L’edizione numero novantotto del Giro d’Italia ha finalmente un vincitore, lo spagnolo Alberto Contador, già trionfatore nell’edizione del 2008. Con questa vittoria il trentatreenne si conferma uno dei ciclisti più forti di tutti i tempi avendo vinto, infatti, tutti e tre i grandi Giri: il Giro d’Italia, il Tour de France e la Vuelta. Anche questa volta, dunque, Contador non ha tradito le attese sul suo conto.
Detta in questo modo, la vittoria di Alberto Contador al novantottesimo Giro d’Italia potrebbe sembrare una mera formalità, ma le cose non sono andate proprio così, anzi. A dare del filo da torcere al trentatreenne campione spagnolo ci ha pensato il nostro Fabio Aru, un giovane ciclista sardo che da il meglio di sé nelle salite più dure e impervie e che ha, quindi, spiccate doti di scalatore.
La sfida è stata a dir poco esaltante per tutto il Giro d’Italia. Da una parte, infatti, c’era Alberto Contador, campione affermato con spiccate doti di cronoman (ossia quel particolare tipo di ciclista che dà il meglio di sé nelle cronometro), scalatore e passista e dall’altra Fabio Aru, giovane corridore sardo dalla grande fame agonistica pronta ad esplodere.
Fabio Aru è stato inoltre il primo ciclista sardo a indossare la maglia rosa, vero e proprio simbolo del Giro d’Italia. Alla vigilia dell’importante evento il corridore sardo della Astana era uno tra i papabili vincitori viste le sue eccellenti doti messe più volte in luce negli ultimi tempi. Non aveva fatto i conti però con l’esperto Alberto Contador, ora in forza nel team Tinkoff-Saxo, che ha saputo controllare e calcolare i rischi dall’inizio alla fine.
Lo spagnolo, infatti, non ha mai vinto nemmeno una tappa nel Giro d’Italia del 2015, altro fatto interessante di questa novantottesima edizione, ma il suo primato non è stato praticamente mai in discussione. Alberto Contador è stato infatti leader generale della corsa dalla terza tappa, quella da La Spezia ad Abetone, rimanendo in vetta fino alla tredicesima, dove ha preso il suo posto proprio il nostro Fabio Aru.
Alla tappa successiva, comunque, Alberto Contador ha ripreso agevolmente il proprio posto di leader generale della corsa (la famosa maglia rosa) che ha mantenuto sino alla fine in modo molto agevole. Aru ha lottato come ha potuto con grinta e determinazione, ma nulla ha potuto di fronte all’esperienza dello spagnolo. Per l’italiano ci sono state anche due tappe vinte: la diciannovesima, da Gravellona Toce a Cervinia, e la ventesima, da Saint-Vincent a Sestrèrre.
Il Giro d’Italia quindi ha visto trionfare senza troppi sussulti Alberto Contador, con un distacco di 1 minuto e 53 su Fabio Aru e di 3 minuti e 5 su Landa.