CICERONE – LA GIUSTA DIZIONE

…per una chiara ed efficace comunicazione.

Cicerone è da tutti riconosciuto come il più celebre oratore dell’antica Roma;  la sua  fama quale modello classico dell’oratore è ormai incontrastata.

Egli ha composto oltre 100 orazioni spaziando tra la politica, la morale, la guerra, la famiglia…

Per rendere efficace la sua comunicazione Cicerone utilizzava la  Tecnica di memorizzazione e cioè:

la  tecnica associativa”  o tecnica delle stanze con cui scomponeva il discorso in concetti ed associava poi questi concetti alle stanze di una casa.

In fase di esposizione del discorso i concetti che egli intendeva esprimere gli tornavano in mente nella sequenza desiderata.

Ed è proprio da questo metodo di memorizzazione che derivano le locuzioni italiane, tutt’ora in uso,  “in primo luogo”, “in secondo luogo” e così via

Ricordiamoci: un uomo parla esattamente per come è.

Parlare con l’esatta pronuncia è uno dei fondamentali strumenti con cui poter esprimere al meglio noi stessi ma è assolutamente necessario comprendere nel minimo dettaglio ciò che si vuole esprimere.

In altre parole dobbiamo essere “padroni” di ciò che andiamo a spiegare .

Può apparire banale affermarlo ma non sempre abbiamo veramente assimilato l’argomento da illustrare.

Dobbiamo dare la giusta forma al significato della nostra esposizione attraverso la nostra postura ma, soprattutto, attraverso la nostra voce ; su ciò è basata la comunicazione efficace.

Avendo bene a mente queste nozioni riusciremo a stabilire un ponte, un legame bi direzionale con coloro che ascoltano.

Nel contesto odierno dove le voci si accavallano in maniera caotica, si sovrappongono freneticamente, si annullano a vicenda, risulta sempre più importante stabilire una comunicazione chiara, efficace, priva di cadenza, non “mono tono”.

LA RESPIRAZIONE

E’ un importante aspetto su cui porre particolare attenzione; l’atto respiratorio deve essere studiato in quanto la vera essenza non è… produrre “suoni” ma produrre suoni corretti.

Noi respiriamo in modo meccanico e non ci soffermiamo su come il processo avvenga,  dobbiamo invece analizzare su come la cadenza respiratoria avviene poiché una corretta respirazione influisce sullo stato emotivo e crea ostacoli alla nostra capacità comunicativa.

Andiamo cioè in affanno fisico e psicologico, la nostra memoria si offusca, la mente non segue più la “scaletta” preordinata, l’esposizione fallisce.

ACCURATEZZA DELLA LINGUA

Dimentichiamoci della nostra  regione di nascita,  poniamo attenzione alle regole di base della nostra lingua che è alcune volte “massacrata” da noti relatori insospettabili, di “cultura” o presunti tali.

La nostra lingua è un bene comune da salvare, da tramandare alle generazioni future e non un arcaico mostro in via di estinzione; deve essere di uso comune da salvaguardare al pari degli altri nostri prodotti di punta dell’Italia quali la cultura, i musei, l’arte.

Comunque non disperiamo:

« In principiis dicendi tota mente atque artubus contremisco. » (IT)

« All’inizio di un discorso mi tremano le gambe, le braccia e la mente. »

 

Anche il grande Cicerone aveva le sue difficoltà.

IN NOME DEL PAPA RE

Fino al 17 gennaio 2016 sarà in scena presso Il Teatro dell’Angelo la versione teatrale, rielaborata dal regista Antonello Avallone,  di uno tra i più grandi capolavori cinematografici di Luigi Magni “In nome del Papa Re” del 1977

La pellicola fa parte della trilogia del grande Maestro che iniziò con il film  “Nell’Anno del Signore” del 1969 per concludersi con “In nome del Popolo Sovrano” del 1990 e tutti ripercorrono il tema del rapporto tra il popolo romano sopraffatto dalle angherie dell’aristocrazia romana e del potere pontificio durante il periodo risorgimentale.

L’opera “In nome del Papa Re”, così come il film, trae origine da una lettura romanzata dell’ultima condanna a morte decretata dal potere temporale del Papa  ed eseguita il 22 ottobre 1867.

La Trama

Ai primi di Ottobre 1867 in un attentato dinamitardo avvenuto in una caserma degli “Zuavi” pontifici francesi persero la vita molti soldati.

Il  Cardinal Colombo, capo della polizia papalina,  iniziò le indagini ma il capo dei Gesuiti, il famigerato e potente  “Papa Nero” riuscì per primo a trovare i sovversivi, catturandoli, ma facendo strage di tutti gli altri presenti.

Questo brutale eccidio rese insanabile il latente dissidio tra il Cardinal Colombo ed il “Papa Nero

I tre arrestati, Cesare Costa, Giuseppe Monti e Gaetano Tognetti,  legati tra loro da un patto di amicizia giurato fino alle estreme conseguenze, vengono rinchiusi nelle prigioni di  Castel S. Angelo.

La  contessa Flaminia Ricci, moglie del conte Ricci,  è in realtà la madre segreta di Cesare Costa che lo ebbe nientemeno che con il  Cardinal Colombo, ancora ignaro di tutto.

La donna, disperata per l’imminente e sicura condanna a morte del figlio,  confessa al Cardinal Colombo di essere lui il padre del ragazzo nato da una fugace relazione tra i due.

Il prelato riuscirà a liberarlo  ma non riuscirà ad intervenire a favore degli altri due arrestati che verranno condannati a morte dal tribunale ecclesiastico nonostante l’accorata arringa del Cardinal  Colombo.

Il giovane, liberato a forza e contro la sua volontà , viene nascosto nella casa del Cardinal Colombo dove riceverà la visita della sua amata Teresa che gli comunica di aspettare un figlio da lui; il ragazzo confida invece a Teresa di voler tentare di liberare i suoi due amici o morire eroicamente  con essi.

Il piano fallisce e Cesare verrà ferito in un’imboscata tesa dal marito della contessa che lo riteneva l’amante della moglie; morirà poi tra le braccia della madre, di Teresa e del Cardinal Colombo.

Quest’ultimo, ormai disgustato della tracotanza del “Papa Nero” e consapevole della inutile sovrastruttura del potere temporale, peraltro in disfacimento, rassegna le dimissioni da tutte le sue cariche pontificie e subisce l’esilio ordinato dal capo dei Gesuiti.

Tornerà a Roma nel 1870 stanco, anziano, ammalato insieme al suo fido servitore Serafino ma solo per il breve tempo di vedere per l’ultima volta Teresa portare in braccio il suo bambino…Suo nipote.

Muore infine serenamente assistito da Serafino.

Il regista Antonello Avallone descrive in maniera fulgida il decrepito potere temporale papalino e le sue persecutorie leggi che verranno spazzate via nel 1870 a seguito dell’ingresso delle truppe italiane attraverso la Breccia di Porta Pia.

Antonello Avallone ha “confezionato” uno spettacolo intelligente e divertente, un grande racconto popolare che tocca tutte le corde sensibili dell’animo umano: l’amore, la morte, la politica, il tradimento, gli ideali, l’estremo sacrificio. Tutto è misurato alla perfezione.

Egli ha saputo costruire i personaggi in maniera formidabile, riesce a conquistare  il pubblico, colpisce per la semplicità e l’umanità dell’insieme ben coordinato.

Non sono da meno tutti gli interpreti che fanno parte del cast scelto con attenzione e che dimostra una affiatata recitazione sul palcoscenico.

Degna di nota è la scena del Tribunale Ecclesiastico e l’arringa, semplice ma profonda nel significato, di Monsignor Colombo; sono comunque molte, durante lo  spettacolo, le scene realizzate con maestria e cura dei dettagli.

Autore: Luigi Magni
Regia: Antonello Avallone
Genere: commedia
Compagnia/Produzione: Il Punto
Cast:  Antonello Avallone, Pippo Franco, Antonio Ferrante, Cristina Moglia, Daniele Di Matteo, Mario Rosati, Silvia Augusti, Valerio Palozza, Tiziana Narciso, Marco Santolamazza, Stefano Frau

In nome del Papa Re in scena dal: 26/12/2015 al: 17/01/2016

TEATRO DELL’ANGELO SALA GRANDE
via Simone De Saint Bon 19 – Roma (RM)
Tel: 06 37513571
Fax: 06 37514258
Email: info@teatrodellangelo.it       Sito Web: www.teatrodellangelo.it

 

La Danza nel Seicento

Concludiamo il nostro precedente articolo relativo alla Danza nel Rinascimento e affrontiamo  il Seicento

Come già accennato la Danza era ritenuta infatti una vera e propria forma di educazione destinata ad una eccelsa classe sociale e seguiva le regole del perfetto cortigiano: la compostezza, l’atteggiamento nobile, le convenzioni sociali della cavalleria e della galanteria. La figura del maestro di ballo assunse un ruolo ed una importanza fondamentale a corte ed era molto richiesta per istruire i signori ed i cortigiani. I più famosi maestri furono  Domenico da Piacenza (detto “Domenichino”) ed il suo discepolo Guglielmo Ebreo da Pesaro i quali scrissero dei veri e propri trattati  su l’ ”Arte del Ballo” con i quali  furono  rigidamente codificati i passi, i tempi, i singoli movimenti, gli spostamenti che dovevano essere effettuati nel danzare.
Nel cinquecento si aprì a Milano la prima scuola di Danza e da qui iniziò l’usanza di ballare in coppia e, attraverso una fusione di danze “alte” e “basse” e di brani musicali, nacque la “Suite

Nel 1581 presso la corte di Francia nacque il primo balletto della storia, il “Ballet Comique de la Reine” composto di brani recitati, danzati e cantati. La parola “Comique” sta ad indicare che l’argomento apparteneva al genere della Commedia.

 Il Seicento

In linea generale  l’avvento dei Maestri con i loro manuali di ballo, fece sì che la Danza acquisì un suo linguaggio specifico avviandosi a diventare genere particolare di spettacolo sia pure ancora complementare a forme di rappresentazioni teatrali.

Alla Danza praticata dai dilettanti si sostituì man mano una vocazione specialistica che trovò il suo migliore contesto nelle Accademie le quali si ponevano sia come centri di cultura che come laboratori di spettacoli musicali e coreici.

Nasceva quindi, nel Seicento, il teatro pubblico dove, accanto alle rappresentazioni melodrammatiche, la Danza acquisiva un ruolo fondamentale e sempre più centrale.

Da questo momento la Danza non è più complementare  allo spettacolo ma diventa Arte che brilla intensamente di luce propria.

Inizia così il suo prestigioso cammino attraverso il tempo.

Nel Seicento l’Italia cede il primato nel campo della Danza alla Francia dove, grazie all’azione di promozione ad opera della corte, l’Arte coreutica conosce una grande espansione destinata a raggiungere il suo culmine con Luigi XIV.

Raggiunta la maggiore età e insediatosi sul trono, il Re attuò un sistema di governo improntato ad una ferrea volontà di asservire completamente l’aristocrazia.

La vita di corte era scandita da rigorose prescrizioni, da un minuzioso decalogo di orari, presenze e comportamenti che non lasciavano alcuna libertà all’iniziativa individuale.

Su tutto e tutti regnava e dominava incontrastato, proprio come una divinità, Luigi XIV soprannominato Re Sole proprio perché partecipava agli spettacoli indossando un prezioso abito che raffigurava il Sole.

La sua maestosa rappresentazione avvenne in occasione del “Ballet Royal du Jour et de la Nuit del 1653 su musica di Giovanni Battista Lulli.

La mitologia ed i canoni classici dominavano l’Arte ufficiale;  il naturale ed il pittoresco furono  banditi come ogni eccesso espressivo delle emozioni tipico e caratteristico del barocco.

Si afferma pertanto, nel Seicento, un’Arte rigorosa in cui l’esteriorità conta più del contenuto interiore.

In questo periodo la Danza “di corte” diventa il “Minuetto” che sembra rispecchiare nella solennità e nella bellezza degli atteggiamenti lo spirito dell’epoca.

Lanciato dal compositore italiano G.B. Lulli, il Minuetto si componeva di un’introduzione composta da una sfarzosa sfilata, una o più variazioni che valorizzavano l’eleganza individuale e si concludeva infine con una ripresa del motivo iniziale.

Il sovrano nel 1661 promosse la nascita dell’ “Académie Royale de Danse” con lo scopo di preparare ballerini che si esibissero per lui e la sua corte dando così inizio alla prima Accademia di Danza dedicata alla formazione professionale dei ballerini. La fondazione dell’Accademia aveva anche il compito di vigilare sul patrimonio coreico evitando che nuovi spettacoli di Danza potessero essere presentati senza la preventiva approvazione del re.

Primo direttore dell’ “Académie” ed artefice della codificazione della tecnica classica fu Charles Louis Pierre de Beauchamps, discendente da una famiglia di violinisti e maestri di Danza del XVII secolo. Fu danzatore, coreografo e musicista nonché maestro di danza del re.

Fu proprio lui a fissare le cinque posizioni dei piedi e l’uso dell’ “En Dehors che sono la base, ancora oggi, della tecnica classica.

Nell’elaborazione del linguaggio coreutico tenne presente la tradizione italiana rinascimentale volendo imprimere alla tecnica del movimento uno sviluppo in elevazione.

La bellezza delle forme, il rispetto delle regole ed il virtuosismo sono gli attributi fondamentali del sistema messo a punto da Beauchamps che tende ad idealizzare il corpo umano.

Seguendo l’esempio di Luigi XIV, in tutta Europa iniziarono a svilupparsi compagnie di Danza.  Una di queste fu l’ Accademia Imperiale del Balletto di San Pietroburgo la cui scuola fu fondata nel 1738 e che diventerà, nell’Ottocento, la capitale mondiale del balletto classico grazie a maestri come Enrico Cecchetti e Marius Petipa.

 

Il Fantasma della Garbatella

Un esilarante spettacolo scritto e diretto da Gabriele Mazzucco.

Dal 7 al 10 gennaio 2016 al Teatro Ambra alla Garbatella La Compagnia Degli Artigialli ci allieterà con il nuovo spettacolo

IL FANTASMA DELLA GARBATELLA

E’ un’opera comica, contemporanea, viva e vera come lo storico quartiere di Roma in cui è ambientato: la Garbatella ormai divenuto un consolidato polo artistico della capitale.

Lallo è un ragazzo con una cugina stralunata, Angelina, un amico del cuore malandrino, Orazio, un fratello gemello stalinista e dal forte accento abruzzese, una fidanzata bella, innamorata ma… non proprio fedele, Matilde.

Fin qui nulla di particolarmente strano se non fosse che Lallo è morto, tre anni prima, in circostanze misteriose.

In realtà Lallo è tornato in vita su ordine preciso di Dio, accompagnato dall’Arcangelo Raffaele, per valutare se il genere umano fosse finalmente pronto ad un ritorno sulla Terra del Messia, Gesù, oppure per constatare se, a distanza di più di duemila anni, l’uomo continuava ad essere sempre lo stesso.

Scelta come campione, questa piccola combriccola della Garbatella sarà protagonista di improbabili gag, incomprensioni, misteri e tante, tante risate.

Scritto al fine di intrattenere con continui cambi di situazione il pubblico, Il Fantasma della Garbatella è una storia che può contare su  personaggi molto vicini a noi: «Umani, dolcemente buffi e assurdi – dice il regista – costretti a fare i conti con una serie di difficoltà alla maggior parte di noi ben note, suocere perfide, politicanti in malafede, bollette da pagare, turni di lavoro massacranti e soprattutto… l’imponderabile ira del buon Dio».

Amorevole spaccato di una romanità popolare in estinzione, Il Fantasma della Garbatella racconta piccoli aneddoti tramandati all’interno del quartiere, veri o verosimili, nascosti dentro una storia che ha l’ambizioso obiettivo di far riflettere, ridendo, sulla reale capacità di perdono degli uomini e delle donne di oggi.

Conosciamo meglio Gabriele Mazzucco

Ha la veneranda età di 32 anni, laureato al Dams di Roma Tre, giornalista pubblicista, membro del comitato artistico del Teatro Ambra alla Garbatella, direttore artistico del Barnum Seminteatro.

Autore, regista teatrale e, nonostante la giovane età, ha già all’attivo diversi spettacoli di successo:

Chi è di scena, La storia di mezzo, Sketch Anarchici e, ultimo della serie, M’iscrivo ai terroristi.

Abbiamo più volte avuto modo di apprezzare la qualità strutturale delle opere di Gabriele Mazzucco e la sua naturale capacità di dirigere, plasmare i suoi artisti ed anche questo gradevole spettacolo è una ulteriore conferma dell’eccellente livello artistico raggiunto.

Siamo certi che il pubblico tributerà il giusto riconoscimento a questo delizioso spettacolo.

Il cast de Il Fantasma della Garbatella:

Andrea Alesio (Lallo)

Chiara Fiorelli (Arcangelo Raffaele)

Teo Guarini (Orazio)

Federica Orrù (Matilde)

Paola Raciti (Angelina)

 

Repliche Il Fantasma della Garbatella

Teatro Ambra alla Garbatella , Piazza Giovanni da Triora, 15. Roma

Da giovedì 7 a sabato 9 ore 21:00

Domenica 10 ore 17:00

Prezzo del biglietto: 15 euro intero – 10 euro ridotto (5 euro studenti) Informazioni e prenotazioni: tel. 0681173900 – info@ambragarbatella.com.

Ufficio Stampa:

Valeria Marucci – cell. 3475599465 – valeriamarucci@virgilio.it

Alessandro Rubino – cell. 3491454840 – a.sand@libero.it

 

 

 

Accademia delle Arti

La Direttrice Artistica dell’Accademia delle Arti Sig.ra Catia Di Gaetano, i coreografi, i docenti e…gli allievi ed allieve dei vari corsi di danza augurano un buon Natale 2015 ed un felice Anno Nuovo.

Vi aspettiamo a Gennaio per il nuovo anno accademico con esami Royal Ballet.

A presto

Accademia delle Arti

Roma

Viale Isacco Newton, 33

Tel. 06 6571702