Non si era trattato del primo atto di violenza sessuale per il violentatore di Piana del Sole Simone Borgese, è quanto emerge dall’inchiesta della Procura di Roma che sta indagando sui trascorsi del trentenne arrestato per violenza sessuale ai danni di una tassista venerdì scorso nella zona della Nuova Fiera di Roma.
Si tratterebbe della violenza subita da un’altra donna, sempre una tassista, che lo avrebbe denunciato nel mese di aprile. Si tratterebbe di un reato meno grave della violenza sessuale, almeno da quanto viene riferito dalla vittima presentatasi lunedì scorso in questura per testimoniare. La donna avrebbe riconosciuto l’uomo leggendo della sua ‘nuova impresa’ dai giornali e ha deciso di farsi avanti affinché altre sue colleghe non subiscano la stessa sorte. Fortunatamente per lei il Borgese si era solamente limitato a masturbarsi all’interno del taxi, senza percosse ne violenza verso la guidatrice, che però a fine aprile, appena accaduto il fatto, lo aveva subito segnalato alle autorità di polizia, sperando che l’uomo fosse tenuto sotto controllo, ma a quanto pare spesso le segnalazioni vengono o ignorate o non prese sul serio, generando poi catastrofi.
La prevenzione dovrebbe essere infatti presa più seriamente, perché solo in questo modo si può sperare di intervenire su eventi nefasti in futuro. Se si continua ad aspettare un evento di più grossa portata ci troveremo sempre di fronte a vittime, e ci mangeremo sempre le mani per non aver agito in maniera più decisa. Speriamo vivamente che le istituzioni, la polizia, i carabinieri e tutti gli agenti di pubblica sicurezza facciano tesoro di questa lezione.