Se non ti vedo non esisti segna l’esordio letterario della cantautrice Levante: il suo primo romanzo è nelle librerie da pochi giorni, edito da Rizzoli e sono in corso alcune presentazioni nelle principali città italiane. Martedì 24 gennaio Levante era a Roma, presso la Feltrinelli di Via Appia Nuova, dove ha raccontato qualcosa in più del suo libro e ha risposto alle domande dei presenti.
Siciliana, classe 1987, Levante (all’anagrafe Claudia Lagona) inizia a farsi conoscere nel 2013: ha all’attivo concerti e numerose collaborazioni (l’ultima con J-Az e Fedez), a maggio sarà nuovamente in tour e sta per uscire il suo terzo disco di inediti.
Tra tutti questi impegni musicali Levante ha trovato il tempo di scrivere il suo primo romanzo: Se non ti vedo non esisti, romanzo che ha avuto una lunga gestazione e che lei definisce “un piccolo miracolo”. Concepito più di un anno fa, lo ha concluso nel mese di novembre e non le sembrava vero, visto che si considera una “inconcludente”.
Al centro della storia c’è una protagonista femminile, Anita, alle prese con un doloroso percorso di ricerca di sé. Anita è una fashion editor, molto bella, vive in centro a Roma e cura una rubrica dal titolo La crosta del cuore. Intorno a lei ruotano diverse figure: il padre Umberto, l’uomo più importante della sua vita, la sorella Greta, la mamma Elena. E poi si sono Filippo, Flavio e Jacopo. “Gli incontri con gli uomini del romanzo sono sempre più pericolosi – spiega – Sono tre figure molto diverse: uno stronzo, un pazzo e un puro”. Marta, Eleonora e Paolo sono figure fraterne-amiche, sono la famiglia scelta da Anita, al suo fianco nel difficile viaggio che la vede protagonista.
Se non ti vedo non esisti è un romanzo rosa sì, ma anche introspettivo, perché Anita riflette molto, pensa, entra in crisi: è una sorta di alter ego dell’autrice, visto che in alcune cose si somigliano moltissimo, anche se il romanzo non è da considerarsi autobiografico. Alcuni elementi rimandano, però, al passato di Levante e li ritroviamo soprattutto nella figura di papà Umberto. Non a caso la vicenda è ambientata a Roma, città cara all’autrice perché meta della sua prima gita col papà: per questo ha voluto che la sua Anita nascesse romana, non immaginava altra città per lei.
Se non ti vedo non esisti e la musica
A proposito della scrittura di Se non ti vedo non esisti, Levante racconta di aver avuto una difficoltà maggiore, rispetto alla scrittura dei testi delle canzoni: si definisce una persona “riassuntiva”, nel senso di molto sintetica, dunque sviluppare in ampio i temi le è risultato più complicato.
E in Se non ti vedo non esisti c’è tanto del nuovo disco (di cui ancora non si conosce titolo e data di uscita), perché mentre scriveva la storia ne immaginava la musica. Lo si può considerare una sorta di anticipazione.
“Se fosse una canzone sarebbe un compromesso tra Tutti i santi giorni e Abbi cura di te“.