La chiave di Virginia B al Teatro Belli

Dal 26 aprile al 1 maggio il Teatro Belli di Roma ospiterà “La chiave di Virginia B”, di e con Isabel Russinova. Con Antonio Salines, Fabrizio Bordignon e Annabella Calabrese, l’Ars Millennia Producion, per la regia di Rodolfo Martinelli Carraresi, porta in scena uno spettacolo pensato come un omaggio al capolavoro erotico dello scrittore giapponese Junichiro Tanizaki. Il testo teatrale della Russinova è ambientato negli anni ‘50, periodo di grandi cambiamenti etici e sociali nel nostro Paese, in cui l’erotismo e la donna hanno le valenze e i Russinova 2condizionamenti che riflettono e rappresentano le ansie, ma anche le speranze proprie del dopoguerra.

Nella vicenda teatrale, l’erotismo è l’ideale filo conduttore, simbolico di un rapporto affettivo complesso, che assume toni paradossali, dove di volta in volta si alterna la volontà dell’uno di prevalere sull’altro, il desiderio di tenerezza contrapposto alla volontà di sopraffazione. In un crescendo di situazioni emotivamente coinvolgenti, il “gioco al massacro” dei protagonisti assumerà toni noir, culminando in un finale sorprendente.

Nel romanzo del grande autore giapponese, la materia erotica è esposta al lettore con estrema raffinatezza, inserita in un quotidiano che non può prescindere da situazioni e temi espliciti. L’erotismo diventa così una sorta di pretesto che porta a un’indagine più profonda: “nel fitto di uno stupefacente labirinto, che sembra costruito poco a poco nel corso di accumulazioni secolari entro la psiche umana, quasi ad avviluppare passioni, errori, delizie proibite (….). Dal volto vizzo e satiresco dell’anziano marito, si sprigiona lucidamente una crudele attualità, nella quale si finisce per riconoscere una parte viva, sottaciuta ma bruciante, di noi stessi: il bilico dell’uomo di sempre e anche di oggi, che non tralascia occasione per inventare qualche nuova forma, raffinata e desolata, di rischio, di autocondanna, di perdizione” (Geno Pampaloni).

Info e prenotazioni:

tel. 06 58 94 875 – email  botteghino@teatrobelli.it

Ufficio Stampa

Alma Daddario & Nicoletta Chiorri

segreteria@eventsandevents.it

Umberto Eco: morto il grande scrittore

umberto eco

Umberto Eco è morto ieri sera, intorno alle 22.30, nella sua abitazione di Milano: aveva 84 anni. Uomo di immensa cultura, esperto comunicatore, dedito allo studio per tutta la sua vita, instancabile osservatore: era capace di guardare al futuro con la stessa abilità con cui analizzava il presente.

Scrittore, semiologo, filosofo, giornalista, Umberto Eco nella sua vita si è occupato instancabilmente di cultura a 360°, riuscendo a conferire uguale dignità e acume a discorsi su ogni tipologia di tematica. Con disinvoltura e profondità si è occupato di Mike Bongiorno e Tommaso d’Aquino, di letteratura per l’infanzia e politica, di televisione e arte.

Non a caso è uno degli intellettuali italiani più conosciuti e apprezzati nel mondo. La notizia della sua morte ha fatto il giro dei giornali esteri in breve tempo: il New York Times lo ricorda come “un accademico da best seller che navigava in due mondi”, il Guardian lo descrive come “scrittore di best seller e gigante della filosofia”, l’indiano Hindustan Times ne parla come “l’autore che ha incuriosito, fatto scervellare e deliziato i lettori di tutto il mondo”.

Il nome della rosa è probabilmente l’opera di Umbero Eco più conosciuta: con questo romanzo esordì nella narrativa nel 1980 riscontrando un ampio successo di pubblico e critica. Ad oggi è un best seller tradotto in 47 lingue che ha venduto oltre trenta milioni di copie.

Il suo contributo alla cultura italiana è prezioso e irripetibile, perché acuto e appassionato: una mente sempre in fermento, in perenne bisogno di conoscere. Non a caso era un instancabile lettore, convinto che la cultura fosse strumento essenziale per capire il mondo e salvarlo.

Contrariamente a quanto ci si potrebbe aspettare da un umanista così erudito e colto, Umberto Eco si era occupato di comunicazione, televisione e social media, comprendendone il potere e l’attualità: le sue idee in merito a Internet erano state anche criticate, perché sicuramente molto dure.

“I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli che prima parlavano solo al bar dopo un bicchiere di vino, senza danneggiare la collettività. Venivano subito messi a tacere, mentre ora hanno lo stesso diritto di parola di un Premio Nobel […] La tv aveva promosso lo scemo del villaggio rispetto al quale lo spettatore si sentiva superiore. Il dramma di Internet è che ha promosso lo scemo del villaggio a portatore di verità”.

Umberto Eco ricordato affettuosamente in rete

E a proposito di social network: immancabilmente la rete si è subito mossa per ricordare il professore, il cui nome è in cima alle tendenze del momento. Tanti i messaggi di cordoglio su Facebook e Twitter, da parte di esponenti della politica italiana, celebrità del mondo dello spettacolo e tante persone comuni, che grazie a Umberto Eco si sono emozionate, hanno riflettuto, hanno imparato, hanno partorito idee, hanno stimolato la loro curiosità e voglia di sapere. E non c’è lascito più importante.

Michelangelo Antonioni: “il pittore che non t’aspetti”

Mostra opere pittura del regista, montatore, sceneggiatore, scrittore e pittore, Michelangelo Antonioni

Mostra opere pittura del regista, montatore, sceneggiatore, scrittore e pittore, Michelangelo Antonioni

Cronaca di un amore, I vinti, La Signora senza Camelie i suoi primi tre film. Il grido, L’avventura, La notte, le tre creature venute alla luce nel bel mezzo di una carriera di successo. “Professione: reporter“, altra brillante idea del suo infinito ingegno che ha avuto il suo altrettanto seguito. L’Eclisse, film del lontano 1962, una pellicola che al di là della trama e dei suoi protagonisti, pone lo spettatore di fronte ad una delle piazze più belle, romantiche di Roma, da lui tanto amata: Piazza di Pietra.

Michelangelo Antonioni. Regista amato, apprezzato, non esente da critiche, sceneggiatore, montatore. Non solo film, ma anche diversi documentari. Uno stile, un modo di raccontare storie e personaggi che, sicuramente, non a tutti piaceva, ma che gli è valso la conquista di diversi riconoscimenti e, ciliegina finale sulla torta, un Oscar alla carriera venti anni fa. Fra le tante passioni, non tutti forse ne sono a conoscenza, Antonioni amava molto la pittura. Piazza di Pietra, nel cuore del centro storico capitolino, dalla scorsa settimana è la protagonista, “guarda un po’ il destino”, di un’interessante esposizione di alcune delle sue più significative opere, in qualità di pittore. Inaugurata lo scorso 30 ottobre e già in mostra alla Galleria 28 da sabato scorso, curata dalla moglie del talentuoso Michelangelo, Enrica Antonioni, e Francesca Anfosso, quest’ultima direttrice della Galleria. Già nel 2006, un anno prima della sua morte, avvenuta il 30 luglio 2007, molti suoi seguaci e semplici appassionati di arte poterono ammirare alcuni dei suoi dipinti per un mese, dentro il fantastico scenario del Tempio di Adriano.

Mostra opere pittura del regista, montatore, sceneggiatore, scrittore e pittore, Michelangelo Antonioni

Mostra opere pittura del regista, montatore, sceneggiatore, scrittore e pittore, Michelangelo Antonioni

La Signora Antonioni, durante la presentazione della mostra, ha inaugurato l’evento con queste parole: “Dipingere per lui era una gran gioia, i momenti dedicati alla pittura sembravano liberi dal tormento che il cinema poteva dargli, insieme alla soddisfazione di saper fare il mestiere che amava di più, ma che lo metteva sempre alla prova. Nei suoi ultimi anni, dal 2001, ha deciso di dedicare alla pittura tutto il tempo che gli rimaneva. Era al suo tavolo di lavoro tutto il giorno e tutti i giorni, assorbito nel colore, nella forma, nel silenzio, nella quiete del suo respiro. L’eleganza dei suoi gesti era disarmante, come sempre”. Francesca Anfosso ricorda il maestro così: “Provo ammirazione umana e professionale nei confronti del Maestro che ha dimostrato di essere artista compiuto, capace di esprimersi e creare coinvolgimento emotivo utilizzando con eguale maestria l’immagine, nella pittura come nel cinema. Le sue opere sono un’esplosione di colori e di forme, di suggestioni e di stili; colorate e “gioiose” ci svelano un Antonioni inatteso. Sono sicura che desteranno diffusamente la stessa ammirata emozione provata da me la prima volta che le ho viste nella splendida casa di Michelangelo ed Enrica a Bovara”.

“Dipingendo, dal suo silenzio ha voluto far emergere la sua voce: nitida, squillante, ricca d’infiniti colori e di molteplici forme, talvolta inquieta, ma altre volte persino allegra”. Questa la personalità di Antonioni, descritta da Alberto Asor Rosa. Colori, emozioni, un pizzico di astrattezza, a dimostrazione di un modo di esprimersi che variava, gioia all’ennesima potenza e una certa, particolare personalità. Il ritratto accurato di un Michelangelo Antonioni che, fino ad oggi, minimamente conoscevamo ed immaginavamo.

L’ordine imperfetto. Modernizzazione, Stato, secolarizzazione

Modernizzazione, Stato, secolarizzazione

L’ordine imperfetto.  Modernizzazione, Stato, secolarizzazione

Questo è il titolo del nuovo saggio che il Prof. Luca Diotallevi  presenterà il 21 maggio ore 17,00 a Roma presso l’Istituto Luigi Sturzo in Via delle Coppelle 35

L’opera fa parte della collana Rubbettino Università perché non dobbiamo dimenticare che il Prof. Diotallevi è professore ordinario in sociologia presso l’Università di Roma Tre ed ha trascorso periodi di studio presso le prestigiose Università di Oxford, Harvard, Cambridge; è inoltre membro della American Sociological Association e della Associazione Italiana di Sociologia.

Questa che Vi invitiamo a leggere è la 10° opera dell’autore che riflette sulle mutevoli ed impreviste forme che assume la “modernità”

Sarebbe semplicistico attribuire un nuovo significato al termine  moderno così come semplicistico sarebbe accettare supinamente il postmoderno.

Lo scrittore individua un nuovo profilo di analisi, più sofisticata, che presenta la modernità declinata nelle molteplici varianti.

Le precedenti produzioni librarie del Prof. Diotallevi andavano ad indagare sui rapporti tra politica e religione e tra cristianesimo e modernità  ed è proprio da quelle ricerche e dall’approfondimento  delle stesse che perviene all’opera  odierna, “L’ordine imperfetto. Modernizzazione, Stato, secolarizzazione”.

Le varianti, così diverse, invadono la sfera politica e la sfera religiosa; lo scrittore – infine –  ci lancia due argomenti su cui riflettere: Cosa è stato lo Stato?  La secolarizzazione è finita?

Su questi temi  ne discuteranno  l’Autore con:

Gianni Dessì  pittore, scultore, scenografo;

Mauro Magatti  sociologo ed economista, docente e scrittore;

Stefano Semplici  professore ordinario di etica sociale,  ricercatore in filosofia contemporanea e classica,  etica pubblica, etica degli affari e bioetica.

Noi abbiamo già avuto l’onore di presentare un precedente libro del Prof. Diotallevi, L’Ultima Chance, e siamo certi che anche questo incontro sarà ricco di spunti di riflessione sociale, politica, culturale.

Noi ci saremo

L’ordine imperfetto. Modernizzazione, Stato, secolarizzazione

Edizioni Rubbettino