PIERO CASOLI, EDITORE, GIORNALISTA E SCRITTORE PUBBLICA LA IV EDIZIONE DELLE “NOVELLE BREVI DI SICILIA”. L’INTERVISTA

Si ringrazia la Redazione di https://www.fattitaliani.it/ per l’intervista realizzata e per l’autorizzazione alla condivisione.

«Noi siamo spiriti liberi ma rispettosi dell’altrui pensiero e vedere che autori esordienti con scritti anche di buon livello fossero fagocitati o ingannati ci ha sollevato un moto di rabbia; questa è stata l’idea che ha generato la fondazione della nostra piccola casa editrice. Non pubblichiamo tutto e tutti, cerchiamo di svolgere un lavoro basato sulla qualità, con onestà intellettuale e con una giusta remunerazione.»

Ciao Piero, benvenuto e grazie per la tua disponibilità. Sei un editore, giornalista e scrittore. Come ti vuoi presentare ai nostri lettori nel tuo lavoro letterario e editoriale?

“Musa, quell’uom di multiforme ingegno” come disse nel libro primo Omero… ops, scusate, certamente Omero non alludeva a me. Superato questo ludico momento iniziale devo riconoscere che tu, Andrea, hai avuto l’abilità di farmi indossare la veste dell’intervistato anziché quella mia – usuale – dell’intervistatore. Si, perché fondamentalmente sono un giornalista sin dai tempi del liceo; sentivo che quella sarebbe stata la mia vita. In ciò sono stato aiutato da mia madre, dai miei zii e cugini tutti docenti di latino, greco, filosofia, italiano. Tra loro ci sono stati anche 2 scrittori di “buona penna”. Mio padre, invece, era un uomo pragmatico e che comunque mi ha sempre incitato a seguire le mie passioni. Spero di aver colto il meglio dai miei genitori. Sono stato anche fortunato poiché ho avuto nel tempo, come capo redattore, uomini colti ma professionalmente duri; ai miei tempi la “gavetta” era veramente tale. Il capo redattore era un monarca assoluto. È stato quindi del tutto naturale per me iniziare a scrivere libricini sul calcio ma non ho avuto un gran seguito perché esprimevo dubbi, focalizzavo situazioni piuttosto… anomale tanto che ad un certo punto non ho più ricevuto i famosi ed ambiti Pass riservati ai giornalisti. In realtà non ho sofferto più di tanto. Ho invece avuto un periodo di estasi giornalistica e di scrittore quando ho iniziato a scrivere per l’automobilismo sportivo (sport che ho sempre amato e praticato) che mi ha consentito di vivere intensamente il profondo rapporto con alcuni grandi nomi: Regazzoni, Merzario, Giunti e l’inarrivabile Ayrton Senna al quale ho dedicato il mio più sentito articolo https://www.lamacinamagazine.it/?s=ayrton+senna .

E’ stato altrettanto naturale per me fondare la casa editrice La Macina Onlus Editore in quanto mia figlia scrisse un buon libro dal titolo “Il Minore: protagonista della propria tutela” che apriva uno squarcio di luce sull’intero universo che ruotava intorno al minore sballottato tra Tribunali, assistenti sociali, genitori, avvocati, periti di parte, psicologi ma che tutti – in realtà – arrecavano danni al minore; in pratica era una guerra tra adulti ma l’unica vittima era il minore. Questo libro fu proposto ad alcuni editori che denigrarono l’opera, altri mostrarono incertezze poiché toccava argomenti delicati mentre altri editori lo ignorarono in quanto l’autrice era emergente ancorché avesse i titoli professionali. Ho fondato quindi la nostra casa editrice ed abbiamo creduto negli autori emergenti.

Chi è invece Piero nella sua quotidianità, al di fuori dal lavoro?

Gioioso. Perché faccio ciò che amo fare. Amo la Danza, il Teatro, la musica, le rappresentazioni artistiche, il palcoscenico. Ricordo che mio nonno aveva un palco al Teatro dell’Opera di Roma e mi portava con lui. Grazie a mio nonno ho appreso la bellezza dell’Arte nelle sue varie espressioni. Sono membro del CID (Consiglio Internazionale della Danza) con sede a Parigi e nel mio cuore di media partner ho l’Accademia delle Arti di Roma (https://www.accademiadelleartiroma.it/) centro di eccellenza per la Danza, per le arti e per lo spettacolo. Non posso però dimenticare che i primi e incerti passi sul palcoscenico li ho percorsi in tempi ormai remoti con una piccola compagnia teatrale, amatoriale della parrocchia. Questa passione ha consentito che divenissi, dopo molti anni, Critico Teatrale ANCT. Altro mio piacere è rivolto come media partner al Teatro Barnum di Roma (https://www.facebook.com/BarnumSeminteatro/) alla sua compagnia teatrale e scuola di teatro e con un cartellone sempre completo. Perdonatemi se indugio nel sottolineare che il monologo “Il Catamarano”, scritto dal direttore artistico del Barnum, Gabriele Mazzucco, ha raggiunto 96 repliche su Roma e 6 in altre regioni. Ciò è tanto più esaltante perché la “piazza” di Roma è volatile e spietata. Purtroppo tutte queste attività artistiche sono tutt’ora bloccate causa Covid.

Nel 2011 hai fondato la casa editrice “La Macina Onlus Editore” di Roma. Ci racconti un po’ di questa tua avventura editoriale e al contempo imprenditoriale? Come nasce, quale l’idea che l’ha generata, quali le difficoltà che hai dovuto affrontare in Italia per dar vita ad una casa editrice?

Come già accennato ti confermo che è stata una vera lotta e una gratificante avventura. Il mondo editoriale è sempre stato diretto da gruppi o editori di “alto lignaggio” e poi, in ordine sparso, da arrivisti, millantatori, improvvisatori e poche ma serie, responsabili e corrette case editrici di media statura. La mia esperienza personale mi ha fatto conoscere in maniera approfondita questo variegato mondo al quale poi mi sono ribellato per non soccombere. Ho tentato di stabilire un dialogo di collaborazione con alcune case editrici che ritenevo meritevoli al solo scopo di unire le rispettive potenzialità ed i reciproci valori da mettere in campo insieme per ottenere una razionalizzazione delle risorse anche economiche ma ho ricevuto proposte di fusione a mio danno o definizione dei ruoli… sbilanciata. Ma come? Noi portavamo in dote un patrimonio culturale di tutto riguardo: l’associazione La Macina Onlus accreditata sia all’Agenzia delle Entrate che a tutti gli organi Istituzionali, il giornale La Macina Magazine registrato in Tribunale alla sezione stampa e la casa editrice La Macina Onlus Editore, registrata e con i suoi codici ISBN. Abbiamo brevemente riflettuto sulle reazioni suscitate e deciso di proseguire da soli. Colgo l’occasione per ringraziare il Consiglio Direttivo nelle persone di Federica, Maurizio, Enrico, Martina (appena diciottenne ha iniziato il percorso di tirocinio giornalistico e forse sarà tra le più giovani giornaliste) per la loro costante fedeltà e dedizione. Un ringraziamento particolare a tutti i collaboratori volontari che si dedicano alle nostre attività. Sono valori rari che meritano opportuna notazioneNoi siamo spiriti liberi ma rispettosi dell’altrui pensiero e vedere che autori esordienti con scritti anche di buon livello fossero fagocitati o ingannati ci ha sollevato un moto di rabbia; questa è stata l’idea che ha generato la fondazione della nostra piccola casa editrice. Non pubblichiamo tutto e tutti, cerchiamo di svolgere un lavoro basato sulla qualità, con onestà intellettuale e con una giusta remunerazione. Non dico nulla di nuovo se affermo che porre in atto un progetto culturale è demoralizzante in termini di tempi estremamente dilatati, di assurde e surreali eccezioni che vengono sollevate dagli interlocutori deputati, dalle più varie interpretazioni delle norme di legge e in ultimo, quando sciaguratamente avviene, lo smarrimento dell’incartamento.

Dopo più di 9 anni di attività, qual è il tuo bilancio da editore in proposito? Quali i successi e quali i fallimenti editoriali considerato che chi vuole fare impresa editoriale e di cultura in Italia non trova certo terreno fertile?

Non voglio ricordare la inopportuna espressione “la cultura non fa mangiare” ma affermo che la cultura rende ricchi, liberi, pensanti, critici, consapevoli, non emarginati. Un certo Sig. Socrate disse che “il sapere rende liberi”; io ci credo. Per lealtà di pensiero confesso che alcune volte, spinto dall’entusiasmo o dall’inesperienza, ho fallito in alcune valutazioni confermatesi poi sbagliate. Per correttezza abbiamo mantenuto gli impegni assunti cercando di mitigare il danno. Anche questa è esperienza formativa. La Cultura in Italia? Si deve essere fortemente motivati per fare cultura. Se non si è così motivati, facilmente le pastoie burocratiche, la scarsa propensione istituzionale per la capillare diffusione culturale, la impropria e dannosa visione dei decisori che individuano gli eventi culturali solo come generatori di ritorni economici o di immagine inducono ad una resa incondizionata impedendoti – di fatto – la realizzazione di incontri culturali. Queste sono le difficoltà quotidiane che subiscono tutti coloro che hanno un’anima culturale e che, malgrado tutte le difficoltà, continuano a creare cultura. Non esistono solo i grandi eventi ma anche i Centri di Lettura, gli incontri settimanali anche con poche persone, il prestito dei libri, i medi eventi che comunque aggregano e diffondono.

Come è nata la tua passione per il mondo dell’editoria e dello scrivere, e qual è stato il tuo proposito, il tuo scopo principale nella tua attività imprenditoriale?

Beh, in parte la risposta alla tua precisa domanda è contenuta, seppur in ordine sparso, nelle mie precedenti dichiarazioni. Il mondo dell’editoria e della scrittura mi consente di conoscere e di interagire con i miei simili, conoscere il loro pensiero, immergermi nel loro animo e – perché no – trarre preziosi insegnamenti per la mia crescita. Dobbiamo essere sempre disponibili al confronto per un arricchimento reciproco. Non nascondo che il mondo dell’editoria e della scrittura riserva anche gratificazioni che soddisfano la nostra persona. Ad esempio quando siamo stati invitati dalla Regione Lazio a partecipare alla Fiera del libro di Francoforte che per quella edizione era dedicata a Johann Wolfgang von Goethe. Nella circostanza siamo andati con alcuni nostri autori, le loro opere ed abbiamo presentato l’ultima pubblicazione – fresca di stampa – di “Il nuovo Faust” (https://www.lamacinamagazine.it/fiera-del-libro-di-francoforte-2016/).

Tuttavia non abbiamo dimenticato le motivazioni di base che ci hanno spinto a fondare la nostra casa editrice e cioè la cultura ed il sociale inteso come soddisfacimento di beni primari ed irrinunciabili, equilibrio sociale, integrazione sana ed equilibrata, accrescimento culturale; tutto ciò viene svolto attraverso l’associazione La Macina Onlus. L’editoria, il giornale e l’associazione si integrano in un percorso virtuoso e positivo.

Perché secondo te oggi è importante scrivere, raccontare con la scrittura?

Il nostro è ormai un mondo ed una società che corre troppo in fretta, non lascia spazi al dialogo umano, i Social hanno quasi preso il sopravvento e quasi tutti crediamo che sia normale incontrarsi in uno spazio virtuale ed utilizzare un linguaggio creato ad uso Social. Non è così. Il confronto personale con i suoi ritmi, le sue empatie, le sue sensazioni umane non potrà e non dovrà mai essere sostituito dai famosi 50 caratteri o dalla aberrante contrazione delle parole. Questo processo di desertificazione della cultura e della parola è già in atto e per esperienza personale posso affermare che, erogando noi i tirocini di formazione in giornalismo per il rilascio dei C.F.U., a tutti coloro che intendono seguire il tirocinio chiediamo una bozza di “articolo giornalistico” per una prima valutazione. Riceviamo spesso degli scritti da far rizzare i capelli. Ma come è possibile che molti laureandi siano privi delle cognizioni di base della grammatica, della consecutio temporum…; questo è il pressappochismo generalizzato che impoverisce le menti. È quindi importante, anzi è vitale, scrivere e raccontare con lo scritto la nostra società, l’evoluzione o l’involuzione della stessa. La scrittura è forse l’ultimo argine che difende ciò che di profondo custodisce l’animo umano e dobbiamo fare l’impossibile per tutelarlo.

Qualche giorno fa, il 22 ottobre 2020, con la tua Casa Editrice hai pubblicato la IV edizione delle “Novelle brevi di Sicilia” del palermitano Andrea Giostra. Il libro, come abbiamo letto in diversi magazine online, nelle precedenti 3 edizioni, si legge gratuitamente online dal 2017 in alcuni portali e pagine social. Come mai una casa editrice decide di pubblicare, sia in cartaceo che in versione e-book e digitale, un libro che da sempre si legge online gratuitamente? Qual è la ragione di questa scelta editoriale/imprenditoriale, e quali risultati ti aspetti come editore e imprenditore?

Rispondo invitandoti a leggere un mio articolo https://www.lamacinamagazine.it/il-profumo-dei-libri/ dove parlo del profumo di un libro stampato, del fruscio generato dallo sfogliare le pagine. La naturale evoluzione di uno scritto che nasce dal cuore di un autore che ha trasfuso nell’opera la sua esperienza, la sua vita, le sue sensazioni, il suo intimo essere, si realizza e viene magnificata dalla pubblicazione cartacea. Si potrebbe ampliare il discorso per evidenziare che alcuni libri “meritano” una realizzazione quasi personalizzata (peso della carta di copertina e degli interni, tipo, qualità e marca della carta, modalità di impaginazione…) e solo operando così si realizza un prodotto di eccellenza che distingue “quel libro”. Tutto il resto è stampa, magari ben fatta, ma commerciale. Novelle brevi di Sicilia scritto da Andrea Giostra rappresenta esattamente il mio concetto di realizzazione personalizzata e di eccellenza perché è eccellente il contenuto del libro ed i lettori meritano la gratificazione di palpare gradevolmente il libro, assaporarne il profumo e ascoltare il fruscio delle pagine. Andrea Giostra con il suo libro Novelle brevi di Sicilia ci ha immersi nella realtà di una Sicilia ricca di tradizioni e di cultura antica ma con la semplicità di un linguaggio attuale e facilmente fruibile. Nel mio doppio ruolo da editore ti posso confessare che sono ben felice di aver pubblicato il libro a cui tenevo fortemente avendolo già letto ed apprezzato nella versione online; da imprenditore naturalmente auspico un massiccio interesse all’acquisto da parte dei lettori. Per facilitare ancora di più le operazioni  abbiamo implementato una procedura semplice ed intuitiva. Basta andare nel sito https://www.lamacinamagazine.it/ e tramite il pulsante “Donazione” si accede a PayPal; con pochi e semplici passaggi si conclude la procedura d’acquisto. È possibile pagare con qualunque tipo di carta e le spese di spedizione sono a nostro carico.

Le Novelle brevi di Sicilia sono anche state pubblicate a puntate, in una sorta di Romanzo d’appendice tipico di fine Ottocento inizio Novecento, in diversi magazine online, sia nazionali che regionali. Tutte le Novelle si possono anche ascoltare, sempre gratuitamente, da YouTube e da Watch Facebook nelle recite e interpretazione di 15 tra attrici e attori professionisti e semiprofessionisti che hanno prestato (sempre gratuitamente!) la loro arte recitativa nell’interpretare tutte le Novelle brevi di Sicilia. Tutti questi canali, per accedere alla lettura o all’ascolto delle Novelle, hanno portato – così abbiamo letto – ad un numero di lettori che supera le 150 mila persone che hanno letto o ascoltato almeno una delle Novelle brevi di Sicilia. Qual è la valutazione e le considerazioni che fa un editore come Te rispetto a questi fatti e soprattutto a questi numeri raggiunti da un libricino di racconti siciliani conosciuto fino ad adesso esclusivamente attraverso i social?

Mostruosi. D’altronde sono numeri che rendono pienamente merito allo scrittore Andrea Giostra ed alla sua vasta e profonda cultura. La sua umanità, la sua incessante tensione verso la diffusione universale della cultura è ben recepito e condiviso sia dai lettori che dai 15 “prodi” attrici e attori che hanno prestato la loro professionalità per arricchire le Novelle brevi di Sicilia con la versione recitata. Tutti loro sono stati opportunamente messi in evidenza, il loro intervento è stato prezioso e li ringrazio.

La Tua edizione, come hai scritto nei portali ufficiali della casa editrice, è arricchito con la Prefazione della saggista e docente di letteratura classica Mariangela Rodilosso, originaria di Catania ma che da tanti anni vive e lavora negli USA; con la Recensione della scrittrice e presidente di diversi premi letterari nazionali e internazionali Caterina Guttadauro La Brasca, originaria di Cerda in Sicilia, ma trasferitasi giovanissima per amore e per lavoro a Bologna dove vive tutt’ora; e con la copertina di un’opera dedicata alle “Novelle brevi di Sicilia” della nota pop artist di fama internazionale Francesca Falli, che vive e ha il suo atelier a L’Aquila. Ci presenti brevemente questi artisti e letterati che hanno dato il loro prezioso contributo alla Tua edizione delle Novelle? Dicci qualcosa di loro per farli conoscere un po’ di più ai lettori del nostro giornale…

Inizio dalla fine. Tra le varie opzioni relative alla copertina avevamo a disposizione anche altre immagini di ottimo livello, indubbiamente belle da un punto di vista artistico ma ne cercavamo una che rappresentasse al primo sguardo ciò che la Sicilia emana: il calore degli abitanti, le sfumature di colore di cui la terra siciliana è ricca, la varietà dei fiori, il sole radioso, l’amore, la cultura, il sorriso, l’allegria. L’immagine scelta, opera dell’artista Francesca Falli,

riteniamo abbia perfettamente rappresentato tutto ciò e siamo rimasti anche colpiti dalla magnifica facciata posta in primo piano ed esaltata dalle intense linee di colore convergenti. L’immagine ha racchiuso ed espresso graficamente l’atmosfera e le situazioni che Andrea Giostra ha scritto per farle rivivere con noi. Per opportunità editoriali di semplificazione grafica avremmo dovuto/potuto sovrapporre il titolo all’immagine ma non potevamo mutilare l’opera, la soluzione adottata utilizzando quel tipo di carattere e la sua proporzionalità ci è sembrato eccellente. Sarà il lettore a valutare anche questo aspetto dell’opera. Complimenti Dott.ssa Francesca Falli.

È arduo presentare la Dott.ssa Caterina Guttadauro la Brasca,

raffinata scrittrice, presidente di Giuria in molteplici concorsi letterari nazionali ed internazionali, premiata al Merito dal Senato della Repubblica Italiana per talento e meriti letterari, premiata a Parigi per meriti culturali, scrive per prestigiose testate internazionali, organizzatrice di concorsi ed eventi letterari, pluripremiata per le sue opere librarie in tutti i Saloni del Libro a cui è stata invitata. È una vera gentildonna, di animo nobile e modi raffinati e la sua grandezza artistica e culturale appare chiaramente nei suoi libri. Desidero evidenziare un particolare merito culturale e sociale della Dott.ssa Caterina Guttadauro La Brasca che ha dedicato il suo libro “La voglio gassata” all’Associazione A.I.L. Associazione Italiana contro le leucemie, mielomi e fibromi; un gesto che apprezzo per il suo alto profilo sociale. Abbiamo già avuto modo di presentare la Dott.ssa Caterina Guttadauro La Brasca attraverso 2 articoli pubblicati sul nostro giornale La Macina Magazine e dai seguenti link si possono leggere: https://www.lamacinamagazine.it/caterina-guttadauro-la-brasca/ ; https://www.lamacinamagazine.it/la-storia-siamo-noi/ ; “I libri sono come i figli, li facciamo ma non ci appartengono, sono di tutti perché ognuno trova in essi la sua verità”Quanta verità e saggezza è racchiusa in questa frase della scrittrice; dovremmo tutti farla propria. Sinceri complimenti Dott.ssa Caterina Guttadauro La Brasca.

Mariangela Rodilosso

Per ragioni professionali ho avuto la fortuna di conoscere molte città europee, est europee e ovviamente italiane; ho abitato a Palermo Via Regione Siciliana e porto ancora con me – dopo tanti anni – il ricordo di antichi sapori, i profumi intensi dei suoi giardini di limoni, l’umanità a volte sconsolata dei suoi abitanti; questo stato d’animo possiamo definirlo con una sola parola, “nostalgia”. Ed è proprio il senso della nostalgia che la Dott.ssa Mariangela Rodilosso ha citato e reso centrale nel suo  eccellente articolo giornalistico «Sicilia e “Sicilitudine”: dimora degli dei e teatro a cielo aperto». Scritto anche per la testata ennaora.it  “nostalgia per quella semplicità, spontaneità e freschezza del proprio paese”. Questa è l’esatta sensazione che tutt’oggi avverto pur non essendo nato in Sicilia. La Dott.ssa Mariangela Rodilosso, siciliana di origine, è amante della letteratura classica italiana e siciliana, storiografa, ama la sua terra e le sue tradizioni artistiche e culturali. Laureatasi in Lingue e Letterature Straniere con lode presso l’Università degli Studi di Catania ha seguito numerosi corsi per il perfezionamento della lingua inglese, spagnola e francese ed ha insegnato letteratura, storia, storia dell’arte, italiano e spagnolo presso dei licei negli Stati Uniti d’America. Ha collaborato con il Museo Muscarelli dell’Università di William and Mary come storico dell’arte per mostre ed esibizioni sull’arte europea ed orientale. Le sue grandi passioni sono il Medioevo, il Romanticismo, Leopardi, la letteratura francese, Giovanni Pascoli, Proust, e gli scrittori classici russi. Ha una profonda e vasta cultura e nell’articolo che ho sopra citato dà voce con richiami precisi e perfetti parallelismi ai massimi autori che sono rimasti affascinati della bellezza della terra di Sicilia; Goethe, Sciascia, Pirandello, Camilleri, Guy de Maupassant… Concludo riportando un magnifico pensiero della Dott.ssa Mariangela Rodilosso che – con una sola frase – ha racchiuso tutto ciò che la Sicilia è in grado di esprimere: «La Sicilia è erede della Magna Grecia e del “miracolo greco” che, nel V secolo a.C., diede vita alle tragedie, a sublime letteratura, e a grandiose vestige architettoniche». 

La sontuosa Prefazione di Novelle brevi di Sicilia è scritta dalla Dott.ssa Mariangela Rodilosso alla quale porgiamo i nostri complimenti. Grazie.

Ci racconti qualcosa di questa raccolta di Novelle siciliane? Senza ovviamente fare spoiler… solo per incuriosire i nostri lettori perché vadano a comprarlo in libreria o nei portali online.

In libreria, nei portali online… ed aggiungo direttamente tramite il nostro sito. Attraverso la lettura delle Novelle scritte da Andrea Giostra si è immersi nella realtà della Sicilia con i suoi personaggi che si caratterizzano per il forte attaccamento alle loro tradizioni, alle loro radici culturali che poggiano sulle varie culture e dominazioni che si sono succedute nei millenni dalle quali però non ne sono rimasti sopraffatti, sono racconti gradevoli ben strutturati, sono situazioni reali e l’autore le rappresenta con la semplicità della realtà vissuta, ognuno di noi si sente protagonista e nel contempo spettatore. L’alternanza delle espressioni in dialetto siciliano e in lingua italiana sono importanti e fondamentali nella struttura narrativa delle Novelle perché solo con il dialetto siciliano, con la sua sonorità e con la sua armonia Andrea Giostra riesce a farci immergere nei personaggi da lui raccontati. Da “Gli auguri di mia nonna ottantenne”. «“Caro nipotino mio, adesso che hai fatto diciotto anni e sei diventato grande, fai il bravo ragazzo…Avrei voluto augurarti tutto questo, caro nipotino! …Invece, io che ho ottant’anni, dico basta con tutte queste minchiate!  Goditi la vita più che puoi, scopati tutte le ragazze che ti piacciono picchì sì un beddu picciuttu e ‘u puoi fari!”». La saggezza dell’anziana nonna e la contemporaneità della stessa, che equilibrio perfetto! Tutte le Novelle ci riservano sorprese, spaccati di vita ironici, paradossali, quasi surreali come la Novella “Agosto a Palermo” che descrive l’intenso dialogo tra 2 persone al passaggio di un funerale: «“Ma comu muriu? / Comu fu? / Ma quant’anni avieva? / Ri subitu muriu? / Ma…! / Ma…! / Tutti dà amu a ghiri a finiri, si sapi chistu!”». Cosa c’è da dire di più? Essenziale, fatalista.

In quali librerie di Roma e del Lazio i nostri lettori potranno trovare il cartaceo della IV edizione delle Novelle brevi di Sicilia?

Stiamo definendo con la Rete Librerie di Roma, che è una Associazione che racchiude 40 librerie indipendenti, un accordo per la distribuzione delle nostre pubblicazioni ed in maniera particolare Novelle brevi di Sicilia. Merita una particolare notazione la nascita dell’Associazione Rete Librerie di Roma in quanto sono singoli operatori e diffusori di cultura non vincolati da accordi di marchio. Apprezzo il loro coraggio, in modo particolare in questo periodo, e la loro lungimiranza per superare tutti uniti le mille e mille insidie e difficoltà quotidiane connesse al periodo che stiamo vivendo. L’obiettivo reciproco è vedere il libro Novelle brevi di Sicilia ben esposto sugli scaffali ben prima di Natale.

Quali sono secondo te le caratteristiche, le qualità, il talento, che deve possedere chi scrive per essere definito un vero scrittore? E perché proprio quelle?

L’eterna domanda: scrittori si nasce o ci si diventa? Credo che chiunque si avvicini all’arte della scrittura dovrebbe mostrare umiltà verso sé stesso e porsi delle domande: sono in grado di confrontarmi con gli altri e capire il loro animo? Sono pronto a confrontarmi con me stesso? Cosa propongo per suscitare interesse non effimero nel lettore? Sono certo di conoscere in maniera approfondita l’argomento di cui intendo scrivere? Ho una forte spinta emozionale? Ovviamente do per scontato che sussistano le necessarie condizioni di base per scrivere in maniera corretta. Non penso sia indispensabile trattare argomenti eccezionali, fuori dal comune, inutilmente magniloquenti (d’altronde il Dialogo sopra i 2 massimi sistemi del mondo è già stato scritto da Galileo Galilei); argomenti di vita quotidiana possono suggerire spunti di riflessione, lasciare nel lettore dei minuscoli semini che con il tempo germogliano vigorosamente. Lo scrittore deve trasmettere emozioni e messaggi coinvolgenti che denotano la sua abilità. Deve presentare i suoi personaggi ben caratterizzati esaltandone l’aspetto psicologico, deve riuscire a far identificare il lettore nei personaggi, deve farlo trovare immerso in “quella” particolare situazione che – guarda caso – è simile a quella che vive il personaggio, deve creare empatia tra il personaggio e il lettore. Se poi il tutto è narrato in corretto ed agile italiano si può dire che sia uno scrittore meritevole.

In Italia ogni anno si pubblicano tra i 75 e i 80 mila nuovi titoli, con le 1809 case editrici attive nel nostro Paese (dati del 2018, fonte “The Book Advisor” del 20 aprile 2020: https://www.thebookadvisor.it/news/articoli/quanti-libri-si-pubblicano-in-italia-e-in-quali-regioni-si-legge-di-piu/). La media ponderata di vendita di ogni nuovo titolo è di circa 50 copie, mentre chi legge effettivamente tutta l’opera letteraria acquistata non supera il 10%, il che vuol dire che delle 50 copie vendute solo 5 copie vengono effettivamente lette da chi acquista in libreria o nei distributori online. Partendo da questo dato numerico, che per certi versi fa impressione e ci dice chiaramente che in Italia non si legge o si legge pochissimo, secondo te cosa si dovrebbe fare per migliorare questa situazione? Cosa dovrebbero fare gli editori per far aumentare il numero dei lettori e degli appassionati ai racconti e alle storie da leggere?

Sulla lettura ed interpretazione delle statistiche solitamente sono cauto e non giungo a valutazioni immediate, è opportuno però precisare che l’analisi presentata dal Dott. Alessandro Oricchio, docente universitario ed anche una buona penna, è tratta dal sito A.I.E. dove sono registrati tutti i codici ISBN dei libri in commercio. Per effetto di una certa liberalizzazione del mercato editoriale, recepita dall’A.I.E., vengono classificati “editori” anche le officine di stampa, le print on demand, le tipografie con capacità organizzative e addirittura i singoli scrittori. Da questa prima considerazione si deduce che il numero (1809) di case editrici è nella realtà minore. Tutti noi seguiamo i Social e possiamo riscontrare che molti e molti scrittori si autopubblicano rivolgendosi ad una delle realtà commerciali sopra citate e molto spesso con una tiratura di stampa modesta solo per soddisfare il proprio entusiasmo o una gratificazione letteraria che è comunque apprezzabile. Da questa seconda considerazione risulterebbe opportuno conoscere quanti sono gli editori “tradizionali” e quanti i “new editor”. Solo così possiamo avere una statistica più aderente alla realtà. Una cosa è certa: una casa editrice non potrebbe sopravvivere qualora pubblicasse solo 45 titoli. Torno alla tua domanda per proporne un’altra: cosa possono fare gli editori? E cosa possono fare i lettori e gli scrittori? Certamente gli editori potrebbero svolgere una sana opera di moralizzazione (almeno alcuni) evitando di pubblicare opere che sin dall’inizio si capisce che non potranno godere di notorietà ma, a difesa, posso anche capire che spesso i famigerati “costi fissi” di una impresa condizionano le scelte editoriali. Alle spalle di un editore ci sono professionalità retribuite che collaborano per la realizzazione del libro e la sua pubblicazione. È comunque doloroso decidere di non pubblicare un titolo, ci vuole coraggio. Inserisco in una più ampia valutazione anche il circuito distributivo che erode in buona parte i ricavi. Veniamo agli scrittori ed anche a loro ricordo la parola coraggio. Non tutti abbiamo la dote basilare per scrivere ma, molti di noi, siamo certi di saper scrivere ed allora bisogna porsi le domande sopra accennate e con coraggio valutare e decidere. Non dobbiamo correre il rischio di avvertire un senso di frustrazione o di sconfitta anzi, direi che valutarsi e decidere coraggiosamente è tra le massime espressioni della propria dignità. Se da parte degli editori si attuasse questa opera di “moralizzazione”, se da parte degli scrittori fosse recepita l’importanza culturale di un loro saggio atteggiamento avremo dei lettori consapevoli, non disorientati, non influenzati dai post sui Social, non attratti dai click sbandierati ma a volte irreali. Si leggerebbe di più e di migliore qualità.

Quali sono i prossimi progetti e i prossimi appuntamenti della tua Casa Editrice? A cosa state lavorando in questi giorni?

Fornisco più di una risposta. Per quanto riguarda l’associazione La Macina Onlus stiamo calendarizzando gli interventi di raccolta e distribuzione di aiuti alimentari come tutti gli anni. Questi aiuti sono destinati a famiglie in difficoltà che abbiamo censito e seguito da alcuni anni e presenti in un nostro data base riservato. La Macina Onlus Editore è invece impegnata nella realizzazione di una antologia di racconti brevi, scritti da diversi autori che hanno partecipato alle varie edizioni del nostro concorso letterario “L’Arte della parola e dell’Arte coreutica” e, analogamente, anche ad una antologia di poesie scritte da diversi autori partecipanti del nostro concorso. La Macina Magazine fornisce, come sempre, supporto mediatico tramite i Social ed anche con la collaborazione di altre testate con le quali abbiamo accordi di reciprocità.

In quali canali social i nostri lettori potranno seguire la tua Casa Editrice?

Ci siamo limitati in presenza sui seguenti canali Social

https://www.facebook.com/lamacina.onlus/

https://www.facebook.com/La-Macina-Magazine-572354416237456

https://www.facebook.com/La-Macina-Magazine-On-Line-176869399646421

https://www.facebook.com/groups/737662563045001

avendo chiuso, purtroppo, la nostra Web TV “Macina Social Roma” a causa dei costi non più sopportabili.

Come vuoi concludere questa chiacchierata e cosa vuoi dire a chi leggerà questa intervista?

Inizio con una foto di una stretta di mano, che per noi è altamente rappresentativa.

Per poi rivolgere un affettuoso pensiero al nostro Paolo Zilli

che troppo presto ci ha lasciato, cofondatore di La Macina Onlus e di tutte le attività successive. Uomo colto, saggio, equilibrato e coerente; è sempre presente al nostro fianco. https://www.lamacinamagazine.it/paolo-zilli-un-amico/ .

In conclusione desidero dire che la cultura, la tradizione, la spinta innovativa, il bene comune, il rispetto dovuto al prossimo sono valori unici e profondi che ciascuna persona porta al suo interno, magari inconsapevolmente, ma esistono. Non devono cadere nel nulla e l’anziano li trasmette al giovane che è pronto a trasmetterli. Analogamente tutti noi dovremmo riscoprire i nostri valori, la nostra cultura, aprire il nostro animo e condividere la parte migliore di noi. Troveremo sempre un orecchio pronto ad ascoltare ed avremo un mondo più a misura umana. Un caro saluto e, mi raccomando, Novelle brevi di Sicilia di Andrea Giostra edito da La Macina Onlus Editore è imperdibile, vi invito ad acquistarlo.

Grazie Andrea Giostra

per la tua stimolante e approfondita conversazione, spero sia apprezzata dai nostri lettori.

Dove acquistare online:

Andrea Giostra, “Novelle brevi di Sicilia”, IV edizione, “La Macina Onlus Editore”, Roma, 2020:

https://www.amazon.it/Novelle-brevi-Sicilia-Andrea-Giostra/dp/8894261425/ref=sr_1_2

https://www.lafeltrinelli.it/libri/andrea-giostra/novelle-brevi-sicilia/9788894261424

https://www.ibs.it/novelle-brevi-di-sicilia-libro-andrea-giostra/e/9788894261424

https://www.libreriauniversitaria.it/novelle-brevi-sicilia-giostra-andrea/libro/9788894261424

https://www.librerie.coop/libri/9788894261424-novelle-brevi-di-sicilia-la-macina-onlus-editore/

https://books.google.it/books/about/Novelle_brevi_di_Sicilia_Nuova_ediz.html

Piero Casoli

https://www.facebook.com/lamacina.onlus

“La Macina Onlus Editore”

https://www.lamacinamagazine.it/

Andrea Giostra

https://www.facebook.com/andreagiostrafilm/

https://andreagiostrafilm.blogspot.it

https://www.youtube.com/channel/UCJvCBdZmn_o9bWQA1IuD0Pg

Interviste ad Andrea Giostra | Play List su Canale YouTube “Andrea Giostra FILM”:

https://www.youtube.com/playlist?list=PLwBvbICCL566fjtyqsPwctGuJ4YDekbKq

 a cura della Redazione

Pubblicato il libro “Novelle brevi di Sicilia”

Pubblicato il libro “Novelle brevi di Sicilia”

Pubblicato il libro “Novelle brevi di Sicilia”

by Martina Servidio

Tra le molteplici esperienze che un giornalista affronta nel corso della propria carriera è senza dubbio illustrare la poliedrica figura e spessore culturale di Andrea Giostra.

Tale esperienza, se affrontata da una giovane praticante giornalista quale io sono, è addirittura esaltante e carica di responsabilità professionali.

Chi è Andrea Giostra?

In estrema sintesi, certamente troppo estrema, possiamo ricordare che Andrea è:

  • Laureato in Psicologia Clinica con lode;
  • Ha partecipato al Corso di perfezionamento in Psicoanalisi Freudiana;
  • Ha conseguito il Master in Formazione e Specializzazione Rorschach;
  • Ha conseguito il Master in Criminologia;
  • E’ Project Manager e Planner di Opere e Mostre di Arti Visive e di Architettura

ma noi, in questa sede, vogliamo focalizzare l’aspetto culturale di Andrea Giostra

che con i suoi scritti – da cui traspare l’amore per la sua calda ed affascinante terra di Sicilia – con le sue più antiche tradizioni, i suoi aspetti insoliti e poco conosciuti, le sue antiche culture degli Ellenici, dei Normanni, degli Aragonesi, degli Islamici fa  confluire e fondere amabilmente nelle sue opere.

E’ vincitore di 44 Premi Letterari Nazionali ed Internazionali, è vincitore dell’ambìto Premio “Milano International”, gli viene conferito il “Premio Speciale Unico per la Sicilia 2018”, è stato insignito dell’onorificenza di Accademico di Sicilia.

Le sue opere sono state inserite in pubblicazioni, saggi e molte hanno ricevuto l’onore della pubblicazione libraria.

Un ulteriore merito da sottolineare è che Andrea persegue il suo ideale di “cultura diffusa” e cioè scrive per tutta la >gente< pertanto i suoi Racconti sono facilmente fruibili da tutti ; a ciò aggiungasi la diffusione on line gratuita di molti suoi scritti.

Novelle brevi di Sicilia” che è giunto alla IV Edizione, è arricchito da ulteriori Novelle scritte a settembre 2020 con la Prefazione della Dott.ssa Mariangela Rodilosso e la Recensione della Dott.ssa Caterina Guttadauro La Brasca.

Il volume ha una stupenda e solare copertina dal titolo “Sicilia da amare” realizzata dall’Artista Francesca Falli.

Andrea Giostra ha pubblicato questa sua ultima opera “Novelle brevi di Sicilia” con la Casa Editrice La Macina Onlus Editore di Roma la quale ha pubblicamente così ringraziato l’autore:

Siamo lieti di comunicare che abbiamo pubblicato la IV edizione aggiornata del libro “Novelle brevi di Sicilia” dell’autore ANDREA GIOSTRA

Siamo grati ad Andrea di averci riservato la sua fiducia.

Il volume cartaceo è arricchito con nuove novelle e con la Prefazione di Mariangela Rodilosso; la Recensione è curata da Caterina Guttadauro La Brasca.

Non manca la presentazione di tutte le attrici, attori, scrittori e scrittrici che hanno letto ed interpretato le “Novelle brevi di Sicilia.

La ricca copertina è opera di Francesca Falli.

L’opera si può acquistare direttamente dall’editore tramite la seguente mail: lamacinaonlus@gmail.com con spese di spedizione a nostro carico.

A breve sul sito https://www.lamacinamagazine.it/ verrà implementata anche la possibilità di acquistare il libro “Novelle brevi di Sicilia” oltre a quelli già presenti.

Grazie e buona lettura.

 Segnalo che è stata implementata la funzione di acquisto e quindi con pochi semplici passaggi è possibile pagare con qualunque carta dei circuiti Pay Pal, Visa, Maestro, Mastercard, American Express, Aura, Discover.

Questo articolo di lancio non esaurisce tutte le ulteriori informazioni ed aggiornamenti relativi alla pubblicazione del libro “Novelle brevi di Sicilia” di Andrea Giostra a cui siamo grati.

A presto cari lettori.

Martina

 

 

Daniela Cibin: Premio speciale Paolo Zilli

Daniela Cibin: Premio speciale Paolo Zilli

by Martina Servidio

Motivazione:

“intenso, avvincente, la struttura dell’opera poggia su una accurata sintassi, il tema dell’amore e della disperazione viene affrontato magnificamente e in forma ben lontana dalla facile retorica”

Questa è la motivazione espressa dalla Giuria che ha conferito, con merito, il Premio Speciale Paolo Zilli a Daniela Cibin.Daniela Cibin: Premio speciale Paolo Zilli

Ho fatto il mio ingresso, recentemente ed in punta di piedi, nel giornale La Macina Magazine come redattrice ed ho subito avvertito l’amichevole e costante “presenza” in redazione di Paolo Zilli.

Ho chiesto di saperne di più, chi era Paolo Zilli?

Vicepresidente del Consiglio Direttivo e persona di notevole spessore culturale che ci ha prematuramente lasciato nel 2015; egli è ricordato con questo articolo:  https://www.lamacinamagazine.it/paolo-zilli-un-amico/

Nell’ambito del Concorso Letterario “L’Arte della parola e dell’Arte coreutica” fu quindi istituito, da subito, il Premio Speciale Paolo Zilli che sottolinea il valore che viene attribuito all’opera premiata.

Essa deve racchiudere l’equilibrato connubio tra la sintassi, la trama, lo stile, la capacità letteraria, l’impatto emotivo.

E tutto ciò è contenuto nell’opera “Virginia stella di Mare” dell’autrice Daniela Cibin che il suo romanzo così  sintetizza: “Storia di Virginia d’amore e inganni in una Liguria di un tempo che fu”

Scrittrice pluripremiata nei Concorsi letterari in Italia e all’estero sin dal 2014 ; molti suoi romanzi e antologie sono stati pubblicati.

 Ecco un breve incipit del romanzo:

“La figura si stagliava netta nella prima luce del giorno sulla cima della roccia scura e lucida bagnata dalle onde furiose.

Il vento incollava le vesti al suo giovane corpo sformato dalla gravidanza ormai prossima al parto. Dallo scialle che una mano teneva stretto sotto il mento sfuggivano ciocche di capelli scuri, serpenti ribelli che la rendevano somigliante ad una Medusa dallo sguardo corrugato dall’apprensione, mentre scrutava l’orizzonte cercando la forma conosciuta del gozzo di famiglia per il rientro nel piccolo porto”

E l’intensa conclusione:

“Un moderno menestrello l’ascolta; strimpella sulle corde della chitarra le sue note. Un ciuffo ribelle gli copre l’occhio, l’eterna sigaretta pende all’angolo del labbro. Ci vuole un poeta, un artista, per dare vita alle parole, alle emozioni. Scrive le prime note su un foglio. Il vento geloso glielo strappa di mano lo trascina fra le onde. Il mare lo porta con sé. La canzone di Stella di mare resterà segreta, sepolta nel cuore del poeta.  Continuerà a vagare nell’aria solo per chi sa ascoltare”

Congratulazioni Daniela Cibin

 

 

La Cultura non si arrende al Covid19

La Cultura non si arrende al Covid19

 

La Cultura non si arrende al Covid19

Riceviamo dalla Dott.ssa Maria Grazia Giordano (Ph 333 2611370), Portavoce ed Addetto Stampa del Commissario Straordinario del Governo, Silvia Costa, il seguente comunicato stampa che volentieri diffondiamo

RIPARTE IL PROGETTO S. STEFANO VENTOTENE.

Il Commissario Silvia Costa indice per il 4 giugno la riunione del Tavolo Istituzionale Permanente

Apriranno i lavori il Sottosegretario Fraccaro ed i Ministri Franceschini e Provenzano

Il 4 giugno prossimo alle ore 10,00 si riunisce, in via telematica, il Tavolo Istituzionale Permanente del Contratto Istituzionale di Sviluppo S. Stefano -Ventotene, presieduto dal Commissario straordinario del Governo Silvia Costa, nominata con DPR del 28.01.2020, con il compito di assicurare il necessario coordinamento, anche operativo, tra le Amministrazioni statali istituzionalmente coinvolte e dare un significativo impulso agli interventi di restauro e valorizzazione dell’ex carcere borbonico dell’isola di Santo Stefano-Ventotene, dove sono stati imprigionati nelle diverse fasi della storia anche dissidenti politici.

L’isola di S. Stefano, ricadente nel Comune di Ventotene, ospita l’ex Carcere che nel 1987 viene dichiarato “Bene di particolare interesse storico artistico” dal Ministero dei Beni Culturali e Ambientali e nel 2008 l’isola diventa “Monumento nazionale” con un Decreto del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano.

Un progetto di elevato valore simbolico, storico, culturale che fu lanciato nel 2016 con un grande evento dal Governo Renzi insieme al Ministro Dario Franceschini con il Presidente francese, Francois Hollande e la Cancelliera tedesca Angela Merkel e per il quale sono stati stanziati 70 milioni di euro. Risorse assegnate al Ministero per i Beni e le Attività Culturali, nell’ambito del “Piano cultura e turismo” finanziato con i Fondi per lo Sviluppo e la Coesione (FSC).

La Cultura non si arrende al Covid19

Per avviare concretamente le procedure, il 3 agosto 2017 è stato sottoscritto un Contratto Istituzionale di Sviluppo – CIS, un atto di impegno tra tutte le Amministrazioni interessate con il quale sono state individuate le responsabilità, i tempi e gli iter di realizzazione delle attività ed, inoltre, le modalità di utilizzo delle risorse finanziarie.

A tal fine è stato istituito un Tavolo Istituzionale Permanente che ora sarà presieduto da Silvia Costa e costituito dai Referenti Unici delle Amministrazioni firmatarie.

In questi tre anni, nei quali si sono succeduti tre Governi, il Tavolo si è riunito tre volte con i Sottosegretari

  1. Elena Boschi e Giancarlo Giorgetti: l’11 dicembre 2017 per avviare i lavori e condividere i primi passaggi previsti per l’esecuzione del Cronoprogramma, il 21 febbraio 2018 per un aggiornamento sulle attività e per svolgere le audizioni degli Enti e delle Associazioni interessate alla realizzazione del progetto, infine il 6 giugno 2019 per un aggiornamento delle attività e la presentazione di uno studio di prefattibilità elaborato dal Soggetto Unico Attuatore INVITALIA.

“Sono molto onorata e consapevole, soprattutto in occasione delle celebrazioni del 2 giugno, della rilevanza e della complessità dell’incarico affidatomi dal Governo – afferma il Commissario Silvia Costache intendo assolvere cercando di recuperare gli anni trascorsi con lo spirito di massima collegialità ed attivandomi perchè vengano salvaguardate, oltre la data del dicembre 2021, le risorse economiche stanziate, dando finalmente il via ai lavori di messa in sicurezza del carcere.

In questo importante lavoro, mi affiancherà il dott. Giampiero Marchesi, come Responsabile Unico del Contratto, un dirigente che vanta una grande esperienza e competenza nel recupero di siti culturali.

A tal fine, – continua il Commissario – conto altresì sull’attiva collaborazione ed il contributo di tutte le Amministrazioni presenti al Tavolo, in primis il Comune di Ventotene e la Regione Lazio per condividere il Piano Operativo ed il Cronoprogramma che presenteremo il 4 giugno prossimo.

A tal proposito voglio esprimere la mia soddisfazione per l’accordo raggiunto tra Mibact ed Invitalia che consente di entrare nel vivo del Progetto”.

 All’indomani stesso della nomina, i primi di febbraio, il Commissario si è recata a Ventotene per un sopralluogo con il Sindaco e vi ritornerà la prossima settimana per altri incontri istituzionali.

Nei mesi scorsi, nonostante l’epidemania del Covid 19, Silvia Costa ha avuto riunioni di lavoro istruttorie ed ha svolto audizioni con le Associazioni più rilevanti, impegnate da anni in attività e progetti per S. Stefano e Ventotene.

“Mi sono convinta – prosegue il Commissario – anche alla luce di questi incontri, che le iniziative per S. Stefano-Ventotene devono tradursi in un progetto integrato fra le due isole, ma aperto ad una vocazione euromediterranea, focalizzata sulle specificità storico-culturali e naturalistico-ambientali.

A questo proposito, sono molto felice che il Sindaco di Ventotene abbia assunto l’iniziativa, con me condivisa, di presentare richiesta perchè il Comune di Ventotene ottenga l’European Heritage Label, il prestigioso marchio europeo del patrimonio culturale come luogo simbolico della creazione dell’Europa attuale”.

La Cultura non si arrende al Covid19

 Le Amministrazioni del Tavolo istituzionale sono rappresentate dai Referenti Unici: il Sindaco di Ventotene dott. Gerardo Santomauro, nella doppia veste di Sindaco del Comune e di Presidente della Riserva naturale statale e dell’Area marina protetta “Isole di Ventotene e Santo Stefano” e l’Assessore dott. Francesco Carta con delega per la Riqualificazione di S. Stefano, il dott. Antonio Maturani per il MATTM, il dott. Luigi Scaroina per il Segretariato Generale del MiBACT, il dott. Luigi Pisciotta per l’Agenzia del Demanio, l’arch. Manuela Manetti Direttore della Direzione regionale territorio per la Regione Lazio e l’avv. Giovanni Portaluri Responsabile Area investimenti pubblici per INVITALIA.

Sono stati invitati alla riunione del 4 giugno: l’Arch. Dora Di Francesco, nella sua veste di Autorità di ge- stione del PO cultura e turismo-Fsc 2014 2020 e la Soprintendente Paola Refice per la Soprintendenza archeologica, Belle Arti e Paesaggio per le Province di Frosinone, Latina e Rieti.

All’inizio dei lavori porteranno il loro saluto:

il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio dei Ministri Riccardo Fraccaro il Ministro per i Beni e le Attività Culturali e per il Turismo Dario Franceschini e il Ministro per il Sud e la Coesione territoriale Giuseppe Provenzano.

Grazie

Foto da Web ad uso divulgativo non commerciale

 

SAVERIO DI TULLIO…la Storia siamo noi

SAVERIO DI TULLIO…la Storia siamo noi

 

SAVERIO DI TULLIO…la Storia siamo noi

Nel nostro primo incontro ci eravamo lasciati con questo commento ” …quando un breve incontro si trasforma in un interessante ed approfondito scambio artistico e culturale.

Diplomato al Liceo Artistico, Laureato in Architettura, Docente, Scrittore, Disegnatore, Ricercatore in ambito storico e iconografico.

Questa essenziale scheda di presentazione non rende giustizia alla duttile mente di Saverio con cui abbiamo commentato il suo libro “NAPOLEONE La sfida d’Italia

E’ un racconto storico iconografico a fumetti, peraltro di eccellente qualità artistica, della campagna d’Italia del 1796

L’autore ha ripercorso minuziosamente il lungo cammino da Parigi a Milano che portò alla gloria il giovane Napoleone.

L’ardita scelta di rappresentare attraverso il fumetto questo significativo episodio dell’intero impero napoleonico rende il libro fruibile ed accattivante non solo ai ragazzi ma anche agli adulti.

Torneremo a breve con una intervista più approfondita con l’autore.”

SAVERIO DI TULLIO…la Storia siamo noi

Ed ecco ora quanto scaturito dall’incontro del giornalista Andrea Lepone con Saverio Di Tullio:

Buongiorno Saverio e grazie per la tua disponibilità. Come ti vuoi presentare ai nostri lettori?

“Come un appassionato di storia che prova a raccontare con parole e immagini l’impatto emotivo di eventi storici sulla popolazione civile.”

 Raccontaci com’è nata la tua passione per il mondo della fumettistica.

“Confesso che sono un po’ allergico al termine fumetto e ancor di più a “comic book”, come dicono gli americani; preferisco “racconto grafico”. Nel ’98 ho avuto l’onore di presentare la versione in inglese e francese della mia opera 1943: la via per Ortona al War Museum di Ottawa; la battaglia di Ortona è costata la vita a 1400 soldati canadesi, 800 tedeschi e 1300 civili, e sentirmi dire che avevo fatto un bel “comic book”, mi faceva cadere le braccia. Comunque, la passione per il fumetto è iniziata presto; ho fatto le elementari in un paesino d’Abruzzo dove il calzolaio vendeva giornali e uno splendido Pecos Bill, annate 54-56, che ancora oggi cerco disperatamente nei mercatini. Come disegnatore invece, ho “illustrato” quaderni e libri alle medie con grande entusiasmo dei compagni.”

 Tu sei un architetto ed un ricercatore in campo storico e iconografico, cosa si prova nel dividersi tra il disegno tecnico, proprio del mondo dell’architettura, e quello grafico, proprio del mondo dei fumetti?

“Prima di Architettura ho frequentato il liceo artistico dove si lavorava molto con la geometria descrittiva, con grandi elaborati di prospettiva, di teoria delle ombre, oltre a ornato e figura disegnata, modellata, pittura e anatomia artistica; un po’ come una bottega rinascimentale che formava grandi pittori e scultori che all’occasione erano anche grandi architetti. Alla professione di architetto poi ho affiancato quella di insegnante,  non disdegnavo qualche uscita in mostre di pittura e ritratti ad olio. Ma poi ho vissuto con un senso di frustrazione il confronto con un’arte che si allontanava sempre più dalle mie espressioni figurative, per cui ho colto l’occasione delle celebrazioni per il cinquantenario della battaglia di Ortona per provare un racconto a fumetti. Premetto che una seria esperienza l’avevo fatta già nel periodo universitario disegnando un paio di numeri di Zorro per un editore, di cui adesso mi sfugge il nome. Allora disegnavo di notte e frequentavo l’università; poi l’editore pretese, offrendomi anche un buon contratto, di lavorare in un laboratorio lontano con altri disegnatori per uniformare la grafica e decisi di abbandonare per il mio obiettivo primario della laurea in  architettura.”

SAVERIO DI TULLIO…la Storia siamo noi

 In cosa consiste lo studio iconografico?

“Nell’esperienza fumettistica che ti ho raccontato, io facevo solo il disegnatore di una sceneggiatura fatta da uno scrittore; ma poi da insegnante ho fatto un’altra esperienza. Con le classi ho partecipato a diversi concorsi che prevedevano la realizzazione di bozzetti con logo e motto per campagne contro doping e tabagismo, e ti dirò che ne abbiamo vinti un paio a livello nazionale, e così mi sono appassionato al valore della parola in relazione all’immagine. Non voglio addentrarmi in disquisizioni linguistiche, lascio il campo agli strutturalisti come il grande e indimenticabile Umberto Eco, ma provo a spiegarti il senso della mia ricerca. Nel fumetto classico tradizionale la parola e l’immagine corrono in parallelo in funzione descrittiva e narrativa; io provo ad aggiungere una funzione espressiva che è tipica del linguaggio poetico nella sua forza evocativa che fa riferimento all’humus culturale ed emotivo del lettore. Gestualità ed espressione fanno parte dei contenuti culturali simbolici dell’immagine che io definisco iconografici.”

 L’Italia è stata una fucina di grandi talenti in ambito fumettistico, ci sono artisti nostrani che apprezzi in modo particolare?

“Non faccio nomi, comunque ho ammirato artisti italiani della mia generazione che hanno fatto grandi cose; molti hanno lavorato per Tex ed altri hanno contribuito alla bella collana di “Storia d’Italia a fumetti” di Enzo Biagi.”

Quali sono i tuoi personaggi preferiti?

“Raramente seguo collane con personaggi, ma preferisco leggere racconti di storie vere e coglierne la capacità espressiva e di sintesi.”

Parliamo di uno dei tuoi libri, “1870: la presa di Roma a fumetti” quanto è stato difficile rileggere uno spaccato tanto importante della nostra storia in chiave fumettistica?

SAVERIO DI TULLIO…la Storia siamo noiSAVERIO DI TULLIO…la Storia siamo noi

“In realtà è solo un fascicolo di 16 tavole ma del quale sono particolarmente orgoglioso; sia per la ricostruzione storica ricavata da libri illustrati del periodo, sia per la sintesi narrativa, e sia per la richiesta di ristampa per questo 150° anniversario della breccia di Porta Pia che mi è pervenuta direttamente dall’Ufficio Storico dello Stato Maggiore della Difesa. L’energia narrativa, in questo caso, l’ho presa dall’emozionante diario di Edmondo De Amicis che ha vissuto l’evento in diretta come corrispondente di una rivista militare.”

Cosa ti ha spinto a creare l’opera “Napoleone – La sfida d’Italia”?

“Dopo la pubblicazione del libro sulla battaglia di Ortona, ho pensato di raccontare un altro episodio drammatico accaduto sui nostri territori: l’invasione dei francesi del 1799 che si è trasformata in una vera guerra civile tra sanfedisti filoborbonici e patrioti rivoluzionari filofrancesi. Ho iniziato con la prima campagna di Napoleone in Italia del 1796 che doveva essere un breve capitolo, ma poi l’incontro con gli appassionati di storia locale che hanno speso la vita a ricostruire nei dettagli i momenti delle battaglie, mi ha contagiato ed è diventato un’opera di 565 quadri sviluppata in cinque anni di duro lavoro in studio e spericolate campagne fotografiche.”

Ci puoi descrivere il percorso emotivo e storico che hai seguito nel realizzare le tue opere?

“Dipende dal periodo storico trattato. Adesso sto lavorando sugli episodi più significativi accaduti a cavallo della “Linea Gustav”, da Roma all’Adriatico, per cui, oltre alla documentazione storica e fotografica, inseguo anche testimoni sopravvissuti o eredi che ne conservano la memoria. Poi comincia il lavoro in studio ricostruendo il puzzle e i contenuti per la narrazione.”

Leggendo le tue pubblicazioni “1870: la presa di Roma a fumetti” ed anche “Napoleone – La sfida d’Italia” appare evidente una minuziosa conoscenza dei luoghi che raffiguri; desumo quindi che tu abbia visitato le varie località. Cosa puoi dire?

“Le prime immagini e le prime emozioni emergono proprio sul teatro degli eventi. Per Napoleone voglio raccontare un particolare: nelle mie ricerche ho acquisito una raccolta di stampe dell’architetto pittore Giuseppe Bagetti che su incarico dello stesso Napoleone, poco tempo dopo ha realizzato delle ricostruzioni ad acquerello delle battaglie recandosi sui luoghi. Ritrovare sul territorio i suoi punti di vista è stata una grande emozione.”

SAVERIO DI TULLIO…la Storia siamo noiSAVERIO DI TULLIO…la Storia siamo noi

“Napoleone – La sfida d’Italia” è già stato pubblicato da una importante casa editrice internazionale ed è tradotto in francese; è certamente un significativo riconoscimento. Non ritieni sia opportuno che un’opera come questa possa essere ulteriormente apprezzata da un vasto pubblico anche nella considerazione che possa essere un valido strumento d’insegnamento scolastico?

“Ho sempre creduto in una didattica coinvolgente ed è certo che la conoscenza acquisita con emozione si stampa nella memoria in modo profondo. Per anni ho accompagnato gli studenti del “Canadian College Italy” di Lanciano con il loro professore di storia sui luoghi della battaglia di Ortona; e poi li ho ritrovati l’11 novembre, giorno in cui commemorano i loro caduti in guerra, impegnati in prima persona e con attenta partecipazione alle celebrazioni che si svolgono al “Moro River Canadian War Cemetery” di Ortona. Credo che la conoscenza della storia sia fondamentale per sentirsi partecipi dell’umanità, aldilà del tempo e dello spazio, maturando un convinto sentimento di pace ed una piccola illusione di immortalità.”

Saverio, come vuoi concludere quest’intervista? Quale messaggio vuoi trasmettere ai nostri lettori?

“In un momento così tragico come quello che stiamo vivendo, posso solo dire grazie all’angolino confortevole delle mie  passioni, recuperate  dopo un silenzio di trent’anni, per cui il mio invito è a ricercare nella memoria le emozioni dell’adolescenza, che sono il germoglio della nostra indole, necessariamente trascurate da adulti, e riattivarle per ritrovare nella solitudine, la compagnia di se stessi.”

 Grazie Saverio, è stato un incontro culturalmente arricchente ma, ahimè, troppo breve.

A presto