Si intitola La vita che si ama. Storie di felicità ed è il nuovo libro autobiografico di Roberto Vecchioni, edito da Einaudi. Ma chiamarla autobiografia è riduttivo, perché la propria vita è solo il “pretesto” per un racconto ben più ampio, che ruota attorno ad un unico tema centrale e che ha un messaggio preciso da condividere.
Fulcro di queste 168 pagine, in cui si attraversano esperienze di vita molto diverse, ma normali e quotidiane (la nascita dei figli, la professione di insegnante, il ruolo di padre, l’amore) è la felicità: la sua ricerca, il suo mascherarsi e svelarsi, nascondersi e farsi acchiappare, per poi scivolare ancora via e nuovamente tornare. E in questo nascondino, in questa giostra, che è poi la vita, la verità è che la felicità non va mai via davvero, è sempre lì ad un passo, sono i nostri occhi ad essere spesso ciechi e a non vederla.
Questo è il messaggio che il professore vuole lanciare: afferrare la felicità non è poi così difficile, perché in verità è una presenza costante e non una sequenza di istanti da riconoscere. Sta a noi essere padroni del tempo e consapevoli della sua esistenza perenne.
La vita che si ama è un libro intimo, una sorta di manuale costruito sotto forma di racconti, che Roberto Vecchioni indirizza ai suoi quattro figli (Arrigo, Carolina, Edoardo e Francesca): per marcare questa dimensione filiale all’interno sono stati inseriti anche i testi delle 8 canzoni scritte per loro.
Ma nel libro trovano spazio anche altre persone fondamentali nel percorso di artista e in particolar modo di uomo di Roberto Vecchioni, come i genitori Eva ed Aldo e la compagna (scrittrice) Dario Colombo.
La vita che si ama è un ottimistico prontuario di vita che attinge alle esperienze di vita, ma anche all’immenso bagaglio culturale di Roberto Vecchioni. Nel testo non mancano rimandi letterari e citazioni, sempre velati e mai ostentati: a Paolo e Francesca, al mito di Orfeo ed Euridice, a Saffo ed Epicuro.
In riferimento al filosofo greco scrive:
Mentiva Epicuro. Non si è felici nell’imperturbabilità, ma nell’attraversamento del vento e della tempesta. Quando non c’è tocca immaginarla. Non è facile, perché bisogna impararlo, questo immaginare, e quando è giusto e quando è troppo e quando il cuore a metà del mosaico perde un pezzo e rinuncia, o dal castello cade una carta e si deve ricominciare tutto da capo. Immaginare è una scienza, non un percorso a casaccio, non un frullare utopie, è prevenire il possibile e intuirne la bellezza futura come fosse già lì, viva, un segreto svelato. Lei, la felicità, non ha trucchi né inganni, corre là parallela a noi nel bosco e s’intravede (o si sente, perché canta)
Quella che racconta Roberto Vecchioni è una felicità pura e vera nella sua essenza, differente dalla serenità, definita “un’imitazione scadente, una polvere aerea, un effetto placebo che confina pericolosamente con la noia” e diversa pure dall’euforia, “la grande ingannatrice”.
La felicità, invece, non mente e ci cammina accanto, vuol dirci l’autore. È un messaggio di speranza rivolto soprattutto ai giovani, a quei ragazzi con cui ha condiviso molto più di un’esperienza scolastica. Roberto Vecchioni è sempre stato sensibile verso le nuove generazioni, ha sempre cercato di essere trasversale e di parlare anche a loro, sia in qualità di professore che di cantautore: perché i giovani sono il futuro e rappresentano una risorsa su cui investire, in cui credere, da considerare e aiutare, come ha più volte ribadito.
Roberto Vecchioni in tour
Il libro La vita che si ama dà il titolo anche al tour di Roberto Vecchioni: il cantautore nella sua carriera vanta i quattro premi più importanti in Italia (Premio Tenco nel 1983, Festivalbar nel 1992, Festival di Sanremo e il Premio Mia Martini nel 2011). Il tour partirà il 21 giugno alla Assago Summer Arena in occasione della Giornata della Musica e per la manifestazione Street Music Art.