Apple Watch non decolla: la generazione Y snobba l’orologio intelligente

foto apple watch

A pochi  giorni dal debutto italiano di Apple Watch, giungono dagli Stati Uniti i primi dati che sanciscono il parziale fallimento dell’orologio intelligente lanciato dall’azienda di Tim Cook. Secondo il sondaggio condotto da MBLM gli utenti della cosiddetta generazione Y non sarebbero attratti dalla nuova super tecnologia indossabile. La reazione della fascia di mercato più redditizia – alla quale la mela morsicata ha puntato già in tempi non sospetti – non è stata di certo quella che Cupertino si sarebbe aspettata.

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L’entusiasmo iniziale per Apple Watch precipita dopo appena 30 giorni di utilizzo. Molti dei partecipanti al sondaggio hanno affermato di provare – addirittura – senso di colpa: se alcuni pensano che Apple Watch sia ostentazione di opulenza, altri ritengono persino che l’orologio di Apple sia frivolo. La spiegazione di questo andamento è fornita da Brian Blair – amministratore delegato di Rosenblatt Securities – che colloca Apple Watch tra i prodotti non essenziali. D’altro canto Apple Watch è molto vicino all’inutilità: il dispositivo è in grado di fornire estensioni alle applicazioni presenti sul proprio iPhone senza il quale Apple Watch è poco più di un semplice orologio da polso.

Apple è quindi destinata a rivedere le stime per l’anno in corso, dal momento che l’interesse verso Apple Watch è già calato in maniera incontrollata dopo la presentazione ufficiale a Cupertino. Il gap in termini di vendite è spaventosamente ampio. Nonostante la direzione della Mela continui a ribadire un andamento di vendite piuttosto puntuale, sono 3 milioni le unità acquistate contro una stima di 20 milioni di pezzi da vendere nel 2015, gli obiettivi commerciali non potranno essere conseguiti. Se la debacle, per ora, sembra essere tutta americana, poco o niente ci si deve aspettare dal nostro paese. Si parte già col piede sbagliato: 419 € per un orologio che, negli Stati Uniti, è venduto a 349 $ (311 €). Quello che era destinato a essere la punta di diamante della nuova produzione targata Tim Cook, sembra invece aver imboccato la strada del dimenticatoio. Sarà davvero così? Staremo a vedere!

Apple agguanta l’editoria. Cupertino cerca giornalisti per il progetto News

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In un’epoca in cui la dematerializzazione fisica delle risorse sembra essere diventata un dictat imprescindibile, Apple rimescola le carte in tavola e avvia un nuovo progetto in stile vintage. Non è un mistero che il colosso di Cupertino abbia intenzione di agguantare l’editoria digitale, facendo propria la potenza della comunicazione multimediale. Forte della sinergia già consolidata con i grandi dell’editoria, tra i quali spicca il prestigioso The New York Times, l’azienda della mela morsicata si lancia in un nuovo progetto tutto improntato sulla comunicazione.

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È stata la WWDC – per noi italiani, Conferenza degli Sviluppatori – ad aprire l’interessante scenario sullo sviluppo e l’implementazione di Apple News. Non una semplice app per gli amanti delle riviste digitali, ma un vero e proprio architetto editoriale che consentirà, a ogni utente, di creare il proprio personalissimo giornale, attingendo alle numerose risorse fornite dalle partnership ottenute da Apple. Nulla di nuovo sotto il sole – insomma – se non fosse che Cupertino ha pensato bene di raggruppare un team di esperti editor, a supporto dei cervelloni che si occuperanno dello sviluppo dell’applicazione vera e propria.

Contro ogni pronostico e, probabilmente, contro ogni pregiudizio, Apple restituisce dignità alla professione giornalistica. Il reclutamento delle risorse è già iniziato. L’Azienda ha bisogno di personale qualificato che si occupi del check del materiale editoriale, per individuare le risorse più coinvolgenti a livello locale, nazionale e globale. Un lavoro certosino  – a tratti complicato – che non può essere svolto da personale dotato di intelligenza artificiale. Una mossa astuta e lungimirante, quella di Apple, che manda in pensione i temuti algoritmi per affidare l’incarico alla macchina più sofisticata del globo: il cervello umano.

Il team di giornalisti in forze all’équipe di Tim Cook nasce con l’intento di prendere le distanze da Flipboard e l’Instant Article di Facebook, che già da ora si avvalgono di un algoritmo per decidere quali notizia mandare in rete e quali oscurare. Il progetto della Mela si presenta invece affine al News Digest di Yahoo. Il settore editoriale rimane comunque molto difficile da espugnare, soprattutto se si considera l’indiscussa egemonia di Google e del suo efficace aggregatore GNews. Ad ogni buon conto, il progetto di Apple apre un varco molto importante sulle nuove esigenze richieste dall’editoria digitale, in cui la divulgazione in tempo reale torna nelle mani dei professionisti in carne e ossa.

Huawei ama l’ambiente. Ecco la catena di distribuzione più green del pianeta

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È ancora una volta il Sustainability Report del 2014 a incoronare l’azienda di telecomunicazioni più attenta alle tematiche ambientali. Ridotte emissione di carbonio e coinvolgimento dei fornitori in una catena di distribuzione sostenibile: con questi due elementi a favore, Huawei è riuscita a strappare lo scettro di azienda più eco-friendly del pianeta. Che la Cina si stia facendo largo tra i colossi dell’hi-tech appare ormai uno scontato dato di fatto, ma la risposta al digital device suona come un valore aggiunto che potrebbe mettere d’accordo anche i più scettici.

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Un risultato di tutto rispetto, quello portato a casa da Huawei, che non solo è riuscita a ridurre le proprie emissioni, ma anche quelle dei propri fornitori. Se nel 2013, i partner aderenti erano stati appena quattro, il progetto avviato nel 2014 ha invece coinvolto venti fornitori della casa di produzione cinese, portando benefici a tutti i livelli. La crociata del risparmio intrapresa dall’azienda di Shenzhen ha fatto registrare numeri di tutto rispetto, soprattutto in ciò che concerne la riduzione di emissioni di diossido di carbonio. Sono state circa 54mila le tonnellate della vecchia anidride carbonica risparmiate, contro le 23mila del 2013.

Soddisfazione doppia, dunque, per l’azienda del Make it Possible, che oltre ad avere quasi duplicato il risparmio in termini di emissioni, è riuscita a riciclare il 97% dei rifiuti di lavorazione prodotti nel 2014. Se l’obiettivo di creare una catena di distribuzione sostenibile appare ampiamente raggiunto, Huawei continua la sua campagna di sensibilizzazione alle tematiche ambientali, rivedendo tutti i livelli del proprio business. In questo scenario, si inserisce la campagna Green Recycling, dedicata allo smaltimento e riciclaggio dei telefoni cellulari usati. D’altro canto, il Product Water Footprint Verification Statement montato su Huawei Honor 6 Plus è stato una vera dichiarazione d’intenti, segno che l’azienda – con la collaborazione di TV SUD – ha intenzione di conquistare un posto di prestigio nel campo dell’eco-design.

MUSEI GRATIS DOMENICA 7 GIUGNO

“DomenicalMuseo”  tutti i musei e le aree archeologiche italiane saranno visitabili gratuitamente.

Prosegue con sempre crescente soddisfazione dei visitatori l’iniziativa ministeriale denominata “DomenicalMuseo”  che prevede l’ingresso gratuito in tutti i musei e le aree archeologiche statali nella prima domenica del mese.E’ l’attuazione del lungimirante  decreto Franceschini, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, vigente dal primo luglio 2014.All’inizio questa meritevole iniziativa è partita un po’ “in sordina”, non è stata capace di raggiungere da subito il grande pubblico. Noi cittadini siamo forse stati un po’ distratti? Abbiamo inizialmente scelto di visitare i siti classici che tutti noi ricordiamo facilmente?  Evidentemente anche il Ministero ha studiato il fenomeno della poca rispondenza dei visitatori rispetto alle attese previste ed ha posto in essere azioni di più incisiva comunicazione, di ampliamento dell’offerta e di migliore fruibilità dei siti.Possiamo ora visitare la quasi totalità di monumenti, musei, gallerie, scavi archeologici, parchi e giardini monumentali in tutta Italia.Questa iniziativa ha il grande merito di avvicinare il cittadino al più bello ed importante bene che l’Italia può vantare nel mondo e cioè la cultura espressa in tutte le forme caratterizzanti l’animo umano.

Il Ministro Franceschini sottolinea che ogni prima domenica del mese rappresenta una giornata di festa e che il numero dei musei statali aderenti all’iniziativa sono sempre in numero maggiore ed anche da parte dei musei privati arrivano incoraggianti segnali di adesione; la speranza di tutti è che anche i musei privati comprendano l’alto valore sociale e culturale sotteso e che aprano le porte a questa festa dei cittadini.

Sono circa 480 i siti che potremo ammirare, l’elenco dettagliato è reperibile sul sito www.beniculturali.it dove sono classificati per regione, per città, per indirizzo ed è indicato anche un recapito telefonico.

Non abbiamo che da scegliere!

Buona visita a tutti.

 

Per la zona di Roma segnaliamo che l’ingresso al Colosseo (Anfiteatro Flavio) è contingentato a n. 3000 visitatori circolanti all’interno per evidenti ragioni di sicurezza e, pertanto, l’afflusso potrà subire rallentamenti.

La visita alla Domus Aurea è possibile solo su prenotazione al n. 0639967700

 

L’arte di saper comprendere le arti

“Impara l’arte e mettila da parte” che per tradizione studentesca significa accantonare e non valorizzare, è il solito detto ripetuto più volte nelle menti degli alunni; quasi un ritornello che riecheggia durante le ore dedicate allo studio della materia denominata ministerialmente “Storia dell’Arte”. L’arte è una delle materie umanistiche che racchiude il patrimonio che contraddistingue la razza umana dagli animali. Non per lanciare un invettiva ai danni degli evoluzionisti, nè quanto meno al significato intenso che ormai il pensiero comune raccoglie in questo piccolo lemma, un mondo di conoscenze e tesori umani, che vanno dalla letteratura, alla filosofia, abbracciando anche rami della scienza e della matematica, giungendo infine allo studio dell’arte intesa scolasticamente e convenzionalmente come ricerca dell’evoluzione artistica come espressione rappresentata del pensiero dell’uomo negli anni. Comunque, per capire meglio il significato profondo di questo termine, ormai diventato concetto dopo tutti questi vari ragionamenti, bisogna analizzare l’uso improprio che un individuo fa della parola “arte”. Ars, Τέχνη, sempre lo stesso concetto riportato in lingua latina e greca, stava a significare la capacità umana di “creare” qualcosa; passando dal mondo antico all’utilizzo quotidiano del lemma preso in analisi, notiamo che il plurale di arte, (le) arti, circoscrive un ambiente più ampio abbracciando le qualità dell’uomo, rifacendosi a quel significato “rurale” antico che la civiltà greca e quella romana le infondevano. L’arte, usata al singolare, potrebbe essere stata concepita come uno scompartimento dell’insieme generale di tutti le arti (tecniche umane) mondiali e poco dopo, il pensiero comune e la collettività le hanno infuso il significato primario di “studio delle rappresentazioni artistiche pittoriche-scultoree nella storia dell’uomo”. Ma allora anche la poesia è un opera d’arte; il poeta e l’artista (pittore) sono legati da un senso di indipendenza e spensieratezza sentimentale che li sprona a manifestare il proprio volere attraverso le forme che l’uomo conosce, la via pittorica o la via poetica. Sono due lavoratori autonomi, che rispettano solo il volere dettatogli dal cuore in simbiosi con l’ambiente che li circonda. Quindi, dovremmo correggere il solito detto scolastico-goliardico con una sentenza che innalza il valore umano delle arti umane: “Impara le arti e diffondile agli altri”. Un monito che deve emettere un senso di rivoluzione razionale e di cambiamento del pensiero collettivo; si tratta di riappropriazione di una cultura ormai lontana e troppe volte celata all’animo umano. Basta essere limitati dal tema artistico legato allo studio del quadro o della scultura; è necessario andar oltre il senso comune di questo concetto, astrarsi, per poi ritornare razionalmente su una tematica, l’arte, che è la chiave di lettura sociale e umana per capire un popolo.