Accademia delle Arti – Saggio

l'accademia delle arti

Forniamo un’altra anticipazione sul programma del Saggio Spettacolo di fine Anno Accademico 2016 che gli allievi dell’Accademia delle Arti – Saggio presenteranno Domenica 19 giugno al Teatro Eliseo di Roma.

Con i nostri precedenti servizi del 2 giugno (vedi link  https://www.lamacinamagazine.it/accademia-delle-arti-2/ ) e del 12 giugno (vedi link  https://www.lamacinamagazine.it/stage-di-danza-classica/) abbiamo anticipato l’enfasi che era stata posta alla Danza Classica – Accademica nella struttura del saggio che la Direttrice Artistica, Catia Di Gaetano, aveva approntato insieme agli eccellenti coreografi Fabio Grossi, Rosario Marotta, Francesca Beatrice Vista, Ilenia Ronci.

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Ma…l’Accademia delle Arti – Saggio non è solo Danza ma anche recitazione, dizione, musica ed altre forme artistiche espressive perché – a nostro modesto avviso – la “ballerina” non presenta solo passi di danza ma trasmette una infinita gamma di sensazioni che raggiungono il pubblico e lo avvolgono; solo così la danzatrice è artisticamente e professionalmente completa.

Ecco perché il Saggio si arricchisce anche di una parte di “danza recitata” nella quale si esibiranno gli allievi dell’Accademia delle Arti.

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Non ha certamente bisogno di presentazioni Ugo Bentivegna che ha ideato e dirige questa imperdibile esibizione con la collaborazione della cantante e docente Martina Stavolo e di Enrica Arcuri.

 

Saremo presenti al Teatro Eliseo di Roma per ammirare lo Spettacolo di fine Anno Accademico 2016 portato in scena dall’Accademia delle Arti – Saggio; potremo assistere ad una esibizione entusiasmante da parte di tutti gli allievi.

Faremo seguito con interviste, foto, video.

P.S. Tutti noi che frequentiamo i teatri ben conosciamo il rito che solitamente si svolge dietro le quinte prima che il sipario scorra: mer..    mer… mer… e questo auguriamo all’intera Accademia delle Arti – Saggio.

 

 

La Danza Accademica-Moderna

La Danza Accademica-Moderna e Accademia delle Arti.

Integriamo il nostro precedente articolo e segnaliamo il prestigioso riconoscimento conquistato dalla bravissima ballerina Ilenia Ronci  alla quale l’esperta Giuria ha attribuito il 1° Premio assoluto.

La Coppa rappresenta un ulteriore risultato di un lungo percorso professionale ed artistico al quale Ilenia Ronci ha dedicato la sua vita.

L’artista è insegnante del Corpo di Ballo dell’Accademia delle Arti diretta da Catia di Gaetano e da questo felice connubio possiamo ben comprendere le eccellenze portate in scena dalle allieve alle quali – ricordiamo – è stato assegnato il Premio Speciale per la Tecnica e la Preparazione sia nella sezione balletto classico che balletto moderno.

L’Accademia delle Arti, a quanto, pare non è una semplice scuola di ballo ma un Centro di eccellenza nella Danza.

Complimenti Ilenia.

LA DANZA CLASSICA NEL 700

La danza classica nel 700 si affrancò completamente da quella che possiamo ben definire la “danza di corte” nella quale  i danzatori erano posti al centro di un apposito spazio e circondati dai cortigiani.

Assistiamo invece, ora,  ad un nuovo concetto di visione ed esecuzione delle danze che si svolgono su un palcoscenico posto di fronte agli spettatori.

La coreografia doveva seguire delle linee prospettiche tali da favorire la migliore visione al pubblico.

La scenografia usava linee diagonali ed anche i movimenti e gli atteggiamenti degli artisti dovevano assumere posizioni denominate in “èpaulement” cioè di rotazione del busto in linea diagonale.

Scopo principale era stupire il pubblico e quindi fu data particolare, e forse eccessiva attenzione, alla mera eleganza delle linee, alla creazione di passi sempre più complessi capaci di colpire lo spettatore.

La danza classica nel 700 sviluppo la sua tecnica ed ampliò i virtuosismi , prevalentemente maschili, fino al punto di scadere in pura acrobazia spinta.

Fu  quindi creato il “divo” del palcoscenico alla stessa stregua del “divo” della lirica.

La danza, la nobile arte, si tramutò  in una pura esibizione di virtuosismi tecnici, in un esercizio artificioso.

Questa nuova visione della danza che tendeva ad una perfetta imitazione della natura per  trasmettere così  allo spettatore le emozioni naturali generò invece un nuovo concetto di esibizione, anch’esso artificioso.

La concezione dell’arte era basata sui concetti naturalistici; pittori, scultori, musicisti erano considerati eccelsi solo se sapevano imitare la natura.

Non a caso il settecento è chiamato il secolo delle riforme che influenzarono tutti gli aspetti umani;  anche nell’ambito della danza fu avvertita la necessità di uscire dai canoni pre costituiti, rigidamente codificati ed artificiali per avvicinarsi all’essenza intima dell’uomo.

La danza classica nel 700 ha giovato dell’Illuminismo ed in questo periodo Jean Georges Noverre in Francia  e Gaspare Angiolini in Italia ruppero con il passato  esortando a liberare il corpo della ballerina dai pesanti ed ingombranti vestiti, dalle maschere, dalle scarpe con il tacco e dalle “molto improbabili” parrucche .

Furono due grandi ballerine dell’epoca , Marie Anne de Cupis de Camargo e la sua rivale artistica Marie Sallè,  ad accogliere questa esortazione adottando leggeri  abiti di velo eliminando anche le altre “sovrastrutture”.

Solo nei primi anni dell’ 800 un coreografo napoletano, Salvatore Viganò, mise mano ad una rielaborazione radicale del pensiero ma, di questo, ne parleremo in un prossimo servizio che tratterà la danza nell’ 800

Ringraziamo l’Accademia delle Arti di Roma, Via Isacco Newton e la sua Direttrice Catia Di Gaetano per la consulenza fornitaci.

A presto.

La Danza nel Seicento

Concludiamo il nostro precedente articolo relativo alla Danza nel Rinascimento e affrontiamo  il Seicento

Come già accennato la Danza era ritenuta infatti una vera e propria forma di educazione destinata ad una eccelsa classe sociale e seguiva le regole del perfetto cortigiano: la compostezza, l’atteggiamento nobile, le convenzioni sociali della cavalleria e della galanteria. La figura del maestro di ballo assunse un ruolo ed una importanza fondamentale a corte ed era molto richiesta per istruire i signori ed i cortigiani. I più famosi maestri furono  Domenico da Piacenza (detto “Domenichino”) ed il suo discepolo Guglielmo Ebreo da Pesaro i quali scrissero dei veri e propri trattati  su l’ ”Arte del Ballo” con i quali  furono  rigidamente codificati i passi, i tempi, i singoli movimenti, gli spostamenti che dovevano essere effettuati nel danzare.
Nel cinquecento si aprì a Milano la prima scuola di Danza e da qui iniziò l’usanza di ballare in coppia e, attraverso una fusione di danze “alte” e “basse” e di brani musicali, nacque la “Suite

Nel 1581 presso la corte di Francia nacque il primo balletto della storia, il “Ballet Comique de la Reine” composto di brani recitati, danzati e cantati. La parola “Comique” sta ad indicare che l’argomento apparteneva al genere della Commedia.

 Il Seicento

In linea generale  l’avvento dei Maestri con i loro manuali di ballo, fece sì che la Danza acquisì un suo linguaggio specifico avviandosi a diventare genere particolare di spettacolo sia pure ancora complementare a forme di rappresentazioni teatrali.

Alla Danza praticata dai dilettanti si sostituì man mano una vocazione specialistica che trovò il suo migliore contesto nelle Accademie le quali si ponevano sia come centri di cultura che come laboratori di spettacoli musicali e coreici.

Nasceva quindi, nel Seicento, il teatro pubblico dove, accanto alle rappresentazioni melodrammatiche, la Danza acquisiva un ruolo fondamentale e sempre più centrale.

Da questo momento la Danza non è più complementare  allo spettacolo ma diventa Arte che brilla intensamente di luce propria.

Inizia così il suo prestigioso cammino attraverso il tempo.

Nel Seicento l’Italia cede il primato nel campo della Danza alla Francia dove, grazie all’azione di promozione ad opera della corte, l’Arte coreutica conosce una grande espansione destinata a raggiungere il suo culmine con Luigi XIV.

Raggiunta la maggiore età e insediatosi sul trono, il Re attuò un sistema di governo improntato ad una ferrea volontà di asservire completamente l’aristocrazia.

La vita di corte era scandita da rigorose prescrizioni, da un minuzioso decalogo di orari, presenze e comportamenti che non lasciavano alcuna libertà all’iniziativa individuale.

Su tutto e tutti regnava e dominava incontrastato, proprio come una divinità, Luigi XIV soprannominato Re Sole proprio perché partecipava agli spettacoli indossando un prezioso abito che raffigurava il Sole.

La sua maestosa rappresentazione avvenne in occasione del “Ballet Royal du Jour et de la Nuit del 1653 su musica di Giovanni Battista Lulli.

La mitologia ed i canoni classici dominavano l’Arte ufficiale;  il naturale ed il pittoresco furono  banditi come ogni eccesso espressivo delle emozioni tipico e caratteristico del barocco.

Si afferma pertanto, nel Seicento, un’Arte rigorosa in cui l’esteriorità conta più del contenuto interiore.

In questo periodo la Danza “di corte” diventa il “Minuetto” che sembra rispecchiare nella solennità e nella bellezza degli atteggiamenti lo spirito dell’epoca.

Lanciato dal compositore italiano G.B. Lulli, il Minuetto si componeva di un’introduzione composta da una sfarzosa sfilata, una o più variazioni che valorizzavano l’eleganza individuale e si concludeva infine con una ripresa del motivo iniziale.

Il sovrano nel 1661 promosse la nascita dell’ “Académie Royale de Danse” con lo scopo di preparare ballerini che si esibissero per lui e la sua corte dando così inizio alla prima Accademia di Danza dedicata alla formazione professionale dei ballerini. La fondazione dell’Accademia aveva anche il compito di vigilare sul patrimonio coreico evitando che nuovi spettacoli di Danza potessero essere presentati senza la preventiva approvazione del re.

Primo direttore dell’ “Académie” ed artefice della codificazione della tecnica classica fu Charles Louis Pierre de Beauchamps, discendente da una famiglia di violinisti e maestri di Danza del XVII secolo. Fu danzatore, coreografo e musicista nonché maestro di danza del re.

Fu proprio lui a fissare le cinque posizioni dei piedi e l’uso dell’ “En Dehors che sono la base, ancora oggi, della tecnica classica.

Nell’elaborazione del linguaggio coreutico tenne presente la tradizione italiana rinascimentale volendo imprimere alla tecnica del movimento uno sviluppo in elevazione.

La bellezza delle forme, il rispetto delle regole ed il virtuosismo sono gli attributi fondamentali del sistema messo a punto da Beauchamps che tende ad idealizzare il corpo umano.

Seguendo l’esempio di Luigi XIV, in tutta Europa iniziarono a svilupparsi compagnie di Danza.  Una di queste fu l’ Accademia Imperiale del Balletto di San Pietroburgo la cui scuola fu fondata nel 1738 e che diventerà, nell’Ottocento, la capitale mondiale del balletto classico grazie a maestri come Enrico Cecchetti e Marius Petipa.

 

Accademia delle Arti

La Direttrice Artistica dell’Accademia delle Arti Sig.ra Catia Di Gaetano, i coreografi, i docenti e…gli allievi ed allieve dei vari corsi di danza augurano un buon Natale 2015 ed un felice Anno Nuovo.

Vi aspettiamo a Gennaio per il nuovo anno accademico con esami Royal Ballet.

A presto

Accademia delle Arti

Roma

Viale Isacco Newton, 33

Tel. 06 6571702