Maximilian Tour di Max Gazzè arriva in Europa

max gazzè

Maximilian è il titolo del nuovo album di Max Gazzè, pubblicato lo scorso 30 ottobre a due anni di distanza da Sotto casa: il disco dà il nome anche al relativo tour, che visto il successo che sta avendo in Italia verrà portato anche nelle principali città europee.

Maximilian è stato anticipato dal singolo La vita com’è: il brano rimbalza da settimane in tutte le radio nazionali, è stato anche certificato disco di platino e ha superato 15 milioni di visualizzazioni su Youtube e i 2 milioni di streaming su Spotify.

“Guarda me, prendo tutta la vita com’è. Non la faccio finita ma incrocio le dita e mi bevo un caffè”

canta Gazzè in questo brano che vuole essere un inno alla spensieratezza, al non prendersi troppo sul serio e al non complicarsi inutilmente le giornate. Dunque: l’imperativo categorico è liberare la mente e non affollarla di tristi pensieri e inutili sofferenze. Bisogna prendersi cura di se stessi e non lasciarsi sopraffare dal dolore: anche un piccolo gesto o un pensiero leggero possono aiutare.

Il Maximilian Tour è partito da Bologna e si è poi spostato a Milano, Venaria Reale, Roma; proseguirà a Firenze (Obihall, 25 e 26 Febbraio), Brescia (Pala Banco, 5 Marzo), Riva del Garda, (Pala Meeting, 12 Marzo), Cerea, (Area Exp Cerea, 19 Marzo), Padova (Palageox, 25 Marzo), Foligno PG (Pala Paternesi, 1 Aprile), Rimini (Velvet Club, 2 Aprile), Reggio Emilia (Palazzo dello Sport Bigi, 8 Aprile).

Il cantautore fino ad ora ha collezionato solo sold out. Reduce da una tournée a tre, insieme a Niccolò Fabi e Daniele Silvestri, a cui è legato da un’amicizia lunga una vita, ancor prima che dalla stima professionale, è tornato ad esibirsi da solista a venti anni dal suo album d’esordio.

Era il 1996 quando uscì Contro un’onda del mare, imponendosi col suo talento, le suo sonorità, i suoi testi a volte complessi e astratti altre volte leggeri e giocosi, ma sempre curati in ogni dettaglio. Come quelli di Maximilian.

Questa la tracklist:

  1. Mille volte ancora
  2. Un uomo diverso
  3. Sul fiume
  4. La vita com’è
  5. Nulla
  6. Ti sembra normale
  7. Dsordine d’aprile
  8. In breve
  9. Teresa
  10. Verso un altro immenso cielo

Le date del Maximilian European Tour

 Per festeggiare degnamente i suoi venti anni di carriera Max Gazzè porterà il suo Maximilian Tour anche in Europa e per l’occasione si chiamerà Maximilian European Tour. Toccherà il Teatro Barceló di Madrid (5 maggio), la Sala Bikini di Barcellona (7 maggio), La Bellevilloise di Parigi (9 maggio), l’Heaven di Londra (10 maggio), l’Opium di Dublino (11 maggio), il VK Concerts di Bruxelles (13 maggio), il Sugar Factory di Amsterdam (14 maggio), il Rockhal di Lussemburgo (15 maggio), il Club Bahnhof Ehrenfeld di Colonia (16 maggio), lo Stage Club di Amburgo (17 maggio), il Frannz Club di Berlino (18 maggio), il ‎Freiheiz di Monaco di Baviera (19 maggio), il Cann di Stoccarda (20 maggio) e il Plaza Klub di Zurigo (21 maggio).

Umberto Eco: morto il grande scrittore

umberto eco

Umberto Eco è morto ieri sera, intorno alle 22.30, nella sua abitazione di Milano: aveva 84 anni. Uomo di immensa cultura, esperto comunicatore, dedito allo studio per tutta la sua vita, instancabile osservatore: era capace di guardare al futuro con la stessa abilità con cui analizzava il presente.

Scrittore, semiologo, filosofo, giornalista, Umberto Eco nella sua vita si è occupato instancabilmente di cultura a 360°, riuscendo a conferire uguale dignità e acume a discorsi su ogni tipologia di tematica. Con disinvoltura e profondità si è occupato di Mike Bongiorno e Tommaso d’Aquino, di letteratura per l’infanzia e politica, di televisione e arte.

Non a caso è uno degli intellettuali italiani più conosciuti e apprezzati nel mondo. La notizia della sua morte ha fatto il giro dei giornali esteri in breve tempo: il New York Times lo ricorda come “un accademico da best seller che navigava in due mondi”, il Guardian lo descrive come “scrittore di best seller e gigante della filosofia”, l’indiano Hindustan Times ne parla come “l’autore che ha incuriosito, fatto scervellare e deliziato i lettori di tutto il mondo”.

Il nome della rosa è probabilmente l’opera di Umbero Eco più conosciuta: con questo romanzo esordì nella narrativa nel 1980 riscontrando un ampio successo di pubblico e critica. Ad oggi è un best seller tradotto in 47 lingue che ha venduto oltre trenta milioni di copie.

Il suo contributo alla cultura italiana è prezioso e irripetibile, perché acuto e appassionato: una mente sempre in fermento, in perenne bisogno di conoscere. Non a caso era un instancabile lettore, convinto che la cultura fosse strumento essenziale per capire il mondo e salvarlo.

Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare da un umanista così erudito e colto, Umberto Eco si era occupato di comunicazione, televisione e social media, comprendendone il potere e l’attualità: le sue idee in merito a Internet erano state anche criticate, perché sicuramente molto dure.

“I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel […] La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità”.

Umberto Eco ricordato affettuosamente in rete

E a proposito di social network: immancabilmente la rete si è subito mossa per ricordare il professore, il cui nome è in cima alle tendenze del momento. Tanti i messaggi di cordoglio su Facebook e Twitter, da parte di esponenti della politica italiana, celebrità del mondo dello spettacolo e tante persone comuni, che grazie a Umberto Eco si sono emozionate, hanno riflettuto, hanno imparato, hanno partorito idee, hanno stimolato la loro curiosità e voglia di sapere. E non c’è lascito più importante.

Acrobati: Daniele Silvestri presenta il nuovo album

acrobati

Daniele Silvestri ha definito il suo ultimo album “la cosa più bella che ho fatto”: si intitola Acrobati e sarà presto oggetto di un tour in-store di promozione che partirà da Roma.

Acrobati d è il dodicesimo album del cantautore romano, reduce da una lunga serie di concerti in Italia ed Europa in cui si è esibito con i colleghi e amici Niccolò Fabi e Max Gazzè.

Ora Silvestri torna a dedicarsi alla sua carriera da solista, con nuovo album, nuovi live e un tour in-store per promuovere entrambi, che partirà da Roma, presso la Feltrinelli di Via Appia il 28 febbraio alle ore 17:00.

Acrobati, che uscirà il 26 febbraio 2016 per Sony Music, è costituito da 18 tracce per una durata totale pari a 74 minuti. Il singolo che lo anticipa si intitola Quali alibi, il cui video su Youtube ha già superato le 500 mila visualizzazioni.

La realizzazione dell’album ha coinvolto più di quindici musicisti e contiene alcuni featuring d’eccezione: con Caparezza, Diodato, Dellera, Diego Mancino e Funky Pusherz. Nello svelare piano piano i dettagli sul suo lavoro, Silvestri ha lasciato intuire che i brani si diversificheranno molto tra di loro sia in merito alle sonorità che alle tematiche. D’altronde lui non si è mai tirato indietro dinanzi alle sperimentazioni musicali e alle varietà stilistiche.

Amore, impegno politico, attualità, società, amicizia, ironia: Silvestri ci ha abituati a mondi variegati, a sfumature infinite di significati. E la copertina di Acrobati forse vuole dirci (anche) questo: siamo in bilico sul mondo, in bilico sulla verità, in bilico nei nostri rapporti umani. La vita è un’acrobazia, ma nel nostro camminare come equilibristi sui fili tesi della vita, non siamo soli. E soprattutto, non possiamo fare a meno di rivolgere i nasi all’insù per guardare i nostri sogni, portando lo sguardo sempre più in alto.

E un’acrobazia è stata anche la realizzazione dell’album, nato da una serie di appunti e di idee raccolti a partire da questa estate sull’iPhone, tradotti in musica e parole, arrivati fino in sala registrazione e concretizzati in un album e una turnée.

Silvestri girerà l’Italia da nord a sud con la sua musica. Molte date dei concerti sono già sold out, al punto che ne sono state aggiunte altre in corso d’opera: la data di Milano è stata raddoppiata e quella di Roma addirittura triplicata! Si partirà a Foligno, sabato 27 febbraio, passando poi per Genova, Napoli, Padova, Milano, Reggio Emilia, Roma, Torino, fino alla chiusura affidata a Palermo, il 14 maggio.

Acrobati: il tour in-store

Il tour in-store che precede i concerti darà occasione di incontrare Daniele più da vicino, di ascoltare in anteprima qualche estratto dell’album e di farsi firmare la propria copia di Acrobati: otto le librerie Feltrinelli che ospiteranno l’artista, a partire da quella di via Appia a Roma, domenica 28 febbraio. L’appuntamento è alle ore 17:00, ingresso libero.

Coloro che acquisteranno l’album in questo punto vendita (a partire dal 26 febbraio e fino ad esaurimento scorte) potranno ricevere l’autografo di Silvestri, su esibizione dello scontrino battuto in cassa.

Poi sarà la volta di Genova (1 marzo Feltrinelli di via Ceccardi), Milano (2 marzo Feltrinelli di piazza Piemonte), Firenze (3 marzo Libreria Feltrinelli Red in Piazza Repubblica), Bologna (4 marzo Feltrinelli di Piazza Ravegnana), Torino (5 marzo Feltrinelli Stazione Porta Nuova), Napoli (7 marzo Feltrinelli piazza dei Martiri) e Bari (8 marzo Feltrinelli di Via Melo).

IL GIOCO SERIO DELL’ARTE

Il grande attore Gigi Proietti è l’ospite di Massimiliano Finazzer Flory per il terzo appuntamento de “Il Gioco serio dell’Arte”, giunto alla X edizione.  La comicità dell’artista, del grande mattatore quale egli è, i suoi spettacoli-fiume, i suoi personaggi, le sue macchiette “petroliniane”, le canzoni, le parodie lo hanno avvolto nel cuore del grande ed appassionato pubblico che lo ama e lo segue da oltre 40 anni.

Gigi Proietti è un genio ed un maestro del teatro.

Massimiliano Finazzer Flory illustrerà, nelle varie accezioni, il concetto base dell’incontro, “Migranti”, che anima questa edizione de «Il Gioco serio dell’Arte» e solleciterà spunti di riflessione sul concetto di migrazione all’interno di un mondo creativo multiforme come è quello del teatro.

Gigi Proietti, dal canto suo, attraverso la sua sapiente arte presentata con leggerezza, illustrerà le tante diverse situazioni in cui recita un attore:  il palcoscenico di un teatro, i set cinematografici e televisivi, il ruolo dell’istrione, del maestro, del direttore di una accademia artistica o dell’ispiratore.

La cultura in Italia è stata artificiosamente e colpevolmente sezionata in due parti ciascuna delle quali “destinata” a priori ad un certo pubblico: ricchi o poveri, di destra o di sinistra, industriale o operaia.

Il concetto di cultura è differente ed è vissuta in maniera differente dalle varie classi sociali ma deve esistere un punto di connessione che lega armoniosamente i vari strati della nostra società.

E’ dannosa la contrapposizione tra cultura “popolare” e cultura “intellettuale”.

Gigi Proietti rappresenta in maniera sublime la connessione di una tradizione culturale “popolare”, intesa come innata capacità di dialogare con il pubblico, con un’interpretazione capace di essere lo specchio, la maschera, la caricatura di noi stessi che rappresentiamo la società attuale.

La sua interpretazione e la sua maniera di “fare spettacolo” avvinghia anche gli “intellettuali” della cultura.

Gigi Proietti non ha bisogno di presentazioni ma vogliamo ricordare che è nato a Roma nel popolare quartiere dell’Appio Latino e fu conosciuto come “quello che”, nel 1968, sostituì Domenico Modugno nello spettacolo di Garinei e Giovannini “Alleluia Brava Gente”.

Ricordiamo lo show  “A me gli occhi please” e tanti altri, tutti di successo.

Gigi Proietti è stato direttore artistico del Teatro Brancaccio di Roma portando in scena rappresentazioni affidate a giovani attori nati dalla sua Accademia.

Innumerevoli le sue interpretazioni cinematografiche, ad esempio “Febbre da Cavallo” e il popolarissimo serial televisivo “Il Maresciallo Rocca“.

Il Gioco serio dell’Arte, nato nel 2006, sponsorizzato da Il Gioco del Lotto – Lottomatica, è ideato e condotto da Massimiliano Finazzer Flory e presentato dalle Gallerie Nazionali di Arte Antica di Roma il cui nuovo direttore è Flaminia Gennari Santori.

La rassegna culturale viene ospitata a Palazzo Barberini, che risplende della sua bellezza dopo i recenti lavori di restauro realizzati anche grazie ai fondi de Il Gioco del Lotto.

 

“Migranti sono i pensieri che si connettono ad altri pensieri, Migranti, oggi come non mai, sono le nostre identità, Migranti sono i quadri, le opere d’arte, adesso anche i musei e con loro gli uomini che attraverso le arti uniscono culture e costumi”.

Questo suggerisce il regista e attore Massimiliano Finazzer Flory, ideatore de Il Gioco Serio dell’Arte, nel presentare il tema di questa edizione.

 

Appuntamento il 15 febbraio 2016
Ingresso libero fino ad esaurimento posti
Prenotazione: Obbligatoria 
Luogo: Roma, Galleria nazionale d’Arte antica in Palazzo Barberini
Orario: 18.30
Telefono: 064824184
E-mail: martinotti@lagenziarisorse.it
Sito web: http://www.giocodellotto.it

LA DANZA CLASSICA NEL 800

L’800 è stato il secolo che ha visto la diffusione del Balletto Romantico basato su una nuova sensibilità, su una nuova visione del mondo più libera ed appassionata, che dà voce ai moti dell’animo, ai sentimenti, al sogno romantico, alla passione amorosa che causa dolori e sofferenze; questa è la Danza Classica nel 800

Nel Balletto Romantico si nota la caratterizzazione di due stili di Danza: il Romantico, nato a fine 700 /  inizi dell’800 ed il Classico vero e proprio.

La Sylphide (1830) è stata la prima opera che, di fatto, ha dato inizio al periodo Romantico nel balletto caratterizzato da coreografie brillanti che miravano ad esaltare la bellezza dei movimenti e la virtuosa tecnica della prima ballerina che, con un sapiente uso dei passi sulle punte, enfatizzava la leggerezza, la grazia eterea, ben distante dai tipici movimenti “agonistici” dei ballerini.

La prima ballerina, Marie Taglioni, indossò per la prima volta quello che sarebbe diventato – da lì in poi – il costume tipico del balletto classico così come diventarono poi di uso comune le scarpe da punta con il gesso ed il tutù.

A metà secolo fu portata in scena una rappresentazione che segnò  la storia della danza come una delle massime espressioni dell’arte coreutica; presso l’Her Magesty’s Theatre di Londra si esibirono in un unico spettacolo, il “Pas de Quatre” le più acclamate ballerine dell’epoca: Marie Taglioni, Carlotta Grisi, Fanny Cerrito e Lucile Grahn.

Il successo fu clamoroso ed anche la Regina Vittoria ne rimase entusiasta.

Mentre le antiche e tradizionali Accademie europee segnavano il passo vediamo che la Russia, nel tardo 800, diviene la seconda patria della danza ed è in Russia che nasce lo Stile Classico nel balletto facendo così da spartiacque alla Danza Classica nel 800.

Artefice di questa nuova vita del balletto è il francese Marius Petipa che divenne il coreografo   del Balletto Imperiale Russo e Maitre del Balletto dello Zar.

Le sue coreografie combinavano sapientemente scene ballate e scene mimate secondo precise proporzioni, le scarpe da punta con gesso diventavano parte essenziale del balletto perché la ballerina doveva completare tutti i passi sulle punte, l’ordine delle danze che compongono il “pas de deux” fu rigidamente regolamentato.

I balletti di Marius Petipa  furono sempre accompagnati da successo e la Russia raggiunse l’apice per l’eccellenza delle sue Accademie che attrassero i migliori coreografi e ballerine europee.

In questo periodo nasce la Scuola Coreografica di S. Pietroburgo che diventò la più importante Accademia di Danza europea grazie all’impulso della grande artista Agrippina J. Vaganova il cui metodo fu seguito da altre eccellenti Accademie non solo in Russia ma in tutto il mondo.

Forse è gran merito della Russia aver fatto rinascere la Danza Classica nel 800 ed averla diffusa nel mondo grazie ai suoi artisti formatisi nelle varie Accademie.

Arrivederci al prossimo articolo.