La Macina Magazine

il nostro giornale non è il semplice notiziario che fornisce articoli relativi al mondo della Danza, dell’Arte, della Cultura, dell’Editoria ed altro ma intende proporre un ulteriore supporto per diffondere l’Arte della scrittura; per tale motivo La Macina Magazine amplierà – a far data dal 16 luglio – le attuali Sezioni con la nuova Sezione “Poesia” appositamente dedicata a tale Arte.

Il meccanismo è semplice:

l’autore invia tramite mail all’indirizzo lamacinaonlus@gmail.com la propria opera in formato word unitamente ad una breve presentazione, anch’essa in formato word, di max 300 parole; l’autore ha facoltà di allegare eventualmente anche una sua foto/video.

La Macina Magazine provvederà ad inserire il materiale nella Sezione “Poesia” e diffondere l’opera completa con un proprio breve articolo giornalistico di presentazione.

L’articolo e l’opera saranno diffusi non solo sui noti social – ad esempio Face book – ma anche e soprattutto su tutte le piattaforme Social a cui La Macina Magazine è iscritta:

Linkedin, Twitter, Live Journal, Google Plus, Giornalisti Italiani, Blogger, Tumbrl, FAI Informazione, Macinamagazineblog, LiberoMacinamagazineblog, Viadeo, AddThis, Comunicazione Italiana ed altre con le quali, nel tempo, saranno sottoscritti gli accordi di reciprocità editoriale;

la durata del Servizio di diffusione è di 30 giorni e, all’interno di questo periodo temporale, La Macina Magazine provvederà ogni settimana a diffondere nuovamente l’opera.

Il costo, per questo primo periodo promozionale, ammonta a 10 euro per singola opera da corrispondere mediante Pay Pal sul conto bancario intestato all’Associazione La Macina Onlus.

Per ogni informazione potete scriverci all’indirizzo: lamacinaonlus@gmail.com

Grazie da La Macina Magazine.

 

 

 

Roberto Bolle and Friends: 3 serate a Caracalla

Roberto Bolle and Friends Caracalla

Il Teatro dell’Opera di Roma sposta anche quest’estate la sua programmazione in una location d’eccellenza: le Terme di Caracalla. In cartellone serate dedicate alla grande lirica, con opere amatissime dal pubblico come Nabucco, Tosca e Carmen e alla danza, con le tre imperdibili serate del Roberto Bolle and Friends.

Il danzatore,  primo ballerino italiano ad essere insignito del titolo di Principal Dancer presso l’ABT contemporaneamente a quello di Etoile della Scala di Milano, è ormai un consueto ospite dell’estate a Caracalla col suo gala.

Un appuntamento che con successo di pubblico e critica va avanti ormai da diversi anni, col merito di aver avvicinato un pubblico sempre più ampio alla danza di qualità, ma anche di aver portato in Italia stelle della danza mondiale, etoiles provenienti dai più prestigiosi e rinomati teatri.

Nella capitale la prima rappresentazione di questa edizione 2017 del Roberto Bolle and Friends ci sarà martedì 11 luglio. Seguiranno due repliche, mercoledì 12 e giovedì 13 luglio. Quest’ultima data è stata aggiunta in seguito alla spropositata richiesta di biglietti, andati esauriti in breve tempo.

Roberto Bolle anche quest’anno è sia interprete che direttore artistico del gala che porta il suo nome e che ha debuttato, per questa edizione, a Firenze lo scorso 7 luglio. Dopo Roma sarà la volta di Spoleto il 15 luglio, Verona il 17 luglio, Cagliari il 21 luglio. Danzatore dal talento universalmente riconosciuto, comunicatore attento ai linguaggi moderni, il ballerino piemontese per lo spettacolo ha scelto nuovamente la strada del mix tra classico e moderno, con un’attenzione particolare per l’ausilio della tecnologia.

«La prima volta che ho percepito la potenza di danza e tecnologia insieme è stato a un concerto di Jovanotti – ha raccontato Bolle a Vanity Fair – Il suo utilizzo per il live di effetti speciali, proiezioni e immagini in 3D, mi ha illuminato. La sfida era portare questo linguaggio al servizio della danza classica e sul live. Significa che la danza si confronta e dialoga con la modernità, col futuro, si apre al mondo esplorando nuove strade. Nuove strade che non tradiscono la qualità, ma la potenziano. Il primo esperimento in questo senso, Prototype, è stato un grande successo. Con Rencontre faremo un altro passo in avanti».

Roberto Bolle and Friends: i due atti

Rencontre è il passo a due che chiude il secondo atto del Roberto Bolle and Friend e che vede Roberto Bolle danzare con Melissa Hamilton. Grazie ad una trasposizione grafica i due diventeranno sagome disegnate, in bilico tra sogno e realtà, tra magia e verità.

Fanno parte di questa seconda parte dello spettacolo anche La Bayadère (Polina Semionova e Roberto Bolle), Esmeralda  (Anna Ol e Young Gyu Choi), Caravaggio (Melissa Hamilton e Roberto Bolle), Les Bourgeois (assolo di Daniil Simkin), Tchaikovsky Pas de Deux (Misa Kuranaga e Herman Cornejo).

Ad aprire la serata Ballet 101, coreografia di Eric Gauthier  su musica di Eric Gauthier e Jens-Peter Abele interpretata da Roberto Bolle con la partecipazione straordinaria di Francesco Pannofino. Seguono Don Chisciotte Atto III (Misa Kuranaga e Daniil Simkin), Carmen (Polina Semionova e Roberto Bolle), Penumbra (Anna Ol e Young Gyu Choi), Mono Lisa (Melissa Hamilton e Roberto Bolle), eseguita in una sola delle tre serate, in alternativa a Take me with you (Melissa Hamilton e Roberto Bolle).

Take me with you

Take me with you è un inedito realizzato dal coreografo polacco Robert Bondara, eseguito sulle note del brano Reckoner dei Radiohead, gruppo musicale alternative rock inglese con all’attivo oltre 30 milioni di dischi venduti in tutto il mondo. Questa scelta artistica e musicale conferma ancora una volta l’apertura di Bolle verso la modernità, verso sonorità, stili e generi non prettamente da repertorio, proprio nell’ottica di una Danza (e dell’Arte in genere) sempre più disposta al dialogo, al confronto e alla sperimentazione.

Roberto Bolle and Friends: i protagonisti

Con Roberto Bolle si esibiranno: Young Gyu Choi e Anna Ol dal Dutch National Ballet (Amsterdam), Herman Cornejo e Daniil Simkin dall’American Ballet Theatre (New York). E ancora: Melissa Hamilton dal Royal Ballet (Londra), Misa Kuranaga dal Boston Ballet (Boston), Polina Semionova da Staatsballett Berlin (Berlino).

Brodetto di pesce Ortonese

Nel corso dei miei frequenti viaggi di lavoro ho avuto la possibilità di conoscere ed apprezzare la nostra meravigliosa Italia ricca di Arte, di Cultura e, perché no, di tradizioni enogastronomiche; conversando con il nostro grande amico Andrea Alesio, formidabile attore teatrale con “doppia cittadinanza: romana e di Ortona” abbiamo ripercorso il menù del Brodetto di pesce alla ortonese così come trasmesso dalla nonna.

Di cosa si tratta?

È la tipica zuppa che viene cucinata, prevalentemente con pesce non nobile, lungo tutto quel tratto di costa che va da Ortona a Vasto denominata anche “Costa dei Trabocchi” così chiamate quelle tipiche palafitte in legno che si protendono verso il mare.

Dai Trabocchi (Lu Travòcche) vengono calate le reti quadrangolari e solitamente viene catturato un ricco e variegato pescato grazie al fondale alto e ricco di scogli, anfratti sotterranei e con un habitat naturale che favorisce lo sviluppo delle varietà e del numero dei pesci.

I Trabocchi da sempre hanno accompagnato il paesaggio vastese e dai Trabocchi viene appunto la tradizione del Brodetto di pesce alla ortonese che coniuga in maniera esemplare il sapore del mare con quello della terra.

L’origine del Brodetto è, in effetti, un piatto povero poiché i marinai o i pescatori dei Trabocchi dopo aver venduto al mercato il pescato migliore barattavano la rimanente parte dei pesci rimasti invenduti con i contadini che li scambiavano con i loro prodotti quali pomodori, peperoni, olio, aglio, cipolla…

A quel punto entravano in azione le donne di casa che dovevano rendere bastevole, ricco, saporito e sufficiente per le esigenze della famiglia gli ingredienti di base, di basso costo.

Questa è la magia del Brodetto di pesce alla Ortonese.

Lu vrudatte” della nonna di Andrea Alesio non consente il soffritto e indica (anzi impone) queste varietà di pesce, basilari, più altre a seconda della stagione: la razza (l’ucchialèine), la triglia (la trìjje), la seppiolina (a sàcce) , il testone (u capucchiàune), lo scorfano di scoglio  (u Scorfne ‘e scoglio), il merluzzo (la mirlìcce), la cicala di mare (la panucchiuàlle), l’olio extravergine d’oliva, il peperone e il pomodoro rosso preferibilmente di “mezzotempo”.

A questo punto la nonna allestiva la tavola con tutti gli ingredienti per la preparazione del Brodetto di pesce alla ortonese riuscendo addirittura a pulire lo scorfano a mani nude e, chi conosce questo tipo di pesce, irto di aculei velenosi, sa che è una impresa adatta a pochi.

Procedeva poi alla preparazione facendo insaporire in un tegame di coccio, largo e basso, l’aglio, l’olio ed il peperone.

Appena dopo aggiungeva 1 bicchiere di acqua di mare ed il pomodoro rosso “mezzotempo” ; dopo circa mezz’ora cominciava ad aggiungere i pesci iniziando da quelli a più lungo tempo di cottura e, prima di fine cottura regolava di sale e toglieva il coperchio per lasciar evaporare e far rapprendere il sugo.

Attenzione, non fate irritare la nonna e quindi non girate il brodetto ma scuotete delicatamente l’intero tegame; il pesce non si deve frantumare.

Lasciate riposare per qualche minuto, aggiungere prezzemolo e peperoncino e prepariamoci ad essere travolti da un antico sapore che premia massimamente le nostre papille gustative.

Un ultimo consiglio: evitiamo di indossare lo smoking perché per gustare appieno il brodetto è indispensabile fare buon uso delle mani e di buon pane casareccio preferibilmente bruscato.

Scopo di questo intermezzo non è certo quello di presentare una ricetta di cucina poiché ci sono libri, autori, opinionisti ben più qualificati del sottoscritto; vogliamo invece – nuovamente – parlare di Andrea Alesio che torna in scena con il suo monologo “Il Catamarano” scritto da Gabriele Mazzucco.

andrea alesio

Confesso che, al momento, non ricordo quante repliche ha avuto Il Catamarano ma, essendo stato presente a tutte, vi assicuro che è sempre stato un meritato sold out.

Non c’è dubbio che anche nella replica di sabato 29 febbraio il magnifico Teatro Tosti di Ortona registrerà ancora una volta il tutto esaurito per la replica di Il Catamarano.

E’ uno spettacolo divertente ed emozionante, imperdibile, regala emozioni sempre nuove; il duo vincente Gabriele Mazzucco e Andrea Alesio ci faranno ripercorrere una forte storia di sentimenti ed affetti profondi altalenando l’azione scenica tra Amleto, Faust, Medea con variopinti ed esilaranti personaggi quali Franco er PompistaPeppe er MonnezzaroStefano er Cupola e Gianni Strizzaculo.

https://www.facebook.com/stefania.dadamo.7/videos/10210423043164058/

Solo Gabriele Mazzucco poteva scrivere questo ardito copione così splendidamente interpretato da Andrea Alesio.

Concludendo, vi aspettiamo sabato 29 febbraio al Teatro Tosti di Ortona

Non mancate, vi farà riflettere e vi entusiasmerà.

Mi concederò, dopo lo spettacolo, il meritato premio: andare a gustare il Brodetto di pesce alla ortonese.

Labirinti del cuore: Giorgione in mostra a Roma

labirinti del cuore

Labirinti del cuore. Giorgione e le stagioni del sentimento tra Venezia e Roma è il percorso artistico intimo e coinvolgente curato da Enrico Maria Dal Pozzolo, uno dei massimi specialisti di pittura veneta fra età rinascimentale e barocca, in collaborazione con un prestigioso comitato scientifico composto da Lina Bolzoni, Miguel Falomir, Silvia Gazzola, Augusto Gentili e Ottavia Niccoli.

La mostra si snoda tra Palazzo Venezia a Castel Sant’Angelo: queste due sedi fino al 17 settembre ospiteranno complessivamente 45 dipinti, 27 sculture, 36 libri e manoscritti, stampe e disegni. Con un biglietto unico (intero 14 euro – ridotto 7 euro), valido 3 giorni, si potrà accedere ai due siti e visitare entrambe le sezioni dell’esposizione.

Labirinti del cuore rientra all’interno del progetto Artcity, promosso dal Polo Museale del Lazio e volto alla promozione della cultura e alla valorizzazione museale durante il periodo estivo. Oltre 100 gli eventi in programma.

Giorgione è una di quelle figure d’artisti che confinano con le figure degli eroi.

Virgilio Lilli

Labirinti del cuore: Palazzo Venezia

Appartamento Barbo, a Palazzo Venezia, è sede della prima sezione di mostra, costruita intorno alla figura di Giorgione, contestualizzata nei suoi rapporti con Roma e Venezia, nel clima artistico e storico cinquecentesco, nelle novità della ritrattistica, nella svolta culturale della gioventù patrizia lagunare prima del ridimensionamento della Serenissima.

Nello specifico, fulcro dell’allestimento è un’opera in particolare: I due amici, un doppio autoritratto datato 1502 che ferma i personaggi in un momento di riflessione, abbandono, malinconia.

labirinti del cuore_doppio ritratto_giorgione

Questo poco conosciuto capolavoro giorgionesco può a tutti gli effetti essere considerato il primo esempio di una nuova concezione della funzione del ritratto nell’arte: in questo aspetto risiede la sua specifica valenza, che lo rende un’assoluta novità nel panorama ritrattistico del primo Cinquecento. Rispetto ai modelli precedenti, infatti, quest’opera del maestro di Castelfranco si caratterizza per un’inedita idea di ritratto, che vuole sottolineare lo stato d’animo ed esprimere a pieno e con forza espressiva quasi violenta i sentimenti amorosi.

Il giovane in primo piano ha uno sguardo sognante e quasi perso nel vuoto, mentre il ragazzo alle sue spalle ha un atteggiamento solo in apparenza più lucido e freddo e in contrasto con quello dell’amico: col suo ghigno, con quello sguardo che un po’ ammicca e un po’ intriga, ne riflette lo stato d’animo, ma da un punto di vista esterno e più “oggettivo”.

Oltre al capolavoro di Giorgione, sono raccolti a Palazzo Venezia altri oggetti proprio per approfondire l’opera del maestro e meglio entrare nel mondo artistico rinascimentale: alcuni libri, come Il Cortegiano di Baldassarre Castiglione e il Dialogo sulla pittura di Ludovico Dolce, il foglio con l’inventario dei beni di Giorgione, la cassetta da viaggio di Pietro Barbo.

A rendere più interattiva questa sezione c’è un’installazione video sonora immersiva, Il giardino dei sogni di Luca Brinchi e Daniele Spanò, con musiche di Franz Rosati, che utilizza alcuni dipinti celebri di Giorgione per ricreare visioni e suggestioni di un tipico giardino cinquecentesco.

Labirinti del cuore: Castel Sant’Angelo

Gli appartamenti papali di Castel Sant’Angelo sono sede della seconda parte dell’esposizione: sono qui riunite opere di grandi maestri del Cinquecento, come Tiziano, Tintoretto, Ludovico Carracci, Bronzino, Barocci, Bernardino e Arrigo Licinio. Il tentativo è ricostruire, attraverso il loro magistrale lavoro artistico, il mosaico di emozioni e relazioni umane (le stagioni del sentimento, per l’appunto): l’amore, la nostalgia, l’amicizia, la perdita, tutto ciò che è racchiuso nell’esperienza esistenziale umana insomma, che diventa inevitabilmente oggetto dell’attento occhio dell’artista. Un occhio che, grazie proprio alla lezione di Giorgione e Tiziano, ora ha virato la sua attenzione su una più realistica rappresentazione dei valori e dei sentimenti.

L’allestimento della mostra ha portato alla luce un dettaglio che arricchisce fortemente il valore di uno dei dipinti qui esposti: Il ritratto di gentildonna con lira da braccio (1537 circa) attribuito ad un anonimo pittore emiliano-romagnolo. Infatti si è riusciti a risalire al madrigale di cui è raffigurato lo spartito: si tratta di Quando madonna io vengo a contemplarte, di Philippe de Verdelot, compositore rinascimentale considerato il padre del madrigale italiano.

E proprio quel suo inedito madrigale sarà possibile ascoltare grazie ad una registrazione realizzata da Francesco Pedrini e l’Ensemble La Pedrina.

Il fatto è che in Giorgione si manifesta quello scadere dell’importanza del soggetto, a vantaggio dell’espressione artistica, che anticipa tutta l’arte moderna.

Lionello Venturi

L’Arte è stata ferita – Melodie di Solidarietà

A gennaio 2017 una ennesima scossa sismica ha provocato il crollo di quanto ancora restava del campanile della chiesa di S. Agostino già duramente danneggiato dal terremoto che rase al suolo la città di Amatrice; ancora una volta la popolazione ha pagato un doloroso prezzo e, insieme ai cittadini, anche l’Arte è stata ferita.

Grande onore e rispetto dobbiamo tributare alla cittadinanza, all’intera amministrazione comunale e per essa al sindaco Sergio Pirozzi che con una encomiabile energia ha coagulato intorno a se le energie ed il coraggio dei “suoi” cittadini impegnandosi a tutti i livelli per far risorgere Amatrice e mantenere ben salda l’identità culturale della comunità.

Ed è proprio su questo importante tema che si innesta il Concerto per Soli, Coro ed Orchestra che si svolgerà nel Parco Don Minzoni di Amatrice domenica 9 luglio 2017 alle ore 17,30

Anche l’Arte, benchè ferita, partecipa attivamente e si rende portavoce di un messaggio di fratellanza, di trasmissione di un intenso sentimento di partecipazione con i cittadini di Amatrice per dire: “noi ci siamo” perché c’è ancora tanto da fare e la solidarietà non può avere date di scadenza emotiva.

Fortemente voluto dal Maestro Luciano Cannito, che ne cura la conduzione affiancato da Rosanna Galantucci, il Concerto Melodie di Solidarietà è la replica di quello già svolto ad Altamura (BA) il 2 novembre 2016 al quale non poterono intervenire – ovviamente – i rappresentanti della comunità amatriciana.

Ed allora è il Concerto Melodie di Solidarietà che si avvicina al territorio in linea con il concetto che l’Arte è al servizio e per il bene dei cittadini; questa è la capillare diffusione dell’Arte.

L’Arte è stata ferita, gran parte delle opere d’arte hanno riportato immensi danni ma alcuni grandi artisti hanno risposto alla domanda: “Come posso fornire il mio contributo?”

Il Concerto Melodie di Solidarietà ne è la risposta concreta.

Dirigerà il Concerto Nicola Notario e i Soprani avranno le voci di Angela Lomurno e Valentina Leone.

Il Baritono è Luciano Ancona ed il clarinetto solista è Ferdinando Redavid.

Dalla città di Altamura, particolarmente sensibile ai temi artistici, proviene l’Orchestra da camera A. Toscanini ed il Coro Omniamusica diretto da Luciano Ancona.

Il Concerto sarà sottolineato dalla partecipazione di elementi del Coro 1000 Voci per ricominciare.

L’evento rappresenta un incisivo segnale di positività che viene portato ai nostri concittadini non solo di Amatrice ma dell’intero cono sismico interessato e, questo messaggio, consolida la già forte dignità della popolazione.

E’ importante questo Concerto perché non si può correre il rischio che subentri il “dolce oblio”; tutti, nessuno escluso, dal comune cittadino alle Istituzioni, dobbiamo mantenere vigile l’attenzione nei confronti di Amatrice…e non solo.

Grazie al Maestro Luciano Cannito e a tutti gli artisti; l’Arte è stata ferita ma è vitale.