Souvenir d’Italie – Un viaggio onirico tra gli scheletri della società moderna.
Dopo il successo de “Il poetattore”, Angelo Mancini è tornato a pubblicare una propria silloge poetica, questa volta intitolata “Souvenir d’Italie” ed edita da Manni.
Molto più che un semplice libro, il volume si presenta come un vero e proprio viaggio onirico tra gli scheletri della società moderna, intrapreso dall’autore con dolore e coraggio. Le liriche, talvolta vicine ai classici testi prosaici, sono caratterizzate da un’ironia tagliente, puntuale, disarmante, che non ammette repliche e rifiuta qualsiasi compromesso. Perché Angelo Mancini è un “autore tutto d’un pezzo”, un poeta visionario che combatte contro un mondo sempre più tecnologico, che ha relegato in un sudicio anfratto la propria umanità, dimenticandola.
Evidenti le contaminazioni neorealistiche che connotano lo stile dello scrittore, il quale a tratti pare strizzare l’occhio a quel Charles Bukowski paladino del movimento letterario americano “dirty realism” e che inveisce contro ogni strato sociale, perché non ci sono innocenti, bensì solo colpevoli, fautori di un mondo arido, superficiale, irriconoscibile agli occhi dello stesso poeta, che evoca a più riprese Pier Paolo Pasolini, simbolo di quella frangia intellettuale inghiottita dal tempo e dalle nuove tecniche comunicative, nonché dall’ignoranza di un popolo insensibile.
Nei versi più che mai minimalisti di Angelo Mancini traspare lo sconforto di un artista che tuttavia non è intenzionato ad abdicare in silenzio, redarguendo sino alla fine i responsabili dell’attuale decadimento culturale nostrano, studenti in primis, poco avvezzi alle letture, decisamente più interessati ai festini.
Le situazioni, gli aneddoti e le riflessioni dell’autore sono tratteggiate in modo conciso, essenziale, spesso scarno, disilluso, con aggettivazioni elementari che non lasciano alcuno spazio ai fraintendimenti ma piuttosto affidano al semplice contesto il compito di suggerire ai lettori il significato più profondo di ciascuna opera. Souvenir d’Italie è forse un immenso manifesto del pensiero poetico anticonvenzionale, che descrive e al contempo aborre il concetto di “ordinario” applicato alla fredda e triste quotidianità antropologica del nuovo millennio, aspramente criticata dallo scrittore, consapevole del fatto che “un nuovo Pasolini non esisterà più”.
Ad impreziosire la raccolta poetica, vi è la prefazione precisa e puntuale del Prof. Aldo Onorati, il quale definisce la silloge come “un crescendo di forza verbale e ideale, di sdegno civile, di presa di coscienza di un mondo che non va”.
Andrea Lepone