Sembra arrivata al capolinea l’era dei buoni pasto per fare la spesa, in quanto i tanto amati tagliandi saranno progressivamente sostituiti dai più nuovi buoni pasto elettronici, questo perché l’imposizione fiscale sulla moneta elettronica è di gran lunga più conveniente.
Buoni Pasto elettronici
I buoni pasto sono ormai divenuti una specie di moneta parallela utilizzata in diverse occasioni per fare la spesa nei supermercati. Questo almeno fino al mese di luglio, che ha visto l’entrata in vigore della legge di stabilità che ha cambiato il valore esentasse dei buoni elettronici a ben 7,00 euro, con un notevole risparmio per le aziende e per i lavoratori.
Secondo le stime statistiche del Codacons questo significherà che nei prossimi anni sia le aziende che i lavoratori opteranno per i buoni pasto elettronici, che renderanno a fine anno un guadagno di circa 400,00 euro. Il problema rimane però nel fatto che questi buoni digitali non sono cumulabili, e devono essere spesi soltanto nel giorno stesso che si sono emessi.
Codacons contro i buoni pasto digitali
Il buono pasto digitale costringe in pratica il lavoratore a spendere i 7,00 euro nel giorno stesso che si riceve il buono. Questo in pratica elimina la possibilità di cumulo e addirittura l’opportunità di portarsi il pasto da casa, cosa che sicuramente non sarà troppo gradita dai vari lavoratori che amano prepararsi il cibo e fare la spesa con i buoni.
Naturalmente questa ipotesi prospettata dal Codacons non è una realtà, ma sicuramente un possibile scenario in quanto le aziende, che potranno risparmiare diverso denaro grazie a questi buoni, non si lasceranno sicuramente sfuggire l’occasione di una simile agevolazione, e questo a discapito delle famiglie dei lavoratori.
Si prospetta una class action contro questa decisione del Governo Renzi che non prende troppo in conto le conseguenze di una simile defiscalizzazione. A volte i governanti si muovono in maniera tale da non pensare al benessere della collettività ma solo di una parte di essa. È infatti sicuramente importante agevolare le imprese, in quanto con maggiori fondi a disposizione possono provvedere a nuove assunzioni o sanare i debiti accumulati a causa della crisi e dei bassi profitti, ma occorre sempre e soprattutto tenere un occhio verso le classi sociali più deboli, che rischiano di subire ancor più delle aziende la crisi,