Accademia delle Arti

La Direttrice Artistica dell’Accademia delle Arti Sig.ra Catia Di Gaetano, i coreografi, i docenti e…gli allievi ed allieve dei vari corsi di danza augurano un buon Natale 2015 ed un felice Anno Nuovo.

Vi aspettiamo a Gennaio per il nuovo anno accademico con esami Royal Ballet.

A presto

Accademia delle Arti

Roma

Viale Isacco Newton, 33

Tel. 06 6571702

La Danza Classica

…dalle origini

La danza è la prima espressione artistica del genere umano perché ha come mezzo di espressione il corpo.

Tutte le altre arti, infatti, prevedono l’uso di oggetti che fungono da strumenti  ad eccezione del canto che, così come la danza, si avvale di un solo strumento: il proprio corpo.

Alcuni frammenti di pietra incisa dimostrano che la danza ha origini antichissime ed infatti presso gli antichi Greci era presente in tutte le cerimonie di carattere sociale e religioso.

La danza accompagna la storia della civiltà umana a partire dall’epoca preistorica fino al consolidamento delle prime civiltà stanziali acquistando un ruolo rilevante soprattutto in Grecia.

Qui si svilupparono numerose tipologie di danza classificate dagli storici in tre categorie:

  • Danze guerriere;
  • Danze religiose;
  • Danze profane;

Fin dalle origini del teatro la danza ne fu parte integrante ed inscindibile costituendo uno dei suoi principali livelli espressivi ed elemento principale nei rituali religiosi. Nella Grecia antica le rappresentazioni teatrali erano momenti importanti di aggregazione della collettività ed erano indette dalle autorità politiche in occasione delle feste dedicate alle varie divinità.

Durante il Medioevo la danza, che in un primo periodo era praticata anche all’ interno degli edifici religiosi come rituale e accompagnamento dei canti, subì la condanna della autorità ecclesiastiche che vedevano nella sua esecuzione la lascività dei costumi dovuta ad una eccessiva ostentazione del corpo in movimento nonchè al tipo di comunicazione prettamente visiva; ciò  andava in profondo conflitto con la comunicazione orale dei predicatori.

La danza, quantunque osteggiata,  fu però sempre presente in occasioni di feste ed in breve tempo si diffuse anche presso le corti dei nobili.

Ma con una profonda differenza…

Eseguire salti, volteggi, capriole o comunque movimenti “acrobatici” era considerato un modo di danzare  poco aristocratico e villano per cui, i signori,  li sostituirono con gesti e movimenti composti, misurati ed eseguiti accompagnati da musiche lente ed armoniose.

Da questa considerazione nacque la fondamentale distinzione tra la nobile danza “bassa” e la volgare danza “alta”.

Nella prima i piedi strisciavano morbidamente a terra e i passi erano piuttosto lenti, misurati mentre, nella seconda, vi era una totale libertà di movimento ed era consentito saltare più in alto e muoversi con maggiore velocità secondo l’arbitrio del danzatore.

Questo concetto fu applicato per tutto il Medioevo e il professionista dello spettacolo medievale fu il giullare di corte  che spesso intratteneva anche il pubblico esterno al castello con balli  in occasione delle feste nei villaggi.
Solo nel Rinascimento si cominciò a codificare i passi che contraddistinsero le singole danze.

Durante questo periodo, soprattutto in Italia e in Francia, si affermò nelle corti principesche la figura del maestro di ballo, non più giullare, che conferì prestigio a feste e cerimonie diventando una figura importante ed insostituibile.

Le danze più in voga furono solitamente di origine italiana o francese, tra le prime ricordiamo: lapavana (lenta) e il saltarello (veloce); tra le seconde la gavotta (moderata) e  la bourré(veloce).

Prossimamente parleremo della Danza nel seicento e nel settecento

La Danza Classica

 Una rigida disciplina che è alla base della tecnica di ogni altro stile

La Danza Classica, quella che noi  conosciamo, è l’armonioso risultato di una pluralità di regole applicate alla danza che veniva già praticata presso le corti nel periodo rinascimentale.

Il Balletto, inteso come espressione teatrale nel quale il linguaggio della danza si coniuga mirabilmente a quello della musica e a quello delle arti figurative, trae la sua origine dagli intermezzi danzanti che venivano eseguiti tra le innumerevoli portate durante i lauti banchetti.
Il Balletto, sempre più codificato nei “passi base” , si fuse poi con elementi della danza “popolare” e venne perfezionato in Italia e -successivamente- in Francia ove raggiunse nel corso del 1700 la sua massima espressione artistica.
Da quanto sopra detto è quindi intuitivo affermare che tutta la terminologia adottata sia in lingua francese e che sia francese  colui che codificò i passi della tecnica accademica (Monsieur Beauchamps, maestro di ballo dell’Académie de Musique et de Danse)

Nel corso del 1800 il Balletto Classico subì una importante evoluzione dovuta a due fattori: l’utilizzo sistematico della “scarpetta a punta” , gioia e dolore delle danzatrici poiché indossare “le punte” attesta il raggiungimento di un primo ambito obiettivo professionale ma – nel contempo – il loro utilizzo provoca piaghe, dolore, callosità; il secondo fattore evolutivo è dato dall’adozione di nuovi accordi e temi musicali che accompagnano il Balletto Classico.

Il Balletto Classico, come lo ammiriamo noi oggi, nasce dall’unione del c.d. libretto (cioè la storia che viene rappresentata sul palco) e della coreografia che lo accompagna.
Il risultato eccelso si raggiunge quando la coreografia e la musica si fondono mirabilmente insieme.
La maggior parte dei balletti si compone di quattro parti principali:

1. adagio
2. variazione femminile 
3. variazione maschile 
4. allegro

affinchè tutti i ballerini possano mostrare il loro talento sia singolo che di gruppo.
Nelle più importanti scuole di danza ( Francia, Russia, Inghilterra, Danimarca, Italia) si crearono differenze prevalentemente stilistiche ma anche se i metodi e gli stili adottati si differenziavano tra loro, tutte le scuole avevano in comune sia la terminologia che i passi base.

Il Balletto Classico in genere si incentra sulla ballerina o etoile mettendo quasi in secondo piano gli altri ruoli e focalizza su di lei l’attenzione del pubblico; diventare ballerina e poi etoile implica un continuo e faticoso lavoro  sulle punte, sulla tecnica e, di base, su una non comune capacità di sacrificio.

Da un lato, dunque, una tecnica specifica, rigorosa, che plasma il fisico e la mente, dall’altra una carica emotiva che rende spontaneo e quasi naturale ogni  movimento.

Lo studio della Danza Classica  è consigliato dagli 8 anni d’età ma dai 4 agli 8 anni i bambini possono seguire un corso propedeutico necessario a predisporre il corpo alla tecnica accademica.

E’ appunto con la ginnastica propedeutica che si accompagna il bambino al movimento senza forzarlo verso posizioni estreme o agonistiche assolutamente sconsigliate ad una fase di crescita così delicata.
Una lezione di Danza Classica inizia con gli esercizi alla sbarra (pliébattement tendu, jeté) che vengono poi riproposti al centro sala, senza il supporto della sbarra e con uno scopo essenzialmente coreografico: al centro si studiano le basi dei giri (pirouettes) e molti dei passi si studiano anche effettuando la “diagonale” in cui il ballerino esegue dei giri e dei passi in sequenza preordinata attraversando in diagonale la sala.
Tutti i passi della Danza Classica, che sono centinaia, vengono armonizzati tra loro in molteplici combinazioni artistiche.

Danza Classica: la base di ogni altro stile

La Danza Classica è una scuola di assoluto rigore e una disciplina che non tutti i fisici riescono ad interpretare nel modo più perfetto.
Pur essendo destinato a tutti lo studio di questa rigorosa disciplina  non sono molti coloro che riescono a trarre la loro maggiore ispirazione e realizzazione nell’eseguire esercizi che richiedono anni di seria e costante preparazione.
Diventare un eccellente ballerino classico è cosa davvero complessa ma è altrettanto vero che la Danza Classica costituisce una base imprescindibile per tutti gli altri stili di ballo.
L’impostazione delle spalle, del tronco, delle gambe, la consapevolezza del movimento e il dominio del proprio corpo non possono prescindere dallo studio e dalla ricerca di una postura “pulita, morbida, naturale, plasmata” che solo la Danza Classica può offrire.

TEATRO DELL’OPERA DI ROMA

Sono trascorsi solo 6 mesi dalla nomina della grande Eleonora Abbagnato, étoile dell’Opera di Parigi, nel ruolo di Direttrice del balletto del Teatro dell’Opera di Roma ed ecco che viene impressa una epocale svolta alla programmazione ed alla qualità delle rappresentazioni artistiche in cartellone.

Il prestigio dell’ultra centenario Teatro Costanzi (dal nome del suo costruttore che lo realizzò nel 1880) e che, dal 1947,  ha assunto l’attuale importante denominazione “Teatro dell’Opera di Roma” verrà ancora di più esaltato con la presentazione di eccellenti opereballetti e concerti;  il Teatro è destinato ad essere sempre più il fulcro di una attività culturale di eccellenza in campo nazionale ed internazionale.

GISELLE, forse il più classico dei balletti romantici, è presentato nella coreografia di Patricia Ruanne già principal dancer al Royal Ballet e al London Festival Ballet dove fu partner nientemeno che di Rudolf Nureyev. La rappresentazione ha visto il suo debutto il 20 ottobre e l’appassionato pubblico ha mostrato grande partecipazione e soddisfazione per l’eccellente esibizione.

Le repliche sono previste fino al 27 ottobre.

Les ètoiles dell’Opera di Parigi, Amandine Albisson  e Mathias Heymamm, interpreteranno per alcune rappresentazioni il ruolo di Giselle e Albrecht.

Nel balletto la figura di Giselle  sarà anche affidato a Gaia Straccamore, Susanna Salvi e Rebecca Bianchi mentre, il ruolo di Albrecht , sarà portato sul palcoscenico anche da Giacomo Luci, Alessio Rezza e Claudio Coviello il quale interpretando proprio il ruolo di Albrecht  fu nominato primo ballerino al Teatro alla Scala di Milano.

Tornando alle parole che Eleonora Abbagnato pronunciò il giorno del suo insediamento al Teatro dell’Opera di Roma “Porterò il nostro corpo di ballo al livello della Scala” possiamo affermare con entusiasmo che con queste rappresentazioni si vedono concretamente e qualitativamente i risultati attesi.

Ma non è tutto

Dal 30 ottobre al 7 novembre andrà in scena  Coppèlia nella versione di Roland Petit il quale trasferisce la classica versione in una più moderna ambientazione ma avremo, comunque, la gioia di poter ammirare i suoi passi di valzer con la bambola Coppèlia.

Dal 20 dicembre al 8 gennaio 2016 potremo ammirare l’intramontabile, il classico e sempre amato “Lo Schiaccianoci” con la musica di Pëtr Il’ič Čajkovskij

Un’altra meritevole iniziativa è “Anteprima Giovani” , Vietato ai maggiori di 26 anni, ed offre a soli 15 euro una recita in anteprima o, un abbonamento per 9 rappresentazioni, a soli 100 euro.

Per maggiori informazioni rivolgersi alla Biglietteria del Teatro dell’Opera di Roma

Sig. Leonardo Magno
Piazza Beniamino Gigli, 1
00184 Roma
Tel. 06 4817003 – Fax 06 4881755
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