L’Inps rende noto che è ufficialmente operativa l’indennità di disoccupazione per i co co co, cioè per coloro che hanno un contratto di lavoro come collaboratore coordinato continuativo o come collaboratore a progetto, come espresso nel decreto legislativo n. 22 del 2015. L’indennità prevista dal Job act renziano in via sperimentale è stata quindi formalizzata e istituzionalizzata dall’ente della previdenza sociale.
Disoccupazione Co.co.co Inps
L’inps formalizza l’indennità di disoccupazione per i Co.co.co., che prende il nome di DIS-Coll, con la circolare n.83 del 27 aprile scorso, che elenca i requisiti per potervi accedere. Tali requisiti sono i seguenti:
- Essere disoccupati
- Avere almeno tre mesi di contributi nell’anno precedente in cui si è perso il lavoro
- Aver percepito un compenso pari almeno alla metà di 1295,66 euro
È obbligatorio, da parte del lavoratore, per dimostrare lo status di disoccupazione secondo l’articolo 2, comma 1 del decreto legislativo 181 del 2000, iscriversi alle liste del centro per l’impiego, dando disponibilità a corsi di aggiornamento e a eventuali offerte di lavoro.
Dopo la notifica al centro per l’impiego la domanda di disoccupazione deve essere presentata o per via telematica direttamente dal sito dell’Inps attraverso il Pin dispositivo, o in alternativa si può compilare la richiesta direttamente dal proprio ufficio Inps di competenza.
Disoccupazione Co.co.co. patronato
In alternativa, se non ci si vuole perdere tra i meandri degli uffici territoriali Inps, notoriamente molto affollati, si può inoltrare la domanda per la disoccupazione da un patronato. Questi uffici sono infatti in grado di collegarsi direttamente con l’Inps e quindi possono inoltrare qualsiasi tipo di richiesta all’Ente di Previdenza Sociale Nazionale.
Grazie a questa riforma del lavoro, anche chi lavora come collaboratore a progetto potrà contare sul sussidio di disoccupazione e quindi su un introito certo per alcuni mesi dopo la cessazione del rapporto di lavoro. Naturalmente si tratta di una piccola vittoria per il mondo del precariato formato da milioni e milioni di individui che dopo diversi anni di lavoro sottopagato non riescono a raggiungere l’oasi felice che meritano, ma chissà, forse è un primo passo del Governo Renzi per ridare un futuro ai lavoratori del nostro Bel Paese.