L’ARTE DI SAPER INVECCHIARE

L’ARTE DI SAPER INVECCHIARE

L’ARTE DI SAPER INVECCHIARE

“Bisogna aggiungere vita agli anni, non anni alla vita”, secondo la saggia esortazione del neurologo, Premio Nobel per la medicina, Rita Levi Montalcini.

Così recita invece Luciano De Crescenzo:

“I vecchi che posseggono il senso dell’umorismo hanno diritto al trenta per cento di sconto sull’età”

“La gioventù, la maturità e la vecchiaia sono tre periodi della vita che potremmo ribattezzare: rivoluzione, riflessione, televisione; si inizia con il voler cambiare il mondo e si finisce invece con il cambiare i canali TV”

L’ARTE DI SAPER INVECCHIARE

 Cato Maior De Senectute (Catone il Vecchio, sulla vecchiaia), o semplicemente De Senectute è un’opera filosofica scritta da Marco Tullio Cicerone nel 44 a.C., poco prima della sua morte, e dedicata all’amico Attico.
L’opera ha la forma di un dialogo ed il personaggio che dà il titolo all’opera (famoso anche come Catone il Censore) aveva già 83 anni.

L’ARTE DI SAPER INVECCHIARE

Egli conversa con l’amico Gaio Lelio, assai più giovane, e con Publio Cornelio Scipione Emiliano.
Il dialogo è introdotto – dopo la dedica ad Attico – dalle parole di Scipione che esprimono la meraviglia sua e di Lelio per la serenità con la quale Catone vive la vecchiaia. Catone inizia così la sua pacata argomentazione prendendo in esame le critiche comunemente rivolte alla vecchiaia e le confuta con esempi tratti dalla storia greca e romana.

Le accuse esaminate sono la debolezza e decadenza fisica, l’attenuarsi delle capacità intellettive, l’impossibilità di godere dei piaceri dei sensi, la bizzarria del carattere e l’avarizia.
La conversazione approda poi al tema della morte e della paura che essa suscita. Catone, dopo aver osservato che la morte o è il nulla (e in tal caso nulla vi è da temere, secondo la concezione epicurea), o significa una vita migliore per chi è vissuto con rettitudine. Infine, riflette, è contrario all’esperienza di accostare il pensiero della morte solo alla vecchiaia: tanti giovani vedono la loro età fiorente stroncata da una morte prematura.
Infine, Catone, passa al tema dell’immortalità dell’anima.

Richiama le dottrine pitagoriche e platoniche sull’anima esponendo argomenti a favore di tale dottrina. Conclude che è proprio degli spiriti nobili e saggi attendere la morte con animo sereno costituendo così un esempio per la maggioranza degli uomini. Augura infine agli amici di poter raggiungere l’età avanzata e quindi di provare per esperienza ciò che hanno appena appreso dalle sue parole.

L’ARTE DI SAPER INVECCHIARE

Mantenendo il discorso sul tono di una serena conversazione egli dibatte le quattro cause e nega che la vecchiaia e la morte debbano essere considerate un male, poiché…
«Rimane intatta ai vecchi l’intelligenza, a patto che rimangano fermi gli interessi e l’operosità, e questo non solo in uomini illustri e famosi, ma anche in chi ha avuto una vita riservata e quieta»

Tuttavia l’appuntamento con la morte immancabilmente arriverà:
«Che c’è infatti di più stolto che prendere l’incerto per il certo, il falso per il vero?  Quando infatti la fine arriva, allora ciò che è passato è sparito; rimane quel tanto che tu hai saputo conseguire con il tuo valore e le tue buone azioni. Passano le ore e i giorni, i mesi e gli anni, e il tempo trascorso non torna mai indietro, né si può sapere quello che verrà poi. Il tempo che viene concesso da vivere a ciascuno, di quello lui deve accontentarsi»
Magnifica l’immagine del vecchio/navigante che, dopo un lungo viaggio, vede terra:

«e davvero la vecchiaia è per me così gradevole, che più mi avvicino alla morte, più mi sembra di vedere terra e di essere prossimo ad entrare finalmente in porto, reduce da una lunga navigazione»

La verità non ha limiti di tempo. E neanche di religioni.

 L’ARTE DI SAPER INVECCHIARE

L’attore e regista Piero Nuti,

L’ARTE DI SAPER INVECCHIARE

conoscitore e frequentatore del teatro antico ai massimi livelli, è la guida ideale per questo percorso teatrale estremamente piacevole che si snoda attraverso la rilettura dell’opera L’arte di saper invecchiare di Marco Tullio Cicerone.

Dopo averci affascinati con Processo a un seduttore del medesimo autore, il “grande vecchio” del teatro – Piero Nuti – ci conquista con questo sorprendente testo del più geniale avvocato, filosofo, scrittore, politico di tutti i tempi: Marco Tullio Cicerone.

Lo spettacolo si apre all’attualità attingendo spunti da autori contemporanei e dai contributi di tutti gli anziani che vogliono condividere la loro esperienza.

L’arte di saper invecchiare illustra le motivazioni che mettono generalmente in cattiva luce la vecchiaia ma, nel contempo, confuta la fondatezza delle stesse.

Cicerone esalta l’importanza dello svolgimento di attività per il bene dell’anima e del compimento di “grandi cose” per le quali non è necessaria l’agilità del corpo ma, piuttosto, l’intelligenza e l’autorità.

Le migliori e più proficue attività si possono compiere anche da anziani come, per esempio, avvenne in Sofocle che continuò a scrivere tragedie quali l’Edipo o in altre personalità quali Platone o Pitagora.

Il corpo non è una casa ma un albergo dell’anima. Secondo l’autore l’anima è immortale e ne è una prova il fatto che si sanno molte cose già dalla nascita

L’idea di proporre in teatro i processi, le orazioni e le opere filosofiche dell’antichità nacque all’inizio degli anni ’50, a Genova, grazie al felice incontro tra il Professor Francesco Della Corte e un gruppo di universitari amanti del teatro, tra cui Vito Molinari e Piero Nuti che li presentarono con enorme successo nelle Università e nei teatri d’Italia.

I testi di partenza sono antichissimi ma lo spirito in essi contenuto e le parole con cui sono comunicati toccano direttamente la sensibilità contemporanea di ciascuno di noi.

L’intento di Cicerone è lui stesso a illustrarcelo con chiarezza:

“Desidero sollevare te, e anche me stesso, di questo peso della vecchiaia. La stesura di questo libro mi è stata così piacevole che, non solo ha spazzato via tutte le angosce della vecchiaia, ma mi ha anche reso la vecchiaia dolce e gradita”.

 

TEATRI DI PIETRA 2018

Area Archeologica – Arco di Malborghetto

Via Malborghetto , 3 –  Via Flaminia , altezza  Stazione Sacrofano (RM)

 13 Luglio 2018

 TORINO SPETTACOLI

L’ARTE DI SAPER INVECCHIARE

dal De Senectute di Marco Tullio Cicerone

Scritto e diretto da Piero Nuti

con Piero Nuti, Elia Tedesco, Giovanni Gibbin

 Info & prenotazioni: teatridipietra@gmail.com/ whatsapp 333 709 7449
/teatridipietra.blogspot.it ///

 Ufficio Stampa

Alma Daddario & Nicoletta Chiorri

Mob. 347 2101290 – 338 4030991

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