I RAGAZZI LEGGONO?

Questa è la domanda che molto spesso ci rivolgiamo: I ragazzi leggono?

Come mai i nostri ragazzi leggono molto meno rispetto agli anni passati?

Certamente il trend negativo è in parte dovuto al costante calo demografico ed al conseguente minore ingresso dei “lettori” nella c.d. fascia di apprendimento della lettura ma, tuttavia, questa prima considerazione non è l’unica motivazione.

Scorrendo il panorama editoriale si riscontra un sostanziale calo dei titoli di narrativa destinati ai ragazzi pur avendo registrato, nel 2014/2015, l’esplosione di titoli che vanno da “Violetta” a “Peppa Pig” fino a “”Hunger Games” ma questo fenomeno, a nostro modesto avviso, è in gran parte dovuto al massiccio “battage” pubblicitario accompagnato da altrettanto massicci eventi TV.

L’ultimo libro di narrativa classica che scalò le vette delle classifiche fu “Harry Potter” della scrittrice britannica J.K.Rowling e, più recentemente,  “After” della scrittrice statunitense Anna Todd.

Tra gli altri autori di successo non possiamo dimenticare John Green e Jamie Mc Guire che sono riusciti ad appassionare i teen ager di mezzo mondo; speriamo non sia solo un momentaneo avvicinamento dei giovani al mondo del libro.

D’altronde, ed ormai è una realtà inoppugnabile, il più potente “competitor” dell’editoria tradizionale è il mondo digitale ed è con questo mondo che l’intero comparto dell’editoria si deve confrontare.

Ormai i nostri ragazzi interagiscono in maniera assoluta in questo mondo (digitale) prima inesistente ma che li rappresenta e rappresenta lo sviluppo del loro orizzonte.

E’ un mondo veloce, immediato, interattivo, anche creativo ma, per contro, sottrae tempo prezioso alla lettura “tradizionale”.

Un po’ come accade anche agli adulti perennemente impegnati sui vari Social.

Forse gli editori hanno supinamente assecondato questa nuova tendenza pubblicando anche libri-gioco che, nella realtà, avevano poco di libri e molto di gioco; questione di nuove tendenze culturali o difesa del fatturato?

Ci rivolgiamo nuovamente la domanda: I ragazzi leggono?

Nell’attuale realtà mediatica la risposta appare negativa.

I ragazzi, che saranno uomini in futuro, dovrebbero avere il loro quotidiano spazio dedicato alla narrativa.

Quale è il ruolo della scuola e dei genitori?

I ragazzi di oggi saranno i lettori di domani e dovrebbero essere quindi “avvolti” dal piacere della lettura che viene trasmesso loro dall’ambiente familiare e dalla scuola.

Se a casa i ragazzi trovano dei libri, se i genitori sono essi stessi dei lettori si crea il benefico effetto del “virus della lettura”; mancando ciò il luogo deputato è la scuola che- purtroppo – non è sempre in grado di promuovere la lettura tra i ragazzi; questo importante compito è spesso affidata alla buona volontà ed allo spirito di dedizione degli insegnanti.

Un plauso particolare merita il meritorio ed ambizioso progetto di lettura , commento e discussione con gli autori, che si svolge all’interno dei plessi scolastici, dal titolo “Libriamoci a scuola” promosso dal MIBACT .

Anche i Social Network potrebbero aiutare la diffusione della cultura del leggere creando comunità, presentando la lettura come un gioco, mettendo in contatto i ragazzi con gli autori attraverso un blog interattivo ecc.

Altro aspetto importante che influisce sull’aumento o sulla diminuzione dei ragazzi lettori è determinato anche dalle politiche sociali e culturali che il Paese si dà; sia i ragazzi che gli adulti leggono in base alla qualità delle proposte culturali a loro dedicate.

Non possiamo frettolosamente affermare “i giovani non leggono” quando gli adulti leggono ancora meno negando così – nella sostanza – il valore che merita l’esercizio della lettura.

La politica culturale deve essere di qualità, diffusa e condivisa, deve infiltrarsi con pazienza e lungimiranza in tutti gli strati sociali, costantemente.

Solo così, con una offerta di proposte qualitativamente eccellenti, presentate con serietà e passione e principalmente seguite nel tempo, potremo contare nel futuro su una società migliore.

Allora ci riproporremo la domanda: I ragazzi leggono?

Con orgoglio diremo Si.

 

 

 

 

 

 

IL GIOCO SERIO DELL’ARTE

Il grande attore Gigi Proietti è l’ospite di Massimiliano Finazzer Flory per il terzo appuntamento de “Il Gioco serio dell’Arte”, giunto alla X edizione.  La comicità dell’artista, del grande mattatore quale egli è, i suoi spettacoli-fiume, i suoi personaggi, le sue macchiette “petroliniane”, le canzoni, le parodie lo hanno avvolto nel cuore del grande ed appassionato pubblico che lo ama e lo segue da oltre 40 anni.

Gigi Proietti è un genio ed un maestro del teatro.

Massimiliano Finazzer Flory illustrerà, nelle varie accezioni, il concetto base dell’incontro, “Migranti”, che anima questa edizione de «Il Gioco serio dell’Arte» e solleciterà spunti di riflessione sul concetto di migrazione all’interno di un mondo creativo multiforme come è quello del teatro.

Gigi Proietti, dal canto suo, attraverso la sua sapiente arte presentata con leggerezza, illustrerà le tante diverse situazioni in cui recita un attore:  il palcoscenico di un teatro, i set cinematografici e televisivi, il ruolo dell’istrione, del maestro, del direttore di una accademia artistica o dell’ispiratore.

La cultura in Italia è stata artificiosamente e colpevolmente sezionata in due parti ciascuna delle quali “destinata” a priori ad un certo pubblico: ricchi o poveri, di destra o di sinistra, industriale o operaia.

Il concetto di cultura è differente ed è vissuta in maniera differente dalle varie classi sociali ma deve esistere un punto di connessione che lega armoniosamente i vari strati della nostra società.

E’ dannosa la contrapposizione tra cultura “popolare” e cultura “intellettuale”.

Gigi Proietti rappresenta in maniera sublime la connessione di una tradizione culturale “popolare”, intesa come innata capacità di dialogare con il pubblico, con un’interpretazione capace di essere lo specchio, la maschera, la caricatura di noi stessi che rappresentiamo la società attuale.

La sua interpretazione e la sua maniera di “fare spettacolo” avvinghia anche gli “intellettuali” della cultura.

Gigi Proietti non ha bisogno di presentazioni ma vogliamo ricordare che è nato a Roma nel popolare quartiere dell’Appio Latino e fu conosciuto come “quello che”, nel 1968, sostituì Domenico Modugno nello spettacolo di Garinei e Giovannini “Alleluia Brava Gente”.

Ricordiamo lo show  “A me gli occhi please” e tanti altri, tutti di successo.

Gigi Proietti è stato direttore artistico del Teatro Brancaccio di Roma portando in scena rappresentazioni affidate a giovani attori nati dalla sua Accademia.

Innumerevoli le sue interpretazioni cinematografiche, ad esempio “Febbre da Cavallo” e il popolarissimo serial televisivo “Il Maresciallo Rocca“.

Il Gioco serio dell’Arte, nato nel 2006, sponsorizzato da Il Gioco del Lotto – Lottomatica, è ideato e condotto da Massimiliano Finazzer Flory e presentato dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma il cui nuovo direttore è Flaminia Gennari Santori.

La rassegna culturale viene ospitata a Palazzo Barberini, che risplende della sua bellezza dopo i recenti lavori di restauro realizzati anche grazie ai fondi de Il Gioco del Lotto.

 

“Migranti sono i pensieri che si connettono ad altri pensieri, Migranti, oggi come non mai, sono le nostre identità, Migranti sono i quadri, le opere d’arte, adesso anche i musei e con loro gli uomini che attraverso le arti uniscono culture e costumi”.

Questo suggerisce il regista e attore Massimiliano Finazzer Flory, ideatore de Il Gioco Serio dell’Arte, nel presentare il tema di questa edizione.

 

Appuntamento il 15 febbraio 2016
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Prenotazione: Obbligatoria 
Luogo: Roma, Galleria nazionale d’Arte antica in Palazzo Barberini
Orario: 18.30
Telefono: 064824184
E-mail: martinotti@lagenziarisorse.it
Sito web: http://www.giocodellotto.it

LA DANZA CLASSICA NEL 800

L’800 è stato il secolo che ha visto la diffusione del Balletto Romantico basato su una nuova sensibilità, su una nuova visione del mondo più libera ed appassionata, che dà voce ai moti dell’animo, ai sentimenti, al sogno romantico, alla passione amorosa che causa dolori e sofferenze; questa è la Danza Classica nel 800

Nel Balletto Romantico si nota la caratterizzazione di due stili di Danza: il Romantico, nato a fine 700 /  inizi dell’800 ed il Classico vero e proprio.

La Sylphide (1830) è stata la prima opera che, di fatto, ha dato inizio al periodo Romantico nel balletto caratterizzato da coreografie brillanti che miravano ad esaltare la bellezza dei movimenti e la virtuosa tecnica della prima ballerina che, con un sapiente uso dei passi sulle punte, enfatizzava la leggerezza, la grazia eterea, ben distante dai tipici movimenti “agonistici” dei ballerini.

La prima ballerina, Marie Taglioni, indossò per la prima volta quello che sarebbe diventato – da lì in poi – il costume tipico del balletto classico così come diventarono poi di uso comune le scarpe da punta con il gesso ed il tutù.

A metà secolo fu portata in scena una rappresentazione che segnò  la storia della danza come una delle massime espressioni dell’arte coreutica; presso l’Her Magesty’s Theatre di Londra si esibirono in un unico spettacolo, il “Pas de Quatre” le più acclamate ballerine dell’epoca: Marie Taglioni, Carlotta Grisi, Fanny Cerrito e Lucile Grahn.

Il successo fu clamoroso ed anche la Regina Vittoria ne rimase entusiasta.

Mentre le antiche e tradizionali Accademie europee segnavano il passo vediamo che la Russia, nel tardo 800, diviene la seconda patria della danza ed è in Russia che nasce lo Stile Classico nel balletto facendo così da spartiacque alla Danza Classica nel 800.

Artefice di questa nuova vita del balletto è il francese Marius Petipa che divenne il coreografo   del Balletto Imperiale Russo e Maitre del Balletto dello Zar.

Le sue coreografie combinavano sapientemente scene ballate e scene mimate secondo precise proporzioni, le scarpe da punta con gesso diventavano parte essenziale del balletto perché la ballerina doveva completare tutti i passi sulle punte, l’ordine delle danze che compongono il “pas de deux” fu rigidamente regolamentato.

I balletti di Marius Petipa  furono sempre accompagnati da successo e la Russia raggiunse l’apice per l’eccellenza delle sue Accademie che attrassero i migliori coreografi e ballerine europee.

In questo periodo nasce la Scuola Coreografica di S. Pietroburgo che diventò la più importante Accademia di Danza europea grazie all’impulso della grande artista Agrippina J. Vaganova il cui metodo fu seguito da altre eccellenti Accademie non solo in Russia ma in tutto il mondo.

Forse è gran merito della Russia aver fatto rinascere la Danza Classica nel 800 ed averla diffusa nel mondo grazie ai suoi artisti formatisi nelle varie Accademie.

Arrivederci al prossimo articolo.

LA RETE…PARALLELA

Ormai tutti noi quando sentiamo la parola “Rete” pensiamo immediatamente ad Internet ma, in questo caso, NO.

Vogliamo parlare di Rete Parallela intendendo quella che offrono ormai tutte le prestigiose Compagnie Petrolifere e dove l’automobilista può fare rifornimento di benzina, gasolio, LPG a prezzi ridotti rispetto a quelli praticati – dalla stessa Compagnia – presso la Rete Ordinaria.

Perché questo beneficio?

I fattori sono molti ed interessano tutta la c.d. “Filiera Distributiva”.

Proviamo ad elencare i principali elementi che concorrono a formare il prezzo di vendita presso la Rete Parallela più vantaggioso rispetto a quelli praticati – a listino –  in vigore presso la Rete Ordinaria.

Naturalmente l’elenco non è esaustivo in quanto concorrono molteplici voci, in assoluto marginali, ma che la somma delle quali produce il prezzo finale più favorevole.

La gestione dell’impianto carburanti è solitamente affidata ad una Azienda Collaterale a quella Petrolifera e viene impiegato personale interno anziché utilizzare un imprenditore esterno all’Azienda; ciò si traduce in una significativa economia di scala;

I costi di trasporto dei prodotti petroliferi sono ottimizzati poiché una sola autocisterna esce dalla raffineria a pieno carico e rifornisce 1 o 2 impianti stradali della Rete Parallela mentre sulla Rete Ordinaria si verifica che l’autocisterna rifornisce 4 o 6 impianti stradali con quantitativi minimi (dipende dall’ordine dell’imprenditore esterno) e ripetuti nel corso della settimana.

E’  facile quindi intuire che, in quest’ultimo caso,  i costi sono amplificati.

La Rete Parallela è informatizzata al massimo grado intendendo che tutte le attrezzature, compresi i livelli dei serbatoi, sono monitorati on line presso l’Azienda Collaterale che valuta con appositi e sofisticati programmi informatici  le vendite degli impianti a lei affidati, il trend delle stesse, i giorni previsti di maggiore richiesta… e procede  a far uscire le autocisterne programmando gli orari, l’itinerario del percorso che deve essere il minore possibile, non deve creare intralcio alla normale circolazione cittadina e che si deve – tendenzialmente – svolgere negli orari di minore impatto veicolare.

Le spese di manutenzione degli impianti sono razionalizzate in quanto gli impianti della “Rete Parallela” sono generalmente moderni e con un unico design e look; anche qui si ottiene una razionalizzazione dei costi essendo le attrezzature tutte uguali, al contrario di quanto possiamo notare sulla Rete Ordinaria dove esistono attrezzature…le più disparate.

Anche le spese amministrative nella gestione di un impianto incidono in misura ridotta poiché le stesse sono attribuite all’ Azienda Collaterale nella sua unicità ottenendo, anche qui , una significativa economia di scala.

Queste, e molte altre, sono le motivazioni che ci spiegano come mai noi automobilisti riscontriamo che per lo stesso prodotto petrolifero venduto dalla stessa Azienda Petrolifera troviamo prezzi allettanti se ci rivolgiamo alla Rete Parallela della Compagnia Petrolifera.

Naturalmente il fenomeno è ricco di luci ma anche di ombre e ne riparleremo a breve.

CHIAMATA ALLE ARTI !

Questo importante evento intende fare il punto, a distanza di 1 anno dalla entrata in vigore della Legge c.d. “Art Bonus”, sui risultati ottenuti e, principalmente, a sensibilizzare i vertici del mondo manageriale ed industriale delle opportunità fiscali  loro offerte con la donazione in denaro a favore della cultura.

Il donatore può usufruire di un credito di imposta del 65%

L’incontro è organizzato da Arcus,  Federmanager e Vises Onlus in collaborazione con il Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo – Polo Museale del Lazio.

Tutti i relatori sono di eccellente profilo ed avranno l’opportunità di lanciare il messaggio di “Chiamata alle Arti”  diretto all’imprenditoria la Dott.ssa Edith Gabrielli Direttrice del Polo Museale del Lazio, il Dr. Ludovico Ortona Amministratore Unico Arcus, il Dr. Stefano Cuzzilla Presidente Federmanager, la Dott.ssa Rita Santarelli Presidente Vises Onlus.

Anticipiamo solo alcuni degli interessanti argomenti che saranno esposti più diffusamente nel corso dell’evento:

 

  • Art Bonus: contenuti e ambiti di applicazione;
  • Come rispondono le Aziende a quella che possiamo definire una vera e propria “Chiamata alle Arti” per imprese e società civile?
  • L’Arte, il patrimonio del futuro;
  • Cultura e mecenatismo delle istituzione private: progetti e prospettive;

 

Interverranno nell’opera di divulgazione dell’ “Art Bonus” anche illustri giornalisti, rappresentanti del mondo politico, universitario ed economico.

Chiuderà i lavori di “Chiamata alle Arti” il Ministro Dario Franceschini.

L’appuntamento, con ingresso gratuito, è per martedi 2 febbraio 2016 a Roma, Museo nazionale del Palazzo di Venezia – Via del Plebiscito 118 dalle 9,00 alle 13,00

Per maggiori informazioni scrivere a: pm-laz.ufficiostampa@beniculturali.it   o telefonare al numero 06 69994347