By Martina Servidio
I recenti scontri tra Ucraina e Russia, tutt’ora in corso con una drammatica escalation, hanno posto prepotentemente in primo piano la dipendenza assoluta dell’Europa – con l’eccezione della Francia che persegue la sua scelta energetica basata sul nucleare – alle forniture del gas e del petrolio proveniente dalla Russia.
In particolare, analizzando i dati del MISE, l’Italia importa dall’estero il 95% del suo fabbisogno che è di 76 miliardi di MC e, di questo, il 45% proviene dalla Russia.
La rimanente parte proviene dalla Libia, dall’Algeria, dall’Azerbaijan, da Norvegia e Olanda e dal Qatar sottoforma di GNL.
L’Italia estrae dai giacimenti il 4,5% del suo fabbisogno di gas mentre, fino agli anni ’90, l’estrazione di gas era di 5 volte maggiore raggiungendo i 20 miliardi di MC
E’ stato accertato che le riserve di gas in Adriatico sono tra i 70 e i 90 miliardi di MC ma non è tecnicamente possibile, anzi pericoloso per gli equilibri del sistema, “aprire i rubinetti” e magicamente far arrivare il nostro gas nelle nostre case e industrie; peraltro i giacimenti attivi sono circa 500 su 1.300 esistenti e la Legge 133/2008 ha vietato l’estrazione di gas in alto Adriatico.
Le scelte strategiche fino ad ora operate si sono rivelate una miope e pericolosa dipendenza da paesi terzi.
Sul fronte dell’elettricità analizziamo i dati 2021 presentati da EMBER https://ember-climate.org/countries-and-regions/countries/italy/ che si occupa di clima ed energia finanziato da istituzioni pubbliche e fondazioni private No Profit dai quali si evidenzia che l’energia eolica e solare ha prodotto il 10% dell’elettricità consumata dall’intero pianeta.
Il 2021 è stato un anno indubbiamente particolare che ha registrato una ripresa dell’economia “post Covid” e quindi del maggiore fabbisogno di elettricità. Tuttavia, mancando le infrastutture e le stazioni di produzione eolica e solare, si è registrato un aumento del consumo di carbone come fonte di approvvigionamento energetico.
Nella classifica dei paesi che hanno risposto con maggiore celerità al passaggio all’eolico e al solare registriamo i Paesi Bassi, l’Australia e il Vietnam.
Una nota positiva proviene dagli Stati Uniti, Regno Unito Germania e Canada che hanno programmato di produrre fonti energetiche pulite entro i prossimi 12/15 anni per alimentare le loro reti elettriche.
E l’Italia?
La quota di elettricità prodotta in Italia dall’eolico e dal solare è del 16% del suo fabbisogno che è molto lontano dall’obiettivo del 70% entro il 2030 come annunciato ad aprile 2021 dal Ministero per la transizione ecologica.
La materia è complessa, articolata, preda della burocrazia e degli innumerevoli Comitati, Associazioni, Pro Loco, Comuni, Provincie, Regioni, forze politiche.
Sarebbe indispensabile una programmazione strutturale che traguardi il futuro per il bene supremo della collettività.
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