I ciliegi di Federico II di Prussia rappresentano la tesi di laurea, poi pubblicata dalla casa editrice GB EditoriA, del dott. Matteo Liberti, giornalista per Focus Storia e direttore del periodico InStoria – quaderni di percorsi storici.
Il tema affrontato dall’autore, apparentemente irrisorio e banale, è di grande rilevanza, e getta una nuova luce storica sul re di Prussia Federico il Grande che non tutti conoscono, un lato umano e iracondo di un uomo definito tra i più illuminati d’Europa, nonché il rapporto che intercorre tra la fauna e la flora, relazione che non sempre si prende in considerazione, specialmente in questi ultimi decenni, e che causa a volte dei seri problemi agricoli all’ecosistema.
Federico II di Prussia e l’amore per le ciliege
Quello che le persone comuni non sanno del grande Federico di Prussia è che era ghiotto, anzi ghiottissimo, di ciliegie tanto che arrivò a decretare lo sterminio di tutti i passeri di Prussia, rei di essere, tra la fauna locale, i più pericolosi nemici degli alberi di ciliege, frutto che sia i passeri che il sovrano adoravano.
Spinti dallo zelo e da una sorta di venerazione verso Federico, gli incaricati di tale strage in soli tre anni sterminarono tutti i passeri, tanto che non ve n’era più nessuno in tutto il regno. Quella che poteva sembrare una grande vittoria dell’ingegnoso sovrano si trasformò in una terribile sconfitta, in quanto non solo i passeri erano ghiotti di ciliege, bensì anche gli insetti, che senza i passeri come avversari si moltiplicarono a dismisura distruggendo raccolti su raccolti.
Il lavoro di Matteo Liberti ospita anche l’intervento dello zoologo Bruno Cignini che spiega come in un ecosistema tutto è costruito in modo tale da mantenere l’equilibrio, come viene dimostrato dalla nefasta decisione dello sterminio dei passeri che decretò infatti la crescita di insetti molto più voraci e dannosi.
Il libro si può acquistare direttamente sul sito web della casa editrice GB EditoriA o attraverso il canale telematico della libreria ibs.