Il Nuovo Faust

  

Intervista con l’autore Franco Salvatore Grasso

Buongiorno Franco e grazie per l’incontro odierno che ci consente di confrontarci sulla tua opera “Il nuovo Faust“.

Riassumo brevemente la storia che è ambientata in una fantastica cittadina siciliana, Jonica. Il racconto prende spunto dal romanzo di Goethe, Faust, e narra le vicende di un professore, Giovanni Fausto, che un giorno viene schiaffeggiato da una sua alunna, Margherita. Questo inaspettato gesto lo porta improvvisamente a riflettere sul significato della vita, a ripensare alle scelte fatte, alle occasioni perdute, innescando così una serie di situazioni in cui si intrecciano personaggi che ricordano i protagonisti del Faust di Goethe. La classica lotta del bene contro il male, la ragione contro la passione che ci conduce verso un finale a sorpresa del tutto inaspettato. Una narrazione veloce, un linguaggio immediato e semplice, privo di fronzoli ma efficace e descrittivo che riescono a rapire l’attenzione del lettore e rendono il romanzo una storia da leggere tutta d’un fiato.

Ricordo anche ai nostri lettori che l’opera è già stata premiata con la ristampa e questo – di per sé- fornisce quello che in termini editoriali specialistici è definito “Impact Factor” ; noi molto più modestamente diciamo che il libro di Franco ha suscitato interesse ed apprezzamenti inusuali trattandosi di opera prima.

Franco da quando hai scoperto di essere stato catturato dalla passione della scrittura?

  1. La passione della scrittura, anticipata dal mero racconto di storie e realizzato decisamente in modo dilettantistico tramite fumetti, fotoromanzi e fono romanzi, si è sviluppata nel tempo sin dal periodo scolastico presso il Cine TV ‘Rossellini’ nella facoltà di Filosofia dell’Università La Sapienza di Roma. Questa ‘passione’ si concretizzava sperimentalmente nella realizzazione di tesine attraverso fantastici racconti a soggetto. Fra l’altro questo insolito modo di descrivere argomenti specifici delle svariate materie universitarie piacque ai docenti, in speciale modo al professore di ‘Religioni e Filosofie dell’India ed Estremo Oriente’. Nacque quindi in maniera del tutto naturale e consequenziale l’idea di scrivere un romanzo su alcune tematiche studiate ed approfondite all’Università.

Nel tuo libro “Il nuovo Faust” cosa hai cercato di trasmettere? Un messaggio? Un episodio della tua vita?

  • Nel mio libro ‘Il Nuovo Faust’ ho voluto trasmettere il concetto di quanto sia vano inseguire unicamente tutto ciò che è legato al nostro ego quale la fama, la posizione sociale e persino, nell’assurdo, la ricerca della conoscenza tralasciando invece gli autentici valori dei rapporti umani ma soprattutto trascurare un sentimento vitale quale è l’Amore.

Perché ti ha entusiasmato la figura di Faust?

  • Il Faust rappresenta colui che ha tentato di conoscere ogni scibile umano rimanendo però racchiuso nel proprio egoismo ma è Mefistofele quello che fa di tutto per avvisare del pericolo insito in ogni solipsismo: è colui che apparentemente volge al Male ma che, alla fine, conduce al Bene.

 

 

Cosa ti ha trasmesso?

  • Il personaggio del Faust, oltre al fascino che emana, mi ha comunicato la volontà per l’introspezione e la ricerca dei valori autentici della nostra vita: un autentico dialogo con noi stessi.

 

Sappiamo che è in fase di stampa la tua seconda opera dal titolo “Seraphitus-Seraphita” e sarà quindi disponibile a giorni:

Ci puoi fornire alcune anticipazioni?

  • Anche il personaggio di ‘Seraphitus – Seraphita’ tratto dall’opera di Honoré de Balzac in un certo senso, attraverso il mio romanzo, è un Faust particolare che segue per certi versi la realizzazione della propria perfezione attraverso l’Amore in un rapporto completo, totale.

Segue il genere del Faust?

  • Anche se il racconto è completamente differente da ‘Il nuovo Faust’ per fatti, personaggi, situazioni, passioni, esso è strettamente simile per la tematica legata alla ricerca dei veri valori dell’esistenza.

E’ una storia che si svolge nella tua amata terra di origine, la Sicilia, o hai voluto dare un ampio respiro geografico, politico, sociale?

  • L’ambiente è ancora una volta la Sicilia e nel racconto ci trasferiamo nel nord della Germania, a Magdeburg, nel land della Sassonia Anhalt nell’esaltante periodo della “Belle Epoque”. Siamo decisamente lontani dai fiordi norvegesi descritti nel ‘Seraphita’ di Balzac.

Sono sincero, ho letto alcuni brani in anteprima ed ho notato che sfiora anche aspetti storici ed affettivi.

Come sei riuscito a coniugare i diversi argomenti presenti nel libro?

  • È stato veramente difficile nonostante avessi da diversi anni idee chiare sul racconto; ho dovuto rivedere i singoli periodi storici ed approfondire lo studio  sugli usi di vita dei primi anni del ‘novecento’

 

Grazie Franco per il tempo che ci hai dedicato e non ci resta altro che augurarti in bocca al lupo.

Abbiamo strappato a Franco la promessa che ci incontreremo di nuovo dopo aver letto la sua nuova opera “Seraphitus-Seraphita

 

La Danza Classica

…dalle origini

La danza è la prima espressione artistica del genere umano perché ha come mezzo di espressione il corpo.

Tutte le altre arti, infatti, prevedono l’uso di oggetti che fungono da strumenti  ad eccezione del canto che, così come la danza, si avvale di un solo strumento: il proprio corpo.

Alcuni frammenti di pietra incisa dimostrano che la danza ha origini antichissime ed infatti presso gli antichi Greci era presente in tutte le cerimonie di carattere sociale e religioso.

La danza accompagna la storia della civiltà umana a partire dall’epoca preistorica fino al consolidamento delle prime civiltà stanziali acquistando un ruolo rilevante soprattutto in Grecia.

Qui si svilupparono numerose tipologie di danza classificate dagli storici in tre categorie:

  • Danze guerriere;
  • Danze religiose;
  • Danze profane;

Fin dalle origini del teatro la danza ne fu parte integrante ed inscindibile costituendo uno dei suoi principali livelli espressivi ed elemento principale nei rituali religiosi. Nella Grecia antica le rappresentazioni teatrali erano momenti importanti di aggregazione della collettività ed erano indette dalle autorità politiche in occasione delle feste dedicate alle varie divinità.

Durante il Medioevo la danza, che in un primo periodo era praticata anche all’ interno degli edifici religiosi come rituale e accompagnamento dei canti, subì la condanna della autorità ecclesiastiche che vedevano nella sua esecuzione la lascività dei costumi dovuta ad una eccessiva ostentazione del corpo in movimento nonchè al tipo di comunicazione prettamente visiva; ciò  andava in profondo conflitto con la comunicazione orale dei predicatori.

La danza, quantunque osteggiata,  fu però sempre presente in occasioni di feste ed in breve tempo si diffuse anche presso le corti dei nobili.

Ma con una profonda differenza…

Eseguire salti, volteggi, capriole o comunque movimenti “acrobatici” era considerato un modo di danzare  poco aristocratico e villano per cui, i signori,  li sostituirono con gesti e movimenti composti, misurati ed eseguiti accompagnati da musiche lente ed armoniose.

Da questa considerazione nacque la fondamentale distinzione tra la nobile danza “bassa” e la volgare danza “alta”.

Nella prima i piedi strisciavano morbidamente a terra e i passi erano piuttosto lenti, misurati mentre, nella seconda, vi era una totale libertà di movimento ed era consentito saltare più in alto e muoversi con maggiore velocità secondo l’arbitrio del danzatore.

Questo concetto fu applicato per tutto il Medioevo e il professionista dello spettacolo medievale fu il giullare di corte  che spesso intratteneva anche il pubblico esterno al castello con balli  in occasione delle feste nei villaggi.
Solo nel Rinascimento si cominciò a codificare i passi che contraddistinsero le singole danze.

Durante questo periodo, soprattutto in Italia e in Francia, si affermò nelle corti principesche la figura del maestro di ballo, non più giullare, che conferì prestigio a feste e cerimonie diventando una figura importante ed insostituibile.

Le danze più in voga furono solitamente di origine italiana o francese, tra le prime ricordiamo: lapavana (lenta) e il saltarello (veloce); tra le seconde la gavotta (moderata) e  la bourré(veloce).

Prossimamente parleremo della Danza nel seicento e nel settecento

Il Nuovo Faust

2° Ristampa dell’opera di Franco Salvatore Grasso, figlio dell’amata terra siciliana da cui trae gli spunti per le sue opere.

Forte degli studi universitari nella disciplina di ‘Religioni e Filosofie dell’India ed Estremo Oriente’ con la tesi di Laurea sul Karma negli Yogasutra di Pātañjali, egli trasmette anche il suo amore per gli studi filosofici in un connubio gradevole, leggero, di facile lettura ed appassionante.

Tale è l’opera Il Nuovo Faust (tratto da un componimento di Jahann Wolfang von Goethe) che è giunto  alla 2° ristampa dopo la presentazione avvenuta a luglio 2015.

Noi siamo piccoli editori ed ancora ci entusiasmiamo del nostro lavoro e delle soddisfazioni che un autore può raccogliere; ancora una volta il lavoro di squadra funziona.

Complimenti Franco per Il Nuovo Faust

L’opera è ordinabile in formato cartaceo presso tutte le librerie ed anche con richiesta diretta all’editore  all’indirizzo ilmulinonlus@libero.it nonchè in ebook presso  tutti i circuiti.

Vi diamo una anticipazione: è in fase di stampa un’altra opera di Franco dal titolo “Seraphitus-Seraphita”; dalla prossima settimana sarà disponibile.

DanceAbility – Arte No Limits

La “DanceAbility” è una tecnica di danza che può essere praticata da persone abili e da persone con differenti abilità.

Utilizza i principi di base della “Contact Improvisation” una tecnica di danza accessibile a tutti senza limiti di età o fisici, in cui viene esaltato il piacere di muoversi e di danzare tutti insieme in modo spontaneo e gioioso.

La danza si sviluppa tra le persone attraverso un dialogo fisico in cui sono coinvolti tutti i sensi. Nella Contact Improvisation i partecipanti improvvisano e danzano cercando di essere sempre concentrati sul momento che stanno vivendo e che genera una trasmissione continua di energie positive.

E’ nata nei primi anni Settanta negli Stati Uniti come ricerca scientifica su nuove tecniche di movimento e di comunicazione destinate a persone con differenti abilità attraverso il contatto tra i ballerini, il dominio del movimento del proprio corpo e l’ascolto attento della guida dell’istruttore.

Naturalmente questa tecnica, investendo anche la parte emotiva , si è avvalsa dello studio e dell’applicazione delle altre discipline orientali quali  Aikido, Tai Chi, meditazione.

La DanceAbility si è sviluppata grazie all’impulso di Alito Alessi, danzatore e coreografo, direttore della Joint Forces Dance Company della città di  Eugene (Oregon-USA)

Nella DanceAbility viene esaltato il concetto ed i principi della “gravità fisica” che è alla base di questa danza ed è fondamentale per muoversi attraverso la comunicazione spontanea;  il contatto fisico  rappresenta – sovente – una nuova esperienza comunicativa che è stata forse – fino a quel momento – inesplorata.

C’è una sola ed unica regola di base: L’improvvisazione.

Dovendo armonizzare l’esecuzione dei movimenti in relazione alle possibilità dei singoli danzatori si può ben capire quale arduo compito spetti al maestro istruttore il quale , “improvvisando” crea la coreografia momento dopo momento. E’ facilmente intuibile che anche la scelta di una “scaletta” musicale risulti notevolmente impegnativa.

A breve affronteremo molti altri aspetti della danza nelle varie forme, particolarità e punti di vista.

Al Posto Giusto – Rosa Parks

Il Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo con la campagna denominata Al Posto Giusto ricorda i 60 anni dall’eroico “no” di Rosa Parks su di un autobus dell’Alabama a cedere il posto a sedere riservato ai bianchi.

Il 1 dicembre del 1955 cambiò per sempre la storia dei diritti civili nella civilissima America.

Molte città italiane sono coinvolte nella realizzazione di iniziative tra martedì 1 e domenica 6 dicembre e saranno attraversate da autobus e tram dedicati che, sul display, avranno ben visibile la scritta ‘60 Rosa Parks’. Alcuni di questi ospiteranno al loro interno artisti, attori, scrittori stranieri, migranti di prima o di seconda generazione che parleranno di discriminazione e racconteranno ai passeggeri la figura di Rosa Parks. Passeggeri spesso particolari visto che la campagna è rivolta anche agli studenti. In altri casi saranno autobus e tram di linea ad ospitare il materiale comunicativo che illustra la campagna.
Oltre alle iniziative di Al Posto Giusto che avranno come ‘palco centrale’ l’autobus se ne svolgeranno altre in biblioteche e altri luoghi pubblici. Anche la toponomastica farà la sua parte con la dedica di una Piazza alla figura di Rosa Parks.
Ripercorriamo la storia: Siamo nella cittadina di Montgomery in Alabama ed è il primo dicembre del 1955.

Rosa Parks, moglie di Raymond Parks, attivo nel movimento dei diritti civili, torna a casa dopo il suo lavoro da sarta in un grande magazzino della sua città. Sul bus non trova posti liberi nella parte riservata ai “negri” e decide di sedersi nel settore dei “posti comuni”, dietro la fila riservata i bianchi. Dopo di lei sale un uomo bianco che rimane in piedi essendo terminati i posti a sedere. Dopo poche fermate l’autista intima a Rosa Parks di alzarsi e lasciare il suo posto all’uomo bianco.
Rosa non si scompone e rimane al suo posto, rifiutandosi di alzarsi con dignitosa fermezza.
L’autista ferma il mezzo e chiama due poliziotti. Rosa Parks viene arrestata e portata in carcere per condotta impropria e per non aver rispettato il divieto che obbliga i neri a cedere il proprio posto ai bianchi nei settori cosiddetti “comuni”.
Un atto coraggioso, determinato, possente, in seguito al quale si avvia una protesta popolare da parte della popolazione “negra”;  Martin Luther King, insieme ad altre decine di leader delle comunità afroamericane, dà vita a una serie di azioni di protesta. La più incisiva è stato il boicottaggio dei mezzi pubblici di Montgomery  affinché fosse cancellata una norma odiosa e discriminatoria che comprometteva persino la normale possibilità quotidiana di sedersi, come gli altri cittadini, su un autobus.
Rosa Parks muore a Detroit il 24 ottobre 2005 ed è consegnata alla storia come “The Mother of the Civil Rights Movement.

La Casa Bianca ospita le sue spoglie con tutti gli onori.

Il Ministro Dario Franceschini ha così dichiarato:

“Questa campagna Al Posto Giusto è un atto dovuto ad una donna meravigliosa che con un gesto coraggioso e rivoluzionario ha cambiato la storia dei diritti civili. Ricordare quel gesto porta a riflettere sulle discriminazioni che esistono ancora ai nostri giorni. Solo se la memoria parla al presente ha un senso e l’esempio di Rosa Parks deve ancora oggi poter ispirare tutti coloro che credono nella convivenza e nell’integrazione”.

Al Posto Giusto è una campagna promossa dal Ministero Beni Culturali.