Andrea Alesio: l’inevitabilità del teatro

andrea alesio

L’esperienza di attore teatrale di Andrea Alesio la si può racchiudere in una parola chiave: inevitabilità, che lui stesso usa nel raccontare il suo approdo alla recitazione. Trentasei anni, abruzzese con un grande amore per Napoli e la napoletanità, Andrea Alesio arriva a Roma giovanissimo, per completare gli studi universitari alla Sapienza (Scienze Economiche per la Cooperazione Internazionale e lo Sviluppo) e proseguire il percorso con uno stage.

“Ma a fare l’attore non ci avevi mai pensato?”, gli chiedo.

“No. In realtà non avevo le idee chiarissime né su cosa avrei voluto né su cosa avrei potuto fare. Avevo alle spalle una carriera da spettatore, iniziata a 6-7 anni: mi bastava andare a teatro, mi piaceva farlo anche da solo. Poi nel corso di varie serate, amici e coinquilini mi hanno spinto a fare un colloquio alla Scuola di Teatro La Stazione. Non avevo assolutamente idea di quello a cui andavo incontro”.

Con molta dolcezza Andrea ricorda quando i genitori lo portarono a teatro per la prima volta, per andare a vedere uno spettacolo che aveva, tra i protagonisti, suo cugino Tommaso Trozzi, per cui spende parole di grande stima e ammirazione. Aveva solo 7 anni, ma in quel teatro di Ortona resta talmente colpito dall’esperienza di spettatore teatrale che non la lascerà più, coltivandola negli anni, ma senza mai pensare di poter fare quel passo avanti da spettatore ad attore, compiuto alla fine grazie alla spinta di amici e conoscenti che avevano visto lungo, intuendone le potenzialità.

“Sono stato mosso da una sorta di curiosità ancestrale. Ero certamente portato alle imitazioni, alla dimensione cabarettistica dell’esistenza, a scherzare, ridere e ironizzare, a cercare la battuta, ma al teatro come attore non ci avevo mai pensato, non avevo nemmeno idea di cosa significasse farlo”.

E a farglielo capire ci pensa Claudio Boccaccini, che lo accompagna nei suoi primi 2 anni di studio e formazione alla Scuola di Teatro La Stazione e che gli fa dono di un elemento essenziale: la consapevolezza.

“La sensazione è che prima molte cose le facevo senza avere consapevolezza del perché fossero giuste o sbagliate. Studiare recitazione ti dà consapevolezza di quello che fai e se capisci cosa stai facendo è perché sedimenti un insegnamento che poi diventa strumento per il futuro. Nulla resta più affidato al caso. La Scuola ha alimentato la mia curiosità, che già avevo, e mi ha dato questa consapevolezza”.

Dopo gli studi e le prime importanti esperienze di attore, arriva l’incontro che definisce scherzosamente “la folgorazione sulla via di Damasco, o meglio, per le vie della Garbatella”: quello con l’autore e regista Gabriele Mazzucco, con cui Andrea Alesio collabora da ormai 6 anni.

“Non ci conoscevamo ancora quando, alla fine di uno spettacolo cui avevo preso parte e che lui aveva visto, lo vedo pararsi davanti a me che, dall’alto dei suoi quasi 2 metri, mi fa: Io e te dovémo parla’! Ed io, dal basso dei miei 168 cm: Sicuro? Ma lui aggiunse: T’ho visto sul palco, te volevo chiede de recita’ pe’ ‘no spettacolo mio”.

E da uno, gli spettacoli sono diventati molti, da Il fantasma della Garbatella a M’iscrivo ai terroristi a Il Catamarano, per citarne alcuni. Gli elementi che garantiscono il successo di questa collaborazione lavorativa, sfociata anche in un affetto personale e umano, sono tre:

“Portare in scena i suoi testi mi ha fatto divertire, faticare ed emozionare”.

andrea alesio                andrea alesio                    andrea alesio

Andrea non parla della sua storia in termini di realizzazione di un sogno del cassetto, quanto piuttosto di una strada battuta fino a giungere a qualcosa di inevitabile. Racconta il teatro come un mondo conosciuto e amato prima da un punto di vista (spettatore) e poi esplorato e pienamente accolto da un altro (attore).  Nel suo emozionarsi parlando del palcoscenico e della recitazione, non ne parla come di un idillio scevro da sacrifici. Divertimento ed emozione sì, ma anche fatica.

“Una fatica che ha sempre qualcosa da raccontarmi, tanto che non riesco nemmeno a ricordare la mia vita come fosse prima – mi dice – Il teatro è una scelta, è fatica, è divertimento, tecnica, studio, emozione, disciplina. Mi ha insegnato tanto nella misura in cui mi ha anche dato tanto: mi ha dato la passione più grande che ho e la possibilità di vivere un altrove, che non è fuga, ma è la possibilità di allargare, più che allungare, la vita, guardandola da occhi e punti di vista sempre diversi. Mi ha fatto aprire, mi ha dato la possibilità di conoscermi più a fondo. Però una cosa me l’ha anche tolta: il tempo da impiegare come spettatore!”.

Pigro e insofferente nel quotidiano (a suo dire!), ma umile e attento quando si tratta di teatro, aperto alla crescita, al miglioramento, allo studio continuo, Andrea Alesio parla con semplicità della recitazione e di se stesso, ma non senza un certo luccichio negli occhi, che ne denota la dedizione:

“Non sono una persona competitiva né invidiosa. Quando mi rendo conto che c’è qualcuno più bravo di me, in qualsiasi campo, mi chiedo il perché, ma senza rimanerne deluso. Il miglioramento devi farlo su te stesso: accresci il tuo bagaglio e i tuoi strumenti per diventare migliore di com’eri, non migliore di un altro, non ha senso”.

Andrea Alesio e Gabriele Mazzucco

Sabato 31 gennaio Andrea Alesio sarà al Teatro Ambra alla Garbatella con Il fantasma della Garbatella, commedia leggera e mai volgare, dai molteplici riferimenti sociopolitici e dai ritmi serrati, scritta e diretta da Gabriele Mazzucco. In scena con lui anche Chiara Fiorelli, Federica Orrù, Paola Raciti, Armando Sanna. La commedia viene replicata con successo da gennaio scorso, mentre risale a maggio il debutto di una rappresentazione ad Andrea particolarmente cara, Il Catamarano, replicata anche fuori Roma, scritta da Gabriele Mazzucco mescolando elementi autobiografici e dettagli relativi alla vita di Andrea, in particolare la figura di suo nonno.

“Spero di portarlo ad Ortona un giorno, me lo hanno chiesto in molti e sarebbe un grande orgoglio sia perché c’è tanto di me e della mia storia, sia a livello di lingua, visto che recito una parte in dialetto abruzzese”.

Il 12 gennaio invece debutterà con Angie (Teatro Ambra alla Garbatella) spettacolo comico e brillante, anche questo scritto e diretto da Gabriele Mazzucco: la musa della musica, ispiratrice di personaggi del calibro di Janis Joplin, Jim Morrison, Amy Winehouse, decide di smettere, di dimettersi dal suo ruolo di musa, stanca di vedere morire i suoi giovani artisti. Grazie a due strampalati aiutanti rivivrà i suoi trascorsi, una serie di aneddoti, ricordi ed emozioni che la porteranno a scoprire la sua reale missione. In scena con Andrea Alesio: Fabrizio Apolloni, Federica Orrù, Paola Raciti.

Il Catamarano (Andiamo avanti)

Dietro le quinte…

Scena il CatamaranoCon precedenti articoli avevamo commentato la “prima” de  “Il Catamarano” che ha riscosso un notevole successo sia nella critica che nella presenza di entusiasti spettatori; abbiamo nuovamente assistito alla replica di venerdi 21 dicembre che ha confermato l’alta qualità del testo scritto da Gabriele Mazzucco e recitato, in maniera sublime, da Andrea Alesio.

Nel mondo dello spettacolo si dice che “i numeri fanno la storia” e, vedendo la sala costantemente gremita, possiamo affermare che “i numeri” hanno dato piena ragione a Gabriele e ad Andrea. Ad onor del vero non sono solo loro “gli eroi” del momento in quanto, se uno spettacolo riesce a conseguire il meritato riconoscimento, vi è alle spalle una struttura umana e professionale ormai ben collaudata.

Federica Orrù, attrice con anni di esperienza sul palco, è instancabile e coinvolgente, cura la scenografia, i costumi, le PR, la scuola di recitazione …e tanto altro ancora;

Chiara Fiorelli, giovane ma valente attrice, si presta ad una molteplicità di ruoli, collabora anche alle scene;

Paola Raciti, anche lei giovane attrice, poliedrica nelle espressioni, è la preziosa figura indispensabile nella organicità dello spettacolo;

Gabriele Mazzucco, scrittore dei testi, regista e cuore pulsante del Barnum Seminteatro, preciso, attento ai dettagli in quanto – come dice – “sono i dettagli che fanno il successo” ed il pubblico lo capisce quando uno spettacolo è ben curato.

Il Catamarano  

dietro le quinte…

“Andiamo avanti”

Forse questa è l’espressione cardine che rappresenta l’essenza della narrazione che ha accompagnato la vita del giovane Andrea sin dall’infanzia.

Dobbiamo ringraziare Gabriele Mazzucco che ci ha consentito di partecipare al “dietro le quinte” e vivere l’atmosfera della preparazione, delle prove, dei movimenti ripetuti infinite volte per meglio rappresentare e trasmettere al pubblico l’intenso messaggio umano, di forte sentimento e commozione che non è mai (s)caduto, però, nella facile retorica e richiesta di applausi.

Andrea Alesio è un gigante del monologo, ha saputo rappresentare vari personaggi dagli anni ’50 ai giorni nostri; da ciascuno ha saputo trarre gli aspetti caratteristici – alcuni esilaranti – portandoli all’attenzione dello spettatore. Ha saputo catturare l’attenzione del pubblico ed il suo animo, ha saputo creare profondi, assoluti e riflessivi momenti di silenzio nella sala, ha saputo donare momenti di gioiosa allegria per le sue battute, mai scontate.

Su tutti è presente la meravigliosa figura del nonno sempre vivo nel cuore di Andrea e suo punto di riferimento.

Il “dietro le quinte” ci ha consentito di scambiare alcune riflessioni con Gabriele e Andrea, visibilmente provati ma pienamente soddisfatti a fine spettacolo: un pubblico che racchiudeva ampie fasce di età, abituato ad andare a teatro, giustamente attento e critico.

Aver fatto breccia e coinvolto questo pubblico di qualità  è la conferma dell’ottimo testo di Gabriele Mazzucco ed una indiscussa eccellenza artistica dell’attore Andrea Alesio che si è cimentato – con assoluto successo – in un monologo lungo e complesso per la diversità dei personaggi raffigurati.

Anche il nonno, basilare figura sempre citata ma presente fisicamente solo nella intensa scena finale, ci ha mostrato la sua commozione ed ha espresso parole di stima e profondo affetto per Gabriele ed Andrea.

Il Catamarano è stato già rappresentato in alcuni teatri non solo della città di Roma e ad ogni rappresentazione si è registrato un entusiastico Sold Out.

E’ stata la loro mossa vincente.

Photo credits: Enrico Diamanti

IL CATAMARANO

Mazzucco

Scritto da Gabriele Mazzucco
Regia di Gigi Palla

Ancora una volta Gabriele Mazzucco ci coinvolgerà in una storia, l’ultima da lui scritta, Il Catamarano, che saprà emozionarci, coinvolgerci senza tuttavia cadere nel facile tranello della malinconia; è un altro viaggio nel nostro animo e che ci indica il valore dei sentimenti più nobili.

Il giovane Andrea è un ragazzo come tanti che coltiva il grande sogno di diventare un attore ed è proprio lui a raccontare la sua storia “corale”, esclusivamente in prima persona.

Unico interlocutore, seppur assente dalla scena, è suo nonno Angelo.

Uomo tutto di un pezzo con alle spalle una vita piena, vigorosa e difficile, vissuta intensamente avendo il coraggio di andare anche contro tutto e tutti. Un uomo d’altri tempi, forse, eppure attuale come non mai.

Angelo viaggia “in solitaria” tra passato e presente, tra sensazioni ed emozioni, narrando e rievocando, facendo toccare con mano allo spettatore non una ma più vite, allo stesso tempo ordinarie e straordinarie.

Le varie figure che emergono sono uniche nel loro genere ed insieme costituiscono un affresco di varia umanità; la bidella bigotta mortalmente scandalizzata per un bacio tra ragazzi o il giovane regista naif che si crede proiettato verso il successo grazie alla sua versione contemporanea dell’opera “Il Catamarano”.

Ed è proprio “Il Catamarano”, che poi altro non è che il titolo della pièce, a rappresentare il legame che unisce le esistenze di nonno e nipote e di tutto ciò che ha girato e che continua a girare intorno a loro.

Una unione profonda, indissolubile che travalica lo scorrere del tempo.

Si ride ma allo stesso tempo ci si emoziona, senza lasciare spazio alla malinconia e ai rimpianti proprio come fa lo stesso Andrea nel suo coinvolgente flusso esistenziale.

Il Catamarano” è una storia come tante e come tale unica e straordinaria – spiega il regista Gigi Palla<<una storia urgente per chi l’ha scritta e necessaria per chi la interpreta e l’ha ispirata, una carrellata di esistenze che si intrecciano e personaggi che si sfiorano nell’attraversare il mare magnum della vita>>

 

Teatro Ambra alla Garbatella dal 19 al 21 maggio 2016

Compagnia Degli Artigialli

Il cast: Andrea Alesio (Andrea)
e con l’amichevole partecipazione di Piero Casoli

Scene e costumi Carla Marchini
Comunicazione Paolo Leone
Ufficio Stampa Alessandro Rubino – Valeria Marucci

 

M’iscrivo ai terroristi

M'iscrivo ai terroristi locandina

M’ISCRIVO AI TERRORISTI

I mostri, la magia ed il paranormale esistono?

Gabriele Mazzucco ci ha abituati a deliziarci con le sue opere teatrali atipiche, non convenzionali, intelligenti, importanti per le tematiche sociali che vuole porre alla nostra attenzione ma, nel contempo, facilmente fruibili grazie al suo ritmo narrativo sostenuto e adatto al grande pubblico.

Le sue storie sono tragicomiche sempre sul filo della realtà e ricche di battute esilaranti.

Ricordiamo solo alcuni dei suoi precedenti testi  teatrali come “Chi è di scena?”, “Ciancicagnocchi”, “Roma io e gli altri”, “Sketch anarchici 1 e 2” e “La Storia di mezzo”  premiati dal pubblico con una richiesta di repliche ben superiore al previsto e prevedibile.

Non possiamo sottacere che il pubblico ama il teatro di Gabriele Mazzucco e segue il suo ricco cartellone.

Ora torna in scena dal 28 al 31 maggio al Teatro Ambra alla Garbatella con la sua ultima produzione scritta e diretta da lui “M’iscrivo ai terroristi”  interpretata da Andrea Alesio, Chiara Fiorelli e Teo Guarini con l’aiuto regia di Federica Orrù.

M’iscrivo ai terroristi” è una favola che nel teatro francese è definita “noir” ma è comunque  brillante, surreale e decisamente contemporanea come lo è  il pensiero del filosofo e linguista Noam Chomsky da cui Gabriele trae l’ispirazione.

La storia si svolge all’interno di un locale di un parco giochi e viene vissuta da tre personaggi:  un uomo vestito da Dracula, una cartomante di origini gitane e  un senzatetto che fuggì dalla società civile rinchiudendosi, da lungo tempo,  in quel luogo.

All’esterno è in corso un massiccio attacco di zombie che sembra aver sconvolto il parco giochi e , probabilmente, anche tutto il resto del mondo.

Il dialogo dei personaggi ci lancia spunti di riflessione:

sono realmente chi dicono di essere?

gli zombie esistono davvero o si sta vivendo solamente un assurdo delirio di massa?

conviene rimanere al chiuso, nella convinzione di essere al sicuro, aspettando che tutto sia passato?

O forse non sarebbe meglio provare ad affrontare le difficoltà della vita per conquistare un futuro migliore?

Gabriele in tutte le sue opere ci ha offerto la possibilità di dialogare, seppure in maniera ironica, sulle caratteristiche principali della nostra società riprendendo  con “M’iscrivo ai terroristi alcuni temi a lui cari.

Il potere economico,  finanziario e politico tendono ad assoggettare  la società alla quale, invece, l’autore attribuisce la capacità e la forza di costruire “il bene comune” .

Ah, dimenticavo, prenotate subito al  n. 06 81173900 (Teatro Ambra – Piazza Giovanni da Triora n. 15 – Garbatella) – Orario spettacoli:da giovedì a sabato ore 21.00 – domenica ore 17.00

Noi ci saremo, vi aspettiamo!