Hafez Haidar

Hafez Haidar

Hafez Haidar, Scrittore, Saggista, Critico, ha la Cattedra all’università di Brescia, costantemente dedito ad iniziative che diffondono l’elevato concetto della parola Pace di cui la nostra società ne ha sempre più bisogno.

 

E’ motivo di orgoglio per il nostro giornale accogliere la Prof.ssa Caterina Guttadauro La Brasca che intervista l’Esimio Prof. Hafez Haidar, personalità di grande caratura culturale ma – soprattutto – Uomo di Pace.

“Abbiamo l’onore, di ospitare il candidato al premio Nobel per la pace  Hafez Haidar. E’ anche Accademico Emerito, presidente di diversi comitati per i diritti umani, Cavaliere della Repubblica Italiana e Direttore Generale Internazionale della Camerata dei Poeti di Firenze.

Hafez Haidar è poeta e scrittore libanese per nascita ed italiano di adozione. Attualmente è Docente di Lingua e Letteratura Araba presso l’Università degli Studi di Pavia. E’ considerato uno dei maggiori studiosi delle religioni a livello mondiale (Dizionario Comparato delle religioni monoteistiche, ed. Piemme).

Ha curato e tradotto le seguenti opere: “Le ali spezzate di Gibran (Rizzoli ), Le ninfe della valle di Gibran (Tea, Ugo Guanda Editore), Le fiabe arabe (Rusconi, Bompiani ), Quartine del grande poeta Omar Khayyàm (Rizzoli , Fabbri editori), La città del mistero (Mondadori ), Il figlio dei cedri di Gibran (Mondadori ), Quando l’amore chiama seguilo (Piemme ), Dove nasce l’amore ( Piemme ), Sindbad e il falco sapiente (Mondadori ), Le mille e una notte ( Oscar Mondadori, Mondo Libri, Donna Moderna), La notte ti parlerò d’amore (Piemme-Mondadori), Il precursore e il folle ( Ugo Guanda ,Tea).

Il Prof. Hafez Haidar è inoltre autore della Letteratura araba (Rizzoli ), della Storia della scrittura araba antica e moderna, de Il Profeta (Romanzo –Piemme), del romanzo storico Il Custode del Corano ( Piemme ), dei romanzi bestseller Come sigillo sul tuo cuore, Maometto e i diamanti del Corano (Oscar Mondadori), Le donne che amavano Maometto (Piemme), Il viaggio notturno del Profeta (Piemme), La figlia prediletta del Profeta (Piemme ), Miriam a Gerusalemme (La Meridiana).

Hafez Haidar

Il 22 Novembre 2006 è stato insignito del Premio Internazionale Sorrento nel Mondo insieme a Lucio Dalla e Raffaele Lauro, alto commissario del Governo e Senatore della Repubblica Italiana

Cinquant’anni  dell’occupazione israeliana nei Territori non hanno portato alcun vero cambiamento nei rapporti fra israeliani e palestinesi. Gli accordi di Oslo del 1993, che sembravano annunciare la fine dell’occupazione israeliana e la nascita di uno Stato palestinese, sono finiti con i colpi degli attacchi suicidi di Hamas e Jihad islamico. Secondo lei avverrà un giorno il miracolo di vedere una coesistenza pacifica tra Israeliani e Palestinesi?

 I negoziati tra israeliani e palestinesi non hanno portato le due parti in conflitto ad una pace duratura né alla costituzione e al pieno riconoscimento della sovranità di due stati indipendenti.

Nel periodo successivo al 1948, anno in cui Israele ha occupato gran parte dei territori palestinesi e ha costretto migliaia di palestinesi ad abbandonare le loro case e a rifugiarsi in Libano, Siria, Giordania, Iraq ed Egitto, si sono susseguiti accordi che avrebbero dovuto mettere fine al conflitto tra Israeliani e Palestinesi:

-Accordi di Camp David tra il presidente egiziano Anwar al – Sadat e il capo del governo israeliano Menachem Begin, 1978.

-Conferenza di Madrid,1991.

-Accordi di Oslo, tra il capo del governo israeliano Yitzhak Rabin e il capo dell’Olp Yasser Arafat, 1993.

-Oslo II, 1995.

-Protocollo di Hebron tra Arafat e Netanyahu,1997.

– Vertice di Camp David tra Arafat ed Edhud Barak, capo del governo israeliano, 2000.

– Summit di Taba, 2001.

-Road Map for peace tra Mahmoud Abbas e Ariel Sharon, 2002.

-Iniziativa di pace araba,2002.

– Conferenza di Annapolis tra Abbas ed Edhud Olmert, 2007.

Per instaurare una pace duratura tra Israeliani e Palestinesi è necessario che i due popoli si incontrino a metà strada e lavorino per il bene comune, superando pregiudizi e luoghi comuni.

E’ necessario che:

  1. Gli Israeliani riconoscano ai Palestinesi il diritto di avere uno stato democratico e sovrano nella Striscia di Gaza e in Cisgiordania.
  2. I Palestinesi riconoscano Israele come stato sovrano.
  3. I paesi che parlano di pace, ma forniscono armi alle parti in conflitto abbandonino una politica che mira all’arricchimento e alla distruzione di massa degli innocenti.
  4. Venga abbattuto il muro eretto da Israele per garantire la sicurezza dei propri cittadini.
  5. Siano erogati ai Palestinesi luce, acqua e generi alimentari.
  6. Siano bloccate le costruzioni abusive realizzate dai coloni israeliani nei  territori palestinesi.
  7. I religiosi e gli intellettuali si adoperino per una pace reale e duratura tra i due popoli.
  8. Si metta fine sia al terrorismo palestinese che alle rappresaglie militari israeliane: le forze in campo hanno causato migliaia di vittime innocenti.

–    Si attuino programmi culturali e di sviluppo economico e sanitario.

–  Si affidi all’Onu e alla Lega Araba il compito di garantire l’applicazione di un programma di pace nell’area, con l’appoggio dell’Unione Europea, degli Stati Uniti e della Russia.

Gli intrecci tra poesia e fede nella cultura dell’Oriente sono il campo di ricerca nel quale da anni Lei, Prof. Hafez Haidar, è impegnato. Qual è lo scopo?

Grazie agli intrecci tra poesia e fede e ai numerosi punti in comune tra le diverse culture, vorrei creare un terreno fertile in cui si consolidino buoni rapporti culturali e religiosi tra Oriente ed Occidente, basati sulla conoscenza e il rispetto reciproco.

La poesia costituisce un pilastro fondamentale per far conoscere la cultura, le tradizioni, gli usi e i costumi di un popolo nonché la sua storia. Ho cercato di far conoscere all’Oriente poeti famosi come Dante Alighieri, Carducci e Quasimodo; nel frattempo ho portato in Italia i frutti poetici di Gibran e Omar Khayyam e ho scritto un’antologia della letteratura araba preislamica ed islamica. Sono convinto che la fede sia lo scrigno della nostra vita e della nostra civiltà, perciò conoscere la Bibbia, il Vangelo e il Corano ci aiuta a capire che nei tre Libri esiste un solo messaggio importante per tutta l’umanità: Dio è amore. La vita è un dono ed è un atto d’amore. Senza l’amore non possiamo costruire la pace e senza la pace non possiamo arrivare a conoscere i frutti della cultura per costruire un mondo migliore.

Da diciannove anni si spende infatti – attraverso libri, traduzioni, incontri – per diffondere l’amore, abbattere i muri della diffidenza, dell’odio e della violenza”. Questa crociata, Prof. Hafez Haidar, ha dato dei riscontri che la motivano a procedere per questa strada?

 Sì, i miei lavori sono apprezzati da ebrei, cristiani e musulmani. Molte persone hanno appoggiato le mie idee e mi hanno incoraggiato a proseguire il cammino per abbattere i muri dell’odio, della diffidenza e del razzismo. Ho l’onore di rappresentare, in qualità di ambasciatore, diverse associazioni  per i diritti umani, perciò mi sento in dovere di andare avanti, pur sapendo che la mia strada è ripida e tortuosa. Non mi stanco di raccontare l’amore, perché ho visto tante persone morire ingiustamente, a causa della guerra.

Quando il lettore apre la maggior parte dei suoi libri, dice Fava, il suo spirito naviga oltre la moschea, la sinagoga o la chiesa, verso orizzonti lontani, dove spunta un’abbagliante luce che rischiara le tenebre che talvolta intristiscono la mente e il cuore”. Quali sono le radici di questa differenza e divergenza fra le tre religioni?

 Dio è l’Unico Creatore per gli ebrei, per i cristiani e per i musulmani. Gli ebrei e i musulmani, però, non considerano Gesù il Messia e questo costituisce il primo punto di divergenza tra le tre religioni monoteistiche. Nel Corano, Maria è presentata come la prescelta di Dio, che ha concepito Gesù senza aver conosciuto alcun uomo. I libri sacri delle tre religioni sono accomunati dai dieci comandamenti, oltre che dallo stesso anelito verso Dio. In quest’epoca travagliata dall’odio, dalla sete di potere, dagli interessi commerciali, dalle guerre e dalla corsa agli armamenti, abbiamo bisogno di abbracciare la fede e di saper perdonare per raggiugere l’intensa luce della  nostra esistenza.

Lei è un grande stimatore di Gibran, lo definisce il suo Professore di Vita. Il suo libro “il Nuovo Profeta” porta un suo detto in copertina: “ Quando l’amore chiama, seguilo”.  Quando ha avvertito che il suo compito era quello di mettere la Scrittura e il suo insegnamento al servizio della Pace?

 Vengo da un paese che era considerato la Svizzera del Medio Oriente per la sua bellezza, nel quale il conflitto palestinese israeliano e la guerra civile (1975- 1990) ha purtroppo causato la morte di 195 mila persone, il ferimento di oltre 230 mila persone e la distruzione di tanti paesi e villaggi. Non potevo che abbracciare il messaggio di pace di Ghandi, Mandela e Gibran. Il mio nuovo libro riprende la forma dialogica del Profeta scritto dal mio Maestro Gibran, ma presenta contenuti più attuali. Racchiude gli insegnamenti dell’Ultimo Profeta, che parte da Sorrento per giungere a Gerusalemme, e del figlio di questi, che si prodiga per salvare la vita di due innamorati, l’ebrea Miriam e il musulmano Omar.

Con il passare degli anni ho scoperto che il mio compito è quello di scrivere per diffondere la pace, la libertà, la giustizia e la dignità della donna.

Hafez Haidar

Ha sempre, quindi ancora oggi, dentro di sé due identità, una libanese e l’altra italiana, quale prevale? Si ritiene un cittadino del mondo?

 Amo immensamente il Libano perché è la terra delle mie origini, da dove ho tratto le mie radici, ma amo altrettanto l’Italia: ho sposato un’italiana, da cui ho avuto due figli, e ho tanti amici. Questo Paese mi ha permesso di crescere e conoscere la storia, la cultura e l’arte degli altri popoli senza pregiudizi. Sono innamorato dell’Oriente e dell’Occidente, perciò mi considero cittadino del mondo, assetato di apprendere e di trasmettere agli altri, con umiltà, i suoi insegnamenti.

L’insegnamento è un impegno a cui lei tiene in modo particolare, ha fatto centinaia di incontri con giovani studenti. Cosa ha portato con sé da questi incontri e cosa pensa dei giovani di oggi?

Io credo fermamente nei giovani, sono il futuro del nostro paese, perciò ho cercato di incontrarli e di far capire loro quanto sia importante il dialogo e il rispetto reciproco. Ho parlato loro di alcuni argomenti importanti come il terrorismo, gli uomini giusti che combattono per i diritti umani, come il grande romanziere egiziano Nagib Mahfuz, Malala, Tawwakul Karman, Papa Francesco, Noa, Madre Teresa di Calcutta. Inoltre, dopo aver recitato per 14 anni nelle scuole storie tratte da Le mille e una notte, ho scritto e illustrato Le mille e una notte Junior perché i ragazzi mi avevano chiesto di realizzare un testo adatto a loro. Grazie all’Associazione Iplac http://www.circoloiplac.com/  il mio libro è diventato oggetto di un concorso grafico letterario nazionale per le scuole tenutosi a Roma. I giovani d’oggi hanno bisogno di essere ascoltati, capiti, apprezzati, indirizzati.

Prof. Hafez Haidar, tra i numerosissimi premi che ha ricevuto, qual’ è quello a cui tiene di più?

 Ogni premio riveste per me un grande significato; è difficile scegliere, in un giardino variopinto, il fiore più bello. Se proprio devo scegliere, però, penso al premio dell’Onu che ho ottenuto durante l’ultima missione umanitaria alla frontiera tra Libano ed Israele il 5 Settembre 2016

Questo suo impegno per la pace è stato anche riconosciuto dal Governo Libanese se non mi sbaglio. Prof. Hafez Haidar, in che modo è stato valutato?

Durante il mio ultimo viaggio in Libano, tra il mese d’agosto e il mese di settembre del 2016, presso il Circolo della stampa, gli scrittori, i poeti, i giornalisti e il Rettore dell’Università libanese mi hanno conferito il premio alla Cultura da parte dell’Università libanese e il premio degli scrittori arabi da parte dell’Associazione degli scrittori e dei giornalisti. Inoltre, presso la sede dell’Unesco di Beirut, il ministro dell’Informazione mi ha premiato con la targa dell’Informazione e del giornalismo. Anche il ministro della cultura mi ha conferito il premio alla cultura. Il governo libanese ha assicurato il suo appoggio alla mia candidatura al premio Nobel per la Pace.

 Cosa ne pensa dell’Amore, Prof. Hafez Haidar , come somma di tutti quei sentimenti che creano un legame, a partire da quello per una donna, per  i figli, la famiglia, i popoli?

Tutto ciò che esiste sotto il Firmamento, palpita come un cuore innamorato. Persino le rocce, le piante, i fiori amano e si librano nello sconfinato spazio sotto la cupola celeste trafitta dai raggi del Sole. Nell’amore non c’è differenza tra il nobile e il paggio, tra il re e il ciambellano, poiché tutti possiamo provare gli stessi profondi sentimenti e siamo venuti alla luce grazie all’amore.

E quando l’amore bussa, bisogna subito aprirgli la porta del nostro cuore per permettergli di trasportarci nell’Eden dei sentimenti.

Ci troveremo allora in un mondo immaginifico e surreale, dove il cielo, la terra, il mare e il bosco si tramuteranno in nidi, nei quali gli innamorati si sveglieranno abbracciati quando la notte penetrerà nel giorno e si addormenteranno avvinghiati quando il giorno si tramuterà in notte.

L’amore racchiude la melodia del creato, le note dell’Eternità e la sinfonia di tutto ciò che è passato, presente e futuro. E’ la nostra provvista quotidiana e la nostra ancora di salvezza nei momenti ottenebrati dalle avversità del tempo.

In esso ci rifugiamo. Cerchiamo protezione sotto le sue ali ed esso ci accoglie come una madre soave e ci consola per permetterci di librarci nuovamente sotto un cielo tempestato di stelle scintillanti.

Come la purpurea rosa ha bisogno della rugiada, della brezza mattutina e dei baci del Sole per emanare il suo fragrante profumo, così l’amore ha bisogno di emozioni, sospiri, palpiti per far sbocciare i propri petali al cospetto del Sole e della Luna.

Amatevi e abbracciatevi, in modo che possiate scoprire il segreto dell’esistenza e il melodioso canto della vita.

A quali Autori, oltre Gibran, Lei è affezionato, anche italiano?

Sono affezionato a Dante Alighieri, Manzoni, Neruda, Tagore, Umberto Eco e William Shakespeare

 Un consiglio a chi studia la lingua araba, qual è l’approccio migliore con questa lingua e il suo paese?

Consiglierei a coloro che intraprendono questo importante cammino di imparare con passione ed amore la lingua, perché chi possiede una lingua possiede un intero popolo. Chi studia una lingua, deve anche conoscere la storia e la civiltà dei popoli che la parlano, senza pregiudizi.

Chi desidera imparare l’arabo, deve studiarlo almeno per un anno in Egitto, Tunisia, Libano.  

 Prof. Hafez Haidar, sono centinaia le sue frasi significative e indimenticabili. Ce ne dice una per Lei particolarmente aderente al suo pensiero e al suo vissuto?

La cultura è il pane della vita, la pace è il sentiero degli uomini assetati di luce, giustizia, libertà, speranza e luce, l’Amore è il cuore dell’universo. Chi ama conosce i segreti del cuore e dell’anima.

Aiutate l’uomo a scoprire la luce e ad uscire dalle tenebre per abbracciare la luce.

Aiutate l’uomo privo di cuore a conoscere i frutti della gioia e dell’amore.

Aiutate l’uomo a portare le rose al posto delle armi.

Non uccidete l’amore nei vostri cuori né la fede nelle vostre anime.

Non odiate vostro padre né vostra madre perché sono il principio e l’origine della vostra vita.

Non tradite il vostro amico perché egli è lo scrigno delle vostre brame e dei vostri ricordi.

Chi ha ucciso un solo bambino ha ucciso tutta l’umanità.

Chi ha calpestato o maledetto un solo bambino,

ha spento tutte le candele dell’Amore di Dio nel suo cuore.

Chi ha violentato un sola ragazza inerme,

ha rabbuiato il cielo, la terra, il mondo intero…

 La vita è un libro traboccante di amori, gioie, dolori, sogni, speranze ed è pieno di colpi di scena. I protagonisti siamo noi, simili a stelle che adornano il cielo oppure a raggi di un intenso sole, oppure ad una tempesta o ad un uragano. Sì, la vita è un cammino lungo, tortuoso e ripido, che racchiude i nostri segreti e custodisce i nostri sogni. Sforziamoci di vivere intensamente ogni istante della nostra esistenza perché il tempo vola come un lampo in un ciel sereno. Anche quando ci renderemo conto di essere diventati anziani, non dovremo rassegnarci all’amarezza o alla disperazione, ma dovremo continuare ad amare, sognare, respirare la fragranza di una bella rosa appena sbocciata, abbracciare il sole, l’aria, il vento, il buio, l’acqua, il cuore della vita.

La vita è un libro aperto che racchiude tra le sue pagine il passato, il presente e il futuro che non è ancora stato scritto. Iniziate a scriverlo con i battiti del vostro cuore.

Hafez Haidar

Salutiamo il Prof. Hafez Haidar augurandoci che le sue battaglie ci portino a quella che adesso sembra un’utopia: dopo una guerra, due Paesi potrebbero siglare un trattato di pace, accettando di non combattere mai più. Gli uomini si assomigliano più di quanto essi stessi pensino, al di sopra di ogni Credo. Gibran dice:

Religione?
Cos’è? Io conosco solo la vita.
Vita significa il campo,
il vigneto e il telaio…
La Chiesa è dentro di te.
Tu stesso sei il suo sacerdote ”

Ringraziamo la Prof.ssa Caterina Guttadauro La Brasca per aver condiviso con il nostro giornale l’intervista al Prof. Hafez Haidar.

 

 

 

 

World Humanitarian Summit

Il 23 e 24 maggio 2016 si è svolto a Istanbul il World Humanitarian Summit, primo vertice mondiale dedicato ai problemi umanitari e organizzato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite Ban Ki Moon.

All’evento hanno partecipato seimila rappresentanti di agenzie per la solidarietà e di governi provenienti da tutto il mondo; la delegazione italiana è stata guidata dal Viceministro degli Esteri Mario Giro e dalla direttrice dell’A.I.C.S. (Agenzia Italiana per la Cooperazione allo Sviluppo) Laura Frigenti.

I lavori del World Humanitarian Summit si sono concentrati soprattutto su cinque importanti e urgenti tematiche: la riduzione dei conflitti globali, il rispetto dei diritti umani, l’assistenza ai rifugiati, la prevenzione delle crisi e l’aumento dei finanziamenti per i paesi più poveri.

Papa Francesco ha lanciato un messaggio molto forte diretto ai partecipanti al vertice di Istanbul e ha invitato tutti i leader mondiali a non lasciare senza accoglienza coloro che fuggono da guerre e miseria.

Per il Pontefice è necessario ascoltare il pianto di coloro che soffrono e accogliere la loro lezione di umanità per essere in grado di costruire un mondo davvero civile.

Secondo le parole di Ban Ki Moon, l’obiettivo principale del World Humanitarian Summit è stato quello di cominciare a porre le basi per una svolta nella lotta contro la povertà, le violenze e i disastri ambientali; il sempre più allarmante scenario globale impone la necessità di adottare interventi concreti e collettivi.

Ogni anno infatti più di 200 milioni di persone sono coinvolte in calamità umane e naturali; la maggior parte di queste crisi è costituita da conflitti di lungo periodo.

In tutto il mondo ci sono ben 40 milioni di sfollati interni e 20 milioni di rifugiati; solo la Turchia ne ospita addirittura quasi tre milioni.

Al giorno d’oggi vi sono 125 milioni di persone in tutto il mondo che hanno assoluto bisogno degli aiuti umanitari per continuare a vivere; tale cifra è quintuplicata rispetto a soli dieci anni fa ed è ancora in aumento.

Questi numeri impressionanti sono collegati principalmente alle crisi in corso in territori del Medio Oriente come la Siria e l’Iraq; un eventuale aggravarsi della situazione in questi due paesi potrebbe rendere ancor più difficoltosa la gestione del flusso dei migranti.

Secondo l’O.N.U. e i suoi partner umanitari, nel 2016 sarebbero necessari almeno 21 miliardi di dollari per fornire assistenza solo a coloro che si trovano nelle situazioni più gravi; dopo quasi sei mesi dall’inizio dell’anno, però, raggiungere questo obiettivo sembra impossibile perché mancano all’appello ancora ben 17 miliardi.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha chiesto a coloro che hanno partecipato al World Humanitarian Summit di impegnarsi maggiormente per trovare soluzioni a lungo termine per l’accoglienza ai rifugiati e dimezzare il numero degli sfollati interni entro il 2030.

Per seguire le indicazioni date da Ban Ki Moon, nel corso dei lavori del vertice di Istanbul i rappresentanti di governi e di agenzie per gli aiuti umanitari hanno cominciato a discutere riguardo la realizzazione di un piano collettivo chiamato “Programma di Azione per l’Umanità”.

Il Viceministro degli Esteri Mario Giro ha esaltato l’impegno concreto dell’Italia nel cercare di rendere realtà l’agenda umanitaria delle Nazioni Unite; nel 2016 il budget nazionale per gli aiuti è cresciuto del 20% ed è in preparazione un aumento di oltre il 120% per quanto riguarda i contributi pubblici alle organizzazioni di volontariato più importanti.

Giro ha anche annunciato l’intenzione del Governo di portare la cifra dei finanziamenti a 360 milioni di euro entro il 2018 e ha sottolineato l’importanza di una società civile più forte e partecipe per riuscire a fronteggiare nel modo migliore le questioni umanitarie che riguardano anche il nostro paese.

Ha destato molto stupore l’assenza di rappresentanti di Medici Senza Frontiere ai tavoli del World Humanitarian Summit; l’organizzazione non governativa fondata a Parigi nel 1971 ha deciso di non presenziare all’evento per protestare contro gli stati più ricchi che spesso non implementano e non rispettano le leggi sottoscritte sull’assistenza ai rifugiati e sugli aiuti umanitari.

Senza ombra di dubbio in passato è stato fatto troppo poco per prevenire e risolvere le emergenze che coinvolgono sempre più territori a livello globale; la speranza è che i lavori del vertice O.N.U. di Istanbul possano rappresentare un piccolo passo in avanti verso un futuro migliore.

‘Un giorno all’anno tutto l’anno’

Ampia, articolata e profondamente incisiva è stata la risposta di musei, archivi, biblioteche ed altri luoghi della cultura all’invito rivolto dall’Assemblea Generale delle Nazioni Unite a focalizzare e promuovere il diritto di tutti ad una partecipazione, su base di uguaglianza, alla vita culturale, sociale, scolastica e lavorativa, così come indicato dai principi espressi nella risoluzione 47/3 del 1992.

I vari incontri posti in agenda sono 73 e si svolgono in tutte le Regioni italiane dal 2 al 6 dicembre 2015.

Sono  tutti incentrati sul tema Accesso ed Empowerment per le persone di tutte le abilità, indicato dall’ONU per il 2015,  secondo il tema ‘Un giorno all’anno tutto l’anno’.
Non sono solo percorsi di visita accessibili a tutti ma anche proposte educative nel segno di una cultura priva di  barriere, progettate per accogliere e creare nuove forme di partecipazione attiva al patrimonio culturale, eredità di ognuno di noi e che si traduce in un momento di crescita culturale e di benessere sociale per tutti.
Le iniziative di ‘Un giorno all’anno tutto l’anno’ sono realizzate, in gran parte, dalla Rete dei Servizi Educativi del MiBACT – coordinata dalla Direzione Generale Educazione e Ricerca attraverso il Centro per i Servizi Educativi del Museo e del Territorio.

A solo titolo di esempio ne riportiamo alcuni sottolineando che l’elenco completo è consultabile sul sito www.beniculturali.it

Minturno (LT), Comprensorio archeologico di Minturno

I Vicoli di Traetto raccontano…

Cerveteri, Necropoli della Banditaccia

Archeologia accessibile: Apertura straordinaria del Tumulo della Nave; mai aperto al pubblico prima, sarà finalmente accessibile in occasione della Giornata internazionale dei diritti delle persone con disabilità.

Quindi non un giorno all’anno ma…‘Un giorno all’anno tutto l’anno’