Ironico, schivo, riservato, generoso, scaltro, genuino: con la sua gestualità, la sua mimica, la sua espressività e quel talento innato che affondava le sue radici nelle viscere della Napoli più vera, Massimo Troisi era riuscito a fare breccia nei cuori degli Italiani, un posto che è riuscito a conservare intatto anche dopo la sua prematura scomparsa.
Era il 4 giugno 1994, Massimo Troisi aveva solo 41 anni e a tradirlo fu proprio il suo cuore: un attacco cardiaco, conseguente a febbri reumatiche, lo condusse alla morte.
Pochi giorni prima aveva terminato le riprese del capolavoro che lo avrebbe definitivamente consegnato all’Olimpo dei grandi: Il Postino. Quella pellicola, una sorta di testamento artistico che gli è valso un posto di diritto tra i grandi interpreti del cinema italiano, sarebbe poi stata candidata a due premi Oscar (miglior attore e miglior sceneggiatura non originale).
Un talento forse incompreso o magari capito tardi, certamente sottovalutato dai più, eppure la comicità mai volgare del “Pulcinella senza maschera“, quel nuovo ventaglio di emozioni e sentimenti portato a teatro e a cinema (timidezza, timore, riserbo, insicurezza, smarrimento, incertezza) e il tentativo di uscire dai luoghi comuni sulla napoletanità, dagli stereotipi del “pizza camorra e mandolino” e dai cliché visti e rivisti dei suoi predecessori, ne hanno fatto un’icona immortale nel cinema italiano, un vanto nel mondo.
Prima il teatro, il sodalizio artistico con Arena e Decaro, poi la televisione e il grande schermo, le collaborazioni con l’amico Pino Daniele, con Roberto Benigni, con Anna Pavignano, con cui scrisse le sceneggiature di tutti i film eccetto Non ci resta che piangere: la carriera di Massimo Troisi è costellata di grandi nomi a cui dobbiamo il merito di averne conservato il ricordo gelosamente, ma non troppo, continuando a regalare al pubblico aneddoti che lo riguardavano, continuando a raccontare dell’amico e collega Massimo, dell’attore e uomo, per farlo conoscere, per farlo capire, per mantenerne vivido il ricordo negli anni.
Grazie a tutti loro, agli amici di Massimo Troisi, alla famiglia, ai colleghi, ai fan, anche le generazioni più giovani oggi provano la curiosità di scoprire questo grande interprete, avvertendolo come qualcosa di ancora molto vicino e attuale, qualcosa per cui vale anche la pena di impegnarsi un po’ a comprenderne la lingua, quel napoletano che Massimo Troisi non aveva mai voluto abbandonare del tutto.
Per lui non vale il detto che è del Papa
Morto un Troisi non se ne fa un altro
Roberto Benigni
E fu subito amore: in ricordo di Massimo Troisi
In occasione del 23esimo anniversario della morte di Massimo Troisi il fratello Luigi, fondatore dell’associazione A Casa di Massimo, ha organizzato la serata evento E fu subito amore. Si terrà nella biblioteca di Villa Bruno il 4 giugno alle ore 19.30.
La celebrazione, ad ingresso gratuito, è patrocinata dalla Città di San Giorgio a Cremano. Sarà un omaggio al grande Massimo, con la visione di filmati noti e inediti, la letture di sue poesie, performance di danza e musica ispirate alle sue opere e ai suoi film.
Tra questi, grande rilievo sarà dato a Il Postino.
Il Postino rappresenta quel trionfo internazionale che Troisi sperava di avere e che non ha fatto in tempo a godersi.
The Washington TimesTroisi dà al suo personaggio una verità e una semplicità che significa tutto.
The New York Times