Mirko Forcina, cannoniere ambitissimo in Eccellenza, smette di giocare per colpa del vincolo. La notizia è di pochi giorni fa e come un tuono scuote l’ambiente calcistico circostante, anche perché la questione del vincolo è un tema che rimane sempre ben aperto e che fa discutere. Ma cos’è il vincolo? Perché questo porta molti giocatori di Eccellenza o Promozione a smettere di giocare?
Smettere di giocare per colpa del vincolo
Sostanzialmente il vincolo lega un calciatore a una società per un determinato periodo di tempo. Due, tre, quattro anni. Dipende. Dipende da quanto una società è legata a un suo tesserato e, nello specifico, a quanto vuole monetizzare con la sua vendita. Il calcio regionale, di basso profilo, è legato a questo tipo di situazioni indissolubilmente. A volte, però, il vincolo costringe molti calciatori a smettere di giocare.
Lo stesso è accaduto a Mirko Forcina. L’attaccante era legato alla società Albalonga da un vincolo biennale ma da qualche tempo a questa parte aveva deciso di cambiare aria. Nulla di personale, semplicemente il giovane attaccante venticinquenne aveva deciso di cambiare aria e di provare nuove esperienze. Tutto assolutamente lecito. Non avrebbe mai pensato, però, che il vincolo lo avrebbe portato a smettere di giocare.
Il Fiumicino voleva acquisire il cartellino di Mirko Forcina e, per farlo, aveva anche offerto al calciatore un lavoro a tempo indeterminato presso l’aeroporto. Il che, con una moglie e un figlio a carico, vuol dire molto. L’Albalonga, però è stato irremovibile nel rifiutare la proposta e come, risultato, Mirko Forcina ha dovuto smettere di giocare. Cose che accadono, purtroppo.