Gallieno Ferri, il padre del fumetto italiano

Il 2 aprile 2016 sarà ricordato come un giorno triste per il fumetto italiano: a 87 anni è scomparso il disegnatore “Gallieno Ferri”, vero e proprio gigante dei comics nostrani.

Il noto fumettista si è spento nella sua casa di Genova poche settimane dopo il suo ultimo compleanno e circondato dall’affetto dei suoi quattro figli. La notizia della morte è stata diffusa dal sito web della “Sergio Bonelli Editore”.

Gallieno Ferri, nato nel capoluogo ligure il 21 marzo 1929, cominciò la carriera da fumettista a soli 19 anni dopo aver lavorato per un breve periodo nella professione per la quale aveva studiato: il geometra.

Nel 1949 produce i primi disegni per l’editore Giovanni De Leo, per il quale realizza – firmandosi con lo pseudonimo “Fergal” – le serie d’avventura “Piuma Rossa”, “Il Fantasma Verde” e “Maskar”, il cui protagonista è un eroe ispirato ai fumetti di “Fantomas”.

Negli anni ‘50 “Gallieno Ferri” collabora soprattutto con il francese Pierre Mouchott, proprietario della casa editrice “S.E.R.”

Si specializza nel western affermandosi al di là delle Alpi con i disegni di personaggi come Thunder Jack, Kid Colorado e Tom Tom.

A metà decennio il ritorno in Italia con le prime storie sul “Vittorioso”, leggendaria rivista di fumetti che ancora è nel ricordo di molte generazioni e pubblicata dalla “AVE” dal 1937 al 1970.

Nel 1961 la vera e stravolgente svolta nella carriera di “Gallieno Ferri”; il disegnatore genovese entra infatti a far parte della più grande casa editrice di comics italiana, la “Sergio Bonelli Editore” che – all’epoca – era nota con il vecchio nome “Edizioni Araldo”.

“Sergio Bonelli Editore” venne fondata a Milano nel 1940 da Gian Luigi Bonelli, noto soprattutto per essere il papà del western “Tex” che ancora oggi risulta il fumetto italiano di maggior successo di sempre.

Uscito in edicola nel 1948 le vicende del ranger Tex Willer e dei suoi tre compagni di avventura – i cosiddetti pards – ancora oggi appassionano migliaia di lettori di tutte le età.

La casa editrice milanese è una vera e propria potenza inavvicinabile nel mondo dei comics italiani con milioni di albi venduti ogni anno. Tra i personaggi più noti della “Bonelli” vi sono il già citato Tex Willer e Dylan Dog, Martin Mystère, Nathan Never, Mister No e Zagor.

Quest’ultimo nasce nel 1961 da un’idea di Guido Nolitta – lo pseudonimo usato da Sergio Bonelli (figlio del fondatore Gian Luigi Bonelli) nei suoi lavori da sceneggiatore di fumetti – e dello stesso “Gallieno Ferri”.

Zagor viene pensato come un’alternativa a Tex, meno seria e più adatta ai bambini. L’ambientazione è sempre western ma vi sono anche forti tinte fantastiche ed una grande dose di umorismo garantita soprattutto dal messicano Cico, l’esilarante spalla del protagonista Zagor.

“Gallieno Ferri” contribuisce pesantemente al successo di “Zagor” realizzandone graficamente i personaggi e il mondo nel quale si svolgono le avventure dell’eroe noto anche come “Lo spirito con la scure”.

L’artista genovese realizza anche i disegni del primo numero e di ben 115 copertine per “Mister No”, altro storico fumetto bonelliano stampato dal 1975 al 2006.

Dopo 55 anni dalla nascita, “Zagor” è ancora oggi pubblicato mensilmente e ha superato da poco l’invidiabile traguardo dei 600 albi usciti in edicola. Tutte le copertine sono state realizzate da “Gallieno Ferri” che, nonostante l’età avanzata, ha continuato a lavorare per la “Bonelli” fino al giorno della scomparsa. Dai prossimi numeri un altro disegnatore prenderà il suo posto.

La scomparsa di “Gallieno Ferri” lascia un vuoto incolmabile tra tutti gli appassionati di fumetti italiani e bonelliani ma i suoi disegni, però, non saranno mai dimenticati da chi è cresciuto leggendo “Zagor”.

Giuseppe Loris Ienco

Le uova di Pasqua tra storia e leggenda

Mai come quest’anno le origini pagane e quelle cristiane della Pasqua si fondono sotto il segno dell’arrivo della bella stagione: solo il 20 marzo scorso, infatti, abbiamo assistito al tanto atteso Equinozio di Primavera ed è fra poco, il 27 marzo, che festeggeremo una tra le più importanti ricorrenze legate alla religione cristiana.

Ostera o Eostre erano i nomi della dea anglosassone della primavera (da cui poi il termine inglese “Easter” per indicare la festività), ma ancora prima Iside per gli Egizi, Ishtar per i Babilonesi, Afrodite per i Greci, Venere per i Romani e Ashtoreth per gli Ebrei; per secoli ogni civiltà ha venerato la propria divinità protettrice della fertilità che, come tale, si manifestava agli uomini sotto forma di bel tempo ed abbondanza. E certamente non mancavano, già all’epoca, cerimonie e riti propiziatori organizzati allo scopo di celebrare il periodo più fecondo dell’anno e delle quali ancora oggi manteniamo alcune usanze.

Uova di Pasqua 2Una di queste è senz’altro l’attenzione dedicata alle uova, il simbolo della vita per eccellenza. Per gli ebrei costituiscono da secoli una delle pietanze servite durante la celebrazione di Pesach per ricordare la liberazione dalla schiavitù attraverso la fuga dall’Egitto. Con l’avvento del Cristianesimo le celebrazioni religiose, di fatto, assorbirono l’antica festa pagana arricchendo le tradizioni di nuovi significati: le uova, che già gli antichi Egizi decoravano e donavano ai loro pari o, in segno di adorazione, agli dèi, divennero il simbolo della resurrezione di Cristo per via del loro guscio resistente e simile alla pietra (quella del sepolcro) posto a protezione di una nuova vita (quella di Gesù dopo la morte).

Nel Medioevo venne ripresa l’usanza di decorarle e donarle agli schiavi oppure, in Germania e nei paesi del nord Europa, regalarle la domenica di Pasqua: a partire da questo momento iniziarono a trasformarsi in veri e propri oggetti di lusso grazie all’aggiunta di metalli e pietre preziose. Fu poi il famoso gioielliere e orafo russo Peter Carl Fabergè che, negli anni ’80 dell’Ottocento, creò, su commissione dello zar, il primo uovo di platino smaltato di bianco contenente un ulteriore uovo d’oro e ben due doni, una miniatura della corona e un pulcino.

Ancora, sembrerebbe che sempre negli stessi anni venne introdotto il costume di preparare uova di cioccolato per abbellire ed addolcire i banchetti pasquali delle corti francesi e tedesche dell’epoca: dapprima completamente pieni, poi vuoti per contenere una piccola sorpresa, questi dolci erano delle vere e proprie specialità artigianali. Soltanto dopo la Seconda Guerra Mondiale la produzione delle uova di cioccolato si fece industrializzata per giungere poi numerosi sugli scaffali dei nostri supermercati.

10 anni di Twitter

“10 anni di Twitter” hanno portato a profondi cambiamenti e novità nel mondo della comunicazione e dei social network.

Il 21 marzo 2006 Jack Dorsey, uno dei fondatori di Twitter, pubblicò il primo tweet; un semplice messaggio di prova che ha aperto la strada ad una vera e propria rivoluzione culturale.

In “10 anni di Twitter” l’informazione ha creato un legame sempre più forte con internet.

Twitter ha contribuito alla nascita del citizen journalism, una nuova forma di giornalismo interattivo dove I lettori partecipano alla notizia, utilizzando internet per commenti o domande. Sempre più spesso vi aggiungono anche nuovi dettagli e testimonianze.

Twitter è la piattaforma di microblogging più importante e diffusa; i messaggi pubblicati – che vengono chiamati “tweet”, termine inglese per “cinguettio” – non possono però superare i 140 caratteri e forse tale impostazione viene considerata limitativa.

Una delle caratteristiche principali di Twitter è l’utilizzo dell’hashtag.

Gli hashtag catalogano le parole chiave contenute in un tweet, ne semplificano la ricerca e ne mettono in evidenza i particolari di ciò che si desidera comunicare.

Twitter ha avuto grande importanza nel raccogliere e diffondere le testimonianze dei più significativi eventi accaduti in questi ultimi dieci anni.

Nel 2011 è stato il social network più utilizzato per organizzare i movimenti e documentare i fatti della Primavera araba, nonostante i numerosi tentativi di censura e repressione da parte dei regimi.

Non sempre, però, esso viene utilizzato con buoni propositi: organizzazioni terroristiche diffondono spesso le loro minacce proprio attraverso i tweet.

Oggi Twitter conta più di 330 milioni di iscritti ma è ben lontano dal numero di iscritti che registra Facebook che, con i suoi 1,5 miliardi di utenti, sembra essere assolutamente irraggiungibile.

Facebook e Twitter sono però due social network molto diversi: mentre il primo è maggiormente usato per diffondere informazioni e pensieri personali, il secondo ha un peso superiore nel campo dell’informazione.

Dopo “10 anni di Twitter” esso risulta uno strumento più efficace nella comunicazione in tempo reale e, non a caso, le agenzie di stampa soffrono sempre di più la sua concorrenza.

Tuttavia Twitter sta attraversando un periodo di crisi; la società non ha mai chiuso un bilancio in attivo ed il numero degli iscritti non registra alcuna crescita da molti mesi.

Per una azienda “market oriented” non è certamente un trend da sottovalutare e quindi l’Azienda ha immediatamente applicato dei correttivi per contenere le spese; tra il 2015 e il 2016 Twitter ha licenziato l’8% dei suoi dipendenti e cinque top manager.

Nonostante questi dati preoccupanti Twitter è ancora la piattaforma di comunicazione immediata più usata dai personaggi pubblici, soprattutto politici e artisti.

Il politico più seguito in questi primi “10 anni di Twitter” risulta essere il presidente degli Stati Uniti Barack Obama, con più di 71 milioni di followers.

La cantante pop Katy Perry è invece la V.I.P. con più seguaci in assoluto: quasi 85 milioni di persone ricevono i suoi aggiornamenti.

Gli account dei personaggi pubblici sono quindi una risorsa per Twitter; l’azienda ci punta fortemente, con la speranza di riuscire a resistere alle pressioni dei competitor per almeno altri dieci anni.

 

Giuseppe Loris Ienco

 

Lo sviluppo della realtà virtuale

Il 15 ottobre, nel corso della Game Developers Conference di San Francisco, il CEO e presidente della Sony Group Entertainment Andrew House parlando sul tema “Lo sviluppo della realtà virtuale” ha annunciato ufficialmente l’uscita dello specifico visore prodotto dalla multinazionale giapponese.

Il Playstation VR sarà disponibile in tutto il mondo a partire dal mese di ottobre del 2016, al costo di 399 euro.

La possibilità di immergersi in ambienti virtuali è da sempre al centro di dibattiti e polemiche: per alcuni è solo estraniazione dalla realtà, per altri un’evoluzione importante e interessante nel mondo dell’alta tecnologia.

La ricerca e lo sviluppo della realtà virtuale è iniziata quasi cinquant’anni fa ma solo negli ultimi anni ha dato frutti convincenti.

I primi visori per la realtà virtuale messi in commercio sono stati un fallimento totale: il Virtual Boy della Nintendo – prodotto tra il 1995 e il 1996 – ha venduto solo poco più di 700.000 unità in tutto il mondo ed è stato duramente criticato per la scarsissima resa tecnologica.

Oggi il settore della realtà virtuale sta facendo passi da gigante con grandi investimenti da parte di potenze hi-tech come Intel e HTC.

La Sony scende in campo con un apparecchio che offre prestazioni di altissimo livello garantendo allo stesso tempo un prezzo, tutto sommato, contenuto rispetto alla concorrenza.

Il visore della Oculus Rift – compatibile con computer e smartphones di ultima generazione – sarà in vendita dal 28 marzo per 699 euro.

Ancor più caro è il visore HTC Vive (899 euro).

Nonostante non sia adatto a tutte le tasche, le prime prenotazioni sono andate a gonfie vele: pochi minuti dopo la commercializzazione sono state vendute ben quindicimila unità.

Il Playstation VR sarà compatibile esclusivamente con la console per videogiochi Playstation 4 che, dal 2013 ad oggi, è già stata acquistata da quasi quaranta milioni di persone in tutto il mondo. Inizialmente potrà essere utilizzato solo come supporto per videogames ma Andrew House ha precisato che l’obiettivo della Sony è quello di ottenere il massimo rendimento da tutte le possibilità offerte dalla realtà virtuale.

La Sony punta ad un’evoluzione del mondo e del mercato dell’intrattenimento con la realizzazione di film e spettacoli concepiti esclusivamente per il visore Playstation VR.

Lo spettatore avrà l’impressione di immergersi all’interno di un altro mondo e – in alcuni casi – sarà in grado di interagire con ciò che vede.

Lo sviluppo della realtà virtuale e le ancora inesplorate potenzialità della stessa vanno ben oltre l’entertainment: dalla ricerca scientifica alla medicina, dalla fisica alla strumentistica…

…E lo sviluppo continua.

Giuseppe Loris Ienco

Franco Salvatore Grasso

FSG

Franco Salvatore Grasso, autore delle opere “Il Nuovo Faust” e “Seraphitus-Seraphita”, sarà con noi la prossima settimana per parlarci del suo nuovo romanzo e per confrontarsi con alcuni giovani autori emergenti che sono entrati nella nostra famiglia editoriale.

All’incontro parteciperà anche la nostra editor e correttrice dei testi che  fornirà tutte le opportune indicazioni.

Non mancherà il responsabile della stampa ed il responsabile dell’advertising.

Grazie al nostro Franco Salvatore Grasso