BON JOVI: “STORY OF LOVE”

BON JOVI: “STORY OF LOVE”

 

By Martina Servidio

E’ on line, su YouTube, il nuovo video ufficiale di “Story of Love”, brano estratto dall’album “2020dei Bon Jovi, band presente nella Rock & Roll Hall of Fame”.

Il disco uscito il 02 ottobre 2020 per Universal Music/Island Records, è inoltre disponibile nel formato vinile da oggi venerdì 19 febbraio.

 Il video, rimanendo fedele al testo della canzone, offre uno sguardo personale e profondo sulla vita quotidiana della famiglia del cantante ed è accompagnato da foto e video amatoriali mai rivelati prima.

Così dice l’artista Jon Bon Jovi:

Anche se ho scritto “Story of Love” pensando alla mia famiglia, spero che quando le persone ascolteranno la canzone e guarderanno il video, rivedranno se stessi e la propria famiglia“. “Story of Love” tocca il tema della genitorialità, aprendosi con versi come: “i padri amano le figlie, così come la madre ama i figli”.  Questo toccante testo è stato ispirato dalla stessa famiglia di Jon il quale, molto semplicemente, si confessa: “mi sono seduto a scrivere una canzone per i miei figli”.

Il brano percorre un viaggio attraverso il magico cerchio della vita dove improvvisamente il bambino diventa come i propri genitori che nel frattempo stanno invecchiando. “Mi sono reso conto che stavo parlando della mia intera famiglia, dei miei figli, di mia moglie e dei miei genitori”,

Il quindicesimo progetto discografico del gruppo si caratterizza per la scrittura ricca e profonda. All’interno, infatti, sono affrontati argomenti di alto profilo sociale come il controllo delle armi, la questione dei veterani, la politica, il valore della famiglia, e molto altro.

BON JOVI: “STORY OF LOVE”

Il titolo, “2020”, è un riferimento sarcastico ai nomi delle campagne elettorali americane dello scorso autunno, così come la cover, con il riflesso della bandiera americana sugli occhiali da sole indossati da un pensieroso Jon Bon Jovi.

 Nel corso di una splendida carriera che copre oltre trent’anni dalla formazione, avvenuta nel 1983, i Bon Jovi hanno conquistato un posto di riguardo tra i nomi illustri del rock e sono stati inseriti nella Rock & Roll Hall of Fame e nella Songwriters Hall of Fame.

130 milioni di album venduti in tutto il mondo, un ricco catalogo di hit di successo, centinaia di concerti tenuti in oltre 50 paesi, 35 milioni di fan e circa 1 miliardo di dollari incassati dalla vendita dei biglietti soltanto nell’ultimo decennio; questi sono i “numeri” da brivido dei Bon Jovi.

Un successo che non sembra subire le offese del tempo.

Per guardare il video ufficiale di “Story of Love”: https://www.youtube.com/watch?v=k13X9c1d_cI&feature=youtu.be

Per ascoltare “2020”: isl.lnk.to/BonJovi2020

 Ufficio Stampa Repertorio Republic Records – Italia

Valeria Scapicchio:   valeria.scapicchio@wordsforyou.it +39 3389213035

Chiara Sanvito:  chiara.sanvito@wordsforyou.it +39 3341634637
Promotion Manager Island Records
Claudia Attanasi:   claudia.attanasi@umusic.com

PH ufficio stampa

Abbiamo più volte ricordato e sottolineato che il settore artistico è ormai inattivo da un anno; i Teatri, i Cinema, i luoghi deputati alla Musica e alla Danza non hanno potuto produrre ciò che è il cibo per l’animo umano ossia la “Cultura

Soffocare l’espressione artistica genera il rischio di rallentare una sana crescita dei giovani sempre più frastornati da questo sciagurato periodo di pandemia che ha scardinato le nostre vite.

Al momento non vi sono segnali confortanti circa la ripresa delle attività artistiche malgrado tutte le strutture si sono adeguate – nell’immediato – a realizzare le indicazioni di sicurezza fornite dalle autorità.

APPELLO PER LA CULTURA

E’ appena il caso di ricordare che il comparto Arte Cultura, nel 2017 ha generato 92 miliardi di Euro con circa 150.000 “produttori di Cultura” (che brutto e freddo termine statistico) e, considerato anche l’indotto, i miliardi di Euro diventano 255 cioè il 16,6% del PIL

La Cultura è uno dei punti di forza del nostro paese, rappresenta un’eredità del passato ma anche e soprattutto, una chiave ed una ricchezza

per il futuro.

Il sistema paese NON può e NON deve far addormentare la nostra voglia di cultura, sarebbe quantomeno miope questo atteggiamento.

APPELLO PER LA CULTURA

Fatte queste premesse aderiamo con vigore alla Lettera Appello al Presidente del Consiglio dei Ministri, Prof. Mario Draghi, inoltrata dal CENDIC (Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporaneaalla quale aderiscono circa 20 associazioni o realtà artistiche e che mira a rappresentare l’attuale situazione in cui versa l’intero comparto e nel contempo suggerisce soluzioni atte a risollevare il settore agonizzante.

Questo è il testo:

Presidente Draghi,

 gli autori e artisti italiani vogliono esprimere anticipatamente la loro fiducia nei confronti del Governo che Lei guiderà. Inutile dirLe che i teatri, i cinema e tutti i luoghi della musica e della danza sono stati i primi a chiudere per la pandemia in corso e probabilmente saranno gli ultimi ad essere riaperti.

Sappiamo che è Sua intenzione attuare una politica di espansione progettuale per l’economia del nostro Paese. Per questo Le chiediamo di non dimenticarci; il settore culturale ha bisogno di essere rilanciato attraverso novità e finanziamenti in linea con quelli degli altri Paesi europei che segnino una discontinuità netta nei confronti del passato.

L’Italia non è soltanto lo scrigno di tesori che tutto il mondo ama e ci invidia, non è soltanto un museo a cielo aperto, è anche la patria di tanti artisti che producono cultura per l’avvenire; una cultura dinamica, in divenire, che ha bisogno di essere considerata e messa in condizione di operare.

Confidiamo che voglia mettere mano al nostro sistema che, come molti altri in Italia, spesso tende a creare situazioni di privilegio, a prescindere dall’effettiva valenza artistica. C’è bisogno di investimenti su teatrocinema e audiovisivodanza e musica: non vogliamo solo ristori, vogliamo lavorare e produrre.

C’è bisogno di riaprire in sicurezza i teatri, i cinema, le sale da concerto, ripensando alle loro modalità di sostegno, finanziamento e accesso al credito, così come è improrogabile l’applicazione, nei diversi settori, di regole certe che non penalizzino le realtà produttive artistiche italiane in un panorama dove troppo spesso talenti e professionalità vengono ignorati a favore di discutibili rendite di posizione.

È necessario che il FUS venga incrementato e riformato, cambiando le regole di assegnazione dei fondi e dando propulsione alle piccole e medie imprese, che sono tante, e che sono quelle più colpite dalla pandemia.

Altrettanto necessario è che venga finalmente applicata la regola esistente e mai attuata che i teatri stabili producano obbligatoriamente una quantità significativa di testi italiani.

Ma soprattutto è necessaria una legge di Riforma Generale dello Spettacolo, che riconosca dignità professionale agli artisti, assicuri loro tutele e non permetta più che in caso di emergenza intere categorie vengano abbandonate alla benevolenza dei DPCM, che quasi inevitabilment

e finiscono per tralasciare alcune figure, le più deboli.

Vorremmo che Lei tenesse in considerazione, inoltre, il fatto che siamo l’unico Paese europeo a non avere un Teatro dedicato alla propria Drammaturgia Nazionale Contemporanea e che solo attraverso la nostra storia attuale, i nostri temi e la nostra lingua possiamo dare dignità alla nostra cultura, valorizzandola come fa ogni altro Paese europeo.

APPELLO PER LA CULTURA

In questo senso sarà anche necessario verificare gli effetti prodotti dalla recente riforma cinematografica che ha evidenziato diversi punti di criticità, apportando quelle indispensabili modifiche per meglio favorire la creatività, generare opportunità di lavoro e sostenere la piccola e media impresa e le produzioni indipendenti, storicamente le più attente ai contenuti.

Gli artisti e le maestranze sono strettamente connessi tra loro e il lavoro dei primi determina anche quello dei secondi. L’indotto dell’industria culturale è vastissimo, si tratta di famiglie intere che vivono grazie a questa esile ma indispensabile sinergia che genera bellezza e contenuti.

In crescita costante negli anni 2010-2018, il settore culturale allargato, di cui lo spettacolo è parte significativa, ha prodotto il 6,1% di PIL e, comprensiva di indotto, ha generato il 16,9% di PIL, ma potremmo fare molto di più, contribuendo a rendere la cultura un importante volan

o di ripresa della nostra Nazione.

Confidiamo in un Suo ascolto attento e sensibile, lo stesso che ha mostrato per la questione ambientale e Le inviamo i nostri sinceri auguri di buon lavoro.

APPELLO PER LA CULTURA

 Firmatari della lettera gli autori e gli artisti delle associazioni:

 

CENDIC – Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea;

UNA – Unione Nazionale Autori;

ACEP – Associazione Compositori Editori Produttori;

ACMF – Associazione Compositori Musica per Film;

AIDAC-Associazione Italiana Dialoghisti Adattatori Cinetelevisivi;

ANAC – Associazione Nazionale Autori Cinematografici;

ANART – Associazione Nazionale Autori Radiotelevisivi e Teatrali;

CENDIC COMITATO dei MILLESOCI

FEDERAZIONE AUTORI;

ITALSHOW- Associazione per i Professionisti dello Spettacolo;

L’ASSOCIAZIONE – Autori Compositori Interpreti Esecutori;

MAP – Movimento Autori Professionisti;

NOTELEGALISNAC – Sindacato Nazionale Autori e Compositori;

UNCLA – Unione Nazionale Compositori Librettisti e Autori;

ApTI – Associazione per il Teatro Italiano;

ASSTeatro – Associazione Sindacale Autori di Teatro;

AUT – Autori;

Coordinamenti StaGe! e Indies;

DRAMMA.it;Fed.It.Art. – Federazione Italiana Artisti;

Fondazione Teatro Italiano Carlo Terron;

Rivista SIPARIO;

S.I.A.D. – Società Italiana Autori Drammatici;

 Alma Daddario

Journalist / Press Office / Cultural Promoter

mobile.3472101290

Facebook: D&C Communication

www.deccommunication.it

PH Ufficio Stampa

APPELLO PER LA CULTURA

APPELLO PER LA CULTURA

 

By Martina Servidio

Abbiamo più volte ricordato e sottolineato che il settore artistico è ormai inattivo da un anno; i Teatri, i Cinema, i luoghi deputati alla Musica e alla Danza non hanno potuto produrre ciò che è il cibo per l’animo umano ossia la “Cultura

Soffocare l’espressione artistica genera il rischio di rallentare una sana crescita dei giovani sempre più frastornati da questo sciagurato periodo di pandemia che ha scardinato le nostre vite.

Al momento non vi sono segnali confortanti circa la ripresa delle attività artistiche malgrado tutte le strutture si sono adeguate – nell’immediato – a realizzare le indicazioni di sicurezza fornite dalle autorità.

APPELLO PER LA CULTURA

E’ appena il caso di ricordare che il comparto Arte e Cultura, nel 2017 ha generato 92 miliardi di Euro con circa 150.000 “produttori di Cultura” (che brutto e freddo termine statistico) e, considerato anche l’indotto, i miliardi di Euro diventano 255 cioè il 16,6% del PIL

La Cultura è uno dei punti di forza del nostro paese, rappresenta un’eredità del passato ma anche e soprattutto, una chiave ed una ricchezza per il futuro.

Il sistema paese NON può e NON deve far addormentare la nostra voglia di cultura, sarebbe quantomeno miope questo atteggiamento.

APPELLO PER LA CULTURA

Fatte queste premesse aderiamo con vigore alla Lettera Appello al Presidente del Consiglio dei Ministri, Prof. Mario Draghi, inoltrata dal CENDIC (Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea) alla quale aderiscono circa 20 associazioni o realtà artistiche e che mira a rappresentare l’attuale situazione in cui versa l’intero comparto e nel contempo suggerisce soluzioni atte a risollevare il settore agonizzante.

Questo è il testo:

Presidente Draghi,

 gli autori e artisti italiani vogliono esprimere anticipatamente la loro fiducia nei confronti del Governo che Lei guiderà. Inutile dirLe che i teatri, i cinema e tutti i luoghi della musica e della danza sono stati i primi a chiudere per la pandemia in corso e probabilmente saranno gli ultimi ad essere riaperti.

Sappiamo che è Sua intenzione attuare una politica di espansione progettuale per l’economia del nostro Paese. Per questo Le chiediamo di non dimenticarci; il settore culturale ha bisogno di essere rilanciato attraverso novità e finanziamenti in linea con quelli degli altri Paesi europei che segnino una discontinuità netta nei confronti del passato.

L’Italia non è soltanto lo scrigno di tesori che tutto il mondo ama e ci invidia, non è soltanto un museo a cielo aperto, è anche la patria di tanti artisti che producono cultura per l’avvenire; una cultura dinamica, in divenire, che ha bisogno di essere considerata e messa in condizione di operare.

Confidiamo che voglia mettere mano al nostro sistema che, come molti altri in Italia, spesso tende a creare situazioni di privilegio, a prescindere dall’effettiva valenza artistica. C’è bisogno di investimenti su teatro, cinema e audiovisivo, danza e musica: non vogliamo solo ristori, vogliamo lavorare e produrre.

C’è bisogno di riaprire in sicurezza i teatri, i cinema, le sale da concerto, ripensando alle loro modalità di sostegno, finanziamento e accesso al credito, così come è improrogabile l’applicazione, nei diversi settori, di regole certe che non penalizzino le realtà produttive artistiche italiane in un panorama dove troppo spesso talenti e professionalità vengono ignorati a favore di discutibili rendite di posizione.

È necessario che il FUS venga incrementato e riformato, cambiando le regole di assegnazione dei fondi e dando propulsione alle piccole e medie imprese, che sono tante, e che sono quelle più colpite dalla pandemia.

Altrettanto necessario è che venga finalmente applicata la regola esistente e mai attuata che i teatri stabili producano obbligatoriamente una quantità significativa di testi italiani.

Ma soprattutto è necessaria una legge di Riforma Generale dello Spettacolo, che riconosca dignità professionale agli artisti, assicuri loro tutele e non permetta più che in caso di emergenza intere categorie vengano abbandonate alla benevolenza dei DPCM, che quasi inevitabilmente finiscono per tralasciare alcune figure, le più deboli.

Vorremmo che Lei tenesse in considerazione, inoltre, il fatto che siamo l’unico Paese europeo a non avere un Teatro dedicato alla propria Drammaturgia Nazionale Contemporanea e che solo attraverso la nostra storia attuale, i nostri temi e la nostra lingua possiamo dare dignità alla nostra cultura, valorizzandola come fa ogni altro Paese europeo.

APPELLO PER LA CULTURA

In questo senso sarà anche necessario verificare gli effetti prodotti dalla recente riforma cinematografica che ha evidenziato diversi punti di criticità, apportando quelle indispensabili modifiche per meglio favorire la creatività, generare opportunità di lavoro e sostenere la piccola e media impresa e le produzioni indipendenti, storicamente le più attente ai contenuti.

Gli artisti e le maestranze sono strettamente connessi tra loro e il lavoro dei primi determina anche quello dei secondi. L’indotto dell’industria culturale è vastissimo, si tratta di famiglie intere che vivono grazie a questa esile ma indispensabile sinergia che genera bellezza e contenuti.

In crescita costante negli anni 2010-2018, il settore culturale allargato, di cui lo spettacolo è parte significativa, ha prodotto il 6,1% di PIL e, comprensiva di indotto, ha generato il 16,9% di PIL, ma potremmo fare molto di più, contribuendo a rendere la cultura un importante volano di ripresa della nostra Nazione.

Confidiamo in un Suo ascolto attento e sensibile, lo stesso che ha mostrato per la questione ambientale e Le inviamo i nostri sinceri auguri di buon lavoro.

APPELLO PER LA CULTURA

 Firmatari della lettera gli autori e gli artisti delle associazioni:

 

CENDIC – Centro Nazionale di Drammaturgia Italiana Contemporanea;

UNA – Unione Nazionale Autori;

ACEP – Associazione Compositori Editori Produttori;

ACMF – Associazione Compositori Musica per Film;

AIDAC-Associazione Italiana Dialoghisti Adattatori Cinetelevisivi;

ANAC – Associazione Nazionale Autori Cinematografici;

ANART – Associazione Nazionale Autori Radiotelevisivi e Teatrali;

CENDIC COMITATO dei MILLESOCI

FEDERAZIONE AUTORI;

ITALSHOW- Associazione per i Professionisti dello Spettacolo;

L’ASSOCIAZIONE – Autori Compositori Interpreti Esecutori;

MAP – Movimento Autori Professionisti;

NOTELEGALISNAC – Sindacato Nazionale Autori e Compositori;

UNCLA – Unione Nazionale Compositori Librettisti e Autori;

ApTI – Associazione per il Teatro Italiano;

ASSTeatro – Associazione Sindacale Autori di Teatro;

AUT – Autori;

Coordinamenti StaGe! e Indies;

DRAMMA.it;Fed.It.Art. – Federazione Italiana Artisti;

Fondazione Teatro Italiano Carlo Terron;

Rivista SIPARIO;

S.I.A.D. – Società Italiana Autori Drammatici;

 Alma Daddario

Journalist / Press Office / Cultural Promoter

mobile.3472101290

Facebook: D&C Communication

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PH Ufficio Stampa

 

 

 

S. VALENTINO, LA FESTA DEGLI INNAMORATI

S. VALENTINO, LA FESTA DEGLI INNAMORATI

 

By Martina Servidio

Tutte noi, innegabilmente, oggi, siamo in emozionata attesa di ricevere un segno di affetto da parte del nostro amato.

I fiori trasmettono una sensazione ricca di significato, unico e profondo, carico di profumi ed emozioni che rendono unico ed irripetibile quel momento così importante quale è quello della trasmissione di un sentimento d’amore.

La ROSA

S. VALENTINO, LA FESTA DEGLI INNAMORATI

rigorosamente rossa e a gambo lungo è il dirompente fiore dell’amore per antonomasia; è un capolavoro della natura, le sue sembianze ed il suo profumo esaltante ma non pungente alludono intimamente alla femminilità.

L’ORCHIDEA:

S. VALENTINO, LA FESTA DEGLI INNAMORATI

esprime il sentimento puro e sincero ma forte ed elegantemente appassionato. Ha una sottile carica sensuale, è affascinante così come lo era – narra la leggenda – Orchide personaggio androgino e bellissimo. E’ il fiore che esalta l’armonia dell’amore.

Ricevi l’AMARYLLIS?

S. VALENTINO, LA FESTA DEGLI INNAMORATI

E’ il timido ed elegante messaggio di un corteggiatore. Il fiore ha origini africane, è carnoso ed emana un delicato profumo.

In ogni caso ricevere un pensiero floreale ritengo faccia sempre piacere al di là di quanto la storiografia suggerisce.

Ma chi era S. Valentino?

S. Valentino nacque a Terni nel 176 d.C. e morì nel 273 a Roma a seguito di martirio e decapitazione ma viene ricordato non tanto per la sua lunghissima vita (considerando l’alto tasso di mortalità dell’epoca) ma per l’indissolubile legame con gli innamorati e…con le loro pene d’amore.

Il suo martirio è testimoniato dal “Martirologio geronimiano”, un catalogo di martiri cristiani compilato nel V secolo.

Solo dopo la sua morte è nata e si è diffusa l’associazione tra S. Valentino ed il sentimento dell’amore romantico forse dovuta una delle più famose leggende in cui si racconta che regalò a una giovane ragazza povera la dote necessaria al matrimonio (nessuna dote, nessun matrimonio) salvandola di fatto dalla perdizione.

Un atto di generosità, o d’amore nel senso più ampio del termine, teso al trionfo dell’amore come legame benedetto da un sacramento religioso.

Già esisteva una antica festa romana, i Lupercali, che celebravano il ciclo naturale della vita e della morte ma che – nel tempo – avevano assunto connotati di malumori sociali, libertà nei costumi e, conseguentemente, rappresentavano un pericolo per l’ordine religioso.

Papa Gelasio I, nel 496 d.C. istituì una festività religiosa (quella che noi oggi conosciamo come la festa degli innamorati) sovrapponendola ai Lupercali. Uno dei riti caratteristici dei Lupercali era quello della fertilità durante il quale – in pubblico – i giovani nudi percuotevano con fascine di rami le fanciulle della comunità allo scopo di propiziarne la fertilità.

Gelasio I decise dunque di moralizzare l’amore privandolo di espliciti riferimenti alla sessualità.

Le leggende nate nel corso dei secoli hanno poi alimentato la connotazione romantica dell’amore espresso in tutte le sue forme e manifestazioni.

Auguro a tutti un felice e Buon S. Valentino.

Martina

 

 

 

WILLY, IL CORAGGIO DEL…“NUOVO”

WILLY, IL CORAGGIO DEL…“NUOVO”

 

By Martina Servidio

Quando sono stata incaricata dal direttore del giornale di scrivere un articolo riguardante l’inaugurazione di una nuova attività commerciale ho subito pensato: “bene, me la cavo con un semplice Comunicato Stampa”

No, non è stato così banale perché, così come deve procedere un giornalista, ci si deve prima informare sul personaggio di riferimento di cui parlare, delle sue esperienze professionali e delle sue motivazioni.

Willy, una vita trascorsa in compagnia della musica ma non solo; moda, pubbliche relazioni, eventi e talent scout di giovani promesse che hanno poi consolidato la loro vita artistica.

Il nostro giornale ha già intervistato Willy e realizzato il servizio giornalistico:

https://www.lamacinamagazine.it/willy-la-nostra-intervista/ che ho letto con interesse e che mi ha dato l’opportunità di conoscerlo meglio.

Sono ben note le sue fattive collaborazioni con importanti agenzie pubblicitarie e di casting ma ora…tutto il settore è ormai fermo da 1 anno.

Arrendersi? Vivere di speranze? Tentare di organizzare eventi on line?

No, questa specifica area artistica e culturale esige lo svolgimento “in presenza”; qualunque altra artificiosa esecuzione snatura il reale valore dell’impegno organizzativo ed impedisce – nella realtà – di rendere un servizio professionale.

Ciò in aggiunta alle disposizioni governative anti Covid.

Pur mantenendo sempre vivo il rapporto con il suo mondo che lo ha visto figura apprezzata e di successo, ed in attesa di ritornare a “calcare le scene”, Willy si è riproposto in una nuova attività e senza dubbio mostrando coraggio sia come uomo che come imprenditore.

Si, coraggio, lo stesso coraggio che mostra uno scrittore – anche se ben conosciuto – quando pubblica un nuovo libro; in quel momento egli si sottopone nuovamente alla critica del pubblico.

E Willy è pronto ad affrontare questo nuovo capitolo del libro della sua vita.

Lunedi 15 febbraio 2021, infatti, sarà inaugurata a Montalto di Castro la nuova attività “Punto Gelo” creata da Willy.

 

Willy, cosa ti ha spinto a rivolgerti a questa nuovo progetto che appare ben lontano dalla tradizione artistica che ha costellato la tua vita?

“Beh, devo dire che ne abbiamo parlato a lungo con un mio amico la cui impresa ha subito rallentamenti dalle imposizioni del Covid 19; abbiamo però voluto porre la massima attenzione a non creare turbative commerciali nella nostra comunità. E nata così l’idea di aprire questa attività, che forse mancava, e specializzata in prodotti surgelati, ed aggiungo di qualità e “non banali”; è inoltre arricchita di prodotti tipici ed anche di una buona enoteca. Abbiamo anche predisposto il servizio a domicilio”.

Ciò significa che hai abbandonato l’universo che ti ha dato tante soddisfazioni ed altrettante ne ha date ai tuoi fans?

“Non abbandonerò mai e poi mai il mondo dello spettacolo perché è tutto ciò in cui credo e a cui ho dedicato tutta la mia vita. Mi hanno regalato emozioni, soddisfazioni e commozione le tante persone che hanno sempre creduto in me e io non le abbandonerò mai… Attendiamo solo che questo momento passi e poi si riparte con tanta energia, volontà e metteremo in campo le tantissime novità che ho già in preparazione”

Ringraziamo Willy per averci dato l’opportunità di conversare insieme e, nell’augurargli in bocca al lupo, vi invitiamo il 15 febbraio all’inaugurazione di “Punto Gelo”, la sua nuova coraggiosa iniziativa.

A presto Willy, grazie.

Martina