IL FUMETTO ITALIANO

Questa è una notizia che sicuramente farà felici i bambini ma anche gli adulti in quanto ex bambini che, all’epoca, erano estasiati dalle “strisce” colorate ed in bianco e nero del Fumetto Italiano.

Dal 27 febbraio al 24 aprile 2016, infatti, “Il Fumetto Italiano” sarà protagonista di una grande mostra ospitata nelle sale del Museo di Roma in Trastevere, promossa da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali.

“Fumetto italiano. Cinquant’anni di romanzi disegnati” è una panoramica esaustiva sull’arte del fumetto che si è posta lo scopo di portare all’attenzione del pubblico le opere che, per la loro veste editoriale, per i molteplici generi, per la qualità testuale e per l’eccellente qualità dei disegni possono ben definirsi “romanzi grafici”.

Il panorama di “Il Fumetto Italiano” , ha inizio nel 1967 data in cui iniziò la pubblicazione di “Una Ballata del Mare Salato” del grande Hugo Pratt  e del suo personaggio simbolo “Corto Maltese”.

La galleria è composta da quaranta romanzi grafici scritti e disegnati da altrettanti autori; potremo così ammirare gli straordinari lavori tra cui “Sheraz-De” di Sergio Toppi, “Le Straordinarie avventure di Pentothal” di Andrea Pazienza, “Fuochi” di Lorenzo Mattotti, “Max Fridman” di Vittorio Giardino, “Cinquemila chilometri al secondo” di Manuele Fior, “Dimentica il mio nome” di Zerocalcare.

Potremo entusiasmarci di fronte a circa trecento tavole originali di romanzi a fumetti scritti e disegnati da grandi autori: da Hugo Pratt a Altan, da Carlo Ambrosini a Guido Crepax, da Zerocalcare a Gabriella Giandelli e a molti – ma veramente molti –  altri artisti che per ragioni di spazio non possiamo elencare. Ce ne scusiamo.

 I generi narrativi sono molti e diversi tra loro; troveremo infatti romanzi d’azione, romanzi psicologici, romanzi biografici o storici, romanzi satirici e romanzi tratti da classici della letteratura.  E’ un lungo racconto che si snoda attraverso immagini e parole fuse tra loro nel linguaggio universale ed immediato delle vignette.

Visitando la mostra “Il Fumetto Italiano” potremo rivivere la nostra gioventù e riscoprire un mondo di Maestri e personaggi unici che ci hanno accompagnato nella crescita e potremo ammirare i Maestri ed i personaggi del fumetto di oggi.

Cosa dire?

Facciamo un regalo ai nostri bambini.

 

Il Fumetto italiano. Cinquant’anni di romanzi disegnati” è promosso da Roma Capitale – Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali,

Museo di Roma in Trastevere – Piazza S. Egidio, 1B – Roma

Dal 27 febbraio al 24 aprile 2016

Orari: da martedì a domenica 10.00 – 20.00 (la biglietteria chiude alle 19.00) Lunedì chiuso

Biglietti

non residenti: intero: € 6,00 ; ridotto: € 5,00 residenti: intero: € 5,00 ; ridotto: € 4,00

gratuito per le categorie previste dalla tariffazione vigente

Informazioni

www.romanzidisegnati.it; www.museodiromaintrastevere.it; tel. 060608 (tutti i giorni ore 9.00-21.00)

 

Oscar 2016: premiati Morricone e Di Caprio

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Leonardo Di Caprio vince l’Oscar 2016 come Miglior attore protagonista, grazie alla sua intensa interpretazione in “The Revenant”, il film di Alejandro González Iñárritu, a sua volta premiato come Miglior regista. Fa dunque il bis il regista messicano, che nel 2014 aveva conquistato la preziosa statuetta grazie al film “Birdman”.

A una settimana circa dalla serata di premiazione Di Caprio era dato, dai bookmakers, a 1,02: un Oscar sicuro, insomma. Ma la beffa è dietro l’angolo, insegna la storia degli Oscar, e ancora di più, l’esperienza dello stesso Di Caprio, arrivato ad un passo dall’agognata statuetta più di una volta.

Questa era la quinta nomination per l’attore 41enne, che ha fatto tanta strada da quando, ragazzino, esordì nell’indimenticabile e pluripremiato “Titanic”. Sembrava che una maledizione si fosse abbattuta su di lui, tanto da diventare negli anni oggetto di affettuoso scherno sui social network. Nei giorni scorsi erano circolate parodie di ogni tipo, in attesa del fatidico verdetto.

L’ambito riconoscimento arriva dopo la mancata vittoria nel 1994 (con “Buon compleanno Mr Grape”), nel  2005 (con “The Aviator”), nel 2007 (con “Blood Diamond”), nel  2014 (con la magistrale, eppure non abbastanza, interpretazione in “The wolf of Wall Street”).

Per Iñárritu, Leonardo Di Caprio  ha vestito i panni del cacciatore di pelli Hugh Glass: un ruolo che ha richiesto notevole studio ed impegno, sforzi fisici al limite della sopportazione umana. Ha recitato con la febbre alta, ha sfidato le bassissime temperature dei luoghi delle riprese (fino a 40 gradi sotto zero), ha portato la barba lunga ed incolta per mesi: una dedizione estrema, la sua, che ha trovato il giusto riconoscimento.

Emozionatissima, al momento della consegna del premio, l’amica di sempre, colei con cui Di Caprio condivide, nel vero senso della parola, i suoi esordi cinematografici: l’attrice, anche lei premio Oscar e anche lei nel cast di “Titanic” come protagonista, Kate Winslett.

La concorrenza quest’anno era spietata, ma forse nemmeno troppo. In nomination con lui anche Eddie Redmayne, per la sua toccante interpretazione nel film “The danish girl”: l’attore, però, ha (meritatamente) vinto l’Oscar proprio lo scorso anno, quando ha vestito i panni di Stephen Hawking, in “La teoria del tutto”.

Premio annunciato anche quello di Ennio Morricone, vanto italiano nel mondo: nella sua sfolgorante carriera il maestro non era ancora riuscito a vincere l’Oscar, eccezion fatta per quello alla carriera nel 2007. Carriera, la sua, costellata di riconoscimenti, grandi successi, collaborazioni di ogni tipo. L’ultima, quella decisiva, con Quentin Tarantino: la colonna sonora scritta per lui, per il suo “The Hateful Eight”, lo ha portato all’ambito riconoscimento, all’età di 84 anni. Anche Morricone aveva più volte schivato di pochissimo la vittoria agli Oscar: cinque, le nomination non andate a buon fine.

“Non c’è musica importante se non c’è un grande film che la ispiri, ringrazio quindi Quentin Tarantino per avermi scelto e il produttore Harvey Weinstein e tutta la troupe del film. Dedico questa musica e questa vittoria a mia moglie Maria”, ha detto commosso il maestro sul palco.

 Gli altri premi

Alicia Wikander si è aggiudicata il premio come Miglior attrice non protagonista, Mark Rylance quello come Miglior attore non protagonista. Il Premio Oscar 2016 per il Miglior film è andato a “Spotlight”, a “Inside Out” quello per la categoria lungometraggio animato. Il miglior film straniero è stato, quest’anno, ungherese: “Il figlio di Saul”. Impossibile non tornare con la memoria a due anni fa, quando quel premio fu ritirato  da Paolo Sorrentino per “La grande bellezza”.

Isabel Russinova: un evento teatrale per il sociale

evento teatrale

Una storia di solidarietà femminile è quella che andrà in scena in prima nazionale domani 1 marzo al teatro Palladium di Roma. A raccontarla Isabel Russinova che, per la regia di Rodolfo Martinelli Carraresi, con il patrocino di Amnesty International e la collaborazione dell’Università Roma Tre, vestirà i panni di Safa, una donna a cui il destino crudele e soprattutto la guerra hanno tolto non solo i propri cari ma anche il futuro.

Evento RussinovaEppure Safa è più forte e il motivo per continuare a lottare lo trova di nuovo: si chiama Awa, una bambina di 10 anni che la famiglia, costretta dai debiti, ha dovuto concedere in moglie ad un uomo molto più grande di lei. Una triste sorte che la accomuna a quella di migliaia di bambine che hanno la sfortuna di nascere in paesi dove la guerra esaspera ogni condizione e che non si ferma nemmeno davanti alla violenza e alle torture del singolo; la tragedia continua nelle mani dei soldati Daesh che, una volta comprata, la trasformano in una loro schiava, trattamento che riservano a tutte le donne catturate ed imprigionate per volere dell’Is. È qui che Safa e Awa si incontrano e che la donna decide di accogliere la piccola nel suo cuore come una figlia. Insieme cercheranno una via d’uscita.

Un evento teatrale, il racconto di due drammatiche esistenze a doloroso esempio di quella che ancora oggi è la condizione della donna tra le popolazioni martoriate dal conflitto mediorientale e a favore della quale Amnesty International ha lanciato la campagna “Mai più spose bambine”. Per promuoverla, all’inizio e alla fine della rappresentazione, gli attivisti di questa organizzazione saranno presenti con uno stand informativo dove sarà possibile firmare l’appello indirizzato al Governo del Burkina Faso per combattere questo turpe fenomeno.

Teatro Palladium
Piazza Bartolomeo Romano, 8
Martedì 1 marzo, ore 20.30

Info e prenotazioni
Tel.: 06 976 02968
Mail: info@mentiassociate.it

Ufficio Stampa
Alma Daddario & Nicoletta Chiorri
Tel.: 347 2101290 – 338 4030991
Mail: segreteria@eventsandevents.it

Radio Deejay: la festa al Palalottomatica

radio deejay

Radio Deejay è una delle radio più ascoltate d’Italia, un’emittente la cui storia è costellata di grandi successi, grandi speaker professionisti che ne hanno sancito la grandezza, programmi inconfondibili. Una storia lunga 34 anni, iniziata con Claudio Cecchetto e proseguita con Linus.

E come fu per i 30, anche i 34 anni di Radio Deejay sono stati festeggiati in grande, stavolta non a Milano ma al Palalottomatica di Roma ieri, 25 febbraio, in presenza di grandi star del mondo della musica e di tutte le voci on air quotidianamente, quelle voci che fanno garantire a Radio Deejay circa 4 milioni e mezzo di ascolti al giorno.

C’erano tutti al One Love Un Amor 2016: Linus e Albertino ovviamente, e poi Nicola Savino, la Pina e Diego, il Trio Medusa, dj Angelo, Fabio Volo, Andrea e Michele: sono stati loro a intrattenere durante le 3 ore di festa, alternandosi al microfono e presentando, di volta in volta, i grandissimi ospiti della serata. A fine serata sono poi saliti sul palco anche tutti gli altri: Laura Antonini, Marisa, Ivan Zazzaroni, Rudy Zerbi

Ad infiammare il pubblico (10 mila persone) con le loro esibizioni ci hanno pensato tanti artisti amici di Radio Deejay: Negramaro, Laura Pausini (che si è anche messa in gioco con la Pina e Diego, dimostrando la sua simpatia oltre che grande professionalità e talento), Marco Mengoni Elisa (in apertura di show hanno omaggiato insieme il Duca Bianco David Bowie cantando sulle note di Starman).

E ancora l’energia di Ensi, Fedez, J-Ax ed Emis Killa, Max Pezzali (che ha portato tutti indietro nel tempo con l’indimenticabile Sei un mito),  Maitre GimsSofi Tukker e la giovanissima e visibilmente emozionata Jasmine Thompson (è sua la canzone Rather be, colonna sonora del romantico spot di Radio Deejay ancora in onda sulle reti televisive).

https://www.youtube.com/watch?v=zsqMhYWp9pg

Tre ore di spettacolo ininterrotto, di energia pura: si è ballato, si è cantato a squarciagola, ci si è emozionati. Ed il primo, ad essere commosso dall’affetto dimostrato è stato proprio Linus, al timone di Radio Deejay dal 1994, che sul suo blog ha commentato, a mente fresca:

Ieri sera mi sono sentito un po’ paterno. Per una volta però non nel senso anagrafico. È quando ti diverti attraverso il piacere degli altri. Quando puoi stare un passo indietro e vedere che la festa che hai organizzato è venuta bene, i bambini giocano, ridono, si divertono fino a stancarsi. È il piacere di fare un regalo e leggere la sorpresa negli occhi chi lo scarta. È stata una bella serata, per chi ci ascolta, per chi ci lavora e per chi ci ha lavorato. Le immagini tenteranno di raccontarlo ma la Grande Bellezza sarà solo negli occhi di chi c’era.

Era il 1982 quando nelle frequenze radiofoniche iniziò a risuonare l’ormai famoso “One nation one station”, quel claim destinato ad entrare nelle orecchie di milioni di ascoltatori ogni giorno e urlato più volte nel corso della serata. Da allora la fama di Radio Deejay si è consolidata nel tempo, la lungimiranza di Linus e la sua grande competenza ne hanno fatto un’emittente sempre al passo con i tempi, capace di parlare a giovani e di mantenere “fedeli” gli ascoltatori di vecchia data.

I RAGAZZI LEGGONO?

Questa è la domanda che molto spesso ci rivolgiamo: I ragazzi leggono?

Come mai i nostri ragazzi leggono molto meno rispetto agli anni passati?

Certamente il trend negativo è in parte dovuto al costante calo demografico ed al conseguente minore ingresso dei “lettori” nella c.d. fascia di apprendimento della lettura ma, tuttavia, questa prima considerazione non è l’unica motivazione.

Scorrendo il panorama editoriale si riscontra un sostanziale calo dei titoli di narrativa destinati ai ragazzi pur avendo registrato, nel 2014/2015, l’esplosione di titoli che vanno da “Violetta” a “Peppa Pig” fino a “”Hunger Games” ma questo fenomeno, a nostro modesto avviso, è in gran parte dovuto al massiccio “battage” pubblicitario accompagnato da altrettanto massicci eventi TV.

L’ultimo libro di narrativa classica che scalò le vette delle classifiche fu “Harry Potter” della scrittrice britannica J.K.Rowling e, più recentemente,  “After” della scrittrice statunitense Anna Todd.

Tra gli altri autori di successo non possiamo dimenticare John Green e Jamie Mc Guire che sono riusciti ad appassionare i teen ager di mezzo mondo; speriamo non sia solo un momentaneo avvicinamento dei giovani al mondo del libro.

D’altronde, ed ormai è una realtà inoppugnabile, il più potente “competitor” dell’editoria tradizionale è il mondo digitale ed è con questo mondo che l’intero comparto dell’editoria si deve confrontare.

Ormai i nostri ragazzi interagiscono in maniera assoluta in questo mondo (digitale) prima inesistente ma che li rappresenta e rappresenta lo sviluppo del loro orizzonte.

E’ un mondo veloce, immediato, interattivo, anche creativo ma, per contro, sottrae tempo prezioso alla lettura “tradizionale”.

Un po’ come accade anche agli adulti perennemente impegnati sui vari Social.

Forse gli editori hanno supinamente assecondato questa nuova tendenza pubblicando anche libri-gioco che, nella realtà, avevano poco di libri e molto di gioco; questione di nuove tendenze culturali o difesa del fatturato?

Ci rivolgiamo nuovamente la domanda: I ragazzi leggono?

Nell’attuale realtà mediatica la risposta appare negativa.

I ragazzi, che saranno uomini in futuro, dovrebbero avere il loro quotidiano spazio dedicato alla narrativa.

Quale è il ruolo della scuola e dei genitori?

I ragazzi di oggi saranno i lettori di domani e dovrebbero essere quindi “avvolti” dal piacere della lettura che viene trasmesso loro dall’ambiente familiare e dalla scuola.

Se a casa i ragazzi trovano dei libri, se i genitori sono essi stessi dei lettori si crea il benefico effetto del “virus della lettura”; mancando ciò il luogo deputato è la scuola che- purtroppo – non è sempre in grado di promuovere la lettura tra i ragazzi; questo importante compito è spesso affidata alla buona volontà ed allo spirito di dedizione degli insegnanti.

Un plauso particolare merita il meritorio ed ambizioso progetto di lettura , commento e discussione con gli autori, che si svolge all’interno dei plessi scolastici, dal titolo “Libriamoci a scuola” promosso dal MIBACT .

Anche i Social Network potrebbero aiutare la diffusione della cultura del leggere creando comunità, presentando la lettura come un gioco, mettendo in contatto i ragazzi con gli autori attraverso un blog interattivo ecc.

Altro aspetto importante che influisce sull’aumento o sulla diminuzione dei ragazzi lettori è determinato anche dalle politiche sociali e culturali che il Paese si dà; sia i ragazzi che gli adulti leggono in base alla qualità delle proposte culturali a loro dedicate.

Non possiamo frettolosamente affermare “i giovani non leggono” quando gli adulti leggono ancora meno negando così – nella sostanza – il valore che merita l’esercizio della lettura.

La politica culturale deve essere di qualità, diffusa e condivisa, deve infiltrarsi con pazienza e lungimiranza in tutti gli strati sociali, costantemente.

Solo così, con una offerta di proposte qualitativamente eccellenti, presentate con serietà e passione e principalmente seguite nel tempo, potremo contare nel futuro su una società migliore.

Allora ci riproporremo la domanda: I ragazzi leggono?

Con orgoglio diremo Si.