartacus)

Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020

mentre la coppia costituita dal tedesco Friedemann Vogel e dalla spagnola Elisa Badenas

 

Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020 interpreterà Legend, brano di John Cranko, demiurgo dello Stuttgart Ballet che è la loro compagnia di provenienza; per essi è prevista anche una scelta contemporanea, Mona Lisa di Itzik Galili, brano che colpisce per il suo atletismo spinto.

Già da queste anticipazioni si evince che una delle caratteristiche che rende Les Étoiles 2020 così diverso da altri gala di danza è proprio la scelta del programma che spazia dai classici di repertorio di Petipa, conditi di fouettésgrands jetés ed altri virtuosismi mozzafiato, a brani firmati da grandi nomi della coreografia del 20° secolo o da coreografi contemporanei di punta.

Ad esempio, la ballerina francese Aurélie Dupont, già étoile dell’Opéra di Parigi di cui oggi è la direttrice, sceglie di interpretare la ricostruzione di Ekstasis, leggendario assolo di Martha Graham, e un brano di Alan Lucien Øyen, coreografo norvegese attualmente molto in vista.

Invece Robert Fairchild, già principal del New York City Ballet, arriva direttamente da Broadway per condurci nello scintillante mondo dei musical.

Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020

Les Étoiles 2020 sarà soprattutto l’omaggio di Roma ad Alicia Alonso, mito del balletto mondiale scomparsa poche settimane fa e che fu nominata la scorsa primavera la “Estrella del Siglo” (Stella del Secolo). Per celebrare la loro grande maestra arrivano i cubani Yanela Piñera (Queensland Ballet di Brisbane, Australia) e Luis Valle (Ballet Méditerannée dell’Opera di Nizza),

Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020

 

Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020

sfoderando in un brano tratto dal Don Chisciotte e nel passo a due Acque di Primavera di Asaf Messerer – dove i ballerini passano più tempo in aria che sul palcoscenico -, quello scatenato brio caraibico che contraddistingue “las estrellas” formatesi all’ombra delle palme de L’Avana sotto la guida dell’Alonso.

E’ atteso anche il coreano Young Gyu Choi Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020

del Balletto Nazionale Olandese ed inoltre, a grande richiesta, ritorna lo spagnolo Sergio Bernal del Balletto Nazionale Spagnolo;Daniele Cipriani e Les Étoiles 2020

un ballerino carismatico che elettrizza gli spettatori fin dall’istante in cui appare in scena.

Per questi due virtuosi il programma è ancora parzialmente da annunciare anche se sappiamo che il primo interpreterà certamente l’“Assolo dell’Idolo d’Oro” tratto da La Bayadère e che il madrileno non mancherà di offrirci anche uno dei suoi roventi zapateado.

Daniele Cipriani dice: “Attenti a quei due!” lasciandoci nella suspense con la promessa di un imminente annuncio e di ulteriori novità riguardanti un celebre stilista italiano che sta creando i costumi proprio per i brani che Bernal e Choi danzeranno a Roma.

“L’alta moda di prestigio fa – a buon diritto – il suo ingresso a Les Étoiles restate in ascolto” è l’invito che Daniele Cipriani ci rivolge. Come dire, per strizzare l’occhio al cinema, prossimamente su questi schermi…

Daniele Cipriani Entertainment è riconosciuta dal Ministero dei Beni e delle Attività culturali come organismo di produzione per la danza

 Ufficio Stampa Daniele Cipriani Entertainment 

Simonetta Allder

ufficiostampa@danielecipriani.it

339 7523505

AUDITORIUM PARCO DELLA MUSICA

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Andrea Alesio attore e “Il Catamarano”

Andrea Alesio attore e "Il Catamarano"

 

Comunicato Stampa

Andrea Alesio e l’inevitabilità del teatro

“Il Catamarano” al Teatro Tosti di Ortona il 29/02/2020

L’esperienza di attore teatrale di Andrea Alesio la si può racchiudere in una parola chiave: inevitabilità, che lui stesso usa nel raccontare il suo approdo alla recitazione. Trentotto anni, abruzzese con un grande amore per Napoli e la napoletanità, Andrea Alesio arriva a Roma – da Ortona – giovanissimo, per completare gli studi universitari alla Sapienza (Scienze Economiche per la Cooperazione Internazionale e lo Sviluppo) e proseguire il percorso con uno stage.

Dopo gli studi e le prime importanti esperienze di attore, arriva l’incontro che definisce scherzosamente “la folgorazione sulla via di Damasco, o meglio, per le vie della Garbatella”: quello con l’autore e regista Gabriele Mazzucco, con cui Andrea Alesio collabora da ormai 9 anni.

E da uno gli spettacoli sono diventati molti per poi approdare a Il Catamarano

Il Catamarano, il monologo scritto da Gabriele Mazzucco e magistralmente interpretato da Andrea Alesio, è uno spettacolo brioso che sa creare profondi, assoluti e riflessivi momenti di silenzio in sala e momenti di gioiosa allegria per le sue battute, mai scontate. Su tutto lo spettacolo aleggia la meravigliosa figura del nonno sempre vivo nel cuore di Andrea e suo costante punto di riferimento. Lo spettacolo ha segnato ben 85 repliche in tutta Italia e da gennaio 2020 varcherà i confini nazionali per essere rappresentato in Svizzera e in Germania; un successo riservato a pochi pur tuttavia Andrea Alesio ci confida:

“Spero un giorno di portarlo ad Ortona che è la mia città di origine, me lo hanno chiesto in molti e sarebbe un grande orgoglio sia perché c’è tanto di me e della mia storia, anche a livello di lingua, visto che recito una parte in dialetto abruzzese”.

Ed ora il sogno si è avverato ed infatti Il Catamarano sarà rappresentato nel magnifico e storico Teatro Tosti di Ortona il 29/02/2020

Complimenti Andrea e Gabriele, un altro meritato successo.

 

 

Franco Salvatore Grasso scrittore: la nostra intervista

Franco Salvatore Grasso scrittore: la nostra intervista

 

Franco Salvatore Grasso scrittore: la nostra intervista

Franco Salvatore Grasso uomo di profonda cultura accompagnata da una non comune giovialità ci accoglie per “essere sottoposto” alla nostra intervista.

E’ appena il caso di ricordare che Franco ha partecipato a vari Concorsi Letterari dove si è aggiudicato il podio, segnalazioni di merito e premi speciali con i suoi racconti già pubblicati:

Il nuovo Faust,

La porta,

Il nuovo Arjuna,

Seraphitus – Seraphita

Intervistiamo quindi oggi il Dott. Franco Salvatore Grasso che con la sua ultima opera “La figlia della provvidenza” ha conquistato il posto al Concorso Letterario Il Macinino, Sezione Racconti.

Abbiamo già pubblicato il suo componimento in data 22/11/2019 https://www.lamacinamagazine.it/franco-salvatore-grasso-la-figlia-della-provvidenza/

Buongiorno Franco, grazie per la tua disponibilità e complimenti per il riconoscimento conseguito al Concorso Letterario “Il Macinino” con la tua opera intitolata “La figlia della provvidenza”. Come ti vuoi presentare ai nostri lettori?

Innanzitutto ringrazio voi per questa intervista. Onestamente mi sento imbarazzato nel presentarmi ad una attenta moltitudine di lettori che seguono il vostro giornale e – per rispondere alla domanda –  non ritengo affatto di confinarmi in un particolare ruolo di ‘scrittore’ così come s’intende generalmente. In un certo senso potrei qualificarmi, inserirmi, in un contesto di ricercatore di quei sentimenti umani racchiusi nel profondo dell’anima; cerco di sviscerare dall’inconscio ogni desiderio celato per farlo rivivere nei miei romanzi. D’altra parte queste ‘fantasie’ ritengo facciano parte integrante di ogni personalità.

Chi è Franco nella sua passione per l’arte della scrittura?

Come ho detto precedentemente quello che si potrebbe definire il mio ruolo è quello circoscritto a descrivere racconti racchiusi da un alone fantastico ma che in realtà questa immaginazione diventa un mezzo, un veicolo diretto a svelare ogni brama nascosta nel nostro animo. Quando si parla di desiderio però non si tratta soltanto di quello limitato dagli impulsi dettati di continuo dai nostri sensi, qui si parla soprattutto della particolare smania perenne e indistinta relegata nell’ignoto.

Raccontaci qualcosa per incuriosire i nostri lettori.

Nel primo romanzo scritto, ‘Il Nuovo Faust’ ho azzardato con l’inventiva che Goethe avesse scritto il ‘Faust’ dopo essere stato in Sicilia nel suo “Viaggio in Italia”. Alla Fiera del libro di Francoforte, alla quale partecipai, ebbi la sorpresa di apprendere durante una conferenza stampa dedicata a “Goethe e l’Italia” che recenti studi dell’Università di Berlino avevano appurato quello che avevo immaginato qualche anno addietro. Non avevo fatto altro che prevedere con la fantasia una realtà.

Franco Salvatore Grasso scrittore: la nostra intervista

Qual’ è stato il tuo percorso artistico letterario e quale la tua formazione professionale che ti hanno permesso di avere gli strumenti per scrivere opere letterarie di successo?

Il mio percorso di studio si è svolto nell’Istituto per la Cinematografia e la Televisione dove innumerevoli sono stati i soggetti cinematografici realizzati per approfondire il ‘Linguaggio Cinematografico’.  Ho poi iniziato il mio percorso professionale e, successivamente, ho conseguito la laurea nella facoltà di Filosofia sullo studio delle religioni in particolare quelle indiane e dell’estremo oriente. Queste esperienze, e quelle maturate in ambito scolastico dove vivevo il costante dialogo con i giovani, hanno contribuito a formare il mio ‘background’ personale.

Secondo te perché un romanzo, un libro abbia successo è più importante la storia (quello che si narra) o come è scritta (il linguaggio utilizzato più o meno originale e accattivante per chi legge)?

In un romanzo la storia è particolarmente importante per raggiungere un certo successo, in altre parole essa dovrebbe accattivare il consenso di chi legge. Non si può scrivere senza tener conto del pensiero del lettore; il lettore, infatti, non è un soggetto passivo. Se la trama del racconto e il linguaggio scritto non sono di suo gradimento egli accantona il libro procrastinando in un futuro – forse lontano – la prosecuzione della lettura. Se invece la narrazione e l’esposizione sono avvincenti la comprensione e la lettura dell’opera sarà senza dubbio bene accolta. Io ritengo che tutti gli scrittori, anche coloro che hanno pubblicato molte opere, siano sempre “emergenti” ogni volta che presentano un nuovo libro poiché – ogni volta – si sottopongono ad una nuova valutazione da parte del lettore.

Franco, quale sentimento ti ha mosso nella scrittura della tua opera?

Potrei dire senza dubbio che il desiderio incontrollato di avere a tutti i costi un figlio, unito poi dall’affetto smisurato nei confronti del proprio cane, ha suscitato in me un interrogativo che mi ha fatto riflettere in modo particolare. Questi sentimenti, apparentemente distanti tra loro, traggono origine da mie osservazioni di eventi di cronaca realmente accaduti.

Ci puoi illustrare in breve il significato del tuo racconto?

Se devo essere sincero non c’è un significato preciso espresso in questo racconto così come s’intende comunemente. Nell’assurdità più totale ho voluto rappresentare il desiderio morboso del personaggio di avere un figlio e ciò manifesta quindi la sua immaturità, la sua solitudine mitigata da un eccessivo rapporto affettivo con la sua cagnolina di razza dalmata.

Franco Salvatore Grasso scrittore: la nostra intervista

Quali sono state le difficoltà nel rendere gradevole, agile, di facile ma interessante lettura il tuo libro?

In primo luogo debbo dire che anche se il racconto percorre per così dire un ‘binario’ fantastico quello che lo contorna rispecchia la realtà. Sembrerebbe forse un paradosso quello che per far vivere una storia immaginaria bisogna adeguarla, inserirla in un contesto reale. Ad ogni modo ho cercato di creare una storia di facile lettura, fra l’altro apprezzata già da diversi lettori, cercando un linguaggio sciolto e nello stesso tempo ad effetto sorpresa.

Il testo risulta curato nei dettagli; cosa ci puoi dire della accentuata focalizzazione che hai inteso dare al protagonista?

Dovevo dare al protagonista, una ben definita personalità, accentuando la sua fragilità emotiva nell’affrontare tutte le traversie per lo più generate dalla sua superficialità. Al contrario ho invece contrapposto la vita equilibrata e pragmatica del suo amico veterinario, utile a contenere in parte gli squilibri del personaggio principale.

L’opera si presta ad una molteplicità di livelli di lettura, è perfettamente fruibile da tutti.   E’ questo il segreto per rendere un’opera anonima in un’opera che può ambire al successo?

Effettivamente un racconto dovrebbe essere comprensibile ad una vasta cerchia di lettori, sempre nei limiti del possibile, ovvero senza scendere ad alcun compromesso con la propria coscienza. Un recente mio romanzo, nonostante abbia riscontrato un buon successo, ha destato qualche perplessità da parte di alcuni lettori circa la comprensione del ruolo dei personaggi e del significato intrinseco del romanzo stesso.

Scrivere è un modo per parlare di te o intendi suggerire qualcosa agli altri?

In ogni stesura di un’opera non penso minimamente a parlare di me, l’intenzione è quella, invece, di comunicare ai lettori quel ‘quid’ utile a stimolarli e raccoglierne le più disparate impressioni.

Che consigli daresti ad un autore esordiente?

Un consiglio onesto è quello di ‘scavare’ nel proprio animo per far uscire quel sentimento utile e trasportarlo con le parole scritte. Non si dovrebbero seguire modelli di scrittori in voga, semmai leggerli per imparare la scioltezza e l’uso del linguaggio espressivo, l’importante è essere se stessi; è facile scimmiottare gli stili linguistici degli altri, il difficile diventa adottare una propria espressione che rispecchia totalmente la propria personalità.

Perché secondo te oggi è importante scrivere, raccontare con la scrittura?

Scrivere è decisamente importante, specialmente oggi dove la distrazione generata dai media talvolta travolge la nostra personalità. Il raccontare le proprie emozioni con la scrittura arricchisce la mente dandole quel nutrimento necessario alla crescita spirituale.

Chi sono i tuoi modelli, i tuoi autori preferiti, gli scrittori che hai amato leggere e che leggi ancora oggi?

Debbo confessare che inconsciamente sono influenzato dalle varie filosofie orientali tra le quali quelle induiste e buddhiste. Gli autori che mi hanno ispirato sono stati inoltre Johann Wolfgang von Goethe, Honorè de Balzac e Edgar Allan Poe.

Gli autori e i libri che secondo te andrebbero letti assolutamente quali sono? Consiglia ai nostri lettori almeno 1 libro ed il suo autore

Un libro da consigliare è senz’altro ‘Siddhartha’ di Hermann Hess, dove il protagonista, oltre ad avere lo stesso nome del Buddha, è altresì un suo discepolo. Il racconto è incentrato sul personaggio centrale il quale rifiuta di seguire pedissequamente l’insegnamento del suo maestro per ripercorrere egli stesso le vicissitudini sofferte dal Buddha stesso. La storia si basa, appunto, sul non accettare gli insegnamenti dell’Illuminato dati per scontati ma di soffrire e gioire nella vita per giungere egli stesso a quella meta agognata.

Giacomo Leopardi scrisse che “Un buon libro è un compagno che ci fa passare dei momenti felici.” Cosa ne pensi di questa frase?

È proprio vero, sono proprio d’accordo, oggi più che mai. In questo mondo caotico dove imperano le comunicazioni per lo più fittizie e dove, in realtà, regna la solitudine un buon libro diventa il rifugio che ci rende più sereni. Una bella opera, sia una raccolta di poesie o un romanzo ha il potere di farci compagnia diventando un punto fermo nella nostra esistenza. Mi ricordo che in un tempo forse lontano c’era l’usanza di regalare un libro ai bambini con lo scopo che esso, in qualità di opera educativa, li avrebbe accompagnati durante il corso della loro crescita. Adesso credo che questa consuetudine non ci sia più però sarebbe bello che una buona e onesta opera possa trasformarsi in qualche cosa di veramente educativo e perché no, anche come compagnia nei soventi momenti di sconforto.

Come vuoi concludere questa chiacchierata? Cosa vuoi dire ai nostri lettori?

Oltre ad esservi grato per avermi ascoltato, mi auguro con interesse, spero di stupirvi ancora con altri racconti avvincenti e degni di essere letti tutti “d’un fiato”.

Grazie Franco per il tempo che ci hai concesso con l’auspicio che ci seguirai con il tuo apprezzamento nei prossimi Concorsi Letterari che bandiremo.

Certamente si, vi seguo con particolare attenzione ed apprezzo il livello culturale dei vostri Concorsi ed eventi culturali.

Grazie a voi

Franco  

 

 

 

Monica Gori poeta: la nostra intervista

Monica Gori poeta: la nostra intervista

 

Monica Gori poeta: la nostra intervista

Monica Gori, classificatasi al posto nella Sezione Poesie del Concorso Letterario Internazionale Il Macinino edizione 2019 con la sua opera “Tempesta di ghiaccio” che abbiamo già pubblicato il 20/11/2019 https://www.lamacinamagazine.it/monica-gori-tempesta-di-ghiaccio/

Riteniamo particolarmente significativo il pensiero che ha espresso di se stessa Monica Gori briosa ed eclettica scrittrice:

“Ci fu un giorno in cui le parole vennero a cercarmi.
Non so come o quando ma la mia mano cominciò a scrivere.
Non fidatevi di me
una donna con una penna in mano
è come un guerriero con la spada di Re Artù.”

Monica Gori poeta: la nostra intervista

Intervistiamo quindi oggi la Dott.ssa Monica Gori, affermata scrittrice con diverse pubblicazioni al suo attivo. Nel corso della sua carriera letteraria le sono state conferite, tra gli altri riconoscimenti, molte Menzioni D’Onore.

SI, ho all’attivo 5 menzioni d’onore, 7 menzioni di merito, 2 secondi posti e un diploma al merito e, dulcis in fondo, ho siglato due contratti con due case editrici per la pubblicazione di due sillogi di 40 poesie ciascuna.

Devo dire che questi riconoscimenti sono giunti del tutto inaspettati visto che scrivo da quando avevo cinque anni e che, solo a 40 anni, ho assunto la decisione di sfidarmi partecipando ai vari concorsi letterari.

Buongiorno Monica e, per stabilire da subito un clima di dialogo, propongo di passare al “tu”.

 Pienamente d’accordo, premetto che non sono dottoressa anzi sono insegnante diplomata in pazzia in quanto, dalla nascita, bipolare borderline con azioni autolesioniste di prodigio; la prima l’ho avuta a due anni.

Bene Monica, grazie per la tua disponibilità e complimenti per il riconoscimento conseguito nell’ambito del Concorso Letterario “Il Macinino”. L’opera da te composta, intitolata “Tempesta di ghiaccio” e classificatasi al terzo posto nella sezione dedicata alla poesia, è ricca di versi potenti, quanto mai significativi, coinvolgenti. Quali sono le sue origini?

Sono vissuta nella Casa Pascoli presso le Suore Benedettine che ne gestivano il museo.  Ho avuto un infanzia difficile, all’epoca non c’era la psicoterapia per una bimba iperattiva e sono stata quindi bollata come geneticamente pazza. Ma io che sono tutto e il contrario di tutto ci ho messo 50 anni a far capire che avevo solo bisogno d’amore e di abbracci ed ho lottato come una leonessa ferita per emergere in questa pseudo normalità. Ora mi considero una donna privilegiata avendo una casa, un lavoro e un hobby che mi aumenta l’autostima. Certo la solitudine mi domina ma ormai ci ho fatto amicizia e non ne potrei più fare a meno.

Come ti sei avvicinata al mondo della poesia? Cosa ti ha spinto ad iniziare a scrivere in versi?

Come terapia. Da bambina scrivevo tutto ciò che mi feriva cosi poi, quando mi ponevo verso gli altri, la mia immagine era di una bimba gioiosa e positiva. La mia intenzione era quella che dovevo piacere ad ogni costo.

Le liriche da te composte possono essere considerate come piccole istantanee delle tue emozioni e dei tuoi pensieri?

Senz’altro, io racconto la mia anima, il mondo che vedo e le emozioni che subisco.

Secondo te quanto è importante, oggi, “fare” poesia?

Sarebbe importante ma, a tutt’oggi, purtroppo, è tutto un copia incolla. E’ un riproporre vecchi stereotipi che per quanto grandi appartengono ad altri mondi. Ma il mondo è cambiato ed è andato avanti. La quercia del poeta deve rinascere in questo clima che non è più lo stesso. Soffre del surriscaldamento terrestre e non solo. I grandi li dobbiamo studiare non copiare e dovremmo avere l’umiltà di non confondere la popolarità con l’essere un vero artista. La vera arte è altra e, a volte, è post mortem.

Se dovessi dare un consiglio ad un giovane autore… cosa gli diresti?

Sii ciò che sei, non avere paura di essere fuori dal coro. Non è il potere del denaro che ti rende un grande artista ma la voglia di imparare sempre qualcosa di nuovo. Saranno poi gli altri a credere in te e vedere ciò che sei in realtà. Non c’è peggior essere di chi ha la presunzione di classificarsi da solo.

Qual’è, in assoluto, il tuo componimento preferito?

La ragazza del lungo SavioMonica Gori poeta: la nostra intervista

Grazie Monica per il tempo che ci hai concesso, con l’auspicio che ci seguirai con il tuo apprezzamento nei prossimi Concorsi Letterari che bandiremo.

IO ringrazio voi per questa opportunità e spero di essere stata, nel mio piccolo, esaustiva.

 Cordiali saluti

 Monica

Maggiori informazioni su Monica Gori possono essere reperito sul profilo Facebook https://www.facebook.com/monica.gori.39