M’iscrivo ai terroristi

M'iscrivo ai terroristi locandina

M’ISCRIVO AI TERRORISTI

I mostri, la magia ed il paranormale esistono?

Gabriele Mazzucco ci ha abituati a deliziarci con le sue opere teatrali atipiche, non convenzionali, intelligenti, importanti per le tematiche sociali che vuole porre alla nostra attenzione ma, nel contempo, facilmente fruibili grazie al suo ritmo narrativo sostenuto e adatto al grande pubblico.

Le sue storie sono tragicomiche sempre sul filo della realtà e ricche di battute esilaranti.

Ricordiamo solo alcuni dei suoi precedenti testi  teatrali come “Chi è di scena?”, “Ciancicagnocchi”, “Roma io e gli altri”, “Sketch anarchici 1 e 2” e “La Storia di mezzo”  premiati dal pubblico con una richiesta di repliche ben superiore al previsto e prevedibile.

Non possiamo sottacere che il pubblico ama il teatro di Gabriele Mazzucco e segue il suo ricco cartellone.

Ora torna in scena dal 28 al 31 maggio al Teatro Ambra alla Garbatella con la sua ultima produzione scritta e diretta da lui “M’iscrivo ai terroristi”  interpretata da Andrea Alesio, Chiara Fiorelli e Teo Guarini con l’aiuto regia di Federica Orrù.

M’iscrivo ai terroristi” è una favola che nel teatro francese è definita “noir” ma è comunque  brillante, surreale e decisamente contemporanea come lo è  il pensiero del filosofo e linguista Noam Chomsky da cui Gabriele trae l’ispirazione.

La storia si svolge all’interno di un locale di un parco giochi e viene vissuta da tre personaggi:  un uomo vestito da Dracula, una cartomante di origini gitane e  un senzatetto che fuggì dalla società civile rinchiudendosi, da lungo tempo,  in quel luogo.

All’esterno è in corso un massiccio attacco di zombie che sembra aver sconvolto il parco giochi e , probabilmente, anche tutto il resto del mondo.

Il dialogo dei personaggi ci lancia spunti di riflessione:

sono realmente chi dicono di essere?

gli zombie esistono davvero o si sta vivendo solamente un assurdo delirio di massa?

conviene rimanere al chiuso, nella convinzione di essere al sicuro, aspettando che tutto sia passato?

O forse non sarebbe meglio provare ad affrontare le difficoltà della vita per conquistare un futuro migliore?

Gabriele in tutte le sue opere ci ha offerto la possibilità di dialogare, seppure in maniera ironica, sulle caratteristiche principali della nostra società riprendendo  con “M’iscrivo ai terroristi alcuni temi a lui cari.

Il potere economico,  finanziario e politico tendono ad assoggettare  la società alla quale, invece, l’autore attribuisce la capacità e la forza di costruire “il bene comune” .

Ah, dimenticavo, prenotate subito al  n. 06 81173900 (Teatro Ambra – Piazza Giovanni da Triora n. 15 – Garbatella) – Orario spettacoli:da giovedì a sabato ore 21.00 – domenica ore 17.00

Noi ci saremo, vi aspettiamo!

 

 

 

 

 

 

BASTA con la strage dei pedoni

Strage pedoni

BASTA con la strage dei pedoni

Questa mattina dalle ore 13,00 è confluito in Via Aurelia 470, di fronte al Municipio XIII, un nutrito gruppo di abitanti di Via Aurelia e di Via Gregorio VII per rivolgere – ancora una volta –  alle Istituzioni il proprio disappunto per l’ennesima vittima di un “incidente” stradale.

Strage pedoni

Ma è un “incidente” ?

L’esatta definizione di incidente  è un “Accadimento inatteso” ma, di inatteso non c’è nulla, anzi è facilmente prevedibile in quanto su Via Aurelia e su Via Gregorio VII le macchine sfrecciano ad altissima velocità; a questo si deve aggiungere il caos costituito dai torpedoni che si fermano davanti ai ristoranti della zona per la discesa dei turisti.

La Via Aurelia è stretta e si creano code di auto e bus con i clacson strombazzanti.

Vogliamo parlare della mancanza di marciapiede dal civico 183 al 135 ?

Vogliamo dire che le strisce pedonali sono scolorite e non si vedono nemmeno di giorno?

Vogliamo dire che le auto escono dal sottopasso verso Via Gregorio VII a velocità da autodromo?

Poveri pedoni…

I tanti solleciti rivolti al Municipio XIII sono rimasti fin’ora inascoltati ma ora gli abitanti della zona hanno acceso un potente riflettore sul grave problema che deve essere risolto.

Il Presidente del Municipio XIII ha dialogato con gli abitanti convenuti  e vogliamo sperare che Egli porti a compimento, in tempi brevi,  la messa in sicurezza della zona per evitare questa strage di pedoni.

Vi terremo informati.

 

Raffineria di Roma – Piano di Emergenza

raffineria di roma foto

Raffineria di Roma  –  Piano di Emergenza Esterna

Sul sito di Roma Capitale è riportato l’aggiornamento del 07/05/2015 relativo al Piano di Emergenza Esterna ,  Informativa alla popolazione, riguardante la Raffineria di Roma ubicata in Via di Malagrotta n. 226 meglio conosciuta come “Pantano di Grano”.

In effetti è un atto dovuto da parte della Prefettura di Roma la quale, in ossequio al Decreto n. 139 del 24/07/2009 del Ministro dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, pubblicizza le forme di consultazione della popolazione circa i piani di emergenza esterna delle industrie a rischio di incidente rilevante portando a conoscenza delle stesse le notizie per eventuali piani di emergenza.

Analoga segnalazione appare, ovviamente, anche sul sito del Municipio Roma XII nel cui territorio insiste il complesso industriale.

Avendo adempiuto all’obbligo di informazione ufficiale contenuta nel documento, visionabile, torniamo indietro nel tempo per poi giungere ai nostri giorni.

Chi vi scrive ha vissuto per molti anni all’interno del polo operativo della Raffineria di Roma la quale è “ad un tiro di schioppo” da quell’altra bomba ambientale che è la discarica.

Il progresso, l’eccellente tenore di vita  che tutti noi conducevamo era alimentato dal consumismo estremo; l’ansietà nella produzione dei carburanti e derivati quali bitume, olio combustibile, asfalti, GPL…  facevano si che le torri della Raffineria di Roma riversassero fumi maleodoranti ed inquinanti.

Ormai riconoscevamo subito, possiamo dire a naso,  se la produzione era orientata verso i prodotti nobili cioè benzine oppure verso i prodotti  chiamati in gergo “pesanti”  cioè bitumi o simili.

Siamo stati anche felici spettatori di un ricrearsi della natura in quanto alle nostre spalle, oltre il muro di cinta, quelli che erano dei  pianeggianti campi coltivati, man mano la mano dell’uomo li trasformava in graziose collinette simmetriche ed ordinate.

Il problema però è che queste collinette erano realizzate con i prodotti della discarica e poi… ricoperti di terra.

Abbiamo quindi goduto degli odori della Raffineria di Roma e, come regalo aggiuntivo, anche  di quelli della lavorazione della discarica.

Eravamo dei maestri nel riconoscere sia la provenienza che il tipo di prodotto in esecuzione; facevamo scommesse, chi perdeva pagava il caffè ai colleghi!

Torniamo all’attualità:

La Raffineria di Roma è chiusa dal 2011 come attività di raffinazione ed  è stata trasformata in centro distribuzione di prodotto raffinato; è stato quindi risolto il problema.

Tuttavia anche le operazioni di approvvigionamento, di stoccaggio, di travaso, di trasporto mediante tubazioni o autocisterne sono attività a rischio di incidente rilevante (tale è la definizione normata) e pertanto vi è l’obbligo da parte delle Autorità di illustrare i potenziali rischi, i sistemi di prevenzione già esistenti nonché una “Informativa” destinata a tutti gli interessati  quali i cittadini che gravitano intorno all’area della Raffineria di Roma, i VV.F, , la Polizia Locale, i Municipi, l’ARPA, la Polizia, i Carabinieri, il Soccorso Sanitario, l’ASL, la Protezione Civile, la Prefettura, Roma Capitale opportunamente coordinati tra loro.

E’ stato stilato un crono programma che prevede una serie di consultazioni con tutti i soggetti  pubblici e privati sopra descritti per valutare eventuali osservazioni così da arrivare, presumibilmente entro Luglio 2015 all’approvazione finale da parte della Prefettura.

E’ prevista una consultazione pubblica della popolazione entro Giugno 2015.

Vi terremo informati

 

Aeroporto di Fiumicino disastroso incendio

Aeroporto Fiumicino

Aeroporto di Fiumicino  disastroso incendio

Pur nella sua pesante gravità ci possiamo ritenere “fortunati” che il terribile incendio odierno sia avvenuto alle 0re 24:15 circa,  orario in cui l’attività dello scalo Leonardo da Vinci è notevolmente ridotta.

Non vogliamo pensare alle possibili drammatiche conseguenze che si sarebbero potute verificare qualora l’evento fosse  accaduto in orario di piena operatività aeroportuale.

Gli accertamenti da parte della Polizia Scientifica e dei VV.F. sono in corso e la Procura di Civitavecchia ha doverosamente aperto un fascicolo, contro ignoti, per incendio colposo.

Il Terminal 3 è devastato, tutto l’arredo, le strutture e tutte le attrezzature destinate al controllo bagagli e passeggeri (peraltro nuove, di altissima tecnologia  e costosissime) sono distrutte; la staticità strutturale dovrà essere verificata.

Non stiamo ammirando la famosa opera di Puccini quando la protagonista, Madama Butterfly, intona “un bel di vedremo levarsi un fil di fumo” ma purtroppo tutto è iniziato proprio così; un leggero fumo che – forse – non ha destato preoccupazione immediata  da intervento in emergenza.

In brevissimo tempo, troppo breve tempo,  il fuoco ed il fumo hanno assunto contorni pericolosi ma “il sistema” di coordinamento delle emergenze dell’Aeroporto di Fiumicino già funzionava a pieno ritmo con l’intervento congiunto e coordinato dei Sanitari, della Polizia , dei Carabinieri, della G.d.F. , della Polizia Locale del Comune di Fiumicino, dei VV.F. e del Management di A.d.R.

Le note di cronaca , le foto i video sono circolati in tutto il Web ed è quindi superfluo riproporli ; sento però il dovere civile e giornalistico di mettere in evidenza il comportamento estremamente professionale tenuto dagli operatori della Sicurezza A.d.R. (cioè gli operatori del controllo bagagli e passeggeri, tanto per intenderci) che in questa emergenza si sono prodigati e sono stati “amorevolmente” vicini ai passeggeri.

Hanno gestito la criticità trasmettendo una sensazione di professionale calma facendo evacuare tutti i presenti dal Terminal 3 dell’Aeroporto di Fiumicino accompagnandoli nei luoghi di raccolta previsti e nel contempo si è reso necessario anche non consentire l’ingresso dei nuovi arrivi.

Tutti gli operatori non si sono risparmiati, molti hanno respirato fumo che comunque – fortunatamente – non gli ha prodotto danni, si sono aiutati ed hanno aiutato le forze dell’ordine.

Pur nella sua drammaticità l’evento ha sottolineato che questi uomini e donne della Security dell’Aeroporto di Fiumicino  sono un gruppo compatto e specialistico che “sa fare il proprio mestiere”.

Dobbiamo quindi cancellare la nostra idea, quando siamo in fila per il controllo, che ci fanno perdere tempo prezioso e la colpa sia loro; le norme sulla sicurezza dei voli ormai le sappiamo tutti e quindi… prepariamoci in tempo.

Debbono rispettare le regole che sono loro imposte dagli Enti preposti alla sicurezza, Nazionali ed Internazionali.

Grazie ragazzi per quanto avete fatto.

Ayrton Senna il volto di un Campione

Ayrton Senna il volto

Ayrton Senna, il volto di un campione

In questi giorni sono apparsi sui Social varie rievocazioni, foto, “like”, condivisioni, relative al grande campione Ayrton Senna da Silva che perse la vita il 1 maggio 1994 durante il Gran Premio di Formula 1 che si correva all’Autodromo di Imola.

Alle ore 14,17 durante il 7° giro, mentre era in prima posizione nel rettilineo da 300 Km/h  che porta alla curva del Tamburello  la Williams di Ayrton tirò dritta infrangendosi contro il muretto.

Alle ore 18,40 Ayrton Senna morì all’Ospedale Maggiore di Bologna dove lo avevano elitrasportato.

Non mi sono unito a tutti, nel fatidico giorno del ricordo collettivo, perché ho voluto riviverlo intensamente e dal profondo del mio cuore quasi a dialogare direttamente e personalmente con lui.

Perché?

Perché ho avuto il piacere, l’onore ed il privilegio di conoscerlo personalmente, di conversare con lui, di mangiare velocemente un panino con lui, mi ha concesso di entrare nel suo animo e di capire l’inarrestabile  carica agonistica che lo catapultava,  metro dopo metro, curva dopo curva alla vittoria anche “in barba” alle leggi della fisica o del moto dei corpi.

Ayrton Senna aveva un volto apparentemente triste, corrucciato, tormentato.

No, era un professionista alla continua ricerca della perfezione, la sua tattica di gara la costruiva visionando a piedi il circuito per assimilarlo, metro dopo metro, per trovare gli spazi utili per effettuare il sorpasso.

Se non c’erano se li inventava.

 

Ayrton Senna il volto di un Campione

Una sua frase “Non esiste curva dove non si possa sorpassare” la dice proprio tutta sul suo modo di intendere una gara di Formula 1.

Aveva lo sguardo deciso, intenso, di colui che non concede nulla all’avversario; sapeva “pesare” gli altri piloti, campione o seconda guida, veloce o arrendevole ma tuttavia in pista era estremamente corretto con tutti; pilota di gran carattere ma corretto.

Tutti noi ricordiamo le statistiche : 3 Mondiali di Formula 1 vinti,  41 G.P. vinti,  65 pole position conquistate (e ne avremmo conteggiate tante altre se non ci fosse stato quel maledetto 1 maggio 1994) ma ben pochi sanno che Ayrton Senna, oltre ad essere un coriaceo pilota di Formula 1, aveva una sensibilità ed una umanità sorprendente.

Durante il G.P. del Belgio del 1992 sul velocissimo Circuito di Spa-Francorchamps  il pilota francese Erik Comas uscì di pista ad altissima velocità, si staccò una ruota, colpì Comas  che perse conoscenza.

Ayrton Senna bloccò la sua McLaren,  raggiunse Comas, arrestò il motore che si era bloccato a pieni giri (scongiurando così il rischio di incendio) ed aiutò i paramedici a tirare fuori Comas dall’abitacolo contorto.

Lo possiamo definire un eroe?

SI !

Ayrton Senna il volto di un Campione

Torniamo a quel maledetto 1 maggio 1994

Il  pre-gara , prove libere, avevano già “segnato” quello che sarebbe stato il G.P. di Imola:

il Venerdi Rubens Barrichello, forse per la rottura di una sospensione, uscì di pista ad una chicane, si schiantò contro le barriere ed il pilota perse i sensi.

Ayrton Senna fu il primo ad accorrere vicino all’amico e connazionale Rubens, si accertò delle sue condizioni (subì varie fratture e ferite) e fu il “portavoce” di Barrichello con la stampa.

Il Venerdi  Roland Ratzenberger percorreva ad oltre  300 Km/h  il lungo rettilineo prima della curva Villeneuve quando si staccò l’alettone anteriore e l’auto divenne inguidabile.

Si schiantò in piena velocità contro il muretto che causò la morte di Ratzenberger.

Ayrton Senna non volle concludere le prove di qualificazione ottenendo comunque la pole position davanti ad un certo giovanottello impetuoso, ambizioso  e con la stoffa del campione che voleva insidiare il Campione: chi era questo nuovo  pretendente?

Forse ne avete sentito parlare: Michael Schumacher.

Ayrton Senna il volto di un Campione

Concludiamo.

Cosa ci ha lasciato Ayrton Senna?

Un senso di tristezza, un languore, una prostrazione per un qualcosa che ormai abbiamo perduto e che nulla potrà sostituire.

Tutti gli ammiratori di Ayrton Senna sentono stringersi  la bocca dello stomaco al suo ricordo, possiamo solo riviverlo attraverso i filmati del tempo.

Da Ayrton Senna  sgorgava carisma, dolcezza, determinazione, forza,  era il punto di riferimento del mondo della Formula1.

“Correre, competere, è nel mio sangue, fa parte della mia vita” ; questo era Ayrton Senna.

Sulla sua lapide è scritta la frase “Niente può separarmi dall’amore di Dio

ed aggiungo…nemmeno da tutti coloro che ti hanno ammirato e visto correre.

Ayrton Senna il volto di un Campione

Ciao Ayrton