“Soldado” di Stefano Sollima

“Soldado” di Stefano Sollima

“Soldadodi Stefano Sollima

Come sempre il pluripremiato scrittore, critico letterario e cinematografico, acuto osservatore dei fatti italiani, Project Manager e Planner per la ricostruzione di siti archeologici patrimonio dell’UNESCO, Dott. Andrea Giostra, ci presenta una sua ottima recensione del recente film “Soldado” di Stefano Sollima.

Andrea Giostra così si esprime:

“Finalmente un bel thriller che al contempo possiede azione e dramma. La suspence non lascia lo spettatore della prima scena all’ultima e questo è un grandissimo pregio per chi ama questo genere cinematografico.

Gli attori sono tutti bravissimi, con un Benicio Del Toro superbo e la narrazione è fluida e molto convincente.

La fotografia e le musiche fanno il resto, e rendono il film un ottimo action movie.

“Soldado” di Stefano Sollima

Il traffico d’esseri umani è la cornice del film.

I cartelli della droga messicani fanno più affari con i migranti clandestini che con la cocaina: minori rischi e molto più guadagno.

Come esattamente avviene d’altra parte nel Mediterraneo.

I flussi incontrollati di clandestini sono anche il viatico di terroristi islamici che attentano alla sicurezza della popolazione degli Stati Uniti ed è a questo punto che il Governo americano è costretto ad intervenire con tempestività e violenza.

Una strage terroristica in un supermercato del Texas dà il via ad un’azione di rappresaglia e di morti che vede a capo l’agente Matt Graver (Josh Brolin) che ha il compito di fare giustizia e ristabilire l’ordine.

Alejandro (Benicio Del Toro) è l’uomo di Graver che sa come muoversi e come agire in terra messicana, senza regole e senza legge. I risvolti umani saranno imprevedibili e la narrazione assume contorni crudi e umani al contempo.

Quì inizia un’altra storia, fatti di sentimenti più che di vendetta, di umanità più che di crudeltà, di sano cinismo più che di opportunità. Il finale lascia aperta la porta della prossima puntata del sequel che non tarderà ad arrivare nelle sale cinematografiche di tutto il mondo.

Il primo film di quella che è divenuta una serie uscì nel 2015 dove “Sicario” doveva affrontare la violenza dei cartelli della droga tra il Messico e gli Stai Uniti.

Adesso, dopo tre anni, nel 2018, “Soldado” di Stefano Sollima si intreccia nella frontiera messicana tra storie di migranti clandestini, terroristi islamici, cinica politica estera americana, vendette e tradimenti.

Il film è da vedere, intenso, corretto, che non lascia nulla al caso e, soprattutto, ci fa capire cosa accade veramente dietro le quinte del potere di questo mondo fatto di affari clandestini e politica selvaggia che, più che al bene comune, punta agli affari, al potere coperto da una maschera di terribile ipocrisia e immoralità.

Superba la sceneggiatura di Taylor Sheridan e le musiche di Hildur Guðnadóttir.

Distribuzione 01 Distribution.

ANDREA GIOSTRA

https://andreagiostrafilm.blogspot.it

https://business.facebook.com/AndreaGiostraFilm/

 

 

MASSIMO DANZA e ACCADEMIA DELLE ARTI

MASSIMO DANZA e ACCADEMIA DELLE ARTI

MASSIMO DANZA e ACCADEMIA DELLE ARTI

percorrono nuovamente insieme un progetto accademico di elevato profilo professionale: Master Class in Arte fotografica.

MASSIMO DANZA e ACCADEMIA DELLE ARTI

E’ ben difficile presentare Massimo Danza Fotografo poiché di lui hanno esaltato le doti le più importanti testate specializzate del settore ed esperti dell’arte fotografica.

E’ il fotografo – artista di lunga esperienza non solo all’interno di teatri e ovattate sfilate di moda ma le sue qualità si sono sviluppate anche “sul campo” nelle più disparate condizioni climatiche o sociali.

Tutte le sue conoscenze e la sua sensibilità le riversa in quel famoso “click” che rende superba anche una normale foto.

Lo affascina l’Arte coreutica dalla quale sa trarre istanti fotografici irripetibili e, non a caso, le più prestigiose Scuole e Compagnie di Danza si affidano a lui.

Massimo Danza Fotografo

E’ altrettanto arduo presentare l’Accademia delle Arti e la Direttrice Artistica Catia Di Gaetano che rappresentano un affermato punto di riferimento e di eccellenza nel mondo della Danza, e non solo, a Roma.

MASSIMO DANZA e ACCADEMIA DELLE ARTI

L’espressione dell’Arte in tutte le sue forme è condiviso e perseguito dall’Accademia delle Arti che svolge anche corsi di canto, musica, recitazione e si avvale di un corpo docente altamente certificato e ricco di esperienze sia nei più prestigiosi teatri italiani che esteri.

All’Accademia delle Arti si può svolgere anche il percorso di Alternanza Scuola-Lavoro.

Danza e Alternanza (Scuola – Lavoro)

L’Accademia è una realtà in costante evoluzione e sempre attenta alla mutevole realtà che si delinea velocemente.

MASSIMO DANZA e ACCADEMIA DELLE ARTI

MASSIMO DANZA e ACCADEMIA DELLE ARTI

Quale migliore presentazione di questo Master Class in Arte fotografica se non il diretto e significativo messaggio di Catia e Massimo?

  • Accademia delle Arti – Catia Di Gaetano:

“L’ Accademia Delle Arti apre le porte ad un nuovo corso:
COME DIVENTARE FOTOGRAFO DI PROFESSIONE.
Un Master-class con un nome di eccezione:
Massimo Danza
Fotografo di grandi Artisti internazionali, Étoiles nel mondo della Danza,
Attori di Cinema e di Teatro e non da meno nel campo della Moda e del Giornalismo.
Le iscrizioni sono aperte…
VIALE ISACCO NEWTON 9 ROMA
TEL. 06.65.71.702 CELL. 347.348.2704
OPEN DAY il 14 settembre dalle ore 10.30/13.00 – 16.00/19.00 il Master-class risponderà a tutte le vostre domande…
Vi aspettiamo!!!

  • Massimo Danza Fotografo:

Vorrei solo aggiungere che sarà una sorta di corso di “avviamento”, di “inserimento”; insegnare come ci si inserisce nel mondo del lavoro. Per fare degli esempi: quando studieremo la fotografia giornalistica spiegherò come si “trova” una notizia, come si realizza e soprattutto come e dove si vende realizzando un vero servizio di foto-giornalismo da cedere alle testate. Lo stesso per la moda: imparare a creare e gestire un servizio di moda coinvolgendo stilisti e strutture, adatte allo shooting, che saranno i vostri prossimi clienti. Per la danza e il teatro avremo il giusto apporto dei rispettivi corsi dell’accademia con cui collaboreremo per le reciproche esigenze. Affronteremo, assieme alla figura intera, anche il nudo per capire come muoversi con la figura umana comprendendo fino in fondo il linguaggio del corpo. Ho intenzione di portarvi per mano dentro questa professione meravigliosa. Vi aspetto per un anno accademico eccezionale.

Ed aggiungo: non abbiamo dubbi con MASSIMO DANZA e ACCADEMIA DELLE ARTI

Il Nuovo Arjuna di Franco Salvatore Grasso

Il Nuovo Arjuna di Franco Salvatore Grasso

Il Nuovo Arjuna di Franco Salvatore Grasso

Franco Salvatore Grasso, autore ormai maturo ed affermato nel panorama della produzione libraria, ha recentemente pubblicato l’ultima sua opera:

Il Nuovo Arjuna di Franco Salvatore Grasso

dal quale sono tratti questi brevi paragrafi.

…”Il mio nome è Siegfried ma appartengo ad una famiglia nobile, quella dei von Hofmannstahl e svolgo la mia carica di capo carro come tenente. Malgrado la mia giovane età ed il mio grado da ufficiale ho un trascorso militare non indifferente, sono numerose infatti le medaglie e le decorazioni di guerra guadagnate nel corso delle campagne che ho sostenuto nei tempi passati”

…“Nel campo avverso c’è mio fratello, i miei cugini, zii ed i nipoti, come si può pensare di combattere per sopprimerli?  Loro sapranno di avere di fronte un parente stretto, un fratello o un cugino. Sarei proprio curioso di sapere con quale coraggio e determinazione loro tenterebbero di farmi del male, o peggio di uccidermi?”

…“Evelyn è il suo nome, una bella ragazza in tutti i sensi, alta e slanciata, un viso pallido con qualche neo e splendidi capelli  di un rosso acceso avvolti a ‘chignon’. Indossa un vestito lungo anch’esso di color rosso con uno spacco laterale che denota una sensualità non indifferente. Un paio di scarpe nere con il tacco alto completano l’abbigliamento pervaso da una forte nota di concupiscenza.”

…“Mi avvicino sempre di più, è proprio stupenda e non posso trattenere alcun segno di turbamento. Mi sento eccitato e la mia passione verso di lei si accresce gradualmente sempre di più.”

…“Il semovente avanza dirigendo il cannone attraverso i sistemi di puntamento a raggi infrarossi verso il bersaglio umano. Lo sento tuonare due volte, la musica s’interrompe, il veicolo avanza, i suoi cingoli schiacciano le sterpaglie circostanti e poi si ode lo strepito della mitraglia e le grida di dolore. Io mi copro le orecchie con le mani ma è un gesto inutile, sono ormai cosciente dell’avvenuta carneficina.”

…“Gli chiedo spiegazioni più chiare sulla retta via dell’azione ovvero sul Karma, quell’impenetrabile legge di causa ed effetto alla quale ogni essere vivente è vincolato.

…”Arjuna me ne espone il significato – “Il principio fondamentale del Karma è che ogni azione, sia essa con prerogativa conforme ai principi morali oppure con tratti caratteristici negativi, acquisisce un particolare esito che non si può evitare. Questa norma si basa sul fatto che ogni individuo raccoglie tutto ciò che ha seminato, nessuno può ereditare un Karma di un’altra persona. Per Karma s’intende il comportamento umano per eccellenza, non può esistere un destino avverso in quanto in un qualsiasi stato di crisi chiunque può esercitare un’influenza decisiva sul proprio fato attraverso un particolare operato in ogni momento.

Il Nuovo Arjuna di Franco Salvatore Grasso

 

Liberamente tratto dall’opera Bhagavadgita è considerato il più sacro ed affermato testo dell’intera tradizione spirituale dell’India classica ed il nostro autore, ben conscio delle possibili difficoltà interpretative, ne ha tratto un’opera gradevole, di facile ed avvincente lettura ed interpretazione.

Ha saputo ricreare con maestria le lacerazioni e le emozioni umane del tenente Siegfried von Hofmannstahl proiettandolo in situazioni di alta tensione e leggiadro abbandono; ogni avvenimento è il preludio di quello successivo fino a giungere all’apice del racconto verso cui ci accompagna la intrigante figura di Melusina.

Il Nuovo Arjuna di Franco Salvatore Grasso

È un libro godibile e scorrevole come tutta la produzione di Franco Salvatore Grasso che, non dimentichiamo, ha già edito:

  • Il Nuovo Faust, presentato con successo alla Fiera del Libro di Francoforte;
  • Seraphitus – Seraphita, con menzione di partecipazione al Premio Letterario Internazionale Città di Como
  • La Porta, vincitore del Premio Speciale del Concorso L’Arte della Parola 2017

a ottobre pubblicherà il nuovo romanzo “L’Anacoreta Misterioso” che si è aggiudicato il 3° posto al Concorso Letterario 2018 indetto dal Teatro Barnum e La Macina.

Tutte le opere si possono richiedere al seguente indirizzo:

lamacinaonlus@gmail.com

direttamente sul sito:

https://www.lamacinamagazine.it/

all’autore oppure in tutte le librerie.

 

Il genio ribelle di Gino de Dominicis

Il genio ribelle di Gino de Dominicis

Il genio ribelle di Gino de Dominicis

In mostra presso il Polo Museale di Arte Contemporanea di Palazzo Belmonte Riso fino al 26 agosto 2018

di Andrea Giostra.

Gino de Dominicis (Ancona, 1° aprile 1947 – Roma, 29 novembre 1998) è stato uno degli artisti italiani più interessanti e geniali del periodo che va dalla fine degli anni Sessanta alla fine degli anni Novanta. Le sue opere sono state riconosciute da tutti i critici come “fuori” dal suo tempo e come arte che ha saputo “anticipare” il futuro.

Di fatto è stato un artista visionario sempre alla ricerca del senso della vita, dell’immortalità fisica in antitesi alla pulsione di morte freudiana sublimata artisticamente con l’immoralità e l’invisibile. Temi questi trattati in modo quasi ossessivo in tutte le sue opere d’arte visiva, ma anche con degli scritti quali le “Lettera sull’immortalità del corpo” del 1966.

Gino de Dominicis non ha mai voluto essere classificato all’interno di una scuola artistica o di una corrente culturale del suo tempo preferendo l’assoluta indipendenza speculativa e intellettuale delle sue creazioni.

Le sue opere hanno sempre innescato scalpore e critiche feroci soprattutto da parte di alcuni intellettuali a lui contemporanei, tra questi anche Pier Paolo Pasolini, ma soprattutto da parte di ortodossi e conservatori critici d’arte del suo tempo dei quali pensava «…che hanno dei complessi di inferiorità rispetto agli artisti. Sono sempre invidiosi. È una cosa che è sempre successa. C’è poco da fare.»  (Intervista a Canale 5 del 1994-95)

Il genio ribelle di Gino de Dominicis

L’installazione che sollevò grande scandalo, e che al contempo lo rese ancora più famoso in tutto il mondo, fu quella presentata alla Biennale di Venezia del 1972: un giovane affetto da sindrome di Down, seduto davanti a un cubo invisibile, che la stampa di allora non ebbe scrupoli a chiamare “Il Mongoloide”; una palla nell’attimo immediatamente prima il suo rimbalzo; una pietra in attesa di generare un moto molecolare che avrebbe dovuto causare un movimento spontaneo della materia.

Lo scandalo e le voci della critica benpensante di allora furono tali che dovette intervenire la magistratura che sequestrò la mostra e denunciò Gino de Dominicis per sottrazione di incapace: “Il Mongoloide” Paolo Rosa.

Per questo motivo Gino de Dominicis subì un successivo processo che lo vide però assolto.

Il genio ribelle di Gino de Dominicis

Le arti visive furono la forma espressiva che predilesse da sempre delle quali, rispetto alle altre forme d’arte, pensava che… «Le arti visive, la pittura, la scultura, l’architettura, sono linguaggi immobili, muti e materiali. Quindi il rapporto degli altri linguaggi con questo è difficile perché sono linguaggi molto diversi tra loro. Per cui c’è questa tendenza… non si capisce… si può capire il motivo perché probabilmente vogliono un po’ sentirsi tutti artisti, pittori, non si sa perché… L’arte visiva è vivente… l’oggetto d’arte visiva. Per cui paradossalmente non avrebbe bisogno neanche di essere visto. Mentre gli altri linguaggi devono essere visti, o sentiti, o ascoltati per esistere. Un’altra cosa nell’arte visiva caratteristica è che non si rivolge in particolare a nessuno spettatore, non c’è una gerarchia di spettatori, ma sono tutti alla stessa distanza dall’opera. Non ci sono gli esperti. Un giudizio di un bambino vale quello di un cosiddetto esperto, per l’artista. Non c’è nessun particolare… Anche perché non esistono gli esperti d’arte. Gli unici esperti, veramente, sono gli artisti. Gli altri percepiscono l’arte, ma non possono essere degli esperti altrimenti la farebbero, la saprebbero fare.» (ibidem).

Il genio ribelle di Gino de Dominicis

E poi, a proposito di creazione e creatività, a proposito di esperti d’arte e critici d’arte, sosteneva la tesi del grande equivoco che era stato creato ad arte dai “non-artisti” che volevano sentirsi “artisti”… ovvero… «Poi c’è l’equivoco tra creazione e creatività. L’artista è un creatore. E non è un creativo. Ci sono persone creative, simpaticissime anche, ma non è la stessa cosa. Comunque, questa cosa qui dei creativi e degli artisti, nasce nella fine egli anni Sessanta dove iniziano i galleristi ad essere creativi, poi arrivano i critici creativi, poi arrivano i direttori dei musei creativi… E quindi è una escalation che poi crea questi equivoci delle Biennali di Venezia che vengono fatte come se fosse un’opera del direttore. Lui si sente artista e fa la sua mostra a tema, invitando gli artisti a illustrare con le loro opere il suo tema, la sua problematica. Questo mi sembra pazzesco.» (ibidem).

Il genio ribelle di Gino de Dominicis

Attraverso la sua produzione artistica, scevra da amplificazione mediatica e pubblicitaria che ha sempre inesorabilmente rifiutato, riesce a ritagliarsi una posizione culturale ed artistica di grande prestigio ma – al contempo – di inscrutabile e carismatico mistero che lo rendono uno dei personaggi dell’arte della seconda metà del secolo scorso più accattivanti e richiesti dalle più prestigiose ed importanti gallerie del mondo.

Il genio ribelle di Gino de Dominicis

La capacità evocativa e di suggestione speculativa e filosofica delle sue opere rimane intatta sino ai nostri tempi. E questa è certamente una qualità proiettiva che solo i grandi artisti hanno saputo raggiungere con la loro arte, tramandandola ai loro posteri.

Ebbene, tutto questo potrà essere vissuto fino al 26 agosto 2018 nella mostra “GDD – GENIO DELLA DIMENSIONE” DI GINO DE DOMINICIS curata da Vittori Sgarbi e allestita a Palermo presso il Polo Museale Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea diretto da Valeria Patrizia Li Vigni.

Il genio ribelle di Gino de Dominicis

“GDD – GENIO DELLA DIMENSIONE” DI GINO DE DOMINICIS

Inaugurazione: giovedì 13 giugno 2018, ore 19:00

Visitabile fino al 26 agosto 2018, ore 19:30

martedì, mercoledì, domenica | 10.00 – 19.30

giovedì, venerdì, sabato | 10.00 – 23.30

lunedì chiuso, eccetto i festivi.

https://www.poloartecontemporanea.it/event/gdd-genio-della-dimensione-di-gino-de-dominicis/

Palazzo Belmonte Riso | Polo Museale regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo

Corso Vittorio Emanuele n. 365 – 90134 Palermo

+39 091 587 717

poloartemoderna.pa@regione.sicilia.it

https://www.poloartecontemporanea.it/

Gino De Dominicis

https://it.wikipedia.org/wiki/Gino_De_Dominicis

http://www.artribune.com/television/2016/11/video-de-dominicis-fabio-sargentini-forziere-roma/

https://vimeo.com/205864164

Andrea Giostra

https://andreagiostrafilm.blogspot.it

https://business.facebook.com/AndreaGiostraFilm/

 

Il genio ribelle di Gino de Dominicis

 

L’Arte di parlare in pubblico

L’Arte di parlare in pubblico

L’Arte di parlare in pubblico

L’importanza della comunicazione per rapportarsi con il mondo che ci circonda è sottolineata sin dai tempi più antichi; dai linguaggi gutturali che hanno caratterizzato il primordiale dialogo tra esseri umani siamo giunti al raffinato sistema comunicativo dei nostri giorni.

Questa fondamentale evoluzione è stata accompagnata ed esaltata da studi, esperienze, analisi condotte dai “padri” del dialogo che hanno attribuito alla “comunicazione efficace” un valore senza pari.

Tra i più grandi esempi dell’arte oratoria non possiamo non citare Cicerone a cui abbiamo dedicato un precedente nostro servizio:

https://www.lamacinamagazine.it/cicerone-la-giusta-dizione/

Fatta questa breve introduzione veniamo ad illustrare l’importante e qualificata iniziativa promossa e curata da Valentina Lo Surdo che unisce, tra le sue molteplici competenze, la conduzione di programmi radiotelevisivi, la pratica giornalistica, la metodologia dei più affermati Trainer internazionali, la musicalità del suo essere musicista e la passione per i diversi stili di comunicazione appresi nei suoi numerosi reportage in molti paesi del mondo.

L’Arte di parlare in pubblico

E’ una apprezzata professionista con oltre 20 anni di esperienza “sul campo” ed è una tra le più creative ed apprezzate formatrici nel panorama italiano.

L’Arte di parlare in pubblico

E’ un corso dedicato a tutti coloro che si trovano a parlare in pubblico, nel lavoro quotidiano, in una platea, in una classe, con la clientela, consapevoli che la corretta interazione sia lo strumento capace non solo di trasmettere una informazione ma, soprattutto, di trasformarne la percezione, l’effetto, il risultato attraverso le modalità con cui il messaggio viene detto, espresso, pronunciato.

E’ la perfetta simbiosi tra il contatto con le parole, con la voce e attraverso il linguaggio del corpo.

Ognuno deve trovare quella corda di autenticità capace di trasmettere al cuore dei propri interlocutori un’emozione in sintonia con gli stessi.

L’Arte di parlare in pubblico

Il corso prevede i seguenti argomenti:

  • Come trovare la propria voce ideale per suscitare empatia, fiducia, autorevolezza, interesse e piacevolezza;
  • Come catturare l’attenzione di chi è distratto;
  • Come padroneggiare i fondamenti del linguaggio del corpo per suscitare rilassatezza, accoglienza ed il giusto carisma;
  • Come utilizzare il vocabolario delle parole ottimali per risultare chiari e precisi, riscuotere apprezzamento, donare incoraggiamento, concentrazione e fiducia;
  • Come decodificare i segnalatori fondamentali del rapporto;
  • Come apprendere le mnemotecniche più efficaci per facilitare la memorizzazione di un discorso ideale;
  • Come applicare una speciale tecnica antistress per gestire con serenità l’impatto con il pubblico;
  • Ed infine come scoprire il metodo dei “4 personaggi” (basato sull’approfondimento psicologico o psicotecnico) per costruire un eccellente dialogo di un solo minuto.

L’Arte di parlare in pubblico

L’evento è patrocinato dal Comune di Arcidosso e si svolge dal 20 al 22 luglio in Località Merigar

 Orario:

inizia il venerdì alle 16 e finisce la domenica alle 13

Costo:

170 euro

 Per informazioni e iscrizioni:

tel 0564 966837

email office@dzogchen.it

Web Site https://www.dzogchen.it/it/

 Come arrivare: https://www.dzogchen.it/it/per-arrivare/

Dove alloggiare: https://www.dzogchen.it/it/accomodations/

 Ufficio Stampa

Alma Daddario & Nicoletta Chiorri

347 2101290 – 338 4030991

segreteria@eventsandevents.it

 

L’Arte di parlare in pubblico…non semplici parole.