Altro triste primato per la nostra povera Italia, che si vede affibbiata la maglia nera dell’impunità iva dalla commissione dell’Unione Europea. L’organo comunitario ha infatti stimato che al gettito fiscale del nostro paese relativo all’anno 2013 manchi un terzo dell’importo che sarebbe dovuto derivare dall’imposta sul valore aggiunto, per l’appunto l’iva, pari a un valore di ben 47,5 miliardi di Euro. A livello statistico si è passati da un evasione del 32 a una del 33,6%.
I dati sono alquanto preoccupanti e non fanno di certo fare bella figura all’Italia, che nonostante i buoni propositi del Premier Renzi, continua a navigare in acque burrascose. Se si pensa che l’evasione iva dell’intera Unione Europea è di circa 168 miliardi di euro, ed è statisticamente parlando del 15,2%, ben si capisce quanto sia elevata l’evasione in Italia, che in pratica da sola raggiunge quasi un terzo dell’evasione dell’intera Unione.
Impunità iva e leggi italiane
Una delle cause riscontrate dalla commissione europea riguardo questo problema in Italia si trova nella giurisprudenza, ovvero nella prescrizione dei reati di regime fiscale e nella troppa clemenza nelle pene, che spingono le aziende a ‘rischiare’. Essendo i reati prescritti in tempi brevi, gli imprenditori spesso decidono di non curarsi troppo del regime fiscale sperando di non essere scoperti nell’arco di tempo in cui il reato è da considerarsi attivo.
In virtù di questo l’organo esecutivo dell’Unione ha richiamato l’Italia al rispetto dell’articolo 325 del trattato sul funzionamento dell’UE, che obbliga tutti gli stati membri a coordinare l’azione per tutelare l’Unione da frodi di qualsiasi genere. Tra queste ‘frodi’ rientrerebbe anche l’evasione iva, che dovrà essere ben rivista dal legislatore italiano, che ormai deve attenersi anche alle direttive che provengono dagli organi sovranazionali di cui il nostro Paese fa parte.