Anna Marcello, l’attrice che vive e lavora tra Roma e Londra

Anna Marcello, l’attrice che vive e lavora tra Roma e Londra

Anna Marcello, l’attrice che vive e lavora tra Roma e Londra

Con questa puntuale e rigorosa intervista condotta in maniera esemplare da Andrea Giostra riprendiamo un tema a noi molto caro che ci vede impegnati a condurre questa lotta contro il Femminicidio non solo in occasione del 25 novembre ma essa è attività costante del nostro giornale.

Siamo quindi grati ad Anna Marcello che, con il suo ultimo film di cui parleremo più in avanti, ha voluto accendere i riflettori su questo ignobile fenomeno.

Parliamo con Anna della sua Arte.

Ciao Anna, benvenuta e grazie per la tua disponibilità. Se volessi presentarti ai nostri lettori cosa racconteresti di te quale artista? Qual è stato il tuo percorso artistico che ti ha condotto dove sei ora?

“Ciao Andrea, innanzitutto grazie a te. Sono curiosa, mi piace confrontarmi con le altre persone e apprendere nuovi insegnamenti. Sono molto attratta dall’intelligenza, dal genio, dalla cordialità e creatività.

Amo l’Arte in tutte le sue forme.  Ho avuto tanta forza di volontà e non ho mai smesso di studiare. Ho cercato sempre di avere rispetto e considerazione per le persone con le quali lavoro. Lavoro con il metodo, sono un’attrice…di pancia e cerco di avvicinarmi il più possibile alla verità.”

Nel 2019 ti vedremo nelle sale italiane, protagonista femminile di “Credo in un solo Padre”. Ci racconti qualche anticipazione?

Anna Marcello, l’attrice che vive e lavora tra Roma e Londra

Credo in un solo Padre, prodotto dall’Around Culture s.r.l., è un film ambientato negli anni 70, nel sud Italia. Basato non solo su storie di violenza del passato ma anche su quelle dei giorni nostri.

Il regista Luca Guardabascio ha lavorato più di un anno alla sceneggiatura a quattro mani con Tuozzo Michele Ferruccio autore del libro Senza far rumore. Parla di un’estrema violenza a tutti i livelli in un contesto sociale che, però, non è tanto diverso da quello di oggi.

Io interpreto Maria, una donna che subisce abusi psicologici e fisici, che da sola deve lottare contro l’omertà della gente. Immedesimarmi nel ruolo di Maria non è stato facile, ho dovuto usare alcune strategie. Al mio fianco il bravissimo Massimo Bonetti, Giordano Petri nel ruolo di mio marito, Sveva e Yuri in quello dei nostri figli.

Ovviamente ha avuto un ruolo fondamentale il supporto della psicologa dott. Elena Fattorusso, che ha seguito me e tutti gli altri attori portando testimonianze di donne vittime di violenza; alcune di loro sono state assunte dalla produzione del film ed hanno lavorato sul set. Parimenti è stato fondamentale il supporto della troupe e la professionalità di tutti gli altri strepitosi colleghi artisti con i quali ho lavorato, tutti uniti da un film per questa grande causa con la speranza che possa contribuire al cambiamento della società e che si unisca al possente coro che condanna la violenza contro le donne.”

Anna Marcello, l’attrice che vive e lavora tra Roma e Londra

Anna Marcello, l’attrice che vive e lavora tra Roma e Londra  

Nella tua biografia non mancano i nomi di registi italiani e alcuni premi Oscar con i quali hai lavorato, come: Gabriele Salvatores, Gabriela Pescucci, Milena Canonero, Federico Zampaglione, Roberto Faenza, Richard Blanshard etc. Quali sono secondo te le caratteristiche, le qualità, il talento, che deve possedere chi recita per essere definito un vero attore? E perché proprio quelle?

“Un attore deve sorprendere, essere un genio, folle, un incontro di intelligenza e creatività. Come dire… una follia controllata perché non credo negli artisti maledetti.

Credo che un bravo attore deve riuscire a trasmettere al pubblico ogni cosa che prova il personaggio che sta interpretando; riuscire in questo non è facile e se ci riesci allora forse vuol dire che sei un bravo attore.

Ad esempio, Adrien Brody, Il pianista, passò al pianoforte quattro ore al giorno fino a che non divenne in grado di eseguire alcuni passaggi di Chopin e perse quasi 14 chili di peso così da interpretare in maniera più realistica i mesi passati da Szpilman.

Val Kilmer, The Doors, imparò a memoria più di 50 canzoni del gruppo e passò mesi insieme all’ex produttore della band Paul Rothschild etc…

Un bravo attore ci mette l’anima, è serio e lavora sodo.”

Anna Marcello, l’attrice che vive e lavora tra Roma e Londra

Come definiresti il tuo stile recitativo?

“Sono un’attrice che segue l’istinto e cerco di avvicinarmi il più possibile alla verità. Mi piace sfidarmi sempre in nuovi personaggi. Ho studiato diverse tecniche, da Stanislavkij a Strasberg ho poi personalizzato lo stile seguita da alcuni coach italiani e americani quali Francesca de Sapio e Doris Hicks.

Mi piace lavorare con metodo.”

Perché secondo te oggi il cinema, il teatro, sono importanti e vanno seguiti?

“Sono gli unici luoghi dove si può andare ancora a sognare e senza essere disturbati. Li definirei >sognatoi< . Senza tempo né spazio.

Charles Bukowski a proposito dell’Arte diceva… «A cosa serve l’Arte se non ad aiutare gli uomini a vivere?» (Intervista a Michael Perkins, Charles Bukowski: the Angry Poet, “In New York”, New York, vol 1, n. 17, 1967, pp. 15-18). Tu cosa ne pensi in proposito? Secondo te a cosa serve la Settima Arte nel ventunesimo secolo?

“L’Arte in ogni sua manifestazione è l’unico momento che permette all’uomo di esteriorizzare la propria interiorità e come diceva Pier Paolo Pasolini l’arte e la bellezza salveranno il mondo”

Anna, immagina una convention all’americana, tenuta in un teatro italiano, con qualche migliaio di adolescenti appassionati di teatro e cinema. Sei invitata ad aprire il simposio con una tua introduzione di quindici minuti. Cosa diresti a tutti quei ragazzi per appassionarli al mondo della recitazione, del teatro e della settima arte? Quali sono, secondo te, le tre cose più importanti da raccontare loro sulla tua arte?

“È talmente individuale la passione che si può creare con la recitazione; inviterei uno ad uno a salire su palco e a condividere quello che provano.”

Anna Marcello, l’attrice che vive e lavora tra Roma e Londra

Anna Marcello, attrice poliedrica che ama l’Arte in tutte le sue espressioni, prezioso testimonial nella lotta contro la violenza sulle donne.

Grazie Anna

 

Anna Marcello

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Andrea Giostra

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“Soldado” di Stefano Sollima

“Soldado” di Stefano Sollima

“Soldadodi Stefano Sollima

Come sempre il pluripremiato scrittore, critico letterario e cinematografico, acuto osservatore dei fatti italiani, Project Manager e Planner per la ricostruzione di siti archeologici patrimonio dell’UNESCO, Dott. Andrea Giostra, ci presenta una sua ottima recensione del recente film “Soldado” di Stefano Sollima.

Andrea Giostra così si esprime:

“Finalmente un bel thriller che al contempo possiede azione e dramma. La suspence non lascia lo spettatore della prima scena all’ultima e questo è un grandissimo pregio per chi ama questo genere cinematografico.

Gli attori sono tutti bravissimi, con un Benicio Del Toro superbo e la narrazione è fluida e molto convincente.

La fotografia e le musiche fanno il resto, e rendono il film un ottimo action movie.

“Soldado” di Stefano Sollima

Il traffico d’esseri umani è la cornice del film.

I cartelli della droga messicani fanno più affari con i migranti clandestini che con la cocaina: minori rischi e molto più guadagno.

Come esattamente avviene d’altra parte nel Mediterraneo.

I flussi incontrollati di clandestini sono anche il viatico di terroristi islamici che attentano alla sicurezza della popolazione degli Stati Uniti ed è a questo punto che il Governo americano è costretto ad intervenire con tempestività e violenza.

Una strage terroristica in un supermercato del Texas dà il via ad un’azione di rappresaglia e di morti che vede a capo l’agente Matt Graver (Josh Brolin) che ha il compito di fare giustizia e ristabilire l’ordine.

Alejandro (Benicio Del Toro) è l’uomo di Graver che sa come muoversi e come agire in terra messicana, senza regole e senza legge. I risvolti umani saranno imprevedibili e la narrazione assume contorni crudi e umani al contempo.

Quì inizia un’altra storia, fatti di sentimenti più che di vendetta, di umanità più che di crudeltà, di sano cinismo più che di opportunità. Il finale lascia aperta la porta della prossima puntata del sequel che non tarderà ad arrivare nelle sale cinematografiche di tutto il mondo.

Il primo film di quella che è divenuta una serie uscì nel 2015 dove “Sicario” doveva affrontare la violenza dei cartelli della droga tra il Messico e gli Stai Uniti.

Adesso, dopo tre anni, nel 2018, “Soldado” di Stefano Sollima si intreccia nella frontiera messicana tra storie di migranti clandestini, terroristi islamici, cinica politica estera americana, vendette e tradimenti.

Il film è da vedere, intenso, corretto, che non lascia nulla al caso e, soprattutto, ci fa capire cosa accade veramente dietro le quinte del potere di questo mondo fatto di affari clandestini e politica selvaggia che, più che al bene comune, punta agli affari, al potere coperto da una maschera di terribile ipocrisia e immoralità.

Superba la sceneggiatura di Taylor Sheridan e le musiche di Hildur Guðnadóttir.

Distribuzione 01 Distribution.

ANDREA GIOSTRA

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Le Riflessioni… di Andrea Lepone

Le Riflessioni...di Andrea Lepone

Le Riflessioni… di Andrea Lepone

Le Riflessioni...di Andrea Lepone

“L’amore ha radici profonde, come l’albero della vita non s’inchina davanti agli audaci, ma schernisce gli invidiosi, vittime delle parole sgualcite, declamate nelle grandi dimore, dove pesano le assenze delle persone amate…”

E’ un breve estratto dalla poesia L’amore ha radici profonde e fa parte di una silloge di 51 opere poetiche scritte dal nostro autore Andrea Lepone.

Ogni poesia rappresenta magnificamente una esperienza di vita ed un intimo percorso che unisce e conduce insieme al lettore che “vedrà” se stesso protagonista sensibile dell’opera.

L’amore, la psicologia, la speranza, il dubbio, la sconfitta, il risollevarsi, sono alcuni dei temi affrontati da Andrea Lepone che, come afferma nella quarta di copertina, “intende condividere con i lettori le molteplici riflessioni ed esperienze di vita che hanno segnato ed arricchito il suo animo”.

Le Riflessioni… di Andrea Lepone

Le Riflessioni...di Andrea Lepone

Il percorso artistico di Andrea è di tutto riguardo avendo vinto innumerevoli Concorsi Letterari nazionali ed internazionali ed ottenuto riconoscimenti e premi anche da organismi istituzionali.

Scrittore, promotore ed organizzatore di eventi culturali, reading letterari, videorubriche, di concorsi, giornalista e presidente di giuria del concorso letterario internazionale L’Arte della Parola.

Riportiamo una intervista che lo scrittore, critico, saggista e persona di raffinata cultura, Andrea Giostra, ha dedicato ad Andrea Lepone:

http://www.fattitaliani.it/2018/04/intervista-ad-andrea-lepone-poeta-e.html

E’ anche un affermato sportivo avendo conquistato più volte il titolo di campione italiano, europeo ed infine mondiale di Powerlifting.

“Trapiantami sulle labbra il tuo sorriso, affinchè possa inchinarmi ed implorare i protettori di concedermi un altro giorno, per riscoprire l’ingenuità della giovinezza e ritrovare nelle tasche un talismano perduto, il dono di un viaggiatore disanimato…” (da Trapiantami sulle labbra il tuo sorriso)

Le Riflessioni...di Andrea Lepone

Magnifica, puntuale, completa la Prefazione di Angelo Nardi, giornalista, filosofo, scrittore che ammiriamo e ringraziamo.

Questa opera poetica dal titolo Riflessioni in chiaroscuro scritta da Andrea Lepone è stata oggi pubblicata dalla casa editrice La Macina Onlus Editore.

E’ già ordinabile in tutte le librerie o si può richiedere direttamente ai seguenti indirizzi mail:

lamacinaonlus@gmail.com

lepandros@gmail.com

il prezzo di copertina è di Euro 14,00 con spese di spedizione a nostro carico.

Le Riflessioni...di Andrea Lepone

Grazie Andrea Lepone per la fiducia che ci hai accordato e complimenti per la tua nuova opera.

Federica.

 

Il genio ribelle di Gino de Dominicis

Il genio ribelle di Gino de Dominicis

Il genio ribelle di Gino de Dominicis

In mostra presso il Polo Museale di Arte Contemporanea di Palazzo Belmonte Riso fino al 26 agosto 2018

di Andrea Giostra.

Gino de Dominicis (Ancona, 1° aprile 1947 – Roma, 29 novembre 1998) è stato uno degli artisti italiani più interessanti e geniali del periodo che va dalla fine degli anni Sessanta alla fine degli anni Novanta. Le sue opere sono state riconosciute da tutti i critici come “fuori” dal suo tempo e come arte che ha saputo “anticipare” il futuro.

Di fatto è stato un artista visionario sempre alla ricerca del senso della vita, dell’immortalità fisica in antitesi alla pulsione di morte freudiana sublimata artisticamente con l’immoralità e l’invisibile. Temi questi trattati in modo quasi ossessivo in tutte le sue opere d’arte visiva, ma anche con degli scritti quali le “Lettera sull’immortalità del corpo” del 1966.

Gino de Dominicis non ha mai voluto essere classificato all’interno di una scuola artistica o di una corrente culturale del suo tempo preferendo l’assoluta indipendenza speculativa e intellettuale delle sue creazioni.

Le sue opere hanno sempre innescato scalpore e critiche feroci soprattutto da parte di alcuni intellettuali a lui contemporanei, tra questi anche Pier Paolo Pasolini, ma soprattutto da parte di ortodossi e conservatori critici d’arte del suo tempo dei quali pensava «…che hanno dei complessi di inferiorità rispetto agli artisti. Sono sempre invidiosi. È una cosa che è sempre successa. C’è poco da fare.»  (Intervista a Canale 5 del 1994-95)

Il genio ribelle di Gino de Dominicis

L’installazione che sollevò grande scandalo, e che al contempo lo rese ancora più famoso in tutto il mondo, fu quella presentata alla Biennale di Venezia del 1972: un giovane affetto da sindrome di Down, seduto davanti a un cubo invisibile, che la stampa di allora non ebbe scrupoli a chiamare “Il Mongoloide”; una palla nell’attimo immediatamente prima il suo rimbalzo; una pietra in attesa di generare un moto molecolare che avrebbe dovuto causare un movimento spontaneo della materia.

Lo scandalo e le voci della critica benpensante di allora furono tali che dovette intervenire la magistratura che sequestrò la mostra e denunciò Gino de Dominicis per sottrazione di incapace: “Il Mongoloide” Paolo Rosa.

Per questo motivo Gino de Dominicis subì un successivo processo che lo vide però assolto.

Il genio ribelle di Gino de Dominicis

Le arti visive furono la forma espressiva che predilesse da sempre delle quali, rispetto alle altre forme d’arte, pensava che… «Le arti visive, la pittura, la scultura, l’architettura, sono linguaggi immobili, muti e materiali. Quindi il rapporto degli altri linguaggi con questo è difficile perché sono linguaggi molto diversi tra loro. Per cui c’è questa tendenza… non si capisce… si può capire il motivo perché probabilmente vogliono un po’ sentirsi tutti artisti, pittori, non si sa perché… L’arte visiva è vivente… l’oggetto d’arte visiva. Per cui paradossalmente non avrebbe bisogno neanche di essere visto. Mentre gli altri linguaggi devono essere visti, o sentiti, o ascoltati per esistere. Un’altra cosa nell’arte visiva caratteristica è che non si rivolge in particolare a nessuno spettatore, non c’è una gerarchia di spettatori, ma sono tutti alla stessa distanza dall’opera. Non ci sono gli esperti. Un giudizio di un bambino vale quello di un cosiddetto esperto, per l’artista. Non c’è nessun particolare… Anche perché non esistono gli esperti d’arte. Gli unici esperti, veramente, sono gli artisti. Gli altri percepiscono l’arte, ma non possono essere degli esperti altrimenti la farebbero, la saprebbero fare.» (ibidem).

Il genio ribelle di Gino de Dominicis

E poi, a proposito di creazione e creatività, a proposito di esperti d’arte e critici d’arte, sosteneva la tesi del grande equivoco che era stato creato ad arte dai “non-artisti” che volevano sentirsi “artisti”… ovvero… «Poi c’è l’equivoco tra creazione e creatività. L’artista è un creatore. E non è un creativo. Ci sono persone creative, simpaticissime anche, ma non è la stessa cosa. Comunque, questa cosa qui dei creativi e degli artisti, nasce nella fine egli anni Sessanta dove iniziano i galleristi ad essere creativi, poi arrivano i critici creativi, poi arrivano i direttori dei musei creativi… E quindi è una escalation che poi crea questi equivoci delle Biennali di Venezia che vengono fatte come se fosse un’opera del direttore. Lui si sente artista e fa la sua mostra a tema, invitando gli artisti a illustrare con le loro opere il suo tema, la sua problematica. Questo mi sembra pazzesco.» (ibidem).

Il genio ribelle di Gino de Dominicis

Attraverso la sua produzione artistica, scevra da amplificazione mediatica e pubblicitaria che ha sempre inesorabilmente rifiutato, riesce a ritagliarsi una posizione culturale ed artistica di grande prestigio ma – al contempo – di inscrutabile e carismatico mistero che lo rendono uno dei personaggi dell’arte della seconda metà del secolo scorso più accattivanti e richiesti dalle più prestigiose ed importanti gallerie del mondo.

Il genio ribelle di Gino de Dominicis

La capacità evocativa e di suggestione speculativa e filosofica delle sue opere rimane intatta sino ai nostri tempi. E questa è certamente una qualità proiettiva che solo i grandi artisti hanno saputo raggiungere con la loro arte, tramandandola ai loro posteri.

Ebbene, tutto questo potrà essere vissuto fino al 26 agosto 2018 nella mostra “GDD – GENIO DELLA DIMENSIONE” DI GINO DE DOMINICIS curata da Vittori Sgarbi e allestita a Palermo presso il Polo Museale Regionale d’Arte Moderna e Contemporanea diretto da Valeria Patrizia Li Vigni.

Il genio ribelle di Gino de Dominicis

“GDD – GENIO DELLA DIMENSIONE” DI GINO DE DOMINICIS

Inaugurazione: giovedì 13 giugno 2018, ore 19:00

Visitabile fino al 26 agosto 2018, ore 19:30

martedì, mercoledì, domenica | 10.00 – 19.30

giovedì, venerdì, sabato | 10.00 – 23.30

lunedì chiuso, eccetto i festivi.

https://www.poloartecontemporanea.it/event/gdd-genio-della-dimensione-di-gino-de-dominicis/

Palazzo Belmonte Riso | Polo Museale regionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Palermo

Corso Vittorio Emanuele n. 365 – 90134 Palermo

+39 091 587 717

poloartemoderna.pa@regione.sicilia.it

https://www.poloartecontemporanea.it/

Gino De Dominicis

https://it.wikipedia.org/wiki/Gino_De_Dominicis

http://www.artribune.com/television/2016/11/video-de-dominicis-fabio-sargentini-forziere-roma/

https://vimeo.com/205864164

Andrea Giostra

https://andreagiostrafilm.blogspot.it

https://business.facebook.com/AndreaGiostraFilm/

 

Il genio ribelle di Gino de Dominicis

 

Mastr’Antria e altri racconti

Mastr'Antria e altri racconti

Mastr’Antria e altri racconti

l’ultima fatica di Andrea Giostra tra sogni, critiche e cultura letteraria nella garbata e significativa recensione del poeta scrittore Andrea Lepone:

Dopo il grande successo delle “Novelle brevi di Sicilia”, Andrea Giostra torna a raccontare la realtà della sua amata terra sicula ma non solo, scattando con la propria penna istantanee dense di sensazioni coinvolgenti, vibranti, a tratti oniriche.

Con uno stile letterario sobrio, lineare, ma che non disdegna l’eleganza, egli narra l’irreversibile rovesciamento della civiltà moderna, cannibalizzata dal consumismo e da una feroce speciosità. Tra racconti edonistici, ironiche ma brutali analisi socio politiche, e brevi diari di viaggio, egli offre spunti di riflessione intensi, mai scontati.

Sono drammi puri, limpidi, affrontati con la leggerezza propria delle commedie più spensierate. Degno di nota lo stile con cui l’autore affronta l’eterno dualismo tra settentrione e meridione, questa volta privo dei consueti stereotipi, surclassati da luoghi e personaggi che simbolizzano, in un vorticoso saliscendi di emozioni, i più inconsci desideri umani.

Mastr'Antria e altri racconti

Protagonista del libro è senza dubbio l’amore, spesso carnale, ma anche mistico, con velate tendenze romantiche, quasi sempre sofferto. Un sentimento che non si ferma al classico rapporto tra due individui, ma che abbraccia anche l’arte, la voglia di emergere, quell’ambizione latente che appartiene a tutti noi, ma che non sempre trova la forza di risplendere, fungendo talvolta da ancora di salvezza.

Un’opera di grande spessore, la narrazione di semplici complessità che coinvolgono qualunque strato sociale, un rapido sospiro che riempie i polmoni dei lettori con sogni, critiche e sana cultura letteraria.

Mastr’Antria e altri racconti

Andrea Giostra “accompagna” il lettore attraverso un turbinio di sensazioni, a volte contrastanti, ma tutte reali, con un semplice ma al contempo raffinato linguaggio.

Induce a riflettere sul profondo significato dell’amore, delle passioni, della società che ci circonda, pennella con maestria ciò che la meravigliosa natura ci presenta e che a volte ignoriamo.

Maestoso è il capitolo di “Mastr’Antria”, nonno dello scrittore, a cui Andrea Giostra ha dedicato con immenso affetto il titolo del libro.

Andrea Giostra

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