Da anni al centro di pesanti critiche in tema di sicurezza, Twitter decide finalmente di correre ai ripari e pagare il suo obolo alla causa della protezione utenti. Il nuovo Safety Center, in forze alla piattaforma di microblogging da qualche giorno, si propone come un archivio di informazioni utili agli utenti – soprattutto giovani – che intendano approcciarsi al mondo di internet in maniera sicura. Il protagonista dell’intero documento rimane comunque Twitter, ma l’impronta divulgativa del nuovo sistema ha mire ben più ambiziose.
In un confronto tra vita reale e attività social, l’intento di Twitter dovrebbe essere quello di fornire un’esperienza piacevole e – al contempo – un forma di arricchimento personale, senza incappare in spiacevoli rischi che vanificano gli obiettivi positivi iniziali. Le risorse messe a disposizione dal Safety Center – come sottolinea Patricia Carmes di Global Trust & Safety OutReach – sono sviluppate con lo scopo di guidare gli utenti lungo la propria esperienza all’interno del social dei cinguettii, per poi dimostrare con quali azioni vengano fronteggiate le eventuali violazioni del regolamento.
La piattaforma si suddivide in Strumenti, Policy e Applicazione delle Regole. Nella prima sezione, Strumenti, sono fornite tutte le indicazioni su come mantenere sicuro il proprio account, con un occhio puntato sulle impostazioni della privacy e la protezione dei dati personali. È però nella sezione Policy che Twitter entra specificamente nel merito delle politiche di gestione di contenuti ritenuti violenti o razzisti, con attenzione particolare ai fake account o a quelli dal tenore parodistico.
La sicurezza del Social Network non è però solo virtuale, ma anche fisica, grazie al nuovo sistema di allerta delle forze dell’ordine implementato direttamente sulla piattaforma. I nuovi obiettivi di Twitter, in campo sicurezza, sono apparsi chiari già da inizio 2015, quando si decise di introdurre questo sistema di allerta veloce delle forze dell’ordine. Protezione del profilo, della password e dei contenuti sembrano promuovere Twitter come la nuova corazzata del web. Saremo protetti davvero?